14/04/2012
3 recensioniMartina, chiusa nella sua cameretta, con le lacrime che le bagnavano le guance e sporcavano per l’ennesima volta il suo cuscino, si poneva domande atroci.
Rimpiangeva gli anni addietro, prima di conoscere Gabriele.
Ora le erano chiari i sorrisetti della gente a scuola; erano dovuti alla cattiva reputazione di chi teneva per mano.
Sentì dei formicolii alle gambe che la avvisavano di essere rimasta troppo tempo nella stessa posizione, in quel letto avente oramai preso la forma del corpo di lei.
Decise di uscire per prendere una boccata d’aria fresca, ma prima si preparò un caffè.
Sull’uscio dell’edificio chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, cercando di frenare le lacrime.
Quando li riaprì scorse un foglio bianco, scosso dal vento, adagiato dallo stesso nel punto in cui neanche tanto prima stava in piedi Gabbo.
Lo riconobbe.
Titubante si guardò attorno assicurandosi che non ci fosse nessuno a vederla lì attorno.
Raccolse la lettera.
Rientrò di corsa. Sul tavolo della cucina c’era ancora la tazza del caffè preparato in precedenza.
La finì di bere mentre leggeva le parole del suo ragazzo.
Quello che c’era scritto suonava più o meno così:
"Mia cara Smartyes …
Ti scrivo questo perché mi sono reso conto che è stato uno sbaglio
non raccontarti tutto di me fin dal principio,
ma tu sembravi così perfetta …
Sì, ho detto ‘sembravi’ perché di recente ho capito che anche tu
hai le mie stesse debolezze.
E’ vero che io sono dipendente dalla nicotina
quanto tu lo sei dalla caffeina.
Non è un male, assolutamente.
Però il destino ci ha fatto incontrare, e spero ci faccia tornare assieme.
Ti amo, Martina, sappilo.
Accetta i miei difetti così possiamo tornare ad essere felici; insieme.
Con affetto,
Gabbo."
Un fiume sgorgò dai suoi occhi; si ricordò il reale motivo per cui era così legata a Gabriele.
Il dono.
Leggere l’anima …
Lui lo sapeva fare.
Aveva capito perfettamente il suo vero carattere e l’aveva accettato.
Perché lei gli aveva rubato il cuore.
E, innegabilmente, lui aveva fatto lo stesso.
Il cuore di Martina aumentò la frequenza dei battiti.
Immediatamente le si aprì la mente; fu come vedere un bagliore.
Si fece nitido il quadro della situazione.
Fissò lo sguardo sulla tazza di caffè che teneva ancora in mano.
La pose fugacemente sul bordo del lavandino.
Con un balzo saltò su dalla sedia e indossò l’impermeabile.