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Autore: owhe    15/04/2012    17 recensioni
One-Shot con protagonisti Harry Styles e Miley Cyrus.
Lei si presentò ai miei occhi, una visione celestiale, provai un qualcosa di assurdo nel mio piccolo petto da bambino nel vedere quelle iridi azzurro cielo e quei capelli castani raccolti in due codini decisamente troppo lunghi per una bambina che dall'aspetto dimostrava più o meno la mia età.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentivo le sue labbra sfiorare il mio corpo con una delicatezza inaudita, le sue mani così curate, così perfette, le sue dita sottili e solitamente ornate da anelli d'ogni genere seguire il contorno del mio viso, indugiare sulle labbra e poi scendere pian piano.
Potevo scorgere ciascuno dei tatuaggi che si era fatta nel corso della sua vita, conoscevo il significato di ognuno e ciò non mi sorprendeva avendo assistito ad ogni passaggio della sua crescita. Mi soffermai su quella scritta, love, che tanto rappresentava quel momento, le morsi delicatamente il lobo dell'orecchio per poi riempirle di baci il collo, percorrerlo tutto fino al petto, inalai il suo profumo così buono, intenso, mi portò tanti ricordi.
La prima volta che la vidi, ero un bambino e lei era la creatura più bella che avessi mai visto.
Giocavo in strada con i miei amici quando un tiro maldestro fece balzare la palla all'interno del cortile di una villa sulla destra della via, facemmo la conta per stabilire chi sarebbe dovuto andare a riprenderla e come al solito capitai io, cominciai a sospettare che lo facessero di proposito.
Scavalcare sarebbe stato pericoloso, non solo per la recinzione appuntita ma perchè quel magnifico cortile era ornato per tutto il perimetro da rose colorate e cadere in un cespuglio di esse ricoprendomi di spine era l'ultima cosa che desideravo così mi avvicinai alla cancellata e mi stirai il più possibile mettendomi in punta di piedi per raggiungere il campanello. Una voce metallica chiese chi fosse ma mi limitai a suonare di nuovo, probabilmente creando un gran fastidio nelle orecchie di colui che si trovava dalla parte opposta l'apparecchio elettronico, poco dopo scorsi una figura alta e vestita da damerino uscire dal portone in legno dell'entrata principale e venirmi incontro.
'Hai suonato tu?' chiese un po' stizzito nel vedere che a disturbarlo era stato un moccioso.
'Si signore. Io e i miei ami-' mi girai ma non c'era più nessuno. Stronzi, mi avevano lasciato solo. 'La mia palla è finita nel suo giardino' dissi d'un fiato.
Quell'uomo mi aprì la porta del cancello facendomi segno di entrare, indugiai un po' ma quando si mise a parlare mi convinsi e la sorpassai ritrovandomi nell'immensità. Da fuori non sembrava così grande, certo non sembrava piccolo ma quella era davvero l'immensità.
'Hai idea di dove sia?'
'No signore'

