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Autore: Didette LeFuu    15/04/2012    1 recensioni
Mi chiamo Rayley e sono una sfortunatissima nerd :)) ( One- Shot creata per il contest di TW)
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hei! Mi chiamo Rayley e sono (purtroppo) una nerd.
Avete presente Chatroulette.com, quel sito in cui si può trovare gente strana da tutto il mondo? Ecco, ci stavo navigando da un po', trovando gente MOLTO stramba, quasi più del solito, fin quando... Trovai un ragazzo, era girato, sicuramente a chiamare qualcuno o a prendere qualcosa, non vidi il volto, ma vidi che aveva i capelli messi molto male. Ciò che gli scrissi fu: “Mettiti bene i capelli, per favore!” poi esplosi in una sonora risata. Richiamato dalla risata, si girò. Rimasi agghiacciata.

Ok, avevo riso in faccia ad Harry Styles. Un'altra cosa da aggiungere alla lista delle mie brutte figure. Lesse il mio primo messaggio, poi disse:
“Ehm” chiaramente offeso “Ok, ho capito che non ti sto simpatico, meglio finirla qui” e si accinse a prendere il mouse per cambiare interlocutore, credo.
“No no no no no!” esclamai quando vidi che si era offeso e voleva (credo) cambiare interlocutore.
Attirai la sua attenzione con i miei “No”, al che mi rispose: “Si?” piuttosto stufato.
“Ehm, mi, mi piacciono...mi piacciono...i” non sapevo che dire “Ehm, SONO UNA DIRECTIONER!” urlai praticamente.
“Oh!” esclamò felicemente sorpreso Harry, poi tornò torvo e continuò: “Di solito le fan non insultano i propri idoli.”
“Già, ma noi non siamo fan, siamo Directioners!” recitai come fosse uno slogan “Da noi è normale insultarvi, è un modo per dimostrare che vi vogliamo bene!” proseguii io.
Solo dopo averlo detto, mi resi conto di aver fatto la mossa sbagliata. Harry iniziava ad essere interessato, per sfortuna.
“E dimmi, quali sono gli insulti più comuni?” mi chiese interessato.
“Ehm, sorvoliamo!” Mi chiese come mi chiamavo. “Rayley, perché?” risposi. Mi aspettavo qualche risposta tipo “Vorrei sapere il nome di una ragazza bellissima” oppure “ Per sapere il nome della mia futura moglie”. Disse soltanto:
“Dove abiti?” Dissi il nome della mia città.
“Là vicino c'è il prossimo concerto, sai?”
“Si” replicai passivamente.
“Ci sarai?”. Fu una domanda che non mi sarei aspettata minimamente.
“Sì che ci sarò”. In effetti non ne ero sicura.
Avevo speso tutti i miei risparmi per quei due biglietti, ma non potevo, non VOLEVO andarci sola. Anzi, per l'anticamera del cervello mi stava passando l'idea di rivenderli.
“Sì che ci sarò!” ripetei più convinta.
“Ehi, devo dirtelo, mi stai simpatica: nessuna mi aveva mai detto che avevo i capelli messi male!” mi confidò; evidentemente credeva avessi capito da subito che fosse Harry Styles “Quasi tutte mi dicono Oh, Harry, sei così bello oggi! oppure Che bei capelli!” imitò in voce mielosa.
“Voglio dire, so di essere bellissimo! Ma non c'è bisogno che me lo ricordino così tanto! E in effetti hai ragione!” e si mise a posto i capelli.
“Ehm, oddio, non mi ero accorta fosse così tardi! Devo spegnere, ci vediamo al concerto!” lo salutai ridacchiando.
Sapevo che per il 50% delle possibilità non ci sarei andata. E sapevo che al concerto lui non mi avrebbe visto.

“Non sai cosa ti perderesti!”
“Sì, ma dovrei perdere un giorno di lavoro!”
“Chiedi un permesso, datti per malata, fai finta di essere incinta, che ne so!”
“Come? Non è così facile!”
“Beh, chiederò un autografo per te, e se scrivono male il tuo nome, pazienza!”
“Ok, ok, non ti agitare. Chiamo adesso.” Eil prese il telefono e cercò il numero del direttore del salone di parrucchieri dove lavorava.
“Ehm, sì, ciao Mark! Ehm, mercoledì avrei un impegno, potrei non venire a lavoro e recupero magari facendo straordinari?” chiese incerta Eil al telefono “Ah ah, si, quindi, oh, perfetto!” concluse annuendo.
“Ha detto di sì! Era contentissimo e ha detto che probabilmente mercoledì ci sarà un suo collega, quindi sarei stata di troppo.” mi spiegò riponendosi il telefono in tasca.
“Vedrò i One Direction!” esclamò poi. Tutto quello che ci rimaneva da fare era aspettare il fatidico concerto. E decidere cosa mettersi!

