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Autore: mysticmoon    10/11/2006    2 recensioni
La vita è un'enigma infinito. Un giorno puoi essere in cima al mondo, bello ed apprezzato, ed il successivo sei steso nel fango, arrancando inutilmente per alzarti. Tutti possono cadere. Nessuno escluso. Neanche la stella della nazionale nipponica.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13

Capitolo 13

Il Dono

Di Nozze

 

NdA: andiamo avanti con la storia di Colette e Benji dedicando loro un nuovo capitolo.

 

L’aereoporto di Tokyo era praticamente vuoto a quell’ora di notte. Solo due persone si aggiravano in quelle grandi sale, trascinando dietro di loro un pesante bagaglio.

Avevano salutato gli amici subito dopo la cena, quando avevano annunciato il loro intento di tornare immediatamente in Germania. Avevano già preparato i bagagli e rivenduto i loro biglietti, mutandoli in biglietti per l’aereo per Dusseldorf  delle ore 02:25 della notte.

Avrebbero dovuto prendere un paio di treni per arrivare in città ma sarebbero arrivati in Germania almeno dodici ore prima delle nozze e quindi avrebbero avuto molto tempo per  arrivare ad Amburgo, cambiarsi e partecipare alla cerimonia.

Colette guardò il volto serio del calciatore di cui era innamorata e gli strinse di più la mano, per fargli sentire che gli era accanto.

 

Benjamin Price  07 Marzo  ore 01:54 AM

 

Piccola Colette, hai paura che io possa soffrire per il distacco dal Giappone? Ormai sono abituato a vivere lontano da qui. E’ la mia terra di origine, questo è vero, ma l’ho lasciata quando ero poco più che un bambino e soffro molto meno di allora. Mi preoccupo soprattutto per la reazione di tuo padre. Non sa che stai tornando e quella Edith non mi piace un granchè. Secondo me fai benissimo a voler partecipare alle loro nozze. Non so se hai intenzione di fermarle o no, ma io sarò con te per sostenerti.

 

Colette Montgomery  07 Marzo  ore 01:54 AM

 

Benji, non so se hai capito o se approverai quello che ho intenzione di fare, ma spero che sarai in grado di perdonarmi. Quello che non mi perdonerà sarà mio padre. Sono certa che mi sbatterà fuori di casa, sia che la sposi o che mi dia retta. Gli rovinerò la vita, così come gliel’ha rovinata la mamma, ma sarà per una buona causa. Edith non mi sembra la donna dolce e buona che spesso mi ha descritto. Mi sembra più legata ai suoi soldi che a sua figlia. Non vorrei che fosse solo un’arrampicatrice sociale, una di quelle donne che sposano uomini ricchi e importanti per poi divorziare e rubare tutti i suoi soldi. Papà potrebbe soffrire anche se non mi opponessi alle sue nozze. Di sicuro non capirà come mi sento e non capirà cosa mi spinge a diffidare di quella donna. Cosa posso fare per lui? Cosa? Ti prego Benji, aiutami tu a non sbagliare.

 

- Non devi essere troppo tesa, oppure sull’aereo non dormirai e arriverai stanca morta in Germania. Ricordati che poi dobbiamo partire per Amburgo, arrivare a casa tua e a casa mia per metterci qualcosa di adatto alla cerimonia e correre in chiesa. Arriveremo lì più o meno all’una di notte e prima delle due non potremo andare in stazione a prendere il treno. Il matrimonio è alle quattro, vero?

- Sì. Se non avessi rovinato il vestito…

- Non è il momento di piangere sul latte versato. Ormai è accaduto. Abbiamo un buon margine di tempo. Possiamo fare tutto con calma.

Colette annuì e sorrise lievemente, ma il suo umore non era migliorato.

 

La stanza veniva lentamente sommersa dalla dorata luce del primo sole quando una delle due figure avvolte tra le lenzuola del grande letto matrimoniale si sollevò e, con passo pesante, si diresse verso il bagno interno.

Charles Montgomery osservò con attenzione la propria immagine riflessa nello specchio: il gran giorno era appena iniziato e lui voleva che fosse tutto perfetto.

