Dichiarazione d’amore

Era una calda sera d’estate, quella in cui Conan stava aspettando con ansia Ai fuori dal cancello di casa Agasa.
Il calore aveva formato una cappa asfissiante su tutta Tokio, ma le sue guance si dipinsero di rosso per ben altri motivi quando vide Ai uscire dalla casa del dottore.
“Ciao Kudo-Kun” gli sorrise, come al solito, freddamente lei.
“B-Buonasera” le disse Conan uscendo dai suoi pensieri e riprendendo il colorito naturale.
“Ma cos’hai eh?” gli chiese Ai con una punta di malizia “Sei proprio un pervertito. Uff” si voltò cominciando a camminare verso la loro meta, che era il lago del parco di Beika, lì, infatti, quella sera stessa sarebbe stato possibile vedere lo spettacolo di fuochi d’artificio che la gente di Tokio pianificava da mesi.
I detective Boys erano malati e il professore stava lavorando ad una sua invenzione, per cui il fato aveva dato ai due finti bambini l’opportunità di starsene da soli per un po’.
“Ma che dici!” si imbarazzò Conan seguendo Ai
“Ahahah, dovresti vedere la tua faccia Kudo-Kun. Sei incredibile” gli disse Ai continuando a ridere
Pochi minuti dopo Ai e Conan si erano fermati da un gelataio per comprare qualcosa che potesse rinfrescare quella afosa serata estiva.
“Ai tu cosa prendi?” le chiese Conan risvegliandola dai suoi pensieri, che vorticavano, guarda caso, proprio attorno alla figura del piccolo quanto geniale detective che le aveva posto quella domanda.
“Va bene qualsiasi gusto purché non sia alla fragola” rispose Ai ritornando al suo atteggiamento freddo e distaccato.
“Va bene allora due coni al cioccolato grazie” disse Conan all’uomo che aveva di fronte.
Poco dopo Conan ed Ai erano tornati a camminare verso il parco con il gelato in mano.
Nessuno dei due guardava l’altro negli occhi, ed ogni volta che per puro sbaglio capitava i due arrossivano e distoglievano velocemente lo sguardo.
Poi un sottile raggio di luna illuminò i capelli di Ai che brillarono spazzati dal vento.
Conan si concesse una lunga e fugace occhiata a quei bellissimi capelli che le arrivavano a malapena alle spalle.
Anche Ai però fu sorpresa a fissare il giovane, ancora una volta il loro sguardo s’incrociò e i due arrossirono vistosamente.
Erano due anni pressappoco che si conoscevano eppure nessuno dei due si era mai comportato in questo modo nei confronti dell’altro.
“Allora Ai…. Hai fatto progressi con l’antidoto?” chiese innocentemente Conan.
“Ci sto lavorando. Non è ancora completo, ma sono a buon punto.” Gli disse Ai con una punta di malinconia, che, anche se nascosta, non sfuggì al piccolo detective di fronte a lei.
“ Cos'hai Ai?” le chiese Conan preoccupato.
“Niente, niente non preoccuparti” rispose Ai dando una leccata al gelato, e cominciando a guardare le stelle. “Sono belle, non trovi Kudo-Kun?” chiese all’improvviso percuotendo il detective persosi nell’osservare la finta bambina che aveva di fronte.
“Già. Sono stupende, brillano su di noi come invisibili guardiani della nostra incolumità, dei nostri sentimenti e delle nostre vite.” Le rispose Conan
“Non ti facevo così poetico Kudo-Kun” lo punzecchiò Ai
“Shinichi.” Disse Conan all’improvviso
“Come?” si sorprese Ai
“Chiamami Shinichi, se non ti dispiace” le sorrise ancora una volta, uno dei suoi sorrisi ingenui che facevano sciogliere la scienziata.
“Certo tu però chiamami Shiho ok?” chiese sorridendo a sua volta Ai. Questa volta era un sorriso sincero uno di quei sorrisi che donava a pochi e che aiutavano a leggere il suo vero io.
“Certo” le rispose il giovane.
Erano passati a malapena dieci minuti quando Conan si fermò improvvisamente in mezzo alla strada.
“Shiho…” Conan richiamò l’attenzione della scienziata che si volse ad osservarlo.
Le guance di Conan divennero di color rosso vivo mentre cercava di farsi coraggio prendendo un respiro profondo.
“Ecco vedi la verità è che non ti ho invitata ad uscire, stasera, solo per vedere i fuochi d’artificio.” Cominciò lui “C’è un altro motivo per cui l’ho fatto…”
“Dimmi ti ascolto” rispose la scienziata alla sua tacita domanda
“Ecco vedi la verità è che io… io ti Amo Shiho Miyano” disse Conan tutto d’un fiato.
Il cuore di Ai saltò un battito, mentre Conan, dopo aver fatto cadere il cono che aveva in mano, si avvicinava a lei.
“So che può sembrarti strano che io ti dica una cosa del genere, e so che tu non contraccambierai mai i miei sentimenti, ma questo non cambia ciò che provo per te. Ultimamente non riesco a starti lontano, non riesco a non pensare a te e a ciò che provo… Quindi permettimi, in nome del sentimento che ti ho appena confessato, di concludere questa dichiarazione con un bacio, è tutto ciò che ti chiedo, un bacio per avere la tua risposta.” Adesso Conan era a pochi centimetri dal volto di Ai, che divenne rossa come un pomodoro maturo.
Tuttavia questo non la fece indietreggiare, posò tuttavia un dito sulle labbra di Conan dicendo “Stupido io ti amo, e ti ho sempre amato” poi lo baciò, un bacio dolce e salato al contempo, dolce era il sapore della labbra di entrambi, salato il sapore delle lacrime di Ai.
“Perché piangi?” le chiese Conan interrompendo quel bacio
“perché sono felice, per la prima volta da tanto tempo. Io sono felice” concluse Ai rispondendo al bacio.