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Autore: Niagara_R    15/04/2012    3 recensioni
Loro sono i Green Day, lui è un Lord Signore Chipiùnehapiùnemetta, la casa è un castello oscuro e tetro pieno di cantucci nascosti, gli altri sono gli incomodi che spunteranno a random per perseguire il loro scopo. Il punto di congiunzione di questa storia? Il gruppo PunkRock più ottuso che esista sulla faccia della terra!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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12.

Il figlio e le mutande di lana

 

Lord Signore Borromeo Fondo Adeodato Leone Giosafat Diego Tavelicco Gertrudo Oddone Fausto eccetera continuava imperterrito a camminare velocemente, nel tentativo di far uscire dalla sua povera testa bionda quella specie di audiocassetta pornografica che aveva ascoltato, ancora non era pronto per pensare in termini di video ad alta definizione. Aveva voglia di ritirarsi nei suoi alloggi e farsi una bella dormita nella sua amata bara foderata di satin rosa e fucsia, conciliavano splendidamente il sonno, ma di nuovo sentì le assordanti note di una canzone di quello strano gruppo di menestrelli irlandesi, gli U2.

<< Ma da dove diavolo... >> socchiuse piano la grande porta che conduceva ad una delle sue sale da ricevimento ospiti, proprio quella in cui secoli e secoli addietro aveva dato il via ad una strage di massa, ma per un buon fine, cioè fare il bagno nel sangue umano, gli aveva ringiovanito di molto la pelle!

Solo che la maniglia che aveva in mano gli venne brutalmente strappata via, e davanti a lui si parò uno strano tizio alto, biondo quasi platinato, con un’assurda bandana in testa, e una chitarra elettrica a tracolla, su cui stava appiccicato un adesivo con scritto I Love Phil Collins.

<< Sei in ritardo, amico. >> gli disse con fare minaccioso Axl Rose, che intanto aveva in mano un bicchiere colmo di uno sinistro liquore blu su cui galleggiavano olive e pastiglie di Tachipirina << Ma no, sto scherzando, gli amici non sono mai in ritardo!! >> scoppiò poi a ridere, trascinandolo dentro la sala per il bavero.

All’interno c’era il caos più assoluto.

Da un lato erano stati ammucchiati almeno quaranta tavoli fino a formare un piccolo palco, su cui gli U2 si agitavano cantando dentro dei microfoni trovati chissà dove, per tutta la stanza bevevano e ridacchiavano le persone più disparate, gente che lui non aveva assolutamente mai visto in non-vita sua, alle pareti erano appesi festoni di carta colorata, luci stroboscopiche e mutandine da donna, più un qualche personaggio probabilmente risultato alquanto fotogenico per una parete.

<< Loooooooooooord, finalmente è arrivato, il clou non può cominciare senza il padrone di casa! >> sbraitò dall’altro capo della camera Tré Cool agitando nella mano la specialissima granita di sua invenzione, non facendo caso al fatto che nessuno sapeva chi possedesse la casa, né gliene fregasse proprio un piffero.

<< Ehm, sì, sono d’accordo, ora me ne andrei perché ho un impegno... >> annuì Lord Signore Edmondo Clemente Eligio Bibiano Saba Barbaro Siro Loreto eccetera, sentendosi un po’ sconvolto dal fatto che il suo maggiordomo Chopin si stava improvvisando un lapdancer vestito da camerierina sexy << Erg! >>

<< Ma no, dove vuole andare, non ci siamo neanche scatenati! >> proruppe George Clooney, venuto apposta per poter scambiare la sua amata quanto devastata fidanzatina Elisabetta Canalis con qualche altra fanciulla che avesse almeno una sinapsi collegata.

<< Non lo so, non mi sento tanto bene... >> Lord Signore tentò di divincolarsi, e intanto Spencer Reid, abilissimo psicologo intellettuale criminologo della serie Criminal Minds, ovvero anche quella del precedentemente citato Derek Morgan, si metteva a ballare su un tavolo assieme a Charles Eppes, istruitissimo professore di matematica del telefilm Numbers, o Numb3rs, che scriver si voglia, entrambi per dimostrare che anche gli intellettuali sfigatelli hanno il loro fascino. Infatti ogni ospite iniziò a tirar loro rose e boxer, perché le mutandine erano appese alle pareti.

<< Prenda questo, vede come le fa bene?! >> Tré Cool gli passò un bicchiere traboccante di Martini Dry moooooooolto secco che partiva direttamente in quinta per andare a raggiungere il cervello e dirgli di prendersi la pausa di riflessione, al che il Lord Signore divenne vagamente più allegro, anche se non meno sospettoso.

