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Autore: _TheDarkLadyV_    14/04/2012    4 recensioni
Un bel giorno tua sorella, quella che detesti con tutto il cuore, decide di sposarsi e vuole te come damigella d‘onore.
E il tuo ex, che credevi seppellito fra i ricordi del passato, ritorna più raggiante di prima pronto a farti fuori anche con il suo semplice sorriso.
Tu, persona introversa e piena di problemi, ti senti completamente persa e non sai come affrontare la situazione.
Perché non vendicarti?
Sì, però stai attenta a non essere tu quella che ci rimette le penne. Può succedere, sai?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raaaaaaagazzuole belle :)
Ispirata dalla pioggia e da un sacco di canzoni che mi hanno accompagnata per tutto questo pomeriggio, ho deciso di scrivere questa stupidata che ho completato in ben quattro ore!!! E' stato un modo come un altro per passare a casa questo sabato noiosissimo. Sembra che questo giorno della settimana si sia sposato con la pioggia. Mah, io non lo sooo >. Ebbene sì questa storia è già finita, ma naturalmente ogni capitolo verrà rincontrollato per bene in modo tale da non fare delle figuracce grammaticali orribili U__U! Diciamo che, Internet e computer permettendo posterò molto presto tutti i capitoliiiiii yuppiiiiiiii!!
Povere voi che mi sopportate xD!
Va bè passiamo alle cose serie e cominciamo parlando della prima canzone che mi ha ispirata per questo capitolo.
La mia seconda band preferita, I Panic at the disco ( belli di mamma *__*) ha provveduto ad illuminarmi con questa canzone da cui prende il nome il titolo del capitolo e che potrete ascoltare come sottofondo, ma vi avviso che può diventare una droga come lo è per me :)

http://www.youtube.com/watch?v=_nB1oCdvRH8

Vi prego, vi scongiuro, mi metto in ginocchio, ditemi cosa ne pensate a fine lettura di questa prima parte.
Vi piace, non vi piace?
Okay basta la smetto xD
Bye, bye!!!



 

