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Autore: Michelle Guns    15/04/2012    2 recensioni
Ciao a tutti! Allora, questa Fan Fiction di pochi capitoli è venuta fuori dopo un pomeriggio passato a pensare a Kurt e alla sua tragica morte. Così mi è venuta l'idea di scrivere una storia incentrata su di lui e su Alyson, quella che ho immaginato potesse essere la sua migliore amica. Parla degli ultimi giorni di vita di Kurt, visti con gli occhi di Alyson. Beh, spero che vi piaccia! :)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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23 Dicembre 1988.

Era sera, probabilmente. O forse era notte? Non capivo più cosa stesse succedendo intorno a me. Avevo 19 anni, come ho detto l'altra volta, quando iniziai a farmi. Sapete, la droga è qualcosa che ti prende completamente, non puoi farne a meno una volta che inizi, e piano piano ti porta via le funzioni vitali, ti porta via la capacità di gestire il tuo corpo, il tuo pensiero, le tue azioni, e non ti fa capire più niente. Proprio come mi accadde quella sera. O forse era notte? Chi lo sa. Mi voltai, stavo ridendo. E quanto stavo ridendo! Forse più di quanto avessi mai fatto in vita mia, e anche Kurt stava ridendo. Le serrande erano abbassate, o forse era semplicemente notte, ed era buio. L'unica luce che illuminava la stanza era quella piccola lampada sopra al mobile del salotto. Seduti sul divano, con ancora le siringhe in mano, continuavamo a ripetere cose strane, senza senso, e lì per lì sembrava bello. Ovvio, tutto sembra bello quando sei sotto l'effetto. Poi ad un tratto Kurt mi cinse la vita, portandomi a sdraiarmi sopra di lui. I nostri volti separati da pochi centimetri. Lui sorrideva, si comportava sempre così con me. Era il mio migliore amico, lo faceva con affetto, certamente non per provarci. Lo faceva da amico, e basta. Era così, lui in ogni cosa che faceva ci metteva tutto l'amore possibile, nella musica, nelle relazioni, nell'amicizia... Continuava a ripetermi cose come "se non ci fossi tu probabilmente ora mi sarei già fatto fuori da solo" e io non ci credevo. Perché avrebbe dovuto farlo? A quel tempo non sospettavo minimamente quanto potesse essere autodistruttivo il mio migliore amico, e non sospettavo neanche che sarei rimasta senza di lui, così presto. Ad un tratto ricordo che sentii un rumore, poi la voce di mia sorella Jennifer. "Dio mio, per favore, se proprio dovete farlo, non sul divano! Io ci passo ore seduta, non potrei più farlo se sapessi che voi ci fate le cose vostre!" disse, con aria disgustata. Sì, chissà che aveva pensato. Mi stava solo abbracciando. Ero sopra di lui, ma era solamente un abbraccio. Almeno questo è quello che ricordo. Eravamo davvero felici in quel periodo. Lui passava giornate intere in casa mia, e nonostante mia sorella ci venisse a rompere le scatole ogni singola volta, le cose funzionavano bene. Ormai sia lui che io avevamo capito che Jennifer non lo sopportava, e lei si era rassegnata al fatto che l'avrebbe comunque visto in casa nostra ancora per molto tempo.

Ad un tratto qualcosa disturbò i miei pensieri, o meglio, il mio sonno. Oddio, mi ero addormentata! Come avevo potuto? Il mio migliore amico era in condizioni indecenti, capace di fare qualsiasi cosa possibile e immaginabile, e io mi ero addormentata?! Mi alzai di scatto.

- "KUUUUUURT!! KUUUUUURT!! DOVE SEI?!" Iniziai ad urlare in preda al panico. Avevo paura che fosse uscito, magari a cercare uno spacciatore, o magari solo per fare un giro. Ma era prudente lasciarlo andare in giro da solo così, ancora sotto effetto della droga e completamente depresso? No, non lo era. Iniziarono a venirmi i sensi di colpa, iniziai a maledirmi, non avrei dovuto addormentarmi, cominciai a pensare al peggio, come ero solita a fare. Ogni cosa diventava un disastro per me. Così afferrai il mio cappotto, appoggiato con cura su una sedia in camera di Kurt, e mi diressi verso la porta, quando qualcosa mi venne addosso frettolosamente.

- "KURT! CAZZO! PERCHE' NON MI HAI RISPOSTO?"

- "Scusa, non ti avevo sentito...è successo qualcosa?" mi chiese con la solita calma che lo caratterizzava. O forse era solo merito della droga.

- "Sì!! Cioè...no... no, tranquillo, non è successo niente...è solo che...mi sono spaventata, non ti vedevo, non rispondevi...avevo paura che fossi uscito a cercare uno spacciatore..."

Mi sorrise, per poi stringermi in un abbraccio.

- "sei sempre la solita...sei carina a preoccuparti per me..."

- "vuoi che dopo 10 anni io non mi preoccupi per te? Dovresti seriamente smettere di farti." Dissi seria.

