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Autore: torcida27    15/04/2012    3 recensioni
Nell'universo Mirai, Trunks e Goten sono coetanei e quest'ultimo ha una sorella gemella, Dairen appunto. Vera protagonista della storia, sarà lei ad accompagnare l'amico nel passato, dove apprenderanno una verità sconvolgente..che nessuno vorrebbe affrontare.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Trunks, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO AUTRICE:
Finalmente riesco a pubblicare il terzo capitolo! yuhuuuu
Putroppo è solo un capitolo di transizione, ma spero che vi piaccia ugualmente come i primi due! ^-^

Comunque dal prossimo si entrerà finalmente nel vivo della storia..e sinceramente spero di poter aggiornare costantemente come sempre, ma sarà difficile: domani ricomincia la scuola e mancano SOLO due mesi alla matura :((((
Tornando a parlare della storia, scrivendo questo capitolo mi sono accorta di non aver speso nemmeno una parola per descrivere il rapporto di amicizia tra Goten e Trunks. In fondo sono amici anche nel futuro!!
Sicuramente un giorno rimedierò..
Buona lettura!!!

 





Viaggiare è il modo più completo di vivere,
ed ogni volta che fai ritorno a casa sei diverso, un po' più maturo.
Almeno così dicono.

Anche Dairen pensava che quelle fossero solo delle frasi stereotipate..






Da quella notte passarono tre anni.

Tre anni in cui Trunks e Dairen si erano allenati costantemente, in condizioni estreme, in vista del loro viaggio nel passato. Un altro degli obiettivi di quella missione era quello di scoprire, ammesso che esistessero, i punti deboli degli invincibili cyborg. E nel caso non ne avessero veramente avuti quell'avventura nel passato li avrebbe comunque resi forti abbastanza da porteli sconfiggere una volta per tutte. Ma quell'ultima aspettativa non valeva più, almeno non per Dairen: non poteva saperlo, e forse non se ne sarebbe mai resa conto, ma grazie al durissimo allenamento a cui si era sottoposta aveva ormai superato di gran lunga la forza di C-17 e C-18; avrebbe potuto facilmente distruggerli. Non poteva saperlo, perché in quei tre anni avevano evitato ogni tipo di contatto con i due cyborg per evitare ulteriori gravi incidenti, come quello che era successo a Dairen, che avrebbero potuto compromettere la loro partenza. Inoltre, negli scontri amichevoli con Trunks e Goten, Dairen non aveva mai usato tutta la sua potenza, perché era sempre stata la più forte tra i tre e si era ormai abituata a dover reprimere la sua aura. Forse anche troppo.
Anche Goten si era allenato assieme a loro. D'altronde, il suo era forse il compito più difficile da affrontare: sarebbe rimasto nel loro tempo a proteggere la loro madre, Bulma e tutta l'umanità da solo, tentando di respingere e reprimere ogni violento attacco dei due “rottami”, come li definiva lui. Dairen si sentiva molto triste nel doverlo lasciare, ma di certo non era preoccupata per la sua sorte; Goten era in gamba e lei, da ottima sorella gemella, si fidava ciecamente di lui. Gli affidava quindi a occhi chiusi le sorti del loro pianeta.

E poi, arrivò anche il giorno della partenza.

