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Autore: Lushia    15/04/2012    1 recensioni
Sawada Tsunayoshi è il grande, amato e stimato (e anche odiato) decimo boss dei Vongola. Lui e i suoi guardiani, grandiosi e irragiungibili agli occhi di persone che li ammirano e li amano, sono impegnati con affari interni e problemi di varia natura tipici di un potente clan mafioso.
E tralasciando le vicende in Italia la nostra attenzione va in Giappone dove si sta formando un'altra famiglia, la famiglia Vongola di undicesima generazione, capitanata dalla psicopatica figlia di Vongola Decimo, che si appresta a voler lottare a tutti i costi per realizzare i loro sogni.
Ma come andrà a finire la loro storia? Potrà essere ricca di emozionanti avventure o non riusciranno nel loro intento?
Seguiamoli assieme nel loro viaggio!
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
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Summer Special II – Una “normale” giornata di vacanza

cover

L'aria frizzante aveva probabilmente contribuito a far diventare la spiaggia molto affollata: i bambini giocavano con la sabbia e con palloni, i ragazzi ridevano e passeggiavano sul lungo mare, gli adulti chiacchieravano stesi al sole.
L'atmosfera estiva era davvero tangibile.

La Vongola esibì il suo nuovissimo due pezzi rosa che, secondo Arashi, le stava d'incanto.
Ma tutto, secondo Arashi, le stava d'incanto: poteva anche essere nuda, sarebbe stata bellissima lo stesso.
Era praticamente la prima volta in vita sua che si infilava un bikini, aveva inoltre un colore molto femminile, perciò era molto imbarazzata.
La tempesta indossava un due pezzi arancione con i bordi gialli, il quale metteva in risalto le sue forme, rendendola più sexy di quanto non fosse già. Erano molti i ragazzi che si voltavano a guardarla, ma poco mancava che non spaccasse loro il muso chiedendo cosa avessero da guardare.
Haname, invece, indossava un costume azzurro acquistato qualche giorno prima in un negozio alla moda. Si sapeva che la pioggia amava vestirsi con eleganza e gusto.

Mentre Kaito e Shinji giocavano con il pallone da mare assieme ai gemelli e a Fudou, Luca osservava le tre con sguardo interessato.
Non poteva evitarlo, anche se facevano parte della sua famiglia erano comunque delle ragazze.
- Uhm~ è vero, mare significa anche belle pupe. - disse, leccandosi le labbra - Il mio radar cerca-gnocca si è attivato all'istante. -
Il futuro boss dei Simon era seduto sotto l'ombrellone accanto a Bliz, che si rifiutava categoricamente di andare sotto il sole cocente. Si era voltato verso il fulmine, incuriosito dalla sua affermazione, per poi portare la sua attenzione sulle tre ragazze.
- E' vero, dovremmo andare a caccia di ragazze. Non ce ne sono qui. - disse, sistemandosi i capelli con noncuranza.
Le tre erano abbastanza vicine e avevano chiaramente ascoltato le parole del ragazzo, ma fu la tempesta a voltarsi rapidamente verso di lui, con sguardo arrabbiato.
- E questo cosa vorrebbe significare? - dai suoi occhi nocciola traspariva il suo odio.
Il Simon tornò nuovamente a fissare le ragazze, che si erano avvicinate ai tre giovani seduti sotto l'ombrellone.
- Uh... oh vero, scusate! Mi ero dimenticato di voi due, Arashi e Haname~ Perdonatemi. - annuì con convinzione, con un sorriso sornione stampato sul volto. - Abbiamo due belle ragazze qui. -

La Vongola tentò di resistere alla tentazione di prendergli la testa per infilarla sotto la sabbia, cercando di calmare la sua furia omicida e ridacchiando nervosamente.
- E Nozo dove la lasci? Guarda che bel pezzo di gnoc- -
La brunetta portò una mano davanti alla bocca della sua tempesta per evitare che finisse la frase: non voleva creare altre confusioni, e se il signorino della terra aveva tutte le intenzioni di ignorarla sarebbe stato molto meglio così.

- Uh? Perchè, quella la chiami donna? Ma se a stento ha le tette! - ridacchiò lui. La ragazzina si avvicinò al Simon, mettendo le mani sui fianchi e guardandolo come se lo volesse uccidere. - Mh, però dai, se ti curassi di più sembreresti carina... peccato che invece ti vesti come il mio meccanico. -

Due frasi, aveva detto solo due fottutissime frasi e il cielo si era sentito colpito nell'animo.
Come diavolo ci riusciva?

Serviva un po' di sana recitazione, cosa in cui la Vongola riusciva benissimo.

- Io mi vesto come mi pare e non faccio finta di essere maschio, semmai sei tu che fai finta di essere simpatico. -
- E allora perchè ti comporti come un maschio? -
- Io... non mi comporto come un maschio, mi viene spontaneo. -
- Ti piace essere rozza come un ubriacone il sabato sera? Che strani gusti hai. -
- Guarda che esistono i maschiacci. - specificò lei.
- Sono anche stato con tipe così, ma non sono il tuo caso. - disse lui, indossando gli occhiali da sole - Tu lo fai perchè credi di sembrare più forte, in realtà sembri un moccioso che tenta di farsi grande imitando uno zotico. -

Non riuscì a rispondere a quell'affermazione, più che altro perchè in parte ci aveva proprio preso. Tecnicamente le divertiva comportarsi in modo grezzo e da teppistella perchè sì, si sentiva più forte.
Eppure, riflettendoci, era davvero tutto connesso ad una psicologia radicata nella società: la donna fanciulla e dolce, creatura debole e indifesa, mentre un omone alto e primitivo era il simbolo di forza.

