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Autore: Erin    09/11/2006    10 recensioni
Hermione, raffinata donna in carriera, abita in un lussuoso appartamento nel centro di Londra. Finchè la sua monotona vita non viene sconvolta dall'arrivo di una persona che non si sarebbe mai aspettata di rincontrare...
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ala Sinistra, Quinto Piano

Le erano sempre piaciuti i Mega Store. Immensi, giganteschi ed affollati. C’era proprio di tutto: il supermercato, i negozi di abbigliamento, le profumerie, i negozi di arredamento per casa e ufficio, i negozi etnici che adorava. Tutto diviso per piani e le scale mobili che portavano da un posto all’altro, con estrema lentezza, mentre un vociare felice si mescolava con la musica dolce del sottofondo proveniente dalla caffetteria.

Non sapeva perché amava particolarmente quei posti. Forse perché andava sempre lì quando era piccola con i suoi genitori e da quando non c’erano più, andare lì era diventata quasi un’abitudine che non voleva perdere, come se in qualche modo la legasse ancora a loro.

E così eccola canticchiare il motivetto che aleggiava, mentre saliva al terzo piano su una scala mobile. Era appena uscita dal lavoro, ecco perché vestiva con un tailleur grigio con bottoni in madreperla, una cartella nera sotto il braccio e una borsa a tracolla nera con la catenella argentata. L’altra mano sorreggeva una busta (acquisti precedenti) e la giacca del suo abito.

Odiava ammetterlo ma era diventata una donna molto elegante. Anche i suoi capelli non erano più crespi come prima ma morbidi e lisci fino alla punte dove invece si creavano boccoli ben definiti, a metà schiena.

 

Scese dalla scala mobile. Aveva in mente di acquistare un nuovo televisore al plasma, dato che il suo sembrava avere problemi nell’ultimo periodo.

Prese a dirigersi verso il reparto apposito e chiese al ragazzo di mostrarle qualcosa. Alla fine propese per un bellissimo televisore nero a specchio.

Starà benissimo nel mio nuovo salone, pensò prima di dirigersi alla cassa.

Già, perché da poco aveva lasciato casa dei suoi e si era trasferita. Troppi ricordi, non voleva viverne sommersa. Da tre anni abitava lì vicino. Lei, Hermione Granger, raffinata donna in carriera, risiedente in uno dei palazzi più lussuosi di Londra.

Si poteva dire che stava trascorrendo la sua esistenza con tutto ciò che una donna poteva desiderare. Tranne una. Era una donna realizzata in tutti i campi, ma c’era ancora qualcosa che le mancava. Una famiglia, un uomo al suo fianco, amore. Ma alla volte ripeteva a sé stessa che stava bene così, con il suo caro e dolce cucciolo nero come la pece, con occhi azzurri come ghiaccio. Era con lei da 8 anni ormai e lo amava più di qualsiasi altra cosa. Capiva che non avrebbe mai potuto vivere senza il suo cagnolino, le faceva compagnia nei momenti in cui si sentiva veramente sola.

Ma a parte questo era rimasta la solita Hermione di sempre. Se prima era studio, studio ed ancora studio, adesso era lavoro, lavoro ed ancora lavoro. Imbevuta fino al collo d’impegni, aveva giusto il tempo di qualche uscita serale con la sua cuginetta italiana, Maila, tutto ciò che le restava di una famiglia. Infatti si era trasferita in un appartamento vicino a quello di Hermione poco dopo la morte dei suoi genitori. Erano così legate da considerarsi come sorelle e con il tempo il loro legame si rafforzava sempre di più.

Hermione si guardava intorno impaziente che il ragazzo tornasse con la documentazione necessaria. Aveva avuto una giornata intensissima e non vedeva l’ora di tornare a casa.

 

Finalmente dopo qualche minuto il ragazzo tornò chiedendo alla ragazza di fronte a lui come avrebbe preferito pagare il televisore e che sarebbe arrivato da lì ad una settimana a casa sua.

“ Carta di credito” disse semplicemente e dopo avergliela porta, compilò un foglio con il suo indirizzo.

“ Grazie signora” ribatté il ragazzo cordialmente, sorridendole.

Senti un po’ questa! Signora...ma si è accorto che ho 26 anni? pensò Hermione adirata.

Avrebbe voluto strappargli quel cravattino viola a pois e dopo averlo spezzettato accuratamente, ficcarglielo su per il naso adunco che si ritrovava!

“ Grazie a lei” disse falsamente poi ricambiando il sorriso, prese la ricevuta e si diresse verso la scala mobile per andarsene.

Imboccò l’entrata alla scala mobile pensando che finalmente anche quel giorno frenetico era finito.

Dopo poco si voltò verso la sua sinistra. Un ragazzo stava salendo nel senso opposto, verso il terzo piano.

