Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: lallyjunior    14/04/2012    4 recensioni
Jed Kenneth: un giovane ragazzo che, con le proprie forze, riesce a cambiare vita allontanandosi dalla sua casa e dalla sua famiglia, quasi completamente distrutta. Le avventure e gli amori di questo giovane ragazzo, bello ma dal carattere indomabile ed incomprensibile. E soprattutto la storia di una grande e sincera amicizia, che va oltre tutte le difficoltà della vita.
E' la mia prima storia originale, aspetto critiche consigli e spero anche qualcosa di positivo.
Estratto: [ Con una manciata di dollari in tasca ed il solito cappuccio, che lo faceva sentire invisibile agli occhi del mondo, Jed Kenneth stava lasciando la propria casa, la propria famiglia. La stava abbandonando, proprio come aveva fatto suo padre. ]
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un leggero suono di stoviglie, l’acqua corrente del bagno e il rumore di tacchi che camminavano a passo svelto per casa da più di venti minuti, l’avevano fatto rigirare nel letto più volte fin quando esasperato aveva aperto gli occhi fissando l’orologio. Erano le 7.30 di mattina, possibile che Mayra non capisse che doveva lasciarlo dormire?
Alzandosi si diresse verso il bagno. 
Appoggiato al lavandino fissò il proprio viso davanti allo specchio per qualche istante. Avrebbe dovuto assolutamente fare la barba, e quel taglio di capelli forse era ormai troppo da ragazzino.
Li pettinò varie volte con le mani cercando di conferirgli una forma quantomeno accettabile, ogni volta che si alzava dal letto i suoi capelli castani erano più spettinati di quanto si aspettasse.
Riempì le mani di acqua fresca e si sciacquò il viso, dirigendosi poi verso la cucina. 
Quando stanco era entrato in quell’ampia stanza aveva visto Mayra appoggiata ad un mobile, per predendere un bicchiere d’acqua. Con uno chignon ben fatto ed un tailleur nero, camminava su un paio di alte decolté, dello stesso colore del vestito.
“Amore, già sveglio?” Domandò sorpresa di vederlo lì.
“Preparami la colazione.” Senza risponderle e con tono indisponente Jed l’aveva trafitta col suo sguardo blu, prima di lasciarsi cadere a peso morto sulla sedia.
“E' possibile che ogni mattina devi trattarmi così?” 
“Se mi facessi dormire non sarei tanto scorbutico!” Le aveva risposto il ragazzo irritato.
Sbattendo sul tavolo un piatto con due toast Mayra gli lanciò un’occhiataccia prima di allontanarsi da lui.
“E dai aspetta un attimo..” Pentendosi di quelle parole, Jed l’aveva inseguita per la stanza, afferrandola dal polso. “Dai, scusa sono nervoso quando dormo poco.”
Poggiandola con le spalle al muro aveva iniziato a baciarla premendo su di lei col proprio bacino.
“Devo andare al lavoro...” L’aveva subito interrotto la donna, con un po’ di rimpianto.
“Lo so…” Staccandosi da lei era tornato a sedersi al tavolo mordendo il toast con la marmellata che amava tanto.
"A che ora sei tornato stanotte dal lavoro?" Gli aveva domandato Mayra dall'altra stanza.
"Dopo le quattro e mezza."
"Il pub sta andando alla grande, vero?" Continuando ad urlare da una camera all'altra la donna vagava frenetica per la casa.
"Così pare..." A bocca piena l'uomo l'aveva guardata passare velocemente da lì; raccogliendo le chiavi, il portafogli ed il cellulare da mettere nella borsetta si era avviata verso la porta.
"Allora io vado. Te la vedi tu con Lucas?" Aveva domandato prima di aprire.
"Si me la vedo io. Mayra!" L'aveva richiamata prima che andasse via. "Dammi un bacio…”
Con un accennato sorriso la donna gli era corsa incontro stampandogli un dolce e veloce bacio sulle labbra prima di scappare fuori, in ritardo per il lavoro.
 
