Finalmente ecco il continuo di Pagine di Giornale.
Vedremo un Lucius Malfoy alle prese con le strane
manie della nuova generazione della casata Serpeverde.
Un grazie a Nonna
Minerva,
per il
sostegno morale e perché mi sprona a continuare a scrivere.
A Stateira,
per le pazzie
che spuntano nei nostri pomeriggi al solito posto, solito tavolo e durante i
viaggi in treno.
A tutti
quelli che hanno recensito la prima parte di questa storia.
Little Fanny
Spoiled honour of the great and ancient house of Slytherin
Nella
Sala Grande della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts si stava svolgendo
la colazione in tutta tranquillità, incuranti dalla tempesta che si sarebbe
scatenata nel giro di poco.
Lucius
apparve in uno dei tanti camini che riscaldavano la sala comune dei Serpeverde,
speranzoso di trovare il figlio nei proprio alloggi.
Tuttavia la fortuna quel giorno non doveva essere dalla sua parte, in quanto
incontrò solo Pansy-carlino-Parkinson che con la sua
voce stridula compiangeva la morte del suo tanto adorato Signore
Oscuro.
Era
accucciata ai piedi di una statua in marmo nero, che
raffigurava a grandezza naturale Lord Voldemort.
La sua
figura, avvolta nel consueto mantello nero, si ergeva orgogliosa in un angolo
della comune di Serpeverde.
Il volto
era in ombra. Molti pensavano che questo fosse una scelta voluta a creare una
sorta di mistero intorno al proprio personaggio, o per incutere timore. In
realtà non voleva mostrare i boccoli biondi che gli davano un’aria troppo da
bravo ragazzo… altro che Signore del Male!
La mano
che impugnava la bacchetta veniva usata dai componenti
della casata Verde-Argento per appendere i propri abiti. Questo ovviamente lui
l’aveva capito dagli improperi che la ragazza stava lanciando all’indirizzo dei
propri compagni.
-Com’è
caduta in basso la rinomata casa di Salazar Serpeverde…- pensò Lucius
sgattaiolando fuori dalla stanza, ancora inorridito
dal comportamento della Parkinson.
Percorse
i corridoi e le scale che lo separavano dalla Sala Grande e finalmente giunse alle
porte che spalancò con un gesto teatralmente calcolato.
Tutti gli
occhi si posarono sulla sua figura. In molti trattennero il respiro. Eh si,
doveva ammetterlo: anche se non era più nel fiore degli anni aveva ancora un
certo fascino.
Non
sapeva ovviamente che gli sguardi erano caduti sui suoi piedi.
Scrutò
con attenzione gli studenti riuniti per colazione, fino a che il suo sguardo si
posò sui capelli biondi di quello che doveva tenere alto il nome della famiglia
dei Malfoy.
Attraversò
“Padre… a
cosa devo questa visita?” disse questi appena si riprese dalla sorpresa e
facendo mente locale sugli ultimi avvenimenti della settimana che potessero in qualche modo spiegare la presenza di Lord
Malfoy a scuola.
L’interpellato
non rispose, preferendo porgere al figlio il giornale incriminato.
Il
giovane lo prese e rimase sbigottito. Scorse tutto l’articolo che lo riguardava
per poi osservare meglio la foto.
“Non è
possibile!” esclamò infine sconvolto, gettando il giornale sul tavolo e
alzandosi in piedi.
“È quello
che dico anch’io…”disse l’uomo con voce pacata
riprendendo in mano l’articolo incriminato e facendo cenno al figlio affinché
si risedesse. Non voleva attirare troppo l’attenzione degli altri studenti, che
ancora seguivano i suoi movimenti con un sorriso
derisorio stampato sul volto.
“Sono dei
veri incompetenti!” concluse stizzito dopo aver dato
una riletta veloce al pezzo.
“Concordo!
Ma, vedi, come si fa? Dico: come si fa! Da destra!”
riprese Draco sempre più arrabbiato.
“Cosa?” ribattè l’altro con
un’espressione indecifrabile sul volto. Da destra? E
cosa voleva dire?
“Ma non vedi papà? Mi hanno fotografato da destra! Da destra
dico!”
“Come?”
rispose Lucius indispettito, dimenticandosi completamente del motivo per cui si era presentato a scuola e agguantando il giornale
per osservare con maggior attenzione la foto che aveva mandato in escandescenza
il figlio.
“Non vedi
che il mio lato migliore è il sinistro?” rincarò il biondo mostrando la parte
menzionata al padre.
“Effettivamente…”
rispose questi soppesando bene le sue parole. Non voleva
sbagliarsi, ma, doveva dare ragione a quello sciagurato di suo figlio!