Ready to go

Stava fissando ancora incredula il cellulare nonostante la telefonata fosse finita da un pezzo. La notizia appena ricevuta l’aveva scossa e non di poco: sua sorella si sposava. La sua perfetta sorella minore si sposava e voleva che lei le facesse da damigella. Lei, che non solo la detestava , ma da parecchio tempo si era promessa di tagliare i ponti con la biondina che le faceva saltare i nervi come il soffio del vento che scompigliava i capelli, eppure puntualmente veniva meno a quel giuramento. E ora cosa avrebbe fatto?
Sarebbe tornata a Londra dalla sua famiglia come il figliol prodigo ritornava dopo molto tempo da suo padre?
O sarebbe restata comodamente seduta sulla poltrona nel suo ufficio a continuare il lavoro di segretaria come se nulla fosse? Il suo animo era tormentato e il nervosismo che ne era conseguito si manifestò nella tortura delle unghie recentemente sistemate dall’estetista. Ma a darle così tanta ansia non era il matrimonio in sé, ma il fatto che il testimone di Mike, il futuro sposo, fosse Jeremy il suo ex.
Nonostante fossero passati due anni, non era riuscita ad assorbire il colpo. L’aveva lasciata con cinque semplici parole: “ non posso stare con te”, senza darle ulteriori spiegazioni. Le bruciava ancora quella ferita e nonostante pensasse che si fosse rimarginata, la chiamata di sua sorella Kally, aveva provato il contrario. E quindi?
Come fare per evitare il peggio una volta che avrebbe incontrato nuovamente Jeremy?
Sapeva perfettamente cosa avrebbe fatto una volta uscita dal suo ufficio: comprare i biglietti aerei per Londra. Ma non voleva minimamente presentarsi come una vecchia zitella acida, né tanto meno far sapere al suo ex che lei in quei due anni non aveva più avuto relazioni stabili, perfettamente consapevole di quanto fosse vergognoso affermare una cosa del genere.
“ Hai finito di fissare come un’ebete il cellulare? Chi mai ti ha chiamata? Colin Farrell?”- Erika proprio in quel momento era entrata di soppiatto nel suo ufficio come era sua abitudine, facendola sobbalzare.
“ Mi chiedo quando ti deciderai a bussare prima di entrare.”- cercava di non far trapelare il suo nervosismo, ma fu inutile.
“ Che è successo?”- chiese prontamente Erika notando il cambiamento di umore dell‘amica.
“ Niente, mia sorella si sposa..”- buttò lì con noncuranza Solange tornando a sedersi sulla poltrona foderata in pelle e sospirando mentre osservava Erika posare sulla scrivania i fascicoli da rivedere. Sospirò ulteriormente vedendo l’immenso lavoro che l’aspettava, ma i pensieri che ruotavano attorno al matrimonio e al suo ex non le avrebbero permesso di portare a termine velocemente quel lavoro così estenuante.
“ Ti spiacerebbe dare questo compito a David? Io ho molte altre cose a cui pensare..”- azzardò. Erika alzò gli occhi dai fogli che stava sistemando con tanta cura e fissò Solange con curiosità e sorpresa.
“ Tipo?”
Solange era indecisa se dire all’amica cosa la facesse stare tanto in pena. Le voleva bene, era l‘unica persona che la capisse più di quanto riuscisse a fare lei, eppure le infastidiva ripercorrere la storia del suo ex, visto che in quegli anni aveva evitato di parlarne con qualsiasi persona avesse deciso di avere qualche rapporto amichevole con lei. Ma Erika era diversa e più sveglia di lei, magari l’avrebbe aiutata a trovare una soluzione a quell’insopportabile tortura mentale che si stava procurando. Fissandola decise all’improvviso di confidarsi e lasciare che quella spina uscisse fuori e la smettesse di infastidirla.
“ Hai del tempo da dedicarmi ora?”- chiese sperando in una risposta positiva. Erika girò sui tacchi a spillo e andò immediatamente a chiudere la porta. Si sedette di fronte a lei come fosse un nuovo cliente e disse: “ tutto il tempo che vuoi.”
Solange sospirò ulteriormente e parlò, così a lungo che una volta finita la storia Erika disse: “ vuoi un po’ d‘acqua?”
“ No.”
La ragazza sorrise e disse: “ e quindi non sai come comportarti.”
“ Ecco.”
“ Mai pensato di vendicarti?”

