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Autore: Lemon    15/04/2012    7 recensioni
Quando John aprì lentamente gli occhi sentì una mano che stringeva debolmente la sua e un peso che gli premeva sul busto. Inizialmente pensò che fosse Yoko, in realtà non sapeva neanche cosa pensare, ma si stupì quando vide la chioma scura del suo amico Paul McCartney.
E se John non fosse morto?
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon , Paul McCartney , Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: What if?
Autore: Lemons
Rating: Giallo ( Per ora C: )
Avvisi: Slash, What if?
Genere: Malinconico, Romantico, Angst
Avviso: John Lennon né tutte le persone citate in questa storia non mi appartengono e bla bla bla. Se non vi piace lo slash vi sconsiglio di leggere, ciau.
Paring: Lennon/McCartney ( <3 )
Riassunto: Quando John aprì lentamente gli occhi sentì una mano che stringeva debolmente la sua e un peso che gli premeva sul busto. Inizialmente pensò che fosse Yoko, in realtà non sapeva neanche cosa pensare, ma si stupì quando vide la chioma scura del suo amico Paul McCartney. 
Note dell’autrice:NON LO SO VI PREGO NON MI UCCIDETE. Era da un bel po' che mi ronzava questa idea di John che non moriva sul colpo e boh, ho scritto. Spero vi piaccia, recensite che non mangio nessuno.
 