Ma stranamente aveva un’aria familiare. Le ricordava qualcuno, ma non riusciva precisamente a collegarlo. Palestra o lavoro? Dove l’aveva visto l’ultima volta?

Continuò a fissarlo e lui non sembrava accorgersene. Poi si voltò verso di lei mentre la distanza tra i due era sempre maggiore. Ormai Hermione era arrivata al 2 piano e lui su, al terzo.

Ma qualcosa la colpì. I suoi occhi. Era sicura di averli già visti, occhi così non si dimenticano tanto facilmente.

Arrivata a destinazione fu costretta a guardare avanti per scendere e così distolse lo sguardo da lui che ormai era in cima.

Quando rivolse di nuovo lo sguardo nella sua direzione, non c’era più. Dopo qualche secondo di esitazione Hermione si decise ad uscire dal Mega Store.

Era quasi ora di pranzo ed il suo cucciolo doveva essere affamato.

 

Prese a camminare sulle scarpe alte, sembrava una modella appena uscita dalle quinte di una passerella, aveva tutti gli occhi puntati su di lei. Leggermente imbarazzata si diresse verso la macchina ed inserite le chiavi partì verso il suo appartamento.

I soliti 15 minuti di coda l’attendevano prima di arrivare al centro della città. Che scocciatura! Mise Stop Crying Your Heart Now degli Oasis alla radio, almeno la rilassava.

Improvvisamente le squillò il cellulare. Doveva essere Maila.

“ Pronto”

“ Ehi Herm ciao! Finalmente è da stamattina che provo a chiamarti! Sono passata per casa tua qualche minuto fa, ma non c’eri...

Si infatti sono uscita da lavoro verso le 13 ma sono passata per il Mega Store

Ma sono le 14.30!”

“ Si è che c’è molto traffico. Comunque era qualcosa d’importante che dovevi dirmi?”

“ No, niente d’importante. Volevo solo dirti che io sto via poco più di una settimana per lavoro, ma quanto tornerò vorrei ci vedessimo. Io ecco...ho di nuovo litigato con Daniel. Io non so più come comportarmi. Non so più che fare. Volevo solo sfogarmi un po’ con te, tutto qui. Ma ne parleremo meglio tra una settimana, se mai venerdì sera prossimo, va bene per te?”

“ Certo Maila, lo sai che per te ci sono sempre! Passeremo la solita sera all’insegna della pizza, del gelato e di un film strappa lacrime. Ti va?”

“ Contaci! Allora venerdì sera alle 8 sono da te. Un bacio”

“ Ciao”

E riattaccò. Era da molto che andava avanti questa storia, lei e Dan litigavano spesso nell’ultimo periodo. Ed Hermione aveva il compito (anche se per lei era più un dovere, perché odiava vederla così) di consolarla.

Alla fine Dan era un bravissimo ragazzo, sul serio. I loro litigi derivavano dal fatto che erano troppo simili e quindi...sarebbero stati meglio come amici, ecco tutto. Quello che la riccia cercava di dirle da molto ormai. Lui era un tipo simpatico, intelligente ma...forse non erano fatti l’uno per l’altra.

 

Finalmente arrivata, parcheggiò di fronte al portone immenso del palazzo. Non ne poteva più di tutto quel traffico. Scese dall’auto e la chiuse automaticamente con il bottoncino vicino alle chiavi.

Il mondo babbano assomigliava sempre di più a quello magico, la tecnologia era miracolosa.

Forse adesso la sua borsa avrebbe avuto bisogno di un po’ di magia. Era completamente sottosopra e non riusciva a trovare le chiavi di casa. Perfetto, la giornata andava di male in peggio.
Diede una rapida occhiata alla strada per evitare di finire sotto una macchina e poi attraversò.

Ancora intenta a cercare le chiavi di casa davanti al portone, non si accorse di intralciare il passaggio ad una persona che più fortunata di lei aveva già le chiavi tra le mani e le rigirava impazientemente, aspettando che si levasse dalla serratura.

“ Oh, mi scusi. Non trovo le chiavi nella borsa, c’è un caos ed io... alzò lo sguardo verso la persona in questione e si ritrovò squadrata da due occhi penetranti e dal colore quasi surreale. Ghiaccio per la precisione.

Lo fissò per alcuni istanti, lasciando perdere la borsa che ricadde lungo il suo fianco mantenuta dalla catenina d’argento sulla spalla.

Sembrava un ebete, lo sapeva. Ma non poteva fare a meno di fissarlo con quella faccia. E che faccia avrebbe dovuto avere poi? Davanti a lei c’era Draco Malfoy.