Rimasto solo Jed ingoiò l'ultimo pezzo di pane prima di accendersi una sigaretta. Seduto nella sua cucina si osservò intorno. Finalmente aveva una casa decente: con una cucina, un salone, due camere da letto e due bagni, probabilmente il lavoro da avvocato di Mayra gli aveva permesso di potersela comprare molto più del suo, ma non gli importava.
Anche il suo lavoro per fortuna andava più che bene. Quando Steven aveva deciso di andare in pensione, circa cinque anni prima, gli aveva comunicato di voler lasciare il locale proprio a lui: il pub nel quale aveva sgobbato per una vita intera sarebbe diventato di sua proprietà. Si era dovuto sforzare per mantenere gli occhi asciutti quando Steven gliel'aveva comunicato.
In fondo il suo ex capo era un uomo solo, single e senza figli. Si era affezionato tanto a Jed nei quattordici anni che aveva lavorato con lui. 
Da quando aveva sedici anni fino ai trenta gli era stato accanto fedelmente e non era mai mancato al lavoro, se non per seri motivi.
Già: aveva trent'anni quando il pub era passato in mano sua. Non era abituato a vagare per il locale guardando gli altri lavorare e così, da cinque anni a questa parte, aveva sempre dato una mano ai suoi lavoranti. 
Non sapeva perché, ma sembrava che il suo locale andasse di moda tra i giovani, molto di più di quando ci lavorava come cameriere.
Fortunatamente il guadagno non mancava, ma chiudendo ogni notte sempre più tardi finiva col ritirarsi a casa quando fuori stava quasi albeggiando.
Spense la sigaretta quasi finita svegliandosi dai ricordi del passato. Aveva 35 anni ma se ne sentiva addosso 50. Era stata una fortuna incontrare una ragazza come Mayra quand'era al liceo, lei: l’unica ancora di salvezza che gli era rimasta nella vita.
 
Alzatosi si era diretto nell'altra camera da letto.
"Lucas?" Aveva detto delicatamente, avvicinandosi al letto.
"Forza Lucas svegliati..." Silenzioso era rimasto a fissarlo: guardare suo figlio dormire beatamente nel letto gli piaceva tantissimo. Sedendosi accanto a lui passò una mano sulla sua fronte spostandogli i capelli dal viso. Ogni giorno di più, si sorprendeva di quanto quel bambino gli somigliasse, possibile che avesse preso tutto da lui e nulla da Mayra?
"Lucas svegliati..." Gli occhi blu del figlio si aprirono lentamente, fissandolo seduto accanto a sè.
"Papà... voglio dormire..." Si era lamentato con voce assonnata.
"Lo so ma devi andare all'asilo; hai cinque anni ormai, non puoi permetterti di oziare tutto il giorno."
"Papà... ti prego...."
Piegandosi sul figlio l'aveva stretto a sè. "Sai che ti dico? Va bene, oggi niente asilo."
"Siiii!!!" Aveva urlato il ragazzino ridendo stretto tra le sue braccia, sembrò per un attimo che il sonno l’avesse abbandonato.
"Fammi spazio..." Aveva detto Jed infilandosi nel letto con lui "Sto morendo di sonno anch’io."
Sorridendo il bambino si era spostato, addormentandosi poco dopo tra le braccia del padre.

***
 
Il telefono di casa squillava ormai da parecchi minuti ma Jed dormiva tanto profondamente che non sembrava potesse sentirlo.
"Papà?" Il bambino scosse il ragazzo accanto a sé.
"Lucas... che c'è?" Aveva domandato, non sforzandosi neanche di aprire gli occhi.
"Il telefono squilla da un sacco..."
Stropicciando il viso si era costretto ad alzarsi.
“Pronto?” Aveva risposto con voce roca.
“Amore ti ho svegliato?” La voce di Mayra arrivò squillante al suo orecchio.
“Come sempre… Ma non preoccuparti. Dimmi…”
“Ho bisogno di un grande favore… Credo di aver lasciato un foglio all’ingresso, potresti controllare se è lì e portarmelo in ufficio? E’ importante.”
“D’accordo, ci vediamo tra un po’.”
Tornato nella stanza del figlio l’aveva fatto svegliare e, dopo essersi fatto la barba, l’aveva vestito per uscire.
 