“ Cosa? Vendicarmi, io?”- chiese allarmata Solange, immaginandosi già un’assassina professionista.
“ Non vendicarti nel senso che pensi tu. Vendicarti in un modo piacevole!”- esclamò Erika con un brillio sinistro negli occhi verdi. Solange la fissò e congiungendo le mani come un uomo d’affari di fronte ad una strategia aziendale disse: “ idea interessante. Mi dica, sono tutta orecchi.”
“ Perché non gli fai credere che sei fidanzata e che di lui non te ne frega niente?”
Solange scoppiò in una risata cristallina e leggermente acuta che si diffuse per tutta la stanza.
“ La smetti?”- chiese Erika con una punta di fastidio nella voce.
“ Okay scusa.”- rispose Solange trattenendosi a stento.- “ il fatto è che non c’è nessuno disposto a fare qualcosa di così insensato per me. Insomma non ho nessuno che fa al mio caso.”
“ Ne sei sicura?”
“ Sicurissima. Perché fai quella faccia?”- chiese Solange squadrando meglio il volto dell’amica, accesso da un’inspiegabile sorriso.
“ Mi fai paura.”- continuò deglutendo.
“ Essere la migliore amica di Jared Leto. A cosa ti fa pensare questa affermazione?”
Questa volta Solange non rise, né si assicurò di avere il suo solito sorriso ironico sulla labbra carnose e sempre rosse grazie al suo immancabile rossetto.
“ No dico ma sei impazzita? Ti pare che vado a chiedere una cosa del genere a Jared? Da questo si presume quanto tu sia una ragazza chiaramente instabile.”- sentenziò Solange appoggiando i gomiti sulla scrivania e intrecciando le sue mani in un stretta ferrea. Non riusciva a crederci a quello che la sua amica aveva detto. Era impazzita, era chiaro.
“ Non è una novità.”- rispose Erika.- “ e dai che ti costa? Non pensi al figurone che faresti al matrimonio? Lascia stare il vestito, i capelli e il trucco. Pensa a quanto faresti morire di invidia tutte le signore e quel caprone di Jeremy. Non credo che passeresti inosservata.”
E aveva ragione. Quale persona sarebbe passata inosservata con Jared Leto al seguito? Nessuno, nemmeno lei. Ci stava pensando, pensava che forse non era poi così male l’idea. Tutto però stava nel verdetto del diretto interessato.
“ Ammettiamo che tutto questo sia stupendo, magnifico e intenso. Hai dimenticato un particolare.”
“ Quale?”
“ Jared ha un cervello, non posso telecomandarlo. E se lui non vuole?”
“ Che cosa?! Ma se esaudisce qualsiasi tuo desiderio!”
“ Se ti riferisci al bellissimo vestito che mi ha regalato, l’ha fatto perché era il mio compleanno. Non spenderebbe mai tutti quei soldi per me di punto in bianco.”
“ Certo..”- rispose Erika ridacchiando.
“ Smettila!”- esclamò Solange arrossendo lievemente.
“ Okay. Perché ti fai tutti questi problemi a chiederglielo?”
Solange ci mise un bel po’ prima di rispondere imbarazzata: “ perché mi vergogno..”
Erika sospirò, cercando di non scoraggiarsi di fronte al carattere timido di Solange, l’unico punto a sfavore della ragazza.
“ Sei la ragazza più problematica di tutta Los Angeles.”- disse sospirando Erika abbandonandosi allo schienale della sedia.
“ Ma ti pare che vado da lui a dirgli..”

So tell me right now
You think you’re ready for it?

 

 