La maggior parte delle ragazze avrebbe scelto dal suo fornitissimo guardaroba un paio di shorts, una maglietta magari con la loro stampa o con la bandiera del Regno Unito (cosa che a me non sembrava giusta) e un paio di stivali o addirittura di tacchi.
Purtroppo, non facevo parte di quella maggior parte.
Perciò, rimandando e rimandando, finii col dovermi scegliere i vestiti mezz'ora prima del concerto!
Credo mi misi la maglietta della Justice League e i jeans che avevano la braghetta rotta, per cui sopra mi dovetti mettere l'impermeabile grigio- verde: le mie amiche non avrebbero notato la differenza, come nemmeno i miei familiari. Ma un estraneo avrebbe avuto di fronte il peggior assortimento di abiti e di colori immaginabili. In quanto a scarpe, presi le prime che vidi. Quando entrai nella macchina, Eil mi squadrò e mi disse, ingranando la marcia: “Vuoi farti notare o hai bevuto prima di sceglierti i vestiti?”
Guardai come era vestita lei: aveva un foulard con la stampa della bandiera inglese, una maglietta con scritto “Keep Calm and listen to One Direction”, dei jeans blu molto scuro e delle Nike stile “Niall Horan”.
“Sembra piuttosto che TU voglia farti notare!” pensai, ma non lo dissi.
Non volevo rovinare quel fantastico viaggetto in macchina che ci avrebbe portato al concerto. Sulle note di Stand Up ci allontanammo dalla casa.

Prendemmo dei meravigliosi posti in prima fila: non avevo di certo speso i miei risparmi per dei posti lontani! Era uno di quei posti che si pensa vengano dati ai figli degli organizzatori del concerto. Erano i posti immediatamente vicini al palco. Attendemmo un po' di tempo, la calca era pesante, stava iniziando a far caldo e ciò mi turbava perché non potevo togliermi l'impermeabile.
La gente che avevo intorno mi guardava come se pensasse fossi vestita in maschera, oppure che dovessi salire sul palco da un momento all'altro. Passai il tempo parlando con Eil, fin quando tutto tacette.
I riflettori si accesero, una grande scritta apparve sullo sfondo del palco: ONE DIRECTION.
I ragazzi apparvero, quasi come se fossero spuntati dal sottosuolo (così pareva).
Delle bacchette da batteria iniziarono a battere tra di loro. Il concerto iniziava.

Canticchiai WMYB mentre ero incantata dal modo in cui Niall suonava i suoi strumenti invisibili. Poi toccò a One Thing ed Harry quando iniziò il suo pezzo indicò una fan (che a quanto pare svenne). Io ed Eil iniziavamo a cantare un po' più forte. Non ero mai stata ad un concerto prima di allora, ma a giudicare dal fermento intorno a me, sembrava che quello non fosse regolamentare. Con Gotta be You urlavamo a squarciagola e con Moments tutte quelle che riuscivo a vedere piangevano, tranne me ed Eil.
Non so dire quante canzoni avessero cantato, ma al turno di Na Na Na Harry mi vide e mi indicò. Non mi illusi che mi avesse riconosciuto, ma una strana luce brillò nei suoi occhi. Cantarono e cantarono, anche le Directioners cantavano.
A fine concerto, quando l'ultima canzone stava per finire, Harry si mise a scrutare tra il pubblico mentre girava per il palco cantando. Ad un certo punto si fermò di fronte a me e mi tese la mano. Io non ci credevo, di conseguenza non diedi la mano. Lui allora mi indicò e spostò il microfono:
“Rayley”.

Eil mi prese la mano e la mise in quella di Harry, dato che io, sebbene in piedi e con gli occhi sbarrati, non davo segni di vita. Dovevo salire sul palco.
Impresa alquanto difficile dato che ero agile come una mucca. Harry mi aiutò e quando fui sopra, le Directioners mi squadrarono e mi guardarono male. Harry iniziò:
“Questa è mia cugina Rayley! Per favore, fatele un applauso!”
Ero sul palco, con Harry Styles per mano, che chiedeva per me un applauso. Ero semplicemente straripante di felicità, ma la temperatura mi si era abbassata di dieci gradi, in più ero rigida e non riuscivo a sorridere. Ero di fronte a chissà quante persone, con vestiti improponibili e di fianco ad uno dei miei idoli, che mi aveva reclamato come “sua cugina”. Riuscii però a sentire l'applauso, e anche dei fischi e delle risate (per il mio abbigliamento ridicolo, pensai). Finita definitivamente la canzone, Harry mi sussurrò: “Vai nei camerini, ci vediamo dopo”. Lo sentii, ma non lo capii subito, continuò “Porta anche la tua amica!”. Le Directioners iniziavano ad allontanarsi dal palco, si dirigevano verso i camerini, verso i bagni, verso il bar là vicino.
Irrigidita ancora di più, mi avvicinai ad Eil, che mi guardava come dire “Scherzi?”.