Alla mia affermazione scosse la testa come scocciato e mi fece segno di seguirlo.
Mi stava portando all'interno di quella casa che non mi dava l'aria essere sua infatti appena entrati chiamò colei che doveva essere la reale padrona di casa, constatai che fosse un semplice maggiordomo. Quella famiglia doveva essere veramente agiata per potersene permettere uno. Di certo la mia non era povera ma a mamma non era mai piaciuto dover comandare alle persone perciò non avevamo nessun cameriere, maggiordomo o domestica, faceva tutto lei.
Quella donna mi porse subito un caloroso sorriso, mi sembrò subito gentile, le sue labbra si schiusero porgendomi una domanda.
'Quanti anni hai tesoro?'
'Sette, signora'
'Quanta grazia'
fu il suo commento 'Alfred mi ha detto che cerchi il tuo pallone, spero non sia caduto nelle rose altrimenti sarà sgonfio adesso'
Annuii poco convinto, quell'affermazione mi lasciò un po' rattristito. Era il mio pallone, cavolo. Non poteva essersi ridotto ad un'ammasso di cuoio aflosciato.
'Mamma, guarda che c'era laggiù'
Lei si presentò ai miei occhi, una visione celestiale, provai un qualcosa di assurdo nel mio piccolo petto da bambino nel vedere quelle iridi azzurro cielo e quei capelli castani raccolti in due codini decisamente troppo lunghi per una bambina che dall'aspetto dimostrava più o meno la mia età.
Teneva stretto al petto quello che un tempo doveva essere il mio pallone, era ridotto malissimo ma ora non importava.
La signora lo prese in mano e me lo porse.
'Mi spiace molto' disse solo prima di porgermelo.
Annuii distratto prima di prenderlo e dirigermi all'uscita, la guardai ancora una volta prima di salutare la signora e il maggiordomo con un 'Grazie, salve' e andarmene definitivamente.
Era ancora presto per tornare a casa ma i miei amici mi avevano abbandonato e almeno per quel giorno non li avrei voluti rivedere, si erano comportati davvero male. Buttai il pallone nel primo cassonetto che mi si parò davanti mentre mi dirigevo dal panettiere, mi era venuta fame e mamma mi dava sempre qualche spicciolo per la merenda prima di farmi uscire a giocare, presi una focaccina semplice e uscii salutando quella che ormai era diventata come una zia talmente tante furono le volte che mi farmai da lei per rifornirmi.
Che avrei fatto a quel punto? All'idea di tornare a casa e dovermi sorbire le lezioni di piano di mia sorella mi venne il brutto male così decisi di tornare alla villa. Magari l'avrei trovata a giocare in giardino. Appena mi ritrovai davanti alla cancellata cominciai a passare in rassegna il giardino, notai piante a cui prima non avevo fatto caso ma soprattutto vidi un'altalena a panca e su di essa si dondolava con tutta la grazia possibile quella meraviglia.
Questa volta dovevo scavalcare, non potevo suonare di nuovo, ce l'avevo quasi fatta quando misi male un piede e caddi puntualmente nelle rose.
Mi uscì una specie di gemito di dolore che catturò la sua attenzione, poco dopo me la ritrovai di fiaco a fissarmi con una mano tesa per tirarmi fuori di li. La presi senza pensarci troppo ma non le feci pesare il mio corpo, mi alzai senza l'ausilio della sua forza, era pur sempre una bambina anche se non sembrava fragile.
'Fa male, eh?' mi disse d'un tratto girandomi intorno e fissando i punti in cui si erano conficcate le spine.
'Già' mi limitai a dire cercando di toglierne qualcuna dai pantaloni in maglina. Mi aiutò togliendomi quelle che avevo sulla schiena, riconobbi subito che aveva un tocco delicato, non mi faceva male.
'Vieni.. devi togliere anche quelle' mi fece segno alle mani dove i vestiti non avevano potuto impedire che si conficcassero nella pelle.
La seguii dentro casa, sembrava che tutti fossero spariti in pochi attimi. Arrivammo in un grande bagno, aprì un cassetto della petinose e ne estrasse una pinzetta 'Brucerà un po'' mi disse facendomi sedere sul bordo di una vasca da bagno che sarebbe riduttivo definire enorme. Chiusi gli occhi sentendo pizzicare più volte il palmo, rimasi così un po' anche dopo aver smesso di sentire il bruciore, quando li riaprii la vidi fissarmi con un sorriso furbo stampato in faccia e i due cristalli blu che sembravano ridere.
'Ma i tuoi occhi sono verdi o azzurri?' disse scostandomi i riccioli dalla fronte lasciandomi attonito.
'Dipende' risposi titubante.
Non sembrò particolarmente soddisfatta della risposta ma poi concluse 'Meglio, saranno verdi o azzurri in base a ciò che preferirò ogni giorno. Vieni a giocare?'
In quel momento capii che non era solo perfetta esteriormente, era una forza anche di carattere.
'Ok. Come ti chiami?' quella mi sembrava la domanda più normale da porre, non la conoscevo neanche.
'Dipende' mi rispose, probabilmente la mia espressione dovette essere parecchio buffa perchè si mise a ridere.
'Mi chiamo Destiny ma mi chiamano Smiley, lascio a te la scelta. Te lo devo per permettermi di scegliere il colore dei tuoi occhi'
'Ok, Miley?'
'Smiley.. ma Miley va bene. E' anche più carino'
disse sorridendo nuovamente ed all'improvviso capii il perchè di quel soprannome.
'Io sono Harry'
'Sei dolce, Harry'
i suoi occhi esprimevano sincerità, erano limpidi e allegri allo stesso tempo e probabilmente a quelle parole il mio cuore cessò per un attimo di battere.
Anche dopo undici anni mi faceva lo stesso effetto, era perfetta e ogni cosa di lei mi inebriava totalmente.
Avevo avuto diverse ragazze ma nessuna era come lei, era stata un'amica, la migliore, mi aveva consolato e io avevo fatto lo stesso con lei dopo ripetute relazione finite male, avevamo sempre avuto una certa attrazione l'uno per l'altra, molto forte ma nessuno dei due si decideva ad ammetterlo.
Quella sera però era diverso, stavamo tornando da una festa e come al solito la stavo portando a casa, raggiunta la villa mi fermai, scesi dalla macchina ed andai ad aprirle la portiera.
'Non sali? Sono sola e ho un po' paura a quest'ora.. la casa è grande e lo sai..'
'D'accordo, finchè non tornano i tuoi ti faccio compagnia tanto i miei staranno dormendo e non se ne accorgeranno se tarderò un po''