| Breathe |
 
Quando John aprì lentamente gli occhi sentì una mano che stringeva debolmente la sua e un peso che gli premeva sul busto. Inizialmente pensò che fosse Yoko, in realtà non sapeva neanche cosa pensare, ma si stupì quando vide la chioma scura del suo amico Paul McCartney. 
Schiuse le labbra e fece per parlare, ma dalle sue labbra sottili non uscì un suono. Così si limitò a guardarsi intorno nella stanza bianca. Dalla finestra spalancata riusciva a intrevedere un sole tiepido ed accennato, mentre un venticello smuoveva le tende, facendole danzare leggiadre avanti e indietro. Accanto al suo letto vi era un comodino con sopra una pila di lettere grande così e a decorare la stanza decine e decine di mazzi di fiori variopinti con messaggi d'incoraggiamento inpilati dentro. Il suo breve viaggio della stanza tornò su McCartney che singhiozzava silenziosamente su di lui, i capelli più corti di quello che si ricordava gli coprivano il viso bagnato dalle lacrime. John sentì un sussulto al cuore e gli venne voglia di stringerlo a sè con delicatezza e baciargli la fronte, sussurrandogli che andava tutto bene, come svariate volte si era ritrovato a fare nel mezzo della notte negli anni della gioventù. Ma andava realmente tutto bene? Da quanto era lì? Come ci era finito? L'ultimo ricordo che aveva era avvolto nel buio, vicino a casa sua. Socchiuse gli occhi e riuscì ancora a udire una voce chiamarlo: «Hey, Mr. Lennon!». Un brivido gli percosse la schiena e s'irrigidì, chiudendo completamente gli occhi.
Lennon ebbe un sussulto appena sentì il peso che gli premeva sul ventre diminuire. La mano calda di Paul gli sfiorò la guancia. «John» Lo sentì sussurrare e il suo cuore fece una capriola. Da quanto tempo era che non sentiva la sua voce chiamarlo in quel modo? Rabbrividì e McCartney continuò a parlare con voce tremante. «Ti prego, svegliati. Se non vuoi farlo per me, allora fallo per il resto del mondo». Il più piccolo lo guardava intensamente con gli occhi verdi spalancati e colmi di lacrime. Profonde occhiaie gli marcavano gli occhi ed era incredibilmente pallido, da mesi ormai era ridotto a uno straccio.
A dirglielo fu Linda, il viso dispiaciuto e gli occhi lucidi, sapeva quanto John contasse per suo marito. Quando Paul lo seppe credette fosse uno scherzo, oppure un incubo. Così, nel cuore della notte, McCartney si era infilato il giaccone ed una sciarpa, uscendo nel freddo di quel maledetto dicembre. Aveva un incredibile paura. Con le mani tremanti si era messo al volante. Era a New York per pura casualità, inoltre qualche giorno prima si era sentito con l'amico John e avevano deciso di incontrarsi e andare a bere qualcosa insieme. Sarebbe stato il giorno dopo. Era stato il primo ad arrivare e ad entrare nella sua stanza. Non c'era neanche Yoko, lei aveva assistito alla scena ed era rimasta sconvolta, gli avevano detto. Beh, aveva pensato Paul, io l'ho appena saputo e credo che sto per avere un'attacco di cuore.
McCartney fu risvegliato dai suoi ricordi dalla mano di John che stringeva, seppure debolmente, la sua. Lui aprì gli occhi color nocciola e lo guardò, specchiandosi in quelli lucidi dell'amico. «Beh, cos'è quella faccia? Credevo che volessi che mi svegliassi» Sussurrò, accennandogli un sorriso, il più rassicurante possibile. L'altro sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta, quello che accadeva con ricorrenza nei suoi sogni si era avverato
«Cosa mi è successo?» Domandò subito dopo Lennon, sotto lo sguardo incredulo di Paul che avvicinò una mano al suo viso, toccandoglielo. «Sei vero?» Disse in un sussurro, sbattendo velocemente le ciglia e John rise. «Certo che sono vero!». Appena finì di parlare Paul posò il viso sul suo petto, prendendo a lacrimare mentre il cantante lo guardava senza capire, ascoltando i suoi singhiozzi e le poche parole che riusciva a sbiascicare tra una lacrima e l'altra. Poi si alzò e fece per andarsene. «Vado a chiamare un dottore» Aveva detto semplicemente, dandogli le spalle, ma John lo afferrò con le poche forze che aveva per il polso. «Rimani con me»
I loro sguardi s'incrociarono e Paul sussultò, sgranando gli occhi. "Non t'innamorare di nuovo, Paul, tanto ne rimani fregato" Si disse, perdendosi comunque negli occhi nocciola della persona che in passato aveva così tanto amato. Riprese posto sulla sedia e si grattò la nuca in imbarazzo, era da così tanto tempo che non gli parlava. «Era l'otto dicembre, quasi le undici di sera e..» McCartney fu interrotto da John. «Che mese siamo?»
«Aprile» Rispose il più piccolo e riprese a parlare, con voce leggermente tremante. «Stavi tornando a casa dopo aver fatto visita a Sean, tuo figlio, quando davanti al Dakota un folle... ti ha sparato» Disse, rabbrividendo. «Dicevano che non ce l'avresti fatta, John, dicevano che saresti morto» Aggiunge e si strofinò il dorso della mano contro il viso, asciugandosi le lacrime. Vi fu un silenzio di sguardi, Lennon era sconvolto e una domanda gli sorse spontanea, scivolando via dalle sue labbra. «E Yoko?». Yoko, certo, pensò Paul incrociando le braccia al petto, sua moglie che praticamente veniva a fargli visita una volta o due alla settimana. La sopportazione per quella donna per McCartney era arrivata ai limiti. Veniva raramente e portava dei fiori, guardava John e se ne andava in silenzio. "Se fossi stato io la persona che John aveva scelto di amare fino alla fine di certo non mi sarei comportato in questo modo" Pensò e si grattò il mento pensieroso e subito dopo si rese conto che in tutti quei mesi, lui c'era sempre stato. "Proprio come sei fossi io, la persona che John ama" Si disse ed arrossì da solo, scuotendo poi la testa. «Non so dov'è» Rispose all'amico, facendo spallucce e si mordicchiò la pelle attorno un'unghia. «Era qui fino un attimo fa, io sono arrivato adesso» Mentì. Dopotutto lo amava ancora e non voleva vederlo triste, assolutamente no. Ed era quello il problema: in tutto quel tempo in cui non si erano sentiti era stato incredibilmente male, senza John che lo accarezzava, senza John che lo stringeva con quella delicatezza che lo faceva sentire una principessa, senza John che lo baciava, senza John e le sue pazze idee sessuali. Senza John e basta. 
Era rimasto a soffire in silenzio, mentre lo vedeva diventare un uomo assieme ad un'altra persona. Eppure dovevano invecchiare insieme, l'aveva detto lui. "Staremo insieme per sempre" Gli sussurrava all'orecchio tante di quelle volte, facendolo sempre rabbrividire. Poi, invece, si è innamorato di qualcun'altro, ironica la vita, no?
«Sì?» Chiese l'altro, sorridendo. Oh quanto amava quel sorriso. «Sì» Annuì McCartney e guardò fuori dalla finestra, quando Linda entrò nella stanza, stupendosi di ciò che i suoi occhi vedevano. «John!» Esclamò felice e si avvicinò al letto, incredula, voltandosi poi verso Paul. «Amore, ti avevo portato il cambio, ma a quanto pare oggi puoi anche tornare a casa» Gli disse e si chinò a baciarlo a stampo sulle labbra. Lennon sentì una morsa di gelosia al petto e voltò lo sguardo, capendo subito dopo quello che la donna aveva appena detto. «Paul ha dormito qui?» Chiese colpito, non se lo aspettava proprio e lei annuì, facendo arrossire Paul che provava a zittirla. «Non solo oggi. Oh, John, hai proprio un vero amico, ti è stato accanto ogni volta che poteva... al contrario di Yoko» Disse lei e Paul si alzò di scatto. «Linda, puoi lasciarci un attimo soli?»
   
 
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