“Eh si!
Hai davvero ragione! Non ci sono più i fotografi di una volta.” Concluse il Lord con un movimento
lento del viso volto a sottolineare la validità delle sue parole. Si portò la
tazza di caffè alle labbra e con questo il discorso
si potè definire concluso.
Malfoy
senior stava gustandosi il secondo caffè bollente della mattina quando anche
questo rischiò di andargli di traverso.
Infatti
era arrivato il motivo dello scompiglio mattutino: Harry James Potter.
Questi si
era seduto di fianco al biondo e gli aveva schioccato
un bacio sulla guancia.
“Buongiorno
scoreggina mia…” disse dolcemente.
“Buongiorno
minestrina… vuoi un po’ di torta?” rispose Draco con uno sguardo innamorato
porgendogli la forchetta col dolce.
Ormai
“Potter!”
urlò infine alzandosi in piedi e attirando l’attenzione su di sé.
Questi
alzò lo sguardo sul padrone dell’urlo rispecchiando gli occhi verdi da
cerbiatto impaurito in quelli color del ghiaccio
completamente furenti.
“Oh!
Signor Malfoy…” disse con il tono di colui che cade
dalle nuvole.
“Come mai
è venuto a farci visita? Il mio pasticcino ha finito il bagno
schiuma?” domandò con tono angelico facendo scorrere il suo sguardo fra
i due Malfoy.
“Draco? Hai finito già finito il bagno schiuma?” disse l’uomo
facendogli da eco, ma aggiungendoci una nota seccata. “Hai fatto
fuori tutta la scorta di 300 tipi differenti di bagno schiuma?” riprese
alzando ancora l’intonazione della voce.
Il
ragazzo, sentendosi preso in causa, si affrettò a negare tutto con evidenza.
Non voleva ritrovarsi con un padre e un fidanzato furenti: uno per la quantità
di soldi da dover nuovamente sborsare e l’altro per la mancanza dei loro bagni
profumati.
“Ma
allora, Potter, che mi vieni a raccontare?”
“Io??
Cosa ci fa lei qui piuttosto!” rispose il giovane
indignato. “E poi… oh! Che belle pantofole!!”. Il suo tono era radicalmente
cambiato, quelle pantofole con gli orsacchiotti gli piacevano troppo!
Sembravano così morbide e comode, inoltre pareva che tenessero caldo. Niente di
più perfetto per i sotterranei Serpeverde. Finalmente avrebbe avuto i piedi
caldi e non avrebbe più dovuto congelare il suo
compagno durante i loro incontri. Quindi doveva
assolutamente sapere dove Lord Malfoy le aveva trovate. Quello sarebbe stato lo
scopo della mattinata.
“Dove le
ha comprate?” continuò esaltato e assolutamente deciso di scoprire tutto su
quel paio di scarpe.
Lucius
guardò attentamente i suoi calzari. Come aveva potuto essere così sbadato e essersi dimenticato di mettersi il suo paio di mocassini
in vera pelle di drago? Nessun Malfoy che si rispetti
esce mai senza.
Oh, ma
l’avrebbe fatta pagare cara a Narcissa!! Si, si… le avrebbe bruciato tutti gli inserti di moda del
giornale, ecco!
Un ghigno
si dipinse sul suo volto e Harry iniziò a pensare al povero animale che avrebbe
dovuto brutalmente uccidere per poter anche lui possedere quell’adorabile paio
di pantofole. Ma per quelle avrebbe fatto di tutto!
Lucius,
placcato da vicino dalle domande del moro, non sapeva più a quale santo
votarsi, i suoi occhi scrutavano la massa degli studenti in cerca d’aiuto, fino
a quando non si incontrarono con quelli del professore
di Pozioni. Erano amici e non si rifiuta mai l’aiuto
ad un amico, giusto?
Severus,
afferrato lo sguardo supplichevole, si avvicinò allo strano terzetto pronto a
zittire le insistenze del moro.
“Buongiorno
Lucius. Grazie mille della tua visita… e…” disse questi sedendosi accanto all’uomo.
“ehm… grazie di avermi riportato le pantofole…” riprese sottovoce, ma con un
tono abbastanza alto in modo che Potter potesse sentire.
Ma guarda
cosa non gli toccava fare per mantenere un’amicizia, ma soprattutto per non
perdere le giornate in piscina Malfoy!!
“Oh! Uhm…
prego!” rispose il Lord un po’ titubante.
-Chissà
cosa mi dovrò sopportare quest’estate… lui con il suo
costume hawaiano per tutte le vacanze…- pensò questi rabbuiandosi un poco.