I suoi occhi, fortunatamente, non avevano risentito del poco sonno e con un getto d’acqua e un buon caffè tutto sarebbe potuto andare per il meglio.

Passò stancamente una mano sul capo, coperto da una massa di capelli scuri che da qualche tempo si stavano diradando sulla fronte, allargandola. No, quel fatto era negativo, ma non poteva ovviare al problema in poche ore.

Fece qualche smorfia, sperando di individuare un qualsiasi segno dell’allegra nottata trascorsa in compagnia della bionda segretaria, ma nulla era rimasto sul suo volto.

Sapeva che era di malaugurio vedere la sua donna prima delle nozze, ma non aveva saputo resistere alla donna che da qualche giorno si era trasferita sotto il suo stesso tetto. Tornato dalla festa di addio al celibato ubriaco come non mai, era entrato nella sua stanza e l’aveva convinta a passare la notte insieme nonostante la tradizione.

Adesso lei giaceva di là, ancora tra le braccia di Morfeo. Era supina, con i capelli ricciuti sparsi sul cuscino e il corpo avvolto parzialmente da un lenzuolo di seta rosa.

- Come sei bella, amore mio- sussurrò al suo orecchio, piegandosi sul corpo della sua futura sposa- Adesso vado di là, prima che vengano a svegliarti per indossare l’abito e dare gli ultimi ritocchi.

La donna mugolò, voltandosi dall’altra parte mentre lui sfiorava la sua gota con le labbra.

Charles Montgomery sorrise e lasciò la stanza, felice come non mai.

Non si accorse neanche dell’occhio ceruleo che, completamente aperto, ne spiava i movimenti.

 

Edith Stein  07 Marzo  ore 06:02 AM

 

Per fortuna che presto questa farsa sarà finita… non mi piace quando quello scimmione mi tocca. E non sopporto quella lagna di sua figlia. Povera piccola scioccherella… presto avrò distrutto il tuo papino, avrò tanti soldi ed anche la mia vendetta. Tra poco più di dodici ore Charles Montgomery firmerà la sua condanna.

 

Colette e Benji si guardarono attorno in cerca di un taxi.

Un ritardo del taxi a Dusseldorf aveva fatto perdere loro il treno diretto e solo grazie alla puntualità dei diversi treni che avevano dovuto cambiare erano giunti ad Amburgo entro le due del pomeriggio, poco più di quattro ore prima della cerimonia.

Un taxi guidato da un uomo con bianchi baffi a spazzola si fermò accanto a loro.

- Dove vi porto, ragazzi?- chiese sbadigliando.

- Karl August Strasse, il numero 24- disse Benji.

- Benissimo- disse l’uomo, voltandosi per osservare la coppia con esasperante lentezza, quasi non volesse sforzarsi troppo per trasportare due adolescenti.

Solo allora riconobbe Benjamin Price e sgranò gli occhi, ora perfettamente sveglio.

- Volo, signor Price- disse, ingranando la marcia e lanciandosi veloce tra le auto del grande viale.

 

Benjamin Price  07 Marzo  ore 01:58 PM

 

Non sono mai stato così felice di essere celebre. Spero solo che Colette non se la prenda troppo se prima passiamo da me. Il suo abito migliore è da buttare ed è meglio che non passi da casa prima delle nozze. Faremo prima comprando qualcosa di nuovo e presentandoci in chiesa per la cerimonia.

 

Colette Montgomery  07 Marzo  ore 01:58 PM

 

Benji… se tu sapessi cosa sto per fare… no, Edith non mi piace affatto e devo fermare questo matrimonio ad ogni costo. Spero solo che si sbrighi a cambiarsi. Devo arrivare a casa prima che papà esca. Non posso intervenire davanti a tutta quella gente. Papà subirebbe un’umiliazione pubblica ed io sarei tacciata come ragazzina viziata che non accetta che il padre si rifaccia una famiglia. Certo, lo so che è giusto che papà si trovi un’altra donna e sia felice… ma Edith è Edith! Quella donna vuole soltanto i suoi soldi! Vuole allontanarmi da lui per renderlo più vulnerabile. Ho paura che papà stia per fare un altro grave errore. Papà, ti prego, non sposare quella donnaccia!  Non uscire di casa prima del mio arrivo!