“ Jared vorresti far finta di essere il mio ragazzo al matrimonio di mia sorella Kally?”
Tesa come la corda di una chitarra disse quella frase alla velocità che la luce impiegava per propagarsi nel vuoto. Era in piedi nel soggiorno di casa Leto sorpresa da se stessa per le parole che aveva proferito. Aveva provato per tutto il tragitto il modo per chiedergli quel grande favore e aveva immaginato i vari modi possibili, tutti falliti in soli due miseri minuti, il tempo che seguì le parole di Jared con le quali la incitò a parlare, mentre lui seduto sul divano provvedeva ad accordare la sua chitarra. A quelle parole il ragazzo lasciò andare la corda leggera e fissò la donna di fronte a lui, sorpreso.
“ Puoi ripetere?”- chiese.
“ Hai capito benissimo, non farmelo ripetere una seconda volta, non ne sarei capace.”- rispose Solange sedendosi al suo fianco, vestita ancora da lavoro, la camicia leggera sotto la giacca scura che seguiva i lineamenti del suo busto così come la gonna dello stesso colore che le arrivava sopra le ginocchia faceva con le sue gambe e glutei. Jared la squadrò soffermandosi sul seno generoso e pensando all’impossibilità di poterlo toccare.
Uno schiocco di dita lo fece svegliare dai suoi repressi sogni erotici sull’amica inferocita.
“ Ehi! La mia faccia è questa!”- sbraitò.
“ Scusa mi ero perso..”
“ Stupido!”- esclamò Solange incrociando le braccia al petto. - “ ti ho fatto una domanda, saresti capace per cinque secondi di fare il serio e darmi una risposta?”
Jared lasciò da parte la chitarra concentrandosi meglio sulla ragazza tenuta sulle spine dalla sua innata mania di farsi desiderare. La fissò a lungo, ma non riuscì a farla arrossire come aveva voluto e così disse: “ e cosa ci guadagno io da tutto questo?”
Ecco, cosa ci avrebbe guadagnato Jared da tutta questa situazione? Né lei né Erika avevano pensato di affrontare questa domanda e così Solange impallidì all’istante, conscia del fatto di non avere risposte. Ma lei quanto ci teneva a far ingelosire Jeremy? Tantissimo. Quindi avrebbe dato qualsiasi cosa per ottenere quel favore.
“ Chiedimi pure tutto quello che vuoi.”- rispose un po’ riluttante all’idea. Sembrava più una prostituta in quel modo che una trentaduenne disperata, alla ricerca di un finto principe azzurro. E gli occhi di Jared non aiutavano affatto. Nonostante volesse interpretare la parte del ragazzo che non si scomponeva davanti a nessuna proposta, quella fatta dalla sua migliore amica lo aveva spiazzato. Non avrebbe mai immaginato una cosa simile da parte della ragazza più strana e problematica che avesse mai conosciuto in vita sua. Erano completamenti opposti, lei troppo seria per i suoi gusti e lui troppo vivace e spensierato per quelli di Solange, ma era vero, gli opposti si attraevano e forse fu proprio quella antitesi a farli diventare amici.
“ Sento odore di Jeremy. Era così che si chiamava, no?”- chiese Jared. Solange arrossì e abbassò la testa fissandosi le gambe. Si era dimenticata che in tutta Los Angeles solo Jared fin dall’inizio era a conoscenza del suo terribile segreto e mai come in quel momento si sentì una così completa stupida. Avrebbe voluto scomparire, dissolversi sotto lo sguardo attento dell’ultimo uomo sulla Terra a cui avrebbe chiesto una cosa simile. Tutta colpa di Erika, si ripeteva.
Annuì per ben due volte senza guardarlo, troppo concentrata sulle sue decoltè di dieci centimetri.
“ Okay, saresti così gentile da spiegarmi tutto? Sai non è che ci abbia capito molto. Cosa centra Jeremy con il matrimonio di tua sorella?”- chiese Jared aggrottando la fronte.
“ Mia sorella mi ha chiesto di essere la sua damigella d’onore e io naturalmente non ho potuto rifiutare. Sono sua sorella dopotutto. Dalla adorabile chiacchierata telefonica, ho saputo che il testimone di Mike è lui, Jeremy! Beh non poteva essere altrimenti, visto che sono migliori amici. E tu sai come sono stata dopo il troncamento improvviso della nostra relazione e di certo non posso assolutamente fargliela passare liscia, in qualche modo devo torturarlo. Così ho pensato a questa cosa stupida, beh non proprio io..”
“ Infatti, questa non può essere stata un’idea tua.”- affermò Jared, completamente preso dalla storia. Solange solo in quel momento tornò a scontrarsi con i suoi occhi che le sembrarono più vicini del dovuto e sorridendo disse: “ cosa ti fa pensare che io non possa avere queste idee?”