Noun, dentro di lei, rideva. Sapeva benissimo il perchè era nato, non era più che altro il suo lato maschile, bensì la rappresentazione del suo lato “forte”. Ma anche Nozomi poteva essere forte, dopotutto. Non aveva certo bisogno di un organo maschile tra le gambe, allora perchè vestirsi con pantaloni sciatti e senza personalità parlare in dialetto volgare e comportarsi in modo molto rozzo e mascolino?
A qualcuno poteva piacere, ma lei lo faceva solo per fingersi forte.
E le avevano già detto che non avrebbe dovuto fingere o nascondersi dietro quelle apparenze.

Abbassò lo sguardo, dopotutto indossava un bikini rosa che metteva in risalto le sue forme femminili. Si sentiva più carina, e non le dispiaceva.
Non le dispiaceva essere femminile, anzi, desiderava esserlo.
L'avrebbe mai ammesso?

- Ma... non penso di assomigliare a un moccioso, senti. - incrociò le braccia, tornando a guardarlo - Piuttosto sembro uno di quei teppisti di strada nei film americani! -
- Tsk, ti piacerebbe! A me sembri piuttosto un... mh... muratore? - disse Caesar, incerto.
- … Muratore? - Arashi alzò un sopracciglio.
- E' il primo mestiere di prevalenza maschile che mi è venuto in mente. -
Il sole si avvicinò al gruppetto dopo aver ascoltato la discussione, con sguardo offeso.
- Ehi, non offendere la boss! Lei non è un muratore! -
- Oh, una volta tanto che dici cose sensate. - la rossa si complimentò con il biondino.
- Lei e Arashi, se mai, sono degli scaricatori di porto rumeni. - affermò Kaito.
Il Simon rimase senza parole.
- … Sai che è una frase alquanto razzista, vero? - Luca lo osservò incredulo.
- Ma poi perchè rumeni? Che ti hanno fatto? - Haname si era unita alla strana conversazione.
- Ma non lo so, potevano essere rumeni come turchi, oppure spagnoli o canadesi... ho detto una nazione a caso. -
- Guarda che sembra comunque razzista nei confronti dei rumeni. - insisté il fulmine.
- Allora sembrano... dei camionisti albanesi! -
- … E ora che hai contro gli albanesi?? - Luca scosse il capo, rassegnato.
- Ma... cosa... - Caesar sembrava non capirci più nulla.
- … Senti. - Arashi portò le mani ai fianchi, stanca, rivolgendosi al biondino - VaffanKaito. -

Sia il sole che il cielo si osservarono per qualche istante, senza parole.

La notte era calata e il gruppo di folli era chiuso in una stanza buia con una candela come unica fonte di illuminazione.
Erano solo le dieci ma i ragazzi si erano appollaiati nei futon e si stavano raccontando storie dell'orrore.

I gemelli si tenevano stretti l'un l'altro, osservando il resto della combriccola con sospetto.
Fudou e Bliz stavano quasi scomparendo oltre le lenzuola, cercando di mantenere un po' di dignità e nascondendo la loro ben visibile fifa.
Arashi e Haname avevano afferrato Nozomi e la stavano quasi soffocando per la paura.
Luca fingeva di dormire per evitare di sentire le storiella, stringendo l'ormai già assopito Bobbu.
Shinji, Kaito e Caesar, invece, erano abbastanza lucidi e raccontavano con sadicità alcune storie di squartamenti, di omicidi, di mistero e di tenebre.

Shinji era perversamente eccitato all'idea di quella serata, poiché era un illusionista e amava usare trucchi ed effetti speciali non solo per stupire ma anche per spaventare le persone. Aveva preso lui il comando del “gioco” e stava raccontando una storia che di spaventoso aveva poco e nulla, sembrava inventata da qualche bambino delle elementari.
Ma gli altri sapevano che della nebbia non ci si poteva mai fidare: voleva forse rassicurare i ragazzi per poi spaventarli in qualche altro modo? Era ovvio che qualcosa puzzava di bruciato.

Kaito gli teneva il gioco e Caesar faceva altrettanto, emettendo sottovoce dei versetti inquietanti che facevano sussultare il resto della combriccola spaventata.
All'improvviso, i gemelli alzarono la mano, abbastanza nervosi.
- Noi... conosciamo una storia... -
- Uh? Bene, raccontateci la vostra! - la nebbia ridacchiò, cosa assai inusuale per colui che non solo raramente parlava, ma trovava assai difficile anche solo il sorridere. Eppure, in quel momento, Shinji era immerso nel mondo di tenebre che tanto amava e si comportava in modo molto naturale sia nei gesti che nelle parole. Sembrava inoltre che avesse compreso il carattere dei due guardiani della terra, aveva intuito che stavano per uscirsene con qualcosa di interessante.

- … E' una cosa davvero incredibile... - dissero i gemelli.
Tutto il gruppo deglutì, in attesa.
- … vi dobbiamo raccontare... qualcosa che ci tocca da molto vicino. - si fissarono per qualche istante, i loro visi erano preoccupati - Di cosa ha fatto.... nostra madre... a nostro padre. -
- Eh? Riguarda voi? - Haname si preoccupò.
- … Riguarda i loro genitori, no? Ecco. - Bliz stava ascoltando i due da dietro un cuscino.

- … Era molto affamata, nostra madre. Quel giorno lo era molto di più del solito... e lei non ama essere molto affamata, sapete? Perciò decise di preparare qualcosa di buono... qualcosa di gustoso... -
Si fermarono ad