 

- Colette, mi hai sentito?- chiese Benji, sventolandole una mano davanti agli occhi per attirare la sua attenzione-  Ti stavo chiedendo se per te va bene se passiamo da me e poi andiamo a comprare l’abito per te.

- Ho avuto un’altra idea. Perché non mi vieni a prendere davanti al cancello di casa mia alle quattro? Tu va pure a casa e preparati per la cerimonia. Io mi faccio accompagnare a casa da questo gentile tassista e mi metterò qualcosa all’altezza. Va bene?

Benji annuì ed estrasse il portafoglio dalla tasca.

Colette sorrise nel rivedere quella foto che le aveva fatto capire tante cose. Di certo quello era stato il giorno più bello che avesse mai vissuto, nonostante l’inizio fosse stato piuttosto burrascoso. In quelle ore aveva versato tante lacrime ma quella brutta situazione l’aveva aiutata a capire quanto tenesse a Benji e con quanto affetto i suoi sentimenti fossero ricambiati. Ridacchiò dentro di sé mentre si vedeva attaccare Martina e con Benji con una forza che non sapeva di possedere.

- Sono cento euro- le disse il portiere, porgendole una banconota - Credo che basti sia per la mia parte di corsa che per la tua.

- Non devi darmi dei soldi. Pagherà mio padre.

- Lascia che gli faccia risparmiare dei soldi. Non ho neanche acquistato un regalo per il suo matrimonio.

Lo guardò pensierosa.

 

Colette Montgomery  07 Marzo  ore 02:06 PM

 

Non voglio accettare questi soldi! Già Benji è stato tanto gentile da assecondarmi nel mio desiderio di tornare a casa senza sapere che ho intenzione di rovinare il suo matrimonio, figurarsi se posso accettare i suoi soldi… ma se non trovassi papà in casa sarebbero necessari. Di certo Edith non mi darebbe un centesimo. Già sarà incavolata nera vedendomi presenziare alle nozze… se le chiedessi dei soldi potrebbe ammazzarmi! E se sapesse quali sono le mie intenzioni sarebbe capace di sputare fuoco dalla bocca e iniziare a girarmi su uno spiedo dell’Inferno. Devo accettare questo denaro. Sono sicura che troverò papà ancora a casa ma devo assolutamente accettare questo denaro. Sì, lo accetterò.

 

Colette sorrise ed accettò la banconota.

Nel giro di altri cinque minuti la macchina si fermò davanti allo stabile in cui abitava il portiere dell’Amburgo.

 

Senza degnare della minima attenzione le persone che la salutavano affettuosamente, Colette salì su per la scalinata in marmo rosa e, giunta di fronte alla stanza in cui alloggiava quella che presto sarebbe diventata la sua matrigna, entrò senza neanche bussare.

Aveva scelto di lottare per salvare suo padre e adesso stava mettendo in pratica ogni sua intenzione varcando la soglia che la separava dalla donna.

Le sghignazzanti Hilda e Linde si voltarono verso la ragazza trasandata, stupite che l’odiata figliastra dell’amica si trovasse in quel palazzo, vestita da viaggio e con l’aria tutt’altro che mite.

Dalla nuvola di chiffon bianco che era il suo abito, Edith Stein squadrò la futura figliastra ma non si scompose.

- Sei già tornata, Colette?- chiese, spostando un ricciolo biondo dal viso per poter guardare la ragazza negli occhi.

La freddezza di Edith non era un mistero per le sue starnazzanti amiche quindi la donna non si preoccupò di nascondersi dietro un muro di falsa gentilezza.

- Sì, Edith, sono qui e vorrei parlare a quattr’occhi con mio padre prima delle nozze, se non ti dispiace. Tu sai dove posso trovarlo?

- Tuo padre è già in chiesa, ma puoi parlare con me. Hilda, Linde, andate pure di sotto ad assaggiare qualche stuzzichino. Lo sapete come sono questi italiani… non vorrei che avessero speziato troppo la salsa per le tartine.

Le rosse colleghe di Edith obbedirono ed immediatamente la temperatura nella stanza scese ancora di più.

- Edith, io devo parlare con mio padre- scandì Colette.