“ Ti conosco, punto.”- rispose sorridendo Jared. Solange lo guardò per un bel po’ in silenzio e rispondendo al suo sorriso con un altro che tanto piacque al ragazzo.
“ Ritornando al discorso: devo ritornare a Londra e dovrò incontrare per forza anche lui.”
“ E’ naturale.”- annuì Jared.
“ E quindi chi meglio di te può garantirmi una bella figura?”
Jared rise pensando a tutte le donne che gli correvano dietro e che sospiravano alla sua vista e immaginò a tutte quelle che avrebbe incontrato al matrimonio e al solo pensiero il suo ego si espanse più di quanto già non lo fosse.
“ Davvero?”
“ Jared, anche io ti conosco, come le mie tasche per giunta. Quindi smettila di fare l’uomo caduto dalle nubi.”- lo rimproverò Solange.
“ E’ che mi piace farlo.”
“ Ti pregherei allora di non farlo in mia presenza, visto che quando fai così provo l‘inarrestabile desiderio di spiaccicare la tua testa geniale sul muro, diva che non sei altro.”- il tono di Solange era serio e calmo, ma non arrabbiato. Ecco l’altra cosa che piaceva a Jared: Solange non si faceva nessun problema a dirgli quello che pensava su di lui e tutte le volte ci azzeccava sempre.
“ Lo so, lo so che odi quando faccio così, quindi ti chiedo scusa se ho urtato la tua sensibilità.”- disse scherzando Jared. Possibile che non riuscisse ad essere anche per un solo istante serio con lei? La risposta era semplice: gli piaceva torturarla. Dopotutto era l’unica donna che lo capiva e che gli desse corda lasciando da parte le lenzuola. E l’unica che a volte si ritrovava a desiderare anche in quel senso, ma non era così matto da dirglielo. No che non ci avesse pensato, ma sapeva perfettamente che il cuore della ragazza era ancora legato a Jeremy come lo dimostrava quella richiesta di aiuto. Sospirò e disse: “ okay ti aiuterò.”
Gli occhi di Solange brillarono, ma poi si ricordò che quell’aiuto sicuramente non sarebbe stato gratuito così prima di esplicitare la sua felicità chiese: “ cosa vuoi in cambio?”
Jared sorrise sereno e rispose: “ nulla. Sei l’amica a cui tengo di più, secondo te posso mai chiederti qualcosa in cambio?”
A quel punto la felicità di Solange fu palpabile nell’aria ancora prima di essere esplicitata. Si buttò letteralmente su Jared abbracciandolo forte e continuando a ripetere: “ grazie!”
Jared sorrise mentre la ragazza continuava ad essere fuori di sé per la gioia e a stringerlo forte come tutte le volte che faceva quando era triste o in preda ad un attacco di pianto. Quella volta Jared fu felice di vedersi stringere da lei in quel modo per la felicità e non per il dolore.
“ Posso tornare a respirare?”- chiese quando sentì i suoi polmoni chiedere nuovamente aria, fracassati dal peso di un altro corpo.
“ Certo, certo..”- rispose Solange spostandosi da lui e ricomponendosi. Si alzò dal divano sistemandosi la gonna e raggiunse la borsa lasciata sul tavolo. Trafficò a lungo e ne estrasse un biglietto che porse felicemente a Jared.
“ Questo è il biglietto di andata per Londra. Si parte domani mattina, quindi vai a dormire presto. Ti aspetto domani davanti casa mia.”- annunciò sorridendo. Jared guardò il biglietto ed esclamò: “ quindi sapevi che ti avrei detto di sì!”
“ No!”- esclamò Solange.- “ chiamalo sesto senso, non saprei.”
Jared la fissò e così lei sconfitta disse: “ e va bene! Avevo deciso di convincerti in tutti i modi e di ucciderti se mi avessi detto no.”
“ Quando dici in tutti i modi, intendi proprio in tutti i modi?”- chiese con aria maliziosa Jared. Solange alzò gli occhi al cielo e sbuffò senza dire una parola. Prese la sua borsa e si diresse verso l’ingresso seguita a ruota da Jared preoccupato per quella reazione.
“ Ti sei arrabbiata?”- chiese prima che Solange potesse andare via. Lei si voltò e con sua grande sorpresa vide che sorrideva.
“ No, tanto ci sono abituata alle tue cretinate.”- rispose con una semplicità disarmante. Diede un bacio sulla guancia all’amico e sussurrò: “ sognami stanotte e ricordati di passare da me domani, sennò davvero che ti ammazzo.”
Jared deglutì e sussurrò: “ sulla prima cosa ne dubito fortemente, però per la seconda sono sicurissimo. Quindi vedi di non farti trovare come al solito impreparata.”