Ma-Malfoy cosa diavolo ci fai qui?” provò a dire evidenziando il suo stupore. No, non era possibile! Lui qui? Ma cosa aveva fatto di male nella vita per meritare questo?

“ Ci abito, Granger” rispose lui semplicemente, aprendo il portone ed aspettando, mantenendolo.

La Mezzosangue...possibile che la sua giornata doveva incominciare così da schifo?

Che fai, entri?” aggiunse poi freddo come sempre, ma con un sorrisino appena accentuato sulle sue labbra che non presagiva niente di buono.

Hermione si sbrigò ad entrare ed il portone si richiuse dietro di lei dopo qualche secondo. Attraversarono la Hall in silenzio, diretti verso le ascensori infondo.

I tacchi della ragazza risuonarono sul pavimento marmoreo con intarsi bronzei della sala, mentre lo affiancava verso l’ascensore a sinistra.

Draco si voltò a guardarla pensando a quanto fosse bella avvolta in quel vestito così elegante, fissando poi i suoi boccoli color miele che oscillavano a metà schiena. Poi si ridestò dai suoi pensieri. Stava impazzendo o aveva fatto, anche se mentalmente, complimenti alla Granger? C’era solo una spiegazione, stare con i Babbani lo stava facendo diventare pazzo.

Ma davvero abiti qui?” chiese lei d’improvviso. Non era riuscita a trattenersi. Doveva avere delle certezze come minimo!

“ Non, ho finto. In realtà ti sto spiando”

Rimase interdetta per un attimo. Poi lui prese a ridere di gusto. Si divertiva a prenderla in giro, quello stupido.

“ Molto divertente, Malfoy. Comunque da quando abiti qui? Non ti ho mai visto” disse guardando la pianta davanti a lei. Ignora che lui è al tuo fianco, ignora che ora state andando verso...la stessa ascensore?!

“ Oggi. Mi sono trasferito oggi. E tu da quanto abiti qui?”

“ Sono tre anni ormai. Ma...scusa perché prendi l’ascensore sinistra?” chiese poi, un po’ confusa.

“ Il mio appartamento è nell’ala sinistra del palazzo. Perché tu piuttosto prendi quest’ascensore” disse raggiungendola, alquanto turbato.

“ Io abito nell’ala sinistra, Malfoy...purtroppo ” mormorò infine.

Abitavano anche nella stessa ala dal palazzo. Perfetto. Non poteva andare meglio questa giornata per la povera Hermione. Aveva pure quasi perso un paziente, si era proprio concluso tutto in bellezza.

Che piano?” chiese la ragazza fintamente cordiale, prima di premere il pulsante.

“ Quinto”

“ Okay, esci fuori da questa ascensore, ADESSO!” le intimò le indicando l’uscita.

“ Oggi non stai molto bene, eh Granger?” sogghignò malvagiamente.

Ma come puoi abitare al quinto piano? La sfiga non ha mai fine...” si lamentò lei.

Cioè vuoi dirmi che anche tu abiti al quinto piano? Oddio, dovrò comprare un’altra casa...di nuovo un trascoloro, non mi ci far pensare!” disse portando gli occhi al soffitto, esasperato.

Hermione dopo uno sbuffo, premette il pulsante e l’ascensore iniziò a salire. Ma vedi tu se le doveva capitare anche vicino di pianerottolo. Che sfiga!

Il classico rumore dell’apertura della porte la distolse dai suoi pensieri. Scese al loro piano e si diresse verso la porta di casa mentre giocherellava con le chiavi.

Lui era dietro di lei.

Ma sei sicuro che non mi stai seguendo?” esclamò alzando un sopracciglio.

Che schifo, Granger! Non lo farei mai... purtroppo però la mia porta è accanto alla tua. Buon appetito” aggiunse come se le avesse detto ‘Strozzati con il pranzo’ poi defilandosi e sparendo oltre la sua porta.

Sospirò. Ecco cosa le poteva capitare di peggio. Averlo vicino di porta.

Entrò ed un allegro cagnolino le saltò prontamente sulle ginocchia. Dopo averlo accarezzato gli baciò la testolina, poi si diresse in cucina e mise i croccantini nella sua ciotola.

Prese poi a spogliarsi mentre con un colpo di bacchetta mise a bollire l’acqua per la pasta.

 

Se Malfoy sapesse che ho chiamato il mio cane Draco, credo non me lo perdonerebbe mai pensò Hermione.

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi qui con un  nuova ff! No so quanti capitoli verranno, dato che li scrivo volta per volta, e cosa molto importante, posterò ogni sabato o domenica dato che nella settimana sono superstraimpegnata con i compiti e con attività come il giornalino d’istituto.

Beh! Detto questo spero la storia vi piaccia e che abbia scritto qualcosa di sensato!  -__^

Bacioni, Erin.

 

 

 

 

  
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