- Ed io ti ho detto di parlarne con me. In fondo stai per diventare mia figlia.

Colette storse la bocca in un’espressione amara.

- Cosa significa quella espressione, signorinella?

- Io non sarò mai tua figlia, Edith Stein. Mia madre è stata orrenda come genitrice, mi ha abbandonata quando ero una bambina e mi ha fatto capire chiaramente che se non ero una modella della sua scuderia non ero nessuno. Quella donna ha distrutto la vita di mio padre, gli ha fatto soffrire le pene dell’inferno. Ma nonostante tutto questo resta sempre la mia unica madre.

- E’ per questo che adesso ci sono io, mia cara. Io riporterò la gioia nella vita di tuo padre. Sapessi quanto lo amo..

- Tu ami i suoi soldi, Edith, non la sua persona. Prova a negarlo.

- Mi ferisci, Colette! Io provo un sentimento sincero per tuo padre.

- Tu lo provi per il suo portafogli. Ma credi che non abbia visto che non t’importa assolutamente nulla di lui? Mi credi tanto cieca da non vedere il tuo disprezzo per me perché allontano mio padre da te? Non sono una sciocca e non sono una bambina, Edith.  Per questo non permetterò che una segretaria a caccia di soldi lo incastri e lo distrugga di nuovo.

Gli occhi di Edith si accesero.

Afferrata la ragazza per il braccio lesionato, le fece colpire l’anta dell’armadio a muro, in quel momento spalancato e, dopo averla spinta in malo modo all’interno, chiuse a chiave la ragazza.

- Tu non rovinerai i miei piani, ragazzina!

Detto questo uscì dalla stanza con passo imperioso.

 

Edith Stein  07 Marzo  ore 03:57 PM

 

Porca miseria! Quella piaga aveva intenzione di usare la sua influenza sul padre per mandare a monte le nozze. Piccola intrigante che non è altro! Se riuscisse a parlare con il padre non so come andrebbe a finire. Meglio che se ne stia lì fino al sì. Io voglio quei soldi e non mollerò così facilmente!

 

Benji guardò preoccupato l’orologio da polso. Erano quasi le cinque ma di Colette non c’era ombra ed ormai tutti erano usciti di casa. L’unica auto che era ancora parcheggiata di fronte alla scalinata della villa era quella della sposa.

 

Benjamin Price  07 Marzo  ore 04:58 PM

 

Ma dove cavolo è finita Colette? Possibile che già andata in chiesa con il padre e non mi abbia avvertito? No, non lo farebbe mai. Ma allora dove è andata a cacciarsi? Tra un’ora inizia la cerimonia.

 

Benjamin Price prese coraggio e suonò al campanello.

 

Colette colpì di nuovo la porta con una spallata ma questa, di solidissimo noce, non diede segno di aver subito danni dall’urto con il corpo leggero della ragazza.

Adesso le facevano male entrambe le spalle e non sembrava che fosse destino uscire da quella prigione in cui si era introdotta da sola.

 

Colette Montgomery  07 Marzo  ore 04:18 PM

 

Mi sono fregata con le mie stesse mani. Ma perché ho parlato così chiaro con Edith? Possibile che quando avrei dovuto tacere non ho saputo fare altro che dar fiato alle trombe e finire in un armadio a muro dal quale non posso uscire se non dopo che mio padre sarà sposato con quella donnaccia? Lei lo spennerà e lo lascerà depresso più di prima ed io non posso fare altro che lasciare che questo avvenga. Ma perché ho parlato! Sto sempre zitta, no? Perché adesso invece ho questa parlantina? E perché ho parlato così tanto con quella larva succhiasoldi! Se soltanto qualcuno potesse aiutarmi ad uscire da qui…

 

Si fece spazio per l’ennesima volta sul fondo dell’armadio, spostando scatole di scarpe, vestiti dal fortissimo profumo e biancheria intima piuttosto succinta appena lavata, ed iniziò a dare calci e pugni alle ante, cercando ancora di aprire quella trappola infernale o, nella peggiore delle ipotesi, fare a pezzi le scarpe dagli acuminati tacchi di Edith, che stava usando per l’operazione come una sorta di piccone.