Ma Solange non si fece trovare pronta. Era appena uscita dalla doccia e le uniche cose ad essere pronte e sistemate erano i bagagli, i vestiti che avrebbe indossato quel giorno e i capelli perfettamente lisci e più neri del carbone. I suoi occhi azzurri in quel momento erano fissi sulle vecchie foto di lei e Jeremy. Fu quel piccolo ostacolo ad impedire la fine dei suoi preparativi, ma lei sembrò non farci caso, tanto era concentrata nell’odiare ed amare allo stesso tempo quelle foto e quell’uomo.
C’erano foto in cui sorridevano.
Foto in cui scherzavano amabilmente.
Foto in cui si baciavano.
E infine c’era lui.
Fra i cimeli che impedì a Jared di buttare, c’era il cofanetto nero dentro la quale era conservato il vecchio anello che Jeremy, giurandole amore eterno, le regalò prima di lasciarla per sempre. Restò a fissarlo per un bel po’ fino a quando qualcuno non disturbò quel contatto visivo. Il citofono infatti suonò e lei in fretta e furia rimise tutto a posto e si precipitò a rispondere.
“ Chi è?”- chiese.
“ Il fantasma dell’opera. Secondo te?”- la voce scocciata di Jared le attraversò chiara e limpida la sua testa. Il cuore ebbe un tuffo. Lei non era ancora pronta! Così schiarendosi la voce e con molta calma disse: “ ehm, sali.”
E con quelle parole Jared seppe che Solange non era pronta come aveva pensato e si maledisse mentalmente per aver pensato che quella mattina tutto sarebbe stato diverso. Salì le scale del condominio e lasciando i bagagli davanti alla porta del suo appartamento suonò il campanello. Solange aprì e disse: “ ci metto due secondi, te lo giuro!”
Jared per un secondo non ebbe modo di rimproverarla perché preso ad osservare la ragazza in accappatoio. Possibile che fosse così allupato?
Sì era possibile purtroppo, ma Solange sembrava essere l’unica a non capirlo. Infatti presa com’era dalla furia di far presto, non restò ad osservare più di tanto la faccia di Jared. La ragazza entrò in camera, buttò all’aria l’accappatoio, indossò l’intimo seguito da una T-shirt semplice e un paio di jeans chiari che le percorrevano in modo impeccabile le sue forme. Indossate le Converse e sistemati i capelli, prese tutto l’occorrente e raggiunse Jared, il quale temeva di non vederla mai più, conoscendo le sue complicatezze in fatto di vestiti. E anche questa volta restò davvero sorpreso dalla velocità stratosferica della ragazza.
“ Sono pronta, andiamo?”- chiese con il fiatone.
“ Prego, dopo di te.”- rispose sorridendo Jared. Sperava davvero che quel viaggio non stravolgesse le cose, già un po’ stravolte.



