Primo capitolo.

“Bella! Sono le 7 e mezzaa alzatii!”

“Cinque minuti..”

Che sonno , penso che dormirò ancora un po', è presto.

Aspetta un momento.. cos'ha detto quella pazza di mia madre? SETTE E MEZZA?! Ma porc.. devo essere a scuola fra mezz'ora!

Mi alzo dal letto più veloce della luce e finisco immediatamente sotto la doccia. Ma guarda tu se devo arrivare tardi proprio il primo giorno!

Perdo dieci minuti abbondanti in quel paradiso, esco e inizio a cercare qualcosa da mettermi.

Apro l'armadio. Vediamo.. Penso che andrò sul sicuro. Converse verdi, leggins e mogliettina lunga, bianca e con una spalla cadente della mia band preferita: The Beatles. Menomale che siamo a New York. Qui è tutto più soleggiato. Altro che Londra! Non che New York abbia il sole tutti i giorni, ma almeno è nella media. Mi vesto velocemente e quasi rischio di cadere nel correre in cucina a prendere un po' di caffè. Quasi mi affogo con quell'intruglio paradisiaco e subito scappo verso la porta.

“Buongiorno tesoro, dove vai così di fretta?”

“Papàààà scusa sono in ritardoooo! Devo scappare!

Faccio per aprire la porta e uscire.

“Ma Bella sono solo le 7!”

C-cosaaa?!

Mio padre deve aver notato il mio sguardo omicida, perché indietreggia visibilmente spaventato e scompare in cucina.

“MAMMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!”

Ma è mai possibile che deve farlo tutte le sante volte?!

“Si tesoro?” Eccola lì, tutta tranquilla e sorridente.

“Mi hai detto che erano le 7 e mezzaaa! Guardami! Neanche mi sono truccata per la fretta!”

“Oh, tesoro avevo paura che facessi tardi. Be hai ancora tempo no? Su su, vai e sistemati ! Oggi sarà un nuovo inizio.” E quando mai si scompone lei.

Ritornò in camera mia visibilmente irritata. Accidenti, che nervoso. LA giornata inizia male.

Mi siedo davanti lo specchio e inizio a cercar di rendermi decente. Metto una linea di eyeliner nero ,mascara, e un po' di matita nera dentro la riga dell'occhio. Visto che è presto ne approfitto e accendo la piastra. Oggi mi sento mossa. Non appena è calda a sufficienza inizio l'opera.

Sono decisamente soddisfatta. I miei capelli ricadono perfettamente mossi fino a meta schiena , sono pronta per uscire. Guardo l'orologio : 7 e: 20. Bene, mi farò un bella passeggiata fino a scuola. Esco di casa e inizio a camminare tranquillamente con la musica dei Beatles ad accompagnarmi. Chissà come saranno i miei compagni.

A Londra non avevo molti amici, tutti troppo snob e aristocratici per stare vicino ad una come me. Ma io d'altronde non mi sono mai lamentata. In un certo senso mi piaceva stare sola, o forse ero sola abituata. Fatto sta che sono stufa della mia solitudine, voglio qualcuno accanto.

Formulo questo pensiero e mi ritrovo all'istante con il sedere sull'asfalto e gli auricolari sul terreno.

“Ma che cavolo..” Cerco di capire cosa sia successo e un ragazzo dagli occhi incredibilmente penetranti mi tende la mano.

“Oh Cavolo, scusa davvero! Stamattina mi sono svegliato tardi, e stavo correndo, non ti ho visto e io.. scusa non so come scusarmi! Mi aiuto ad alzarmi e io lo squadrai meglio. Era davvero un bel ragazzo. Alto, muscoloso, capelli neri,corti e leggermente spettinati e un sorriso da togliere il fiato. Ok Bella, respira e rispondi prima che ti prenda per analfabeta!

“Oh.. tranquillo, non fa niente, sto bene.”

Sorrise. “ Menomale. Vai verso la Dalton?

“Anche tu?”

“Purtroppo!” E sorride. Mai visto un sorriso più contagioso. Sorrido anche io e insieme ci dirigiamo a scuola. Nel tragitto parliamo molto. Si chiama Jake,ha 16 anni,esattamente come me, e a quanto pare abbiamo su per giù gli stessi gusti musicali. Lui è un bassista, il che mi fa sorridere. Ho sempre avuto un debole per i bassisti.

Arrivati al grande parcheggio della scuola ci separiamo, con la premessa però di rivederci a pranzo.

Mi dirigo in segreteria per prendere i miei orari e guardando l'orologio scopro con gioia che sono in ritardo. Questa volta,davvero. Corro per i corridoi cercando l'aula della mia prima lezione: letteratura.

Finalmente la trovo. Entro e il professore mi guarda decisamente imbestialito, mentre i miei nuovi compagni non fanno che fissarmi. Evito di guardarli, arrossirei, e non voglio sembrar troppo fragilina.

“Si accomodi pure signorina, si sieda vicino il signor Black.” biascica inacidito. Iniziamo bene.

Inizio a camminare fra i banchi verso il fondo dell'aula. Cerco il posto vuoto annunciatomi dal professore e non posso far a meno di sorridere notando il mio compagno di banco:Jake. La brutta giornata inizia decisamente a migliorare. Jake mi sorride, si avvicina più a me e con voce inaspettatamente roca dice: “Oggi deve essere proprio la mia giornata fortunata.”

Angolo autrice

Salve a tuttiiiiiiii :D ok, questa è la mia prima storia perciò siate buoni ;) Allora, mi dispiace non esser scesa troppo nei particolari, ma nei prossimi capitoli saranno approfondite molte cose ;) Per ora che ne dite? Fatemi sarepe, eeee alla prossimaa :D