decidemmo di salire al piano di sopra e metterci a vedere un film nella sua stanza.
'Ti spiace se mi cambio? Questo vestito mi sta scomodo'
Annuii, l'avevo vista in costume, cosa sarebbe cambiato a parte la stoffa con cui erano fatti i due pezzi? Nulla, mi convinsi.
Mi ritrovai a fissarla mentre abbassava la zip e si sfilava l'abito scuro, le scarpe erano già state abbandonate all'ingresso.
Cazzo, aveva un corpo perfetto. Liberò i capelli da forcine ed elastici che prima li tenevano raggruppati in una specie di crocchia e li frizionò con le mani lasciando cadere le onde sulle spalle nude. Si girò di spalle per togliersi il reggiseno ed infilare una maglia per dormire. Dio, non resistevo. Persi del tutto il controllo quando le cadde dalle mani la maglia e si dovette abbassare per raccoglierla, teneva il braccio all'altezza del cuore per coprirsi il seno, inutile. Mi avvicinai, le misi una mano fra i capelli e la feci voltare verso di me. Feci un passo avanti facendola appoggiare con la schiena al muro che doveva essere freddo perchè rabbrividì. Cercai di tenere gli occhi fissi nei suoi che non sembravano volersi opporre a ciò che stavo per fare.
Appoggiai le mie labbra sulle sue e con una lentezza che sembrò snervante anche a me cercai di farle schiudere con la lingua, cedette quasi subito chiudendo gli occhi ed interrompendo il contatto visivo. Feci lo stesso stringendola a me e sentii le sue braccia circondarmi il collo per approfondire il bacio, cominciò ad accarezzarmi i capelli e a farmi indietreggiare facendomi cadere sul letto. Si fermò un attimo a guardarmi staccandosi dal bacio.
'Ti amo'
quelle parole mi fecero andare a fuoco, erano troppi anni che quel sentimento rimaneva dentro di noi, era giunto il momento di ammettere che ciò che ci legava era molto più di una semplice amicizia.
Sentii le guance bruciare, ero indubbiamente arrossito ma lei sorrise, lo stesso sorriso furbo che le era comparso sul volto quel giorno, il giorno che oggi definirei il migliore della mia vita, compresa la caduta nelle rose. Anzi, soprattutto quella, altrimenti non sarebbe successo tutto questo.
'Sei dolce quando arrossisci' quelle parole, sei dolce, pronunciate da lei avevano tutto un altro sapore.
Passò la sua mano sulla mia fronte incastrando le dita nei ricci e mi fissò gli occhi.
'Di che colore sono?' le chiesi
'Dipende' mi sussurrò abbassandosi ad un orecchio per poi cominciare a sbottonarmi la camicia.





CORNER

E' la prima One-Shot che scrivo.
Ero ispirata e spero vi piaccia quanto è piaciuto a me scriverla.
Sono in fase di scrittura di due long che pubblicherò solo se riuscirò a finirle perchè non vorrei
che mi venisse il blocco come per Una modesta e accogliente cittadina di nome Holmes Chapel.
I protagonisti come avrete capito sono Harry Styles e Miley Cyrus.
Diciamo però che di loro ho "preso in prestito" solo i corpi e i nomi, quindi se non gradite loro
chiamateli come volete. Secondo me formano una coppia bellissima ma solo per le ff perchè nella
vita reale adoro Miley con Liam Hemsworth ed Harry con chi capita (?) ahahah
Beh.. mi farebbe un piacere immenso sapere che ne pensate e si, il banner l'ho fatto io che su Twitter
sono sia @ProudToLove1D_ che @FunGyusLover_1D.
-Ali xx

   
  
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