Lui sciolse l'abbraccio che ci univa, per guardarmi dritto negli occhi, senza dire una parola. Poi abbassò lo sguardo. E fu lì che probabilmente feci l'errore più grande della mia vita. "Ok...io vado in bagno..." perché? Perché dico? PERCHE'?! Perché proprio in quel momento? Avevo davvero così bisogno di andare in bagno? Sì, è facile parlare ora che è successo tutto...in quel momento non avrei mai immaginato cosa avrei potuto scatenare solo "andando in bagno". Ci rimasi 5 minuti, forse pochi più, e quando uscii lui non c'era più. Se n'era andato, ma quella volta non bastò chiamarlo due o tre volte per farlo riapparire. No, quella volta non tornò. controllai bene in ogni stanza, poi indossai in fretta il mio cappotto per poi correre in strada, chiedendo ai passanti se avessero visto "un ragazzo biondo, alto più o meno così...dai cavolo, Kurt Cobain! Hai visto Kurt Cobain?" Ma niente, ovviamente mi prendevano per pazza. Una tipa che va in giro a chiedere se per caso hai visto Kurt Cobain, il cantante dei Nirvana, in un quartiere malfamato come quello, cosa vuole essere se non una pazza? Così mi fiondai nella prima cabina telefonica che il mio campo visivo riuscì ad intercettare, e chiamai tutte le persone che andavano avvisate.

- "Krist! Non riesco più a trovare Kurt! E' uscito di casa, e non mi ha detto nulla!"

- "Dave! Hai visto Kurt? E' uscito di casa senza avvisare, sono spaventata!"

E infine lei...oh, lei...inserii la moneta, poi feci quel numero che tanto odiavo. Dall'altra parte mi rispose una voce troppo infantile per essere la persona che cercavo.

- "Frances! Tesoro! Sono zia Alyson! C'è la mamma?" mi sforzai per tenere un tono allegro, che non lasciasse trapassare le mie emozioni. Pochi secondi, poi ecco che sentii quella voce...

- "Che c'è?"

- "Courtney...Kurt è uscito di casa senza avvisare..."

- "E allora? Che è, un bambino? E' la prima volta che esce di casa senza avvisare?"

-"Non hai capito, questa notte sono rimasta da lui. Era sconvolto, sta sempre peggio. Sono stata 5 minuti in bagno e lui è scomparso...mi sto preoccupando, e credo che dovresti farlo anc..."

- "Senti, tesoro, è successo altre volte. Tornerà. Domani, tra due giorni, questo pomeriggio, tra 10 minuti...tornerà. E non chiamarmi più per queste cose, è uno spreco di soldi, e poi la storia è sempre quella." riattaccò.

Uno spreco di soldi...sì, quella era la sua unica preoccupazione. Suo marito era scomparso, e lei pensava ai pochi spiccioli che avrebbe potuto perdere. Ok, era mezz'ora che non lo vedevo, forse ero troppo agitata, ma solo io so in che condizioni era, se ero così spaventata c'era un motivo, e anche molto valido.

Sconvolta dalla conversazione che avevo appena avuto, mi diressi lentamente verso casa, mentre pensavo alla povera Frances, ignara di tutto ciò che stava accadendo.

Controllai l'orologio per la prima volta quella mattina. Erano le 11.07, più tardi di quel che pensavo, e in strada c'erano già decine di persone immerse nella loro routine. Uscire, prendere il giornale, bere un caffè, andare in ufficio, tornare a casa per pranzo. Poi i soliti ragazzi che marinavano la scuola, zaini in spalle, sorriso smagliante nel volto e tanta voglia di divertirsi. Mi ricordavano quando lo facevo anche io. Continuavo a camminare lentamente, mentre mi tornavano in mente tutte le canzoni dei Nirvana. Continuavo a canticchiare "I'm so happy because today I've found my friends ... They're in my head, I'm so ugly, but that's okay, cause so are you.." e poi "Grandma take me home, Grandma take me home..." e ancora " He's the one who likes all the pretty songs. And he likes to sing along. And he likes to shoot his gun." e per ultima, ma più insistente "And I swear that I don't have a gun...no, I don't have a gun..."

Come As You Are era forse una delle canzoni che preferivo dei Nirvana, amavo ascoltare Kurt mentre la cantava, e amavo anche il testo...ma non sapevo che quel testo da lì in poi mi avrebbe perseguitata così tanto... presi le chiavi di casa e le inserii nel portone. Salii le scale, per poi aprire la porta e sbatterla dietro di me.

- "Jennifer! Sono a casa!" Nessuna risposta. Oh santo Dio, possibile? Tutti scomparsi? Svogliatamente mi diressi verso il salotto e la beccai sul divano con un tizio.

- "Ah, bene, io e Kurt non possiamo abbracciarci sul divano mentre tu puoi scoparci tutte le volte che vuoi?!"

- "Alyson! Che ti prende?" Chiese agitata mentre recuperava sia i suoi vestiti che quelli del ragazzo.

- "Niente, non succede niente. A parte il fatto che Kurt è sparito mentre era in uno stato indecente nel quale potrebbe fare qualsiasi cosa, ma non è successo niente. Almeno per te, perché tanto non ti interessa se sta bene, se sta male, se è vivo o no. Non ti è mai interessato!" Dissi, con quelle che sembravano lacrime, che piano piano mi salivano verso gli occhi. Jennifer rimase stupita. Guardò il ragazzo e lo invitò ad andarsene.

Poi si avvicinò a me. - "Aly, è già successo che sparisse per qualche giorno, ma è sempre tornato..." Mi disse, stringendomi in un abbraccio di consolazione.

- "Sì, è vero, ma questa volta è diverso...questa volta ho veramente paura..."
  
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