 

Il maggiordomo stava sbarrando la strada ad un irritatissimo Benjamin quando un rumore infernale venne dal piano superiore e spinse la maggior parte dei domestici ad andare a controllare.

La sorpresa dei presenti fu grande nel vedere l’armadio della futura padrona scosso dai colpi ed un occupante che, a giudicare dalla voce, era la signorina Colette che si esibiva in un a performance che comprendeva un colorito vocabolario di epiteti degni di uno scaricatore di porto piuttosto sboccato.

Sul pavimento c’erano molte schegge dell’armadio, prezioso dono del signor Charles alla futura moglie e dall’apertura che si era creata nel legno fuoriuscivano dei tacchi e quella che sembrava l’asta dell’appendiabiti.

- Qualcuno vuole aprire quest’orrendo armadio o devo rompere un’altra preziosissima statuina di cristallo della beneamata signorina Edith Stein, detta anche la più sporca puttana presente sulla faccia della terra?

Benji accorse subito, aprendo l’armadio e trovando una Colette ben lontana dalla solita ragazza solare e timida a cui era abituato. I capelli biondi erano incollati al cranio dal sudore che la bagnava completamente ed i suoi occhi erano iniettati di sangue. Solo quando aveva intenzione di uccidere Martina possedeva quello stesso piglio deciso.

- Andiamo a rompere le ossa a quella troia!- ringhiò, uscendo dall’armadio mentre cercava di togliersi di dosso le schegge di legno ed il sangue che le bagnava le mani martoriate da quell’ardua lotta.

Benji si fece da parte e lo stesso fecero gli altri.

Erano ormai seduti nel taxi quando lo stesso maggiordomo che aveva fermato Benji porse ai ragazzi dei vestiti ed un paio di scarpe, facendo finalmente notare a Colette di avere ai piedi solo i calzini.

 

Benjamin, voltato verso l’esterno, non guardava ciò che Colette stava facendo con i vestiti. Sapeva quanto le ragazze fossero pudiche e per questo non osava neanche lanciare uno sguardo alla ragazza di pessimo umore che viaggiava al suo fianco.

 

Benjamin Price  07 Marzo  ore 05:28 PM

 

Mamma mia, ha l’aria feroce! Ma cosa cavolo sarà successo? Che ci faceva rinchiusa in un armadio? E perché ce l’ha tanto con Edith? Che voglia impedire al padre di sposarsi è ormai lampante… ma cosa avrà mai detto a quella donna? Non so cosa voglia fare, ma non mi piace per niente questa faccenda. Non vorrei che restasse ferita da suo padre o che lui reagisca male… Io, dal canto mio, non posso fare altro che appoggiarla in tutto e per tutto. Glielo devo e credo sia la cosa più giusta da fare. Certo che poteva anche cambiarsi in casa invece che qui, in mezzo al traffico… ma soprattutto qui vicino a me! Ma non si rende conto di essere una tentazione? Ok, adesso ha altro a cui pensare ma io non posso fare altro che immaginare ed essere tentato. Mi pare più che naturale, no? Insomma, io sono un uomo e lei è una gran bella ragazza che si sta cambiando a pochi centimetri da me. Ma perché non sono in grado di evitare di pensare a lei in questi termini in una situazione simile? Sono orribile.

 

Colette Montgomery  07 Marzo  ore 05:39 PM

 

Quella sporca puttana me la pagherà! Ah, se me la pagherà… Le farò ingoiare tutto quel suo ego a suon di calci! La farò pentire di avermi chiuso in quello stramaledetto armadio e di avermi sfidata! Io salverò mio padre da questo matrimonio di convenienza, fosse questa l’ultima cosa che faccio in vita mia! Non permetterò a un’altra donna di spezzargli il cuore! MAI! Ma riuscirò a salvarlo? Arriverò in tempo?

 

- Credi che arriveremo in tempo?

Le prime parole pronunciate da Colette da quando erano usciti di casa ebbero su Benji l’effetto di una fucilata.

Si sforzò di non voltarsi, sentendo ancora il frusciare della stoffa sulla pelle di lei, e, preso fiato, rispose.

- Non so. La cappella è molto fuori città e con questo traffico non ce la faremo prima di un’altra ora, se non oltre.