“Dove andiamo?” Aveva chiesto eccitato il bambino stringendo la piccola mano in quella del padre.
“Passiamo dalla mamma…” Camminando uno accanto all’altro erano ormai arrivati all’ufficio.
Lexie li aveva accolti sulla porta. “Jed, cosa fai qui?”
“Devo dare un foglio a Mayra…”
Piegandosi sulle gambe la donna aveva accarezzato il viso del bambino “Lucas sei sempre più bello…”
Mayra era spuntata dalla porta del suo ufficio.
“Tu non dovresti essere all’asilo??” Aveva chiesto osservando il figlio accanto a Jed.
“Si ma io e papà avevamo sonno… Ora andiamo in riva al mare, lo sai mamma?” Nel vederlo tanto felice si limitò a sorridergli per poi voltarsi verso il suo uomo.
“Grazie mille tesoro…” Disse abbracciandolo e lasciando che la sua mano la stringesse forte a lui.
Si baciarono dolcemente a stampo prima che un sussurrato “Ti amo” le giungesse all’orecchio.
“Ci vediamo più tardi.” Avevano detto i due prima di lasciare le donne a lavorare. Anche Lexie era diventata avvocato ed insieme avevano aperto uno studio legale.
 
Jed camminava lento sulla spiaggia, passo dopo passo le sue scarpe lasciavano delle leggere impronte sulla sabbia umida; come quando era un ragazzino teneva le mani nelle tasche dei jeans mentre, sovrappensiero, osservava il suo piccolo Lucas correre davanti a sé e lanciare, di tanto in tanto, qualche piccolo sasso nell’acqua. Sorrise nel vederlo fare quel gesto, ricordando il suo giovane amico, del quale aveva voluto dargli il nome. Aveva bisogno di un Lucas nella sua vita, ne aveva davvero un disperato bisogno.
Sentì gli occhi inumidirsi e senza pensarci due volte li strofinò col dorso della mano.
“Jed…” Qualcuno l’aveva discretamente chiamato.
Voltandosi rimase di sasso quando trovò dietro di sé una donna sulla sessantina. Senza avere dubbi su chi fosse si voltò verso il figlio.
“Lucas non allontanarti troppo!” Aveva gridato dando un’occhiata al bambino. Poi si era girato di nuovo verso la donna.
“Mamma… cosa ci fai qui?” Erano diciassette anni che non la vedeva e trovarsela davanti lo lasciò spiazzato ma anche un po' inquieto. Non aveva bei ricordi dei momenti trascorsi con la famiglia, e nonostante il tempo passato fosse molto quei ricordi continuavano a tormentarlo, ogni giorno ed ogni notte, proprio come quando era ragazzo.
“Sono venuta per salutarti… e per parlarti di una cosa…” Asciugandosi gli occhi la donna aveva fissato il proprio sguardo in quello del figlio. 
D'un tratto cambiò discorso. “E’ un bellissimo bambino…” Disse la donna guardando Lucas correre sulla riva non troppo lontano da loro “Somiglia molto a te quando eri piccolo.”
“Si è così…” Rispose osservando anch’egli il figlioletto "Mi somiglia molto...". La presenza della madre lo stava mettendo in ansia, perché era andata a cercarlo? Di cosa gli avrebbe dovuto parlare? La guardò in cerca di risposte avvertendo una stretta allo stomaco.
Sollecitata dallo sguardo del figlio la madre riprese a parlare. 
“Sai Jed, sono venuta fini qui per dirti che tuo padre è morto la settimana scorsa. Non avevo con chi parlare, i tuoi fratelli sono in carcere e tu eri l’unico che avrei voluto vedere…Ti ho pensato tanto ma non ho mai trovato il coraggio.”
Jed abbassò lo sguardo, avrebbe voluto poter dire qualcosa anche un semplice mi dispiace per la morte del padre, ma avrebbe mentito: non sarebbero state parole venute dal cuore. Rimase in silenzio e senza sapere cosa dire passò una mano tra i capelli, sintomo che in quel momento qualcosa dentro di sé lo turbava.
Guardò per un attimo sua madre, quella donna era sola, non le era rimasto più nulla, più nessuno, a parte lui. Si fece coraggio e le rispose : “L’unica cosa che posso dirti mamma, è che quando vorrai potrai venire a salutarci. A salutare tuo nipote, il piccolo Lucas.”
Due lacrime scesero dagli occhi chiari della madre: non avrebbe potuto sperare di meglio. Nonostante tutto suo figlio non le stava voltando le spalle, nonostante tutto aveva lasciato una piccola porta aperta per lei, nella sua vita.
“Sta certo che passerò.” Disse trattenendo a stento le lacrime. Si era voltata per andare via quando inaspettatamente aveva ripreso a parlare “Jed…” L’aveva chiamato dolcemente prima di incamminarsi “Sono sicura che sarai un ottimo padre.”
Il ragazzo aveva sorriso, in un leggero imbarazzo. “Lo spero…” Aveva risposto, guardandola poi andar via lontano da lui, ed infilando una sigaretta tra le labbra. 
 