Continuò ad andare avanti e indietro per la festa, schivando la signora Fletcher, che aveva già causato la morte indiretta di quindici povere persone che non avevano fatto assolutamente nulla di male, e Harry Potter, che attirava guai più di una calamita e del Mago Casanova messi insieme.

<< PAPAAAAAAAAAAAAAA’!!!! >> urlò qualcuno sovrastando tutto il casino.

<< EEEEHHH?!? >> esclamò il Lord Signore Savino Guadalupe Lucio Adelaido Olimpo Vunibaldo Berardo eccetera, vedendosi piombare di fronte un ragazzo pallido come un piatto di ceramica, una faccia da schiaffi e un’espressione costantemente scazzata << Papà, che bello, finalmente posso riabbracciarti!! >> esclamò codesto fanciullo saltando letteralmente addosso al povero Lord Signore, appiccicandosi a lui come una patella.

<< Oh oh OOOOHHH!!! >> urlò il conte del maniero, scrollandosi di dosso quella piattola color latte smunto e anche depresso << Si può sapere chi diavolo è lei?! >>

<< Ma papi, sono tuo figlio! >> rispose lui guardandolo con occhi sognanti.

<< Ahia, qui mi sa che una volta si è dimenticato di fare le cose per bene... >> commentò Tré Cool che si godeva la scena assieme a Morgan e l’ispettore Derrick.

<< Io non ho figli! >> ribadì l’elegante vampiro, perentorio.

<< Ma paparino, come fai a non riconoscermi, siamo uguali! >>

<< Io non ho quella pettinatura a dir poco oscena, e non ho la sua faccia da belloccio idolo delle ragazzine, io ho fascino, una cosa che lei non capisce! >>

<< Ma papozzo, io sono Robert Pattinson! >> E al solo sentire quel nome nella sala si erse un unico urlo collettivo di teenager in preda ad una crisi isterica, che mandò in frantumi ogni singolo pezzo di vetro presente nell’arco di qualche centinaio di chilometri.

<< ... Chi? >> domandò Lord Signore Liberato Canisio Ivo Ceriolo Innocento Ruggero Domiziano eccetera che non era un gran estimatore del genere di film emo.

<< Non puoi sbagliare, sono tuo figlio! Il mio nome è Robert Pattinson Edward Cullen Idolo Di Twilight Sogno Erotico Di Ogni Ragazzina Gran Figaccione Che Si E’ Innamorato Dell’Unica Sfigata Che Circolava In Quel Momento Cioè Quella Tipa Di Nome Bella... >>

<< Mi sa che è proprio sangue del suo sangue... >> osservò Tré scolandosi una bottiglia di plastica di spumante, siccome i vetri si erano rotti.

Il Lord Signore continuò ad ascoltare per circa venti minuti gli sproloqui nominativi dello sfigatello che aveva davanti, poi alzò gli occhi al cielo, essendosi rotto i coglioni di quella solfa, e girò sui tacchi, desiderando proprio ritirarsi nelle sue amate cantine e svuotare un bel po’ di casse di vino.

<< Papiiiiiiiiiiii, dove vaiiiiiii??!! >> Robert Cullen eccetera si aggrappò disperatamente al suo mantello, facendosi trascinare per terra, diventando inoltre un ottimo raccoglipolvere.

<< Vado al cimitero degli elefanti, così non mi trova, razza di assurda parodia fallita di un vampirucolo mentecatto! >> rispose burbero il Lord Signore Ottone Goretto Antonino Fantosato Veronico Vinicio Jacopo Lello eccetera, non tornando sui suoi passi.

<< Ma paaaaaaaaapiiiiiiiiii, giuro che sono sangue fermo del tuo sangue fermo, fami tutte le domande che vuoi, controlla pure i miei nei, ho la voglia a forma di castoro sulla chiappa destra, proprio come teeeee!!! >> urlò il povero Edward Pattinson eccetera che non si decideva a mollare la presa sul mantello di Lord Signore, peraltro modello di Armani della collezione Aldilà Sempreverde, stagione autunno-inverno.

<< Io non ho figli! >> ribadì il Lord con cipiglio, e ripigliandosi anche il proprio mantello firmato costatogli una botta di soldi e un’ipoteca sulla villetta in Costa Azzurra, che in quello spazio di qualche chilometro quadrato era poi sempre azzurro scuro.

<< Non mi vuoi neanche mettere alla prova? Ho sconfitto i Volturi! Ho sposato Liza Minnelli! Ho baciato Platinette! Sono andato ad un concerto di Fratello Metallo! Ho guardato tre volte di seguito Titanic compresi gli special e i commenti del regista! Cosa vuoi di più?! >> pianse il povero ragazze che vedeva i suoi sogni di ritrovare il padre svanire come i fumi di tutta la ganja che si stavano fumando lì intorno.