- Quindi ho perso.

- Certo che no! Non devi arrenderti. Non so cosa abbia spinto Edith a farti questo ma tu non devi mollare. Ce la faremo a salvare tuo padre da quella donna. Non la sposerà senza la tua approvazione. Ti ama troppo per farti questo.

- Ma ama anche lei. Chi sceglierà?

- Sceglierà te. Sono assolutamente sicuro che non ascolterà neanche una parola di Edith.

- Vorrei avere la tua stessa sicurezza.

- Non ti fidi di tuo padre?

- Vuoi la verità? No. Prima ha sposato una donna che dopo neanche dieci anni di nozze l’ha abbandonato rinunciando a qualsiasi diritto sulla figlia solo perché non poteva permettersi di avere lui e la bambina intorno. E adesso cerca di sposare una donna che disprezza la figlia e vuole soltanto i suoi soldi. Non mi pare che abbia molto fiuto con le donne.

- Non sei un tantino troppo severa nei suoi confronti?

- No. Sono obiettiva.

- Obiettiva ma severa.

- Non diresti la stessa cosa se conoscessi mio padre. Benjamin, tu non hai mai avuto questi problemi.

- No, di certo non posso capire tutto questo, Colette- rispose lui, con tono risentito ma senza guardare la ragazza- Io sono stato molto più fortunato di te su questo versante della mia vita: so che faccia hanno i miei genitori perché ogni Natale mi mandano un bel mazzetto di soldi corredato di foto. Questo mi crea ben altri problemi, come ad esempio sentirmi sottovalutato dai miei e molto solo, ma di certo non ho questi problemi, dato che di me se ne infischiano altamente.

 

Colette Montgomery  07 Marzo  ore 05:44 PM

 

E brava Colette! Se volevi che lui ti odiasse ci sei riuscita alla grande! Lo sai perfettamente come è la sua situazione ma tu no! La delicatezza l’hai buttata nella pattumiera e gli hai fatto del male. Quanto sono stronza! Non avrei mai dovuto dire una cattiveria simile alla persona che penso di amare.

 

Benjamin Price  07 Marzo  ore 05:44 PM

 

Quanto sei cretino, Benjamin! Lei ti parla dei suoi problemi e tu non sai stare zitto per una cosuccia detta mentre è sconvolta? Sei davvero un pirla. Complimenti vivissimi, signor Price: lei ha vinto il Mongolino d’Oro. Altro che Pallone d’Oro! Questo lo vincono solo i coglioni più coglioni della categoria “homo insapiens”. Se fossi in Colette come minimo mi sputerei in un occhio.

 

Dopo qualche minuto di silenzio, Colette spinse Benji a guardarla e, preso coraggio, parlò.

- Mi dispiace. Sono stata davvero indelicata.

- E’ anche colpa mia. Tu mi hai fatto del male tentando di escludermi, questo è vero, ma non avrei dovuto reagire in quel modo. Tu sei molto preoccupata per la felicità di tuo padre ed io lo capisco, ma ti stavo semplicemente spronando a fidarti di più del suo giudizio. E’ pur sempre l’uomo che ti ha cresciuta, Colette, quindi non può essere così sprovveduto come lo dipingi.

Colette annuì ma non era per nulla convinta.

 

Il prete stava per pronunciare la formula finale della cerimonia quando il pesante portone fu spalancato e una ragazza con un lungo abito verde acqua entrò nella chiesa con passo rapido, seguita a ruota da un ragazzo in giacca e cravatta.

I presenti si voltarono per osservare la coppia arrivata in grande ritardo e non fu necessaria più di una manciata di secondi per riconoscere nei ritardatari la figlia dello sposo ed il portiere titolare dell’Amburgo.

- Papà, non sposare quella donna!- ordinò Colette quando si trovò davanti agli sposi.

L’uomo si stupì di trovarsi davanti alla figlia. Non si aspettava che tornasse dal Giappone per il matrimonio e non immaginava che potesse presentarsi davanti a lui con gli occhi iniettati di sangue e le mani ferite.

