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Autore: gittypanda    09/11/2006    3 recensioni
non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove vuole andare... ho avuto modo di meditare molto su questa frase, ed è nata questa ff
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il richiamo della coscienza

"Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove vuole andare" (Seneca)

Non ci poteva credere. Ce l’aveva fatta.. Era riuscito ad uccidere il serpente che, secondo ciò che gli aveva detto Potter era l’ultimo Horcrux da eliminare, e poi il Signore Oscuro non sarebbe più stato immortale. Ed era stato lui ad aiutarlo. Vuoi o non vuoi, il nome della famiglia Malfoy non piacerà mai, ma almeno, con quell’azione, Draco l’aveva riscattato. Rimase lì a fissare il serpente per un po’, quando all’improvviso un rumore lo fece sobbalzare, ripristinando le sue attività cerebrali. Si guardò intorno, e si rese conto con orrore che era in un vicolo cieco. Allora, con un’incredibile prontezza di riflessi, puntò la bacchetta su Nagini.

-evanesco!- sussurrò, e il serpente svanì. I passi si facevano sempre più vicini, finché da un angolo non spuntò sua zia Bellatrix la quale, dopo averlo fissato per alcuni secondi con il fiatone, disse: - Draco! Finalmente ti ho trovato! Dove sei stato?-

Draco aprì la bocca per replicare, ma sua zia lo zittì con un cenno della mano.

-il Signore Oscuro ha tirato fuori da Azkaban i nostri compagni che erano stati presi al ministero. Anche tuo padre è libero! E poi il Signore Oscuro sostiene di essere molto soddisfatto di te! Da quando sei riuscito a fare entrare alcuni dei nostri ad Hogwarts, ti sei guadagnato la sua piena fiducia!-

Tutto questo l’aveva detto quasi senza prendere fiato.

Ma Draco non pensava alla gloria. Pensava a quella notte d’inferno, quando avevano ucciso Silente, e Potter che li inseguiva, in quel momento aveva provato molta paura, e si era anche vergognato; sia perché si era dimostrato un codardo, sia perché aveva tradito la fiducia di molte persone, anche tra i suoi amici. Aveva lasciato Pansy, Vincent e Gregory da soli a scuola, e gli mancavano molto. Ma tutto questo non voleva pensarlo. Piuttosto doveva pensare che aveva salvato la vita dei suoi genitori. Ma tutto ciò lo rallegrava fino ad un certo punto. Lui non si sarebbe mai unito ai Mangiamorte di sua spontanea volontà, ma non aveva avuto scelta. Quindi doveva fare qualcosa per liberarsi, perché non aveva intenzione di servire il Signore Oscuro a vita. La voce di sua zia lo riportò alla realtà.

-avanti, Draco! Andiamo! Vorrai salutare tuo padre, immagino!-

-si, zia-

Camminarono lungo quel corridoio buio per diversi minuti, finché non arrivarono nella sala principale. Draco si era sempre chiesto se una casa enorme nel mezzo di un villaggio babbano fosse un buon nascondiglio, ma fino ad allora aveva sempre funzionato. Nessuno era mai andato a cercarli lì.

Si guardò in giro. Il suo Signore non c’era. Vide i Mangiamorte evasi, e tra di essi riconobbe suo padre. Stava parlando con Nott, il padre di Theodore, un altro suo compagno di classe. Ex-compagno di classe per la precisione.

Tra i Mangiamorte Draco era il più giovane in assoluto, aveva solo diciassette anni. E non parlava praticamente con nessuno, a parte i suoi zii e i suoi genitori.

Si avvicinò a suo padre. Egli sembrava di umore abbastanza buono e Draco voleva sapere cosa pensava di quanto era successo a giugno. Aveva bisogno di elogi, ora come ora, anche se suo padre non era mai stato molto generoso, sotto questo punto di vista. Si schiarì la voce e suo padre si voltò. Si fissarono. Draco non sapeva davvero cosa fare, e aspettava che fosse lui a fare la prima mossa.

Dopo vari secondi suo padre abbozzò un ghigno, il tipico ghigno "alla Malfoy" .

-Draco! Che piacere vederti sano e salvo!-

-buona sera, padre-. La sua voce sembrava totalmente indifferente al mare di emozioni che si stavano scatenando nel suo apparato digerente.

-ho saputo della tua impresa al castello di Hogwarts. Davvero, devo congratularmi con te, non sono mai stato così orgoglioso di mio figlio-

Anche sulla faccia di Draco spunta un ghigno alla Malfoy. Il suo stomaco si sentì un po’ meglio, ma poi ripensò a ciò che aveva appena fatto ed esso scomparve lentamente.