Lord Signore Camillo Bonaventura Edvigio Arnolfo Varazze eccetera si bloccò, e contro di lui andò a sbattere il trenino conga che si era formato. Si voltò lentamente verso il presunto figliolo, che lo guardò con i suoi grandi occhioni da gattone stirato sul bordo di una strada, ritrovando un po’ di speranza.

<< Caro Edward Pattinson Robert Cullen Vampiro A Caso eccetera... >>

<< Dimmi papino! >>

<< Tu sai lavare le finestre? >>

 

Nella stanza di forma sferica erano ritornati il silenzio e la pace, dopo svariate ore di rumore assordante e continuo, ora tutto taceva e sembrava immobile, come se non fosse successo niente.

I due membri della notissima band dei Green Day se ne stavano per la seconda volta a godersi il meritato riposo, dopo ulteriori ore di suonate varie, non si erano limitati alle solite chitarre, ma avevano spaziato dai lenti agli heavy metal, passando dai bassi alle batterie, con una buonissima dose di fantasia e un mucchio di divertimento.

Per la seconda volta, il famigerato bassista Mike Dirnt si svegliò per primo. Per la seconda volta non si ricordava un emerito cavolo.

<< Ho l’impressione di perdermi qualcosa... >> commentò l’astuto musicista, non sforzandosi nemmeno di chiedersi il perché lui e Billie Joe erano spudoratamente mezzi nudi, stravaccati sul pavimento, né gli passò per la testa di domandarsi perché Billie Joe avesse quell’espressione beata e soddisfatta sul viso, o perché lui avesse lividi, segni di corde di chitarre sui polsi, i vestiti strappati, morsi un po’ ovunque, e si sentisse particolarmente svuotato. In poche parole, Mike non aveva ancora capito un cazzo della situazione.

<< Ehm, Billie... >> lo chiamò toccandolo delicatamente con un dito. Il delizioso frontman aprì i verdi occhi da cerbiatto, e li posò su quelli azzurri da falchetto di Mike. Billie capì una seconda volta che Mike non capiva una beneamata sega di cosa stava succedendo, tanto per cambiare.

<< Oddio... >> volse gli occhi al cielo il cantante, veramente rottosi le palle delle improponibili amnesie dell’amico barra suonatore preferito << Mike... Vuoi lasciare la band? >>

<< No, penso di no. Ora come ora non capisco neanche perché abbia preso una decisione del genere! >> rispose convinto il bassista.

<< Vuoi ancora andare in Tibet? >> gli domandò di nuovo allargando il suo sorriso.

<< Scherzi?! Con un freddo cane, e coi monaci tutti pelati! Io i capelli non me li taglio neanche se mi pagano! >> esclamò Mike.

<< Castità? >>

<< Che tu ci creda o no, non fa parte del mio vocabolario! >>

<< Mike... >> Billie Joe riprese in mano lo specchio con la pietruzza rossa, e glielo piazzò davanti al viso. Una lucina scarlatta si accese negli occhioni azzurri di Mike, che sorrise tornando a guardare Billie.

<< Non perderò neanche tempo a parlare. >> gli sorrise il fascinoso bassista.

<< E’ sempre stata la mia filosofia. >> dichiarò convinto il frontman.

<< Davvero? Credevo che la tua unica filosofia fosse un’altra. >> commentò Mike avvicinandosi, con un certo tono ironico.

<< ...Tipo? >> domandò Billie Joe, con quell’ingenuità da giglio casto e puro che gli era innata.

Mike sorrise come per dire Adesso ti faccio vedere.

Un secondo e mezzo dopo...

<< OOOOOOOHHHHOOOOOOHHHHMMIODDIOOOOOHHH MIKEEEEEEE!!!! >>

 

<< Così va bene, papi?! >> chiese Robert Cullen eccetera in bilico su una scaletta scalcinata e traballante, probabilmente antecedente alle prima guerra mondiale, o forse alle guerre puniche, mentre passava uno straccio a pois viola sulle grandi vetrate delle altissime finestre del maniero, ala nord.

<< Bravissimo figliolo, però sfrega di più, che ci sono gli aloni! >> rispose Lord Signore Brigido Vittore Crisologo Gualberto Liguore Borghi eccetera mentre si scolava con una cannuccia arancio fosforescente una bottiglia appena aperta di vino rosso, dando ordini al tizio che si spacciava per suo figlio. Lui non sapeva se in realtà avesse un figlio, per giunta brutto quanto quella cosa, non poteva ricordarsi tutte le pulzelle con cui si era intrattenuti durante i suoi lunghi anni di non-vita ma siccome Chopin aveva intrapreso la carriera del transgender, lui doveva trovare qualcun altro che si occupasse del castello.