Dovetti farmi raccontare da lei cosa successe quando ero nel palco, in quanto la mia mente si era bloccata all'immagine di Harry che mi diceva: “Rayley”. Avevamo entrambe un po' di paura di andare nei camerini dietro, quindi ci sedemmo a terra, al centro del palco e mi spiegò:
“Allora, sei stata ferma e rigida per tutto il tempo, sembravi una statua. Harry per un attimo ti ha messo il microfono di fronte per cantar, ma...” si bloccò un attimo “non ci riuscivi e sei stata zitta. Per quanto sono riuscita a sentire io, molte ti lanciavano insulti, mentre quelle che stavano dietro di me ridevano per come ti sei vestita.”
Mi guardai: mi resi conto solo allora mi resi conto di avere le scarpe fluorescenti. “Oh” esclamai spiacevolmente sorpresa.
Dopo circa mezz'ora che stavamo a parlare, una sentimmo dei passi sul palco; non che fossero i primi (erano già passate almeno venti persone per ritirare tutto il materiale come batteria, microfoni eccetera) ma erano diversi. Seguì una voce:
“Hei, sei tu Rayley? Harry ti aveva detto di venire nei camerini, perché non sei venuta? Ehm, venute” si corresse “Dai venite!”.
Eil si alzò per prima e mi aiutò ad alzarmi. Mi girai. Era Niall. “Cerchiamo di muoverci, non voglio che la pizza si raffreddi!”

Entrammo nel camerino. All'inizio sembrava affollato, poi ci accorgemmo che c'erano solo quattro persone. Louis e Zayn erano stesi sul divanetto, stanchissimi. Liam armeggiava con il suo telefono, seduto di fronte ad un tavolo su cui c'era la famosa pizza, ancora fumante. Harry cercava di parlare con Louis, che annuiva e basta. “Non capisco! Nessuno mi aveva mai dato bu...” e si interruppe. “Eccoti Rayley e la sua amica, Harry!” “Oh eccoti finalmente! Perché non sei venuta qui? Ti avevo detto di venire qui!” mi ricordò mentre preparava una sedia a testa a me ed a Eil; io intanto pensavo ad una risposta, ma non mi diede il tempo di esprimerla “Comunque, sedetevi...Ecco, questa è la ragazza di cui vi ho parlato e lei è...” sentii Eil sospirare il suo nome “Lei è Eil, la sua...” Hazza si aspettava che io o Eil continuassimo la frase. Lo fece lei: “Zia”. Silenzio imbarazzante.

Ora, piccola pausa di riflessione: io non sono una ragazza brillante,o più carina del normale, o più alta del normale o più simpatica, ok? Eppure sono diventata amica degli One Direction. Il messaggio che vorrei trasmettere è che tutte hanno una possibilità, anche quelle che sembrano non averla.
Riprendiamo.
Zayn, ridestato forse dai “Ciao!” o dalle risate (o magari fu risvegliato dalla caduta di Niall che rientrava dal bagno), si accorse che c'erano intrusi.
“Zayn, non fare il maleducato, alzati e saluta!” lo esortò Liam.
“No Zayn davvero, non ti disturbare! Se non hai voglia, rimani pure seduto, non ci offenderemo” comunicò Eil a Zayn. E lui ne rimase piacevolmente sconvolto.
Tre settimane dopo, Zayn annunciò il fidanzamento con Eil. La storia continua.

In quanto a me, siglata ufficialmente la mia amicizia con i ragazzi, tornai a casa con Eil e con un repertorio di oggetti vari ( da tazzine da tè a mutande) tutti autografati.
“Sbarazzatene, prima che ti divorino viva!” mi aveva avvertito Louis.
Dimenticavo di dirvi che scrissero male il nome di Eil. Circa una settimana dopo l'accaduto, ero ancora in fibrillazione perché mi sentivo molto spesso con i ragazzi, per telefono.
Stavo a casa mia, leggendo Harry Potter e il Principe Mezzosangue quando suonò il campanello. Mi alzai dal divano, incavolata, perché NESSUNO poteva interrompermi nella mia Lettura. Scesi giù al cancello, e tutto ciò che vidi fu:
“Ciao, noi siamo i One Direction e siamo in vacanza!

Fine delle meravigliose avventure di una nerd con le scarpe fluorescenti.
  
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