Il vento soffiava forte, scompigliando i lunghi capelli di Dairen, la quale istintivamente si girò dalla parte opposta proprio per non doverseli trovare continuamente in faccia. Si trovò così di fronte a Trunks. Il loro rapporto non aveva registrato miglioramenti anzi, momenti di debolezza come quelli della sua ultima notte in ospedale non se ne erano più verificati. Tuttavia Dairen temeva sempre di poter cedere da un momento all'altro: d'altronde, ogni qualvolta i loro sguardi si incrociassero, il mondo attorno a loro smetteva improvvisamente di esistere. Proprio come stava accadendo in quell'istante..
Questa volta, fu Trunks a interrompere quell'idilliaco momento.
<< Sei pronta? >> le chiese, senza staccare lo sguardo dalla ragazza.
<< Sono nata pronta, lo sai >> rispose Dairen. L'orgoglio e la spavalderia non l'avrebbero mai abbandonata.
<< Guarda.. >> Trunks cambiò discorso, indicando un punto non molto lontano << La mamma, Goten e Chichi stanno venendo a salutarci >>
<< Io te l'avevo detto che ce ne saremmo dovuti andare prima che si accorgessero della nostra imminente partenza! Dai muoviamoci, siamo ancora in tempo! Ti prego Trunks, non riuscirei a reggere questo momento strappalacrime >>
Trunks rise ma Dairen non fece altrettanto: sua madre si stava avvicinando con l'energia di una furia..ormai era in trappola.
<< DOVE CREDI DI ANDARE SENZA AVER SALUTATO A DOVERE TUA MADRE, EH? >>
Nonostante la sua rabbia, Chichi saltò al collo della figlia in un fiume di lacrime: << Non posso credere che la mia bambina stia compiendo un viaggio così pericoloso!>>
<< Dai mamma non fare così, vedrai che andrà tutto bene! Tornerò più in forma che mai! >> Dairen rassicurò la madre sotto lo sguardo complice del gemello, al quale improvvisamente si rivolse con tono minatorio e sguardo di sfida.
<< E tu, vedi di smetterla di cinguettare con le ragazze!! Anzi, non dovresti neanche avere il tempo di fare queste cose! >>
<< Ma piantala di fare la sorella rompiscatole e gelosa..sai bene che nessuna potrà mai sostituirti! E non ho bisogno dei tuoi rimproveri per ricordarmi quali sono i miei doveri! >>
Un ghigno soddisfatto si dipinse sul volto di Dairen, che si lasciò finalmente abbracciare anche dal fratello. Come avrebbe fatto senza di lui? Una forte nostalgia l'avvolse, nonostante fosse lì, tra le sue braccia.
<< Mi raccomando, chiamami..hai capito? >>
<< Abbiate cura di voi e fatevi forza >> furono le parole di Bulma. Non lo dava a vedere quanto Chichi, ma anche la turchina era turbata per la partenza del figlio
Finalmente, Dairen e Trunks partirono. Mentre la navicella si alzava lentamente in volo, Dairen ripensò alle parole del fratello: Chiamami. Bulma aveva infatti costruito uno speciale telefono intertemporale per permettere ai due gemelli di comunicare. Quella donna ne sapeva veramente una più del diavolo. 
Un ultimo sguardo al fratello e poi tutto sparì.

***

Si trovavano nel nulla assoluto.
Dairen non poteva credere a ciò che stava - o non stava - vedendo. Avrebbero dovuto viaggiare tutto il tempo in quell'atmosfera surreale..presto o tardi avrebbe avuto un attacco di panico. Trunks si accorse del pallore improvviso sul volto dell'amata; Dairen era un libro aperto e il saiyan amava questo suo lato. Tentò di rassicurarla:
<< Dai non ti preoccupare, in fondo è questione di pochi giorni..presto ti abituerai a tutta questa oscurità. Alla fine ti sembrerà addirittura rilassante! >>
<< Per te è facile parlare >> ribatté scocciata la ragazza << Hai già compiuto questo viaggio! Ormai ti sei abituato!>>
<< Beh ma io a differenza tua ho dovuto affrontare tutto questo da solo, cara la mia principessina >>
...
Trunks si pentì subito di quelle parole. Era come se avesse dato a Dairen la colpa di averlo fatto partire da solo, la prima volta. Non avrebbe mai voluto farla sentire in colpa..ma la delusione e la tristezza stavano già abitando il volto della saiyan.
<< Scusami..>> Sarebbero bastate delle banali scuse?
Sì: Dairen annuì debolmente, sapeva che non l'aveva fatto apposta e non aveva voglia di discutere oltre: era ancora sotto shock. Più si guardava attorno, più non poteva fare a meno di notare solo oscurità, oscurità e ancora oscurità. Si sentiva mancare l'aria: quella dannatissima macchina del tempo era praticamente una monoposto ed erano tre anni che non si trovava così vicino a Trunks..

Solo il pensiero di suo padre le permise di non impazzire in quella tragicomica situazione.

  
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