Un brusio si diffuse immediatamente per la chiesa mentre la sposa, livida di rabbia, guardava la ragazza che le stava rovinando l’occasione della sua vita ed il suo prestante accompagnatore, che sembrava più la sua guardia del corpo che un amico.

 

Edith Stein  07 Marzo  ore 06:59 PM

 

Che razza di puttanella! Quella ragazza me la pagherà cara se non riuscirò a mettere il cappio al collo del suo paparino! C’ero quasi riuscita… Maledetta Colette Montgomery, maledetto Benjamin Price e maledetta Micaela Schulz! Giuro che gliela farò pagare se mi rovina le nozze!

 

Charles Montgomery, senza perdere la calma, fece avvicinare il prete e, dopo aver sussurrato qualche parola al suo orecchio, fece cenno ai ragazzi e alla moglie di seguirlo in sagrestia.

- Colette- esordì l’uomo con fermezza- Come mai ti opponi al mio matrimonio?

Gli occhi della ragazza lo supplicavano mentre pronunciava il suo accorato appello.

- Papà, non puoi sposare una donna che punta solo al tuo conto in banca. Edith è perfida. Non ti ama e non vuole che io intralci la sua vita perché è cosciente che io potrei rovinarla. Mi ha chiuso dentro l’armadio della sua stanza pur di non farmi venire qui ad impedirti di sbagliare.

Charles Montgomery sorrise.

- Sono felice che tu sia preoccupata per me.

- Allora non la sposerai?

Il volto di Edith si fece livido.

- Piccola, mi fa piacere ma non devi preoccuparti. Edith mi ama ed io amo lei.

 

Edith Stein 07 Marzo  ore 07:01 PM

 

Cosa cosa cosa? Quel coglione ci è davvero cascato? Ed io che mi ero sforzata tanto per evitare che la vedesse!

 

- Non è vero!

- Colette…

- Signor Montgomery, è la verità.

L’uomo guardò il ragazzo che aveva parlato con aria furibonda.

- Tu non c’entri, Benjamin Price.

- Non essere ingiusto papà! Benji mi ha aiutata a…

- Colette, so bene quanto ti abbia aiutato questo ragazzo perché sono stato io a chiedergli di farlo ma non voglio che un mio dipendente si intrometta in una questione che riguarda solo la famiglia.

Benjamin strinse i pugni ma non parlò.

 

Benjamin Price 07 Marzo  ore 07:02 PM

 

Se resto qui potrei solo complicare le cose tra Colette e suo padre. E’ meglio che me ne vada e lasci Colette, Edith e Charles da soli. In fondo ha ragione. Io sono il ragazzo di Colette ma non faccio parte della loro famiglia e se faccio incavolare Charles non solo non ne farò mai parte ma potrei essere costretto a trasferirmi non appena inizia il calciomercato, cosa che io non voglio fare.

 

- Allora vi lascio soli.

- No!

Colette si aggrappò al braccio di Benji e lo pregò con lo sguardo di non lasciarla da sola mentre, per la prima volta in vita sua, sfidava apertamente la volontà del padre.

Benji annuì.

- Signore, ho il diritto di essere qui.

Lo sguardo di fuoco di Charles e quello raggiante di Edith si puntarono sul suo volto.

Poi tutto crollò.

- Fuori di qui- sibilò Charles Montgomery.

- No papà.

- Colette…

- No papà, niente “Colette…”. Io voglio che il mio ragazzo resti e lui resterà.

Lo sguardo di Charles si fece ancora più furibondo e Benji ebbe l’impressione che in breve avrebbe visto la vena sul collo iniziare a pulsare.

- Dovevo immaginarmelo. Ecco perché sei stato tanto disponibile. Persino portarla in Giappone per un funerale… non solo si è fatta male ma l’hai anche circuita! Bastardo di un portiere!

Benji non vide neanche il pugno che lo colpì alla mascella e lo fece indietreggiare.

- Non avvicinarti mai più a mia figlia!

Colette, tra l’allibito e il furioso, barcollò in direzione di Benji e, nonostante sapesse quanto il padre potesse soffrire per ciò che stava facendo, si strinse al ragazzo e guardò il padre con aria di sfida.

- Come hai osato…

- Come osi tu! Un calciatore, Colette! Un calciatore giapponese, per giunta.