“Papà!” L’aveva appena accesa quando la voce squillante del figlio lo riportò alla realtà; correndogli incontro il bambino si era bloccato afferrando la sua mano. “Chi era quella donna?”
Jed si abbassò sulle gambe guardando il ragazzino negli occhi. “Era tua nonna, sai può darsi che qualche volta venga a trovarci.”
“Un’altra nonna…?” Domandò sorpreso prima che il padre lo tirasse a sé.
“Lucas ascoltami…” Disse Jed guardando il piccolo negli occhi, blu quanto i propri. “Io ti voglio bene e non ti abbandonerò mai, ricordalo per tutta la vita. Potrai sempre contare su tuo padre.” Seriò rimase a fissare il figlio meglio occhi in attesa di un cenno.
Il piccolo Lucas sorrise “Papà ma perché sei così diverso?”
L’uomo si rialzò in piedi con aria contrariata. 
“Diverso da cosa?” Domandò curioso al figlio.
“Diverso dal solito.”
Sbuffò del fumo bianco in un leggero sorriso “No, non è vero, sono sempre uguale!”
“No, non lo sei.” Lo corresse con convinzione. “Mamma, per esempio, dice che tu non dici mai cose del genere a nessuno.”
Ricominciando a camminare sulla sabbia, accanto al ragazzino, Jed si lasciò sfuggire un'accennata risata.
“Mamma dice questo? E cos’altro dice di me, sentiamo!”
“Si. Poi dice che sei antipatico!” Esclamò Lucas, divertito da quel gioco.
“Ah! Bene… qualcos’altro?” Non riusciva a trattenere le risa al pensiero che Mayra sparlasse di lui.
“Poi dice che ti arrabbi spesso!” Aggiunse il figlio, come se si fosse appena ricordato. “Ah! E che non l’aiuti mai in casa!”
Gli occhi di Jed si affilarono, non era sicuro di voler sentire altro. 
“Ma dice anche qualcosa di buono quando non ci sono?” Domandò con un sorriso beffardo sulle labbra, afferrando la mano del figlio.
“Si! Dice che sei bello come quando eri ragazzo.”
“Beh..” Ammise con aria spavalda “Su questo non posso darle torto…”. Stette in silenzio per pochi istanti. In realtà Mayra aveva ragione, non era cambiato molto da quando aveva 19 anni, il suo viso era quasi sempre lo stesso anche se con qualche piccola ruga in più, ma quasi impercettibile, e d il suo fisico, beh era ancora asciutto come quando era ragazzo, anche se con un po' di muscolatura in più.
“Adesso allora sai che facciamo per sorprendere la mamma?” Domandò, poi, lanciando la sigaretta ormai consumata nell’acqua di mare.
“Cosa??” Chiese il bambino eccitato.
“Prepareremo il pranzo…e compreremo dei fiori.”
“A che servono i fiori? Non sono divertenti.” La sua espressione delusa fece sorridere il padre.
“Non servono a nulla, ma alle donne piacciono.”
 
Camminando sotto il sole le loro parole piano piano scomparvero, coperte dal vento e dal rumore del mare, in un piccolo ritratto di famiglia. 
Quella famiglia tanto desiderata che finalmente Jed Kenneth era riuscito ad avere e che non avrebbe mai lasciato che si rovinasse, per nulla al mondo.


 


Grazie a tutti coloro che hanno letto e recensito. E' stato il mio primo esperimento di storia originale, quandò avrò tempo proverò a sistemarla molto meglio, perchè se devo essere sincera, scrivendola mi sono molto affezionata a questa storia! Ciao a tutti!!
Ps. scusate per il finale tragico!! :'(
Baci Laura!
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: lallyjunior