“Freni freni freni…” disse Harry intuendo che lì c’era qualcosa
che non quadrava. “Quelle non sono le sue pantofole!”
“COSA? Come osi, tu, piccolo e insulso Grifondoro,
contraddire le mie parole! Verranno tolti 50 punti per
la tua insolenza!”
“Ma ha ragione, zio Sev!”
intervenne Draco a difendere a spada tratta il suo compagno. “Le tue sono rosa! Sono dei maialini!”
A quel
punto
E
finalmente Silente decise di intervenire per non far degenerare troppo le cose,
anche perché sembrava che i quattro fossero molto propensi a ricorre
alle loro bacchette.
“Signori
silenzio!” disse alzandosi in piedi e con la sua sola presenza riportare
l’ordine. “Mi stupisco di voi ragazzi… non siete sempre i primi a scoprire
quali sono le cose di maggior tendenza?”
Dei bisbiglii concitati si diffusero per tutto il salone.
“È
risaputo ormai che le pantofole con gli animali sono di moda fra i purosangue!
Ragazzi miei, ma dove vivete?? Dico io…
ma le leggete bene le riviste di moda camuffate da libri di studio” e a
questo punto fu guardato con occhi sempre più sconvolti. “Si, signorina Granger, le so queste cose. Come so anche che il libro di
storia della magia nell’epoca preistorica, che lei legge assiduamente, non è
altro che l’ultimo inserto sulle tendenze babbane di autunno/inverno.”
Detto
questo Silente tornò alla sua colazione, mentre gli studenti guardavano con
occhi diversi la giovane. Allora anche lei era umana!
Harry si
sporse a sussurrare qualcosa nell’orecchio del proprio ragazzo, qualcosa che
tipo suonava come: “Allora domani ad Hogsmeade
dobbiamo andare a comprarne un paio con i draghetti!!”
e lasciò che le loro mani si incontrassero sul tavolo.
Solo allora Lucius notò un
particolare.
All’anulare sinistro del ragazzo
moro faceva bella mostra di sé un anello in argento, semplice. Una fascetta
sottile con una strana incisione a forma di serpente. Riconobbe subito
l’oggetto come un cimelio di famiglia. Era l’anello di fidanzamento ufficiale
dei Malfoy.
Si ricordava del giorno in cui
l’aveva donato a Draco. Era una fredda serata invernale, tuttavia loro erano al
caldo davanti a fuoco scoppiettante del camino del maniero Malfoy. Era stata
una serata particolare, nessuna lite, nessun morto, nessun Signore
Oscuro nei paraggi; così aveva pensato di passare in eredità a Draco il prezioso
tesoro. Lo aveva anche istruito per bene, su cosa comportasse un fidanzamento
ufficiale nell’alta società, tutti gli obblighi e le regole a cui avrebbe dovuto sottostare.
Ma tuttavia si vede che non aveva insistito troppo sulla figura della sua
compagna della vita. Perché prima di tutto di compagna
si doveva trattare.
E
invece no! Suo figlio doveva farlo penare… ma, vabbè, avrebbe guardato oltre al fatto che lei in realtà
fosse un lui…
Però:
almeno fosse stato un purosangue!
No! Un
mezzosangue!
Serpeverde?
Un nobile serpeverde?
Ma
figurarsi! Cosa c’è di meglio di un coraggioso
Grifondoro?
Almeno
una cosa di buono aveva fatto suo figlio, quello doveva
riconoscerglielo. Si era accaparrato un buon partito, bello, perché era
veramente bello (se solo si fosse sistemato meglio
quel nido che aveva al posto dei capelli…), ricco (conosceva l’ammontare del
patrimonio dei Potter) e abbastanza stupido, così sarebbe stato semplice da
manovrare.
Ma
purtroppo anche dietro a questa facciata si nascondeva l’arcano: lui era Harry
James Potter. E loro erano i Malfoy. Due famiglie agli antipodi, come il giorno e la notte, il bene e il
male. E come tali erano rimasti sui due fronti
opposti. In poche parole avevano cercato di uccidersi vicendevolmente.
Ma si
sa… -l’amore è cieco- si disse Lord Malfoy.
Con un
sospiro di rassegnazione di alzò dal suo posto e
guardò il sangue del suo sangue negli occhi.
“Auguri e
figli maschi, Draco.”
Fece per andarsene quando una voce lo raggiunse, quella del suo
futuro… un brivido le percorse quando realizzò il fatto che Potter sarebbe
diventato… -suo genero!-
“Mi spiace, papà, ma sarà femmina!” disse Harry accarezzando
con dolcezza il ventre di Draco.
E in
quel momento si fece tutto buio.
Lucius
Malfoy era disteso a terra. Svenuto.
Fine