Benji lo guardò furente.

- Cosa ha contro i giapponesi?

- Contro i giapponesi nulla, ma contro i calciatori giapponesi molto. Non avete mai vinto una competizione importante e non vincerete mai perché non avete il calcio nel sangue come i sudamericani o gli europei.

Ormai Benji non ci vedeva più per la grande rabbia che covava dentro.

- Mi pare di essermi guadagnato il mio stipendio, presidente.

- Come poteva fare qualsiasi altro giocatore europeo e con meno problemi alle mani, Benjamin Price. E adesso fuori dalla mia vita e da quella della mia famiglia. Colette, andiamo. Dobbiamo concludere la cerimonia.

L’uomo, sconcertato, vide la figlia guardare il portiere per poi lasciarlo andare e sorridere amaramente.

- Tu vai pure a sposarti. Io non accetterò mai questa unione e non ti perdonerò per come hai trattato Benji.

- Tu sei mia figlia!

- Non più.

Lo sguardo di Benji era più che sconcertato ma lei gli rispose con un sorriso che le illuminava il volto. I suoi occhi brillavano di gioia mista a dolore mentre osservava il suo Benji.

- Io non voglio più averti come padre.

Detto questo prese per mano il ragazzo e lo guidò verso la porta.

- Se provi a uscire da questa stanza non avrai più un centesimo da me e tu… tu considerati pure già ceduto.

Colette, trattenendo a stento le lacrime, rispose.

- Io non ho mai voluto il tuo denaro, papà. Il tuo amore è stato l’unico sostegno che ho avuto in questi anni ma adesso… adesso non ti riconosco. Mi neghi il tuo amore paterno opponendoti alla mia relazione con Benji e mi deludi sposando quella donna contro il mio consenso. Se ti scuserai con Benji adesso io sarò ancora tua figlia ma se non lo fai… considerami morta.

Detto questo attese qualche istante.

 

Colette Montgomery 07 Marzo  ore 07:10 PM

 

Papà, ti prego, non deludermi. Io ti voglio molto bene ma non posso vivere con quella donna e non posso accettare che tu discrimini Benjamin perché la sua patria non è blasonata nello sport quanto lo è la Germania. Ti prego, non costringermi a buttarti fuori dalla mia vita e impedirti di riappropriarti dei tuoi diritti su di me. Se non parlerai io… io chiederò a Benji ciò che è importante per la mia indipendenza da te e non potrò mai tornare indietro. Mai più tornerò ad essere la bambina che hai cresciuto!

 

Vedeva le lacrime negli occhi di suo padre, poi la mano di Edith sulla sua spalla lo spinse a distogliere lo sguardo dalla figlia e pronunciare le parole che spezzarono il cuore a quella che fino a un’ora prima considerava la sua bambina.

- Non mi scuserò mai.

- Allora addio.

Con queste parole Colette Montgomery uscì, seguita da un Benjamin Price che era stato poco più che un figurante in quello scontro che aveva diviso un padre e una figlia.

Un gran brusio si diffuse per la sala mentre i ragazzi lasciavano mestamente la chiesa e gli sposi tornavano sull’altare per completare la cerimonia.

 

Come una diga distrutta da una piena, la forza di Colette andò in mille pezzi quando, messo piede nel taxi, sentì che adesso solo il ragazzo che sedeva al suo fianco era l’unico porto sicuro.

L’abbracciò e pianse per diversi minuti mentre l’auto tornava verso la città, singhiozzando il nome di suo padre ed il nome di lui.

- Colette- esordì il ragazzo non appena i suoi singhiozzi si furono fatti più rari- Hai sacrificato la tua famiglia per difendere le tue idee ma soprattutto per difendere me. Io merito davvero di avere una persona così buona al mio fianco? Se potessi farei qualsiasi cosa per aiutarti. Qualunque cosa tu mi chiederai, io la farò.

Colette singhiozzò, poi sussurrò una parola quasi incomprensibile.

Benji dovette chiederle tre volte quale fosse la parola che stava pronunciando.

Solo allora divenne bianco carta.

Si sarebbe aspettato di tutto tranne che una cosa simile.

 

 

 

 

  
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