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Autore: Sunny_Blue    15/04/2012    0 recensioni
Vivere una vita comune era la sua unica paura. Lui l'ha salvata, donandole l'esistenza che tanto bramava...
Due anime dannate, con un sogno in comune: cambiare per sempre il mondo.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Padrona del proprio destino

Storia 2° classificata al primo turno del
 "Gli eredi di Serpeverde" contest di Medusa Noir

Dovevamo parlare di amore e paura



Il titolo l'ho preso da un film degli anni '90, sulla vita della poetessa veneziana Veronica Franco (che a me personalmente è piaciuto).

Non ho pensato ad un'ambientazione temporalmente definita – nel senso che questo momento potrebbe stare bene sia prima della caduta di Voldemort che durante il suo ritorno. Se dovessi scegliere, forse punterei sulla prima opzione, ma in ogni caso... libera interpretazione.

In corsivo il pensiero di Bellatrix, e l'enfatizzazione della parola lui (usata al posto del nome proprio, perché secondo me è molto più suggestivo).



Padrona del proprio destino



Meglio sovrani all'inferno che servi in paradiso.
[Animal factory]




Figlia, sorella, moglie.
Madre no.
Con una consapevolezza fuori dal tempo, ho sempre saputo che non avrei mai messo al mondo un altro essere.
Forse sono solo troppo egoista per pensare di potermi annullare per qualcuno che non sia io. Forse non sono stata creata per una simile missione.
Non lo so.


Sono andata in sposa senza provare emozione di sorta.
Rodolphus non era l'amore, era solo il partito migliore scelto per me da altri.
Non mi interessava.
Lui o un altro, non faceva differenza. Era la purezza del sangue, quello che contava. Il rampollo della famiglia Lestrange aveva le caratteristiche giuste. Fine della storia.
Non c'è mai stata tenerezza tra noi, solo una convivenza obbligata. Una quotidianità fatta di ben poche parole, e ancora meno gesti.
Non mi importava.
Mi ha dato un nome rispettato, e abbastanza spazio per essere ciò che volevo.


Figlia, sorella, moglie.
Amante no. Quello mai.
Ho condiviso con mio marito il letto, la mia intimità profonda l'ho tenuta in serbo.
Non so se pensavo che un giorno sarebbe arrivato qualcuno di meritevole a reclamarla.
Forse sono solo troppo egoista per pensare di donare qualcosa a qualcuno che non sia io.
Non lo so.


Ma poi è arrivato lui... e allora tutto è cambiato.
Né figlia né sorella né moglie.
Solo compagna. La sua compagna.
La prima volta che ho fissato i miei occhi sul suo viso scavato e pallido ho sentito chiaramente che dentro ci ardeva lo stesso fuoco, che eravamo mossi dalla stessa brama di potere.
Allora ho capito: sarei stata sua, sua e di nessun altro.
Ho seguito questo desiderio fino al punto di bruciare. Anche se tra noi ci sono solo ordini e sguardi accennati, anche se non ho mai ricevuto una carezza dalle sue mani sottili, quando i suoi occhi mi fissano... sento quelle dita scorrermi sulla pelle.
Morirei per quello sguardo, brucerei all'inferno per questo amore folle.


* * * * * *


"Mio signore." Entro nella stanza buia e silenziosa. Un fuoco verde arde nel camino, lo strisciare silenzioso del serpente è attutito dai tappeti sul pavimento.
Lui è davanti a me. Mi da le spalle.
"Sei pronta, Bellatrix?" Anche se suona come una domanda, è un comando. Non ci sono richieste tra noi, solo ordini.
Drizzo le spalle e dico chiaramente: "Sì."
Lui si volta. Fissa i suoi occhi rossi, quelle pupille sottili e serpentesche, nei miei.
Mi scruta dentro, mi percorre.
Reprimo un brivido. Non di paura, di piacere.
"Hai paura, Bellatrix?" La sua voce è poco più di un sussurro.
Scuoto la testa. Lui mi fissa e percepisce la verità dietro la mia parola, come ogni volta.
Non ho bisogno di mentire, quando si tratta di noi.
No, mio signore, non ho paura. Vorrei dirlo, ma so che non ce n'è bisogno.
Non mi importa quanto la missione sia pericolosa. Non mi importa il prezzo che potrei dover pagare se qualcosa andasse storto.
Io non ho paura.
Io sono nata per questo.
Condividere la brama e l'esaltazione, condividere il potere. Con qualcuno come lui, il solo degno di stare al mio fianco.
Mettere in atto un sogno con ogni mezzo. Il nostro sogno.


L'unico timore che abbia mia turbato il mio io era di tutt'altra natura.
Ma lui, il mio signore, il mio amore, ha esorcizzato per sempre quella paura.
Ciò che temevo più della morte, più del dolore, più dell'inferno che mi accoglierà un giorno, era il pensiero di vivere una vita comune. Essere come tutte le altre donne.
Figlia, sorella, moglie, madre.
Un'esistenza priva di potere, che si consuma e si spegne nella banalità.
Di quello avevo paura. Di quello provavo disgusto.
Ma quella possibilità si è sciolta come neve al sole. Qualunque cosa accada, non corro il rischio di essere una nullità in un'esistenza che non mi rappresenta.
Ho sempre desiderato il potere.
Ho sempre desiderato non essere la mera ombra dell'uomo al mio fianco – più potente di me, più importante di me.
Lui ha realizzato ogni mio desiderio.


Quale che sia il prezzo da pagare, ogni istante di esaltazione e onnipotenza che provo stringendo in pugno la bacchetta, tenendo nel palmo della mano la vita altrui, ne vale bene la pena.
Non importa quello che costerà... questa è una scintilla di immortalità che non ha prezzo.


* * * * * * * * * * * * *

   
 
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