Quando Harry si svegliò un dolce profumo lo pervase: era il profumo di Hermione.
Guardò l‘orologio: era tardi!
Con tutta la delicatezza possibile scostò una ciocca dei capelli dell’amica e le sussurrò all’orecchio:
-Buongiorno Herm. E’ ora di svegliarsi-
-Mmm…ancora cinque minuti Calì- balbettò lei stiracchiando un po’ le gambe ma continuando a dormire.
-Io non sono Calì, e se non ti alzi dormigliona faremo tardi a lezione-
Hermione spalancò gli occhi, che saettarono subito verso colui che aveva interrotto il suo placido sonno.
-Harry!-
Ma poi si accorse della loro posizione un po’ ambigua: si erano addormentati sulla loro poltrona preferita davanti al caminetto nella Sala Comune.
Lei era accoccolata su di lui: una mano sul suo petto e le dita dell’altra intrecciate con quelle del ragazzo.
-Harry che ore sono?-
-E’ tardi; mancano cinque minuti alle otto-
-Sbrighiamoci, faremo tardi!- disse Hermione scattando in piedi.
La ragazza afferrò la mano di Harry che fece appena in tempo a prendere la borsa, e lo trascinò fuori dal buco del ritratto, poi per i corridoi, per le scale, fino ad arrivare davanti all’aula di Incantesimi.
Harry vedeva Hermione seriamente preoccupata.
-Herm, non ti preoccupare, ce la facciamo ad arrivare in tempo!-
Ma la ragazza pensava a tutt’altro.
“Oddio, adesso cosa penseranno gli altri? Ci avranno visti tutti i Grifondoro mentre eravamo lì su divano… Sembravamo..”
Quando spalancarono la porta della classe erano letteralmente senza fiato.
-Ci scusi tantissimo Professor Vitious-
Quando si voltò verso i compagni, si accorse che gli occhi di tutti fissavano un punto molto vicino ai due, e il motivo era semplice: la mano di Hermione stringeva ancora quella di Harry.
Subito si staccarono e divennero rossi in viso.
Scivolarono in due posti vuoti dietro a Ron e Neville e non ebbero il coraggio di guardarsi per tutta l’ora.
Era una situazione insolita: non avevano mai provato imbarazzo a stare insieme.
E invece adesso avrebbero preferito scavare una buca e sotterrarsi dentro.
Per non parlare poi di Ron che durante Incantesimi stava per dare in escandescenza.
No, doveva trovare Hermione e chiarire questi piccoli “malintesi” che si erano andati a creare.
Non ci mise molto a trovarla, non che avesse bisogno di cercarla: quando si sentiva triste, confusa o arrabbiata si rifugiava in biblioteca, dai suoi amati libri, nei quali trovava sempre risposte.
In biblioteca non c’era quasi nessuno: solo due ragazze di Corvonero, un ragazzo di Tassorosso e, nell’angolino più appartato, Hermione.
-Che fai, ti nascondi?- le sussurrò appoggiandosi ad un banco.
-Cos…?Io..No, ce-certo che no- rispose una Hermione più titubante del solito.
-Allora perché non mi guardi neanche negli occhi? Di cosa hai paura Hermione?-
-Beh, lo sai, di oggi… Di…di quello che penseranno tutti..- rispose alzando finalmente lo sguardo.
-Che c’è, ti vergogni di me? Ti faccio così tanto schifo?-
-No Harry, come puoi credere che io pensi questo di te? E poi mi dispiace anche un po’ per Ron, sai..-
-E certo, perché Ron è sempre più importante di me, vero?!- replicò il ragazzo alzando il tono della voce.
-Non mi pare che ci sia sempre stato per te! Fosse per lui saresti morta almeno tre o quattro volte!-
-Perché stai dicendo queste cose orribili? Lo sai benissimo quanto ci tengo a te!-
Detto questo chiuse il suo libro e lo scaraventò su uno scaffale, troppo violentemente però, perché tutta la libreria cominciò a tremare.
Harry le cinse velocemente la schiena con un braccio e si buttò a terra su di lei.
Cataste di libri volarono per terra e i due vennero sepolti da centinaia di volumi.
-Herm, tutto bene?-
-Si si, scusami…guarda che pasticcio ho fatto-
I loro volti erano troppo, troppo vicini…Sapevano cosa sarebbe successo.
Chiusero gli occhi e assaporarono quel momento, il momento che si scoprirono aspettare da tanto, troppo tempo.
Perché tutti quei malintesi avevano portato a una verità celata in fondo al loro cuore; ma adesso desideravano scoprirsi, amarsi, e nessuno avrebbe più potuto intralciare il loro amore.