Non riusciva a spiegarsi perché provasse quel grande imbarazzo, eppure conosceva Jared da molto tempo. Laveva conosciuto per mezzo del suo datore di lavoro e si erano presi in giro fin dallinizio.
Erano diretti in aeroporto e continuava a tormentarsi le mani mandando a farsi friggere tutti i dollari spesi per la ricostruzione delle unghie.
Pensavo che andassimo ad un matrimonio, non in guerra.- disse Jared senza smettere di guardare la strada davanti a sé, accorgendosi comunque dello stato irrequieto della ragazza. Solange fissò la strada e disse: scusa, è che sono agitata.
Era la frase con cui voleva convincersi che era appunto lagitazione di tornare a casa che la facesse comportare in quel modo, nascondendo così il vero sentimento che stava provando.
Continuava a ripetersi che quella era una storia assurda e si vergognava a morte per la richiesta che aveva fatto. Chissà cosa pensava di lei Jared! Magari laveva presa per pazza, ma non aveva voluto dirlo per non farla sentire idiota più di quanto già si sentisse.
Lagitazione non ti porta a nulla. Se devi fare bella figura come dici, rilassati e pensa al lato positivo di tutta la vicenda.
E quale sarebbe?- chiese incuriosita osservando il suo profilo.
Io.- rispose con semplicità Jared.
Solange alzò gli occhi al cielo e tornò a tormentarsi le dita rischiando di dissanguarsi, cosa che iniziò a fare sopportando a mala pena il dolore.
Smettila! Non ho proprio nessuna voglia di vedere del sangue sul sedile della mia auto, né da altre parti.- disse serio Jared mentre cercava di trovare un posto libero per poter parcheggiare. Solange sospirò mentre si tamponava la ferita sul dito e disse: okay.
Uscirono dallauto e dopo i diversi controlli salirono a bordo trovando il bel posto che li aspettava in prima classe.
Mi sono dimenticata di dirti che prima di arrivare al ricevimento dovremo cambiarci dabito..
Io odio vestirmi in modo elegante.- rispose acido Jared.
Ma per me farai uneccezione.- rispose divertita Solange, conoscendo le solite lamentele dellamico.
Purtroppo. Ma perché ho accettato? A quest‘ora me ne sarei stato per fatti miei a zonzo per la città.
Lei abbassò lo sguardo più imbarazzata di prima, ma Jared si maledisse per la sua lingua lunga, così le alzò il viso delicatamente e le disse: stavo scherzando. Lo sai che lo faccio sempre..
Solange sorrise e annuì sollevata da quel gesto. Restarono in silenzio per un bel po, il tempo che servì a Jared per riflettere sul comportamento così strano dellamica. Non capiva perché volesse continuarsi a fare del male, a fingere che andasse tutto bene quando era evidente che non era così. Cera qualcosa che la rendeva perfettamente diversa da quella che era e lunica risposta non poteva che essere la paura di tornare dai suoi e rivedere la persona che più le aveva fatto del male. Sospirò mentre guardò fuori dal finestrino il cielo azzurro evitando di far presente tutto questo a Solange che stava giocherellando con il dito ferito.
Sei unautolesionista.
Solange distolse lo sguardo dal dito e sorrise.
Non è vero. È che non so cosa fare.
E così te la prendi con quel dito. Santo cielo ci sono un mucchio di cose che potresti fare!
Per esempio?
Per esempio pensare ai tuoi quando ci vedranno insieme. Li prenderà un colpo!
Solange ci pensò e immaginò perfettamente la scena. Da anni sua madre aveva voluto che i due si amassero e stessero insieme, perché era convinta che fossero una bella coppia e che Jared fosse perfetto per lei. Molte volte aveva fatto dei paragoni con Jeremy ed era inutile ammettere che il vincitore di tutte le categorie di confronto era stato Jared. Quello naturalmente lui non lo sapeva, ma Solange ne era al corrente e più ci pensava e più le veniva da ridere.
Perché ridi?- chiese Jared confuso.
Niente.- rispose Solange riprendendosi.
Come niente?! Dai non si ride soli, fai ridere anche me!- esclamò ancora più curioso.
Stavo pensando a tutte le grida di giubilo che farà mia madre. Sai comè, lei ti adora..
Jared sorrise ripensando alla prima volta che conobbe la signora Beckett a Los Angeles. Era la donna più allegra ed esuberante che avesse mai conosciuto e soprattutto molto premurosa e rivederla gli avrebbe fatto sicuramente piacere.
Eh già.- rispose abbandonandosi completamente sul sedile, cercando una posizione più comoda. Mio padre ti conosce solo perché mamma ti nomina un giorno sì e laltro anche, ma sono sicura che piacerai anche a lui.