<< Papozzo, ma tu se fiero di me? >> domandò urlando il ragazzo, mentre veniva attaccato da un condor incazzoso perché Edward Pattinson eccetera gli aveva spostato l’arredamento del nido.

<< Fierissimo figliolo, e quando hai finito con le finestre passa ai televisori... >>

 

Tré Cool si stava intrattenendo assieme a Paris Hilton, Jack Black e Walter Fontana in una gara a chi riusciva a bere più Peschito tutto d’un fiato, e naturalmente stava vincendo, siccome la sconclusionata Paris non faceva altro che dar da bere il cocktail al suo cagnetto, che barcollava con gli occhi a palla per la sala, Jack Black era talmente sbronzo che ci stava provando con un pilastro in mattoni rossi e cemento armato, e Walter Fontana infastidiva le persone agitando in malo modo il suo ciuffo collaudato direttamente dalla NASA, e segretamente usato per le missioni di conquista della Svervegia del Nord.

<< Ragazzi, questo party di compleanno è una vera figata! >> commentò il batterista dei Green Day, alzando il settantaduesimo bicchiere della serata, o giù di lì, non ricordandosi nemmeno di chi fosse il compleanno, né tantomeno se quello fosse un compleanno. Forse era una cerimonia funebre. In tal caso, bevve un altro bicchiere, in onore del defunto, chiunque esso fosse.

<< Ehi Tré, ma tu una volta non bazzicavi in una band?! >> chiese qualcuno di non meglio identificato nella mischia, probabilmente uno di quelli che stavano rotolando per terra perché improvvisamente la gravità era divenuta una scoperta scomoda, soprattutto con ventiquattro litri di alcol in circolo.

<< Band? Ma scherzi, io sono un sistemista informatico! >> ribadì l’astuto musicista, abbracciando una fanciulla dai lunghissimi capelli che lui non riconobbe tanto bene, forse era la bimba di The Ring, o forse Mortisia Addams.

Poi ci pensò un po’ su.

In effetti lui non sapeva neanche come fosse fatto un computer. Per lui il mouse era un animaletto che aveva l’abitudine di sgusciare. Nel monitor lui ci vedeva solo i film della sua pregiata collezione di film di Rocco Siffredi. La stampante lui la accendeva con un battito di mani. E infatti la portava costantemente in riparazione. Con i cd lui ci giocava a frisbee col cane. L’inimitabile Tré Cool ne dedusse che lui non era un sistemista informatico. Ma allora che diavolo era? Uno spogliarellista? Però rammentava vagamente che la sua amata collezione di perizomi leopardati, giraffati, gheopardati, tigrati, zebrati, e tutti gli –ati che poteva prevedere l’aspetto di un animale esotico, non era a conoscenza di molti, quindi lui non si spogliava in pubblico. Non per soldi, almeno.

Nella dolce nebbiolina umidiccia che la vodka più coca più rum più chipiùnehapiùnemetta creavano nella sua testa intravide due animali che lui conosceva bene, da molto tempo... Forse non erano propriamente animali. Forse erano uomini. Forse. O qualcosa di simile.

Uno si chiamava... Billie Joe... O Paolo... E l’altro Mike... Sì, di quello ne era sicuro!

Dunque lui, Mike e Paolo suonavano in una band! Ok, allora bisognava dare prova della loro bravura, siccome era da più o meno sei ore che Bono e i suoi cantavano ininterrottamente, e Bono stava iniziando a cantare come una voce bianca. Ma dove diavolo erano Paolo e Mike?

Bisognava assolutamente trovarli!

<< MORGAN!! >> urlò all’uomo che stava a due centimetri da lui.

<< Dimmi Boss. >> rispose l’interessato, che si stava dilettando nella risoluzione di un cubo di Rubik, non accorgendosi neanche che era già stato completato.

<< Abbiamo una missione! >>

<< C’è un S.I. in circolazione? >>

<< Uno Sparapocchio Indemoniato? No Morgan, dobbiamo trovare Paolo e Mike! >>

<< Ok, aspetta un attimo che io vado a mettermi le mutande di lana, poi arrivo! >>

 

Indovinate un po’? Continua!

 

 

 

 

 

Ho riletto le ultime righe e sto morendo dal ridere per la mia stessa opera. *Sta male*

Ok, come al solito ringrazio chiunque si faccia vivo per questa storia, tanto amore per voi, un commentino non fa mai male, ma comunque spero di avervi sganasciato dal ridere!XD

Tanti baci, al prossimo capitolo!

   
 
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