-tuttavia- comincia suo padre, e Draco pensa e ti pareva! Ha sempre qualcosa da ridire!

-tuttavia, ho saputo che non sei stato tu ad uccidere Silente, bensì Severus, che aveva promesso a tua madre di aiutarti. Mi chiedo cos’abbia il Signore Oscuro da essere così contento di te-

Tutto questo l’aveva detto con voce annoiata, come se la cosa non lo riguardasse, come se non stesse parlando di suo figlio, ma di uno straccione Mezzosangue.

Draco sentì un bruciore alla gola, e si allontanò senza una parola.

Quella sera tornò a casa con suo padre, ma durante il breve tragitto non si scambiarono una parola.

Quando arrivarono sua madre corse loro incontro, abbracciando Draco e dando un bacio a suo padre. Poi si mise a piangere, dicendo che aveva paura che il ministero venisse durante la notte per prenderli. Lucius cercò di consolarla come poteva, affermando che non sarebbero mai andati a cercarli.

-quei babbanofili non hanno il coraggio di venirci a cercare. Non qui, e comunque, non ora. Per ora devono decidere se quella scuola verrà riaperta, il che è un problema molto urgente-

Quando sua madre si fu calmata Draco salì in camera sua, si buttò sul letto e si addormentò di botto.

L’indomani si alzò presto. Aveva appena finito di fare colazione, quando sentì il Marchio Nero bruciargli sul polso sinistro. Lui e suo padre si precipitarono fuori di casa, e lì si smaterializzarono.

Arrivati nella sala della grande casa Ridde, trovarono i quasi tutti attorno al loro padrone. Si misero in cerchio pure loro. Il Signore Oscuro fissò i suoi per alcuni istanti, aspettò che fossero arrivati tutti e parlò.

-bene, miei Mangiamorte, oggi è il grande giorno!-

A Draco si rivoltò lo stomaco con tutto quello che c’era dentro.

-oggi finalmente mi scontrerò con Potter. Sempre che lui abbia il coraggio di venire, potrebbe anche fare finta di non avere letto il mio messaggio-

Alcuni fecero strani versi, che dovevano assomigliare a delle risate, ma senza gran successo.

-padrone- esordì zio Rabastan –posso chiedervi una cosa, se non oso troppo?-

Il Signore Oscuro lo fissò. Poi disse: -si, chiedi pure-

-dove si svolgerà il duello?-

-ad Hogwarts. Probabilmente non ci sarà nessuno, anche se state sicuri che ci sarà l?ordine della Fenice, che so per certo che non si è sciolto con la morte di Silente. Molto bene. Andiamo-

Si materializzarono tutti ad Hogsmeade, che era deserto. Salirono la strada cha conduceva ad Hogwarts, e quando arrivarono scoprirono che Potter il coraggio l’aveva avuto. E anche molto, visto che sembrava essere da solo.

-bene, Harry, vedo che non ti sei comportato come un codardo. Come spero tu sappia, il coraggio è una virtù che apprezzo molto, ,a tu mi sembri addirittura sconsiderato! Tutto solo contro me e i miei Mangiamorte al completo-

-non è solo!- disse un voce. Si voltarono, e notarono, con sentimenti molto diversi per ciascuno, che dietro di loro si era radunato l’intero Ordine della Fenice. A parlare era stato quel traditore del suo sangue di Arthur Weasley. Ma siamo sicuri che fosse lui il traditore del suo sangue?

Tra le persone dell’Ordine riconobbe la Granger, Paciock, la Lovegood, Ron e Ginny Weasley. Nessuno sembrava essersi accorto della sua presenza, a parte Potter, che gli aveva lanciato uno sguardo veloce.

-bene, Harry- ripeté l’Oscuro Signore. – è finalmente giunta l’ora della verità. A noi due. Sei stato davvero un incosciente a venire, ben sapendo che io sono immortale e tu non lo sei.-

Potter, incredibilmente ghignò, e il Signore Oscuro lo fissò sbalordito. Poi, come se ci avesse pensato gia da tempo, puntò la bacchetta su Draco.

-avrei dovuto immaginarlo gia da tempo, che c’erano dei traditori tra i miei Mangiamorte. AVADA KEDAVRA!-

Draco cadde a terra senza un lamento, e in un solo momento si accorse che il tempo non gli sarebbe bastato per chiedere perdono. In un solo momento colse lo sguardo sconvolto di suo padre e quello sbalordito e allo stesso tempo in colpa di Potter. E l’ultima cosa che pensò, con una lacrima che scendeva giù dal suo occhio fu una sola parola: addio.

  
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