Se così non dovesse essere e tuo padre si presenterà con un fucile carico davanti casa scapperò a gambe levate.
Non ci conterei poi così tanto. Mio padre ha una mira pazzesca, riuscirebbe a colpirti anche se ti trovassi in Norvegia.
Scoppiarono a ridere e immaginarono altre scene divertenti fino a quando Solange non si addormentò, dimenticandosi di mantenere il trucco e i capelli in ordine.
Quando si svegliò il sole era molto più alto nel cielo segnando linizio del pomeriggio. Si stiracchiò dimenticandosi per un momento dove si trovasse e in che condizione potesse mai essere. Mentre si stiracchiò toccò il braccio della persona accanto a sé e solamente quel tocco le fece ricordare tutto e voltandosi si trovò Jared fissarla con un gran sorriso stampato in faccia.
Buongiorno!- esclamò il ragazzo mentre lei cercò di sistemarsi i capelli un po scompigliati e, inorridita dal solo pensiero di come potesse essere la sua faccia, cercò con non curanza di controllarsi il trucco ormai sbavato. Prese lo specchietto e sbuffò rumorosamente.
Dovresti presentarti così, stai benissimo.- disse Jared distogliendo lo sguardo dal giornale che si era procurato durante le ore di sonno della ragazza. Solange colpì la sua spalla e sussurrò: scemo.
Cosa ho detto di male? Fai dei complimenti e vieni picchiato, non ne fai e vieni massacrato! Deciditi una buona volta!- esclamò fingendosi serio. Solange nonostante si vergognasse a morte del suo aspetto, si lasciò andare ad una piccola risata.
Torno subito.- disse alzandosi e dirigendosi in bagno. Jared così restò solo con il suo giornale fino a quando sentì qualcuno sedersi accanto e pensando che fosse Solange disse: sei stata un lampo..
Ma voltandosi vide che il posto della sua amica era stato occupato da unaltra ragazza. A giudicare dallaspetto probabilmente era una modella o qualche aspirante. Jared la guardò confuso mentre lei disse: ciao..
Ehm ciao..
Lavevo capito fin da subito che eri Jared Leto!- esclamò la ragazza trionfa.
Cosa posso fare per te?- chiese Jared chiudendo la rivista e interessandosi completamente a lei.
Beh io e delle mie amiche abbiamo fatto una scommessa e io lho persa così mi hanno costretta a venire qui e a chiederti se..
Chiedermi cosa?- ripeté Jared sapendo già in cuor suo di cosa si trattasse e laria maliziosa della ragazza che continuava a mordicchiarsi le labbra rendeva esatto quello che pensava.
Intrattenermi con te in bagno. Insomma hai capito, no?
Jared sorrise. Gliene erano capitate di tutti i colori e non era di certo una novità sentire quella proposta indecente. In un primo momento avrebbe accettato volentieri visto che era da un bel po che non soddisfaceva quei bisogni, ma non era giusto nei confronti di Solange per cui provava un sentimento contrastante e che ancora non riusciva davvero a capire. Sì, era amicizia ma cera qualcosa che sentiva andare ben oltre laffetto. Ma reprimeva qualsiasi cosa del genere per paura di rovinare la loro amicizia.
Mi spiace, ma la mia risposta è no.- rispose secco.
Non te ne pentiresti..- lo assicurò.
Jared guardò nella direzione in cui era scomparsa Solange e da cui la vide nuovamente e disse: la vedi quella ragazza mora con la T-shirt verde?
Sì, la vedo.
Lei è la mia fidanzata quindi mi dispiace, ma non posso aiutarti.- concluse con un sorriso il ragazzo. La ragazza sbuffò e andò via lanciando occhiate di odio a Solange che andò a sedersi accolta da un bel bacio sulla guancia. Confusa disse: che ti prende?
Inizio a fare le prove per essere un perfetto fidanzato. Non vuoi che dia il meglio?
Sì, certo. È solo che mi hai colto di sorpresa. Avvisami quando devi fare queste cose.
Ma un professionista non lo fa. Il bello del gioco è proprio limprovvisazione..- sussurrò al suo orecchio. Solange rabbrividì e si assicurò di non avere le guance rosse. Sorrise semplicemente e riprese la posizione di prima.

Cè una ragazza che continua a lanciarmi delle occhiate furiose. Eppure credo di non averle fatto nulla, nemmeno la conosco.- disse poco dopo guardando nella direzione della ragazza dalla proposta indecente. Jared fingendosi curioso chiese: chi è?
Quella dai capelli rossi poco distante da noi.
Solite ragazzine invidiose.- rispose con noncuranza Jared riaprendo la rivista.
Se lo dici tu..

I’m ready to go.
Get me out of my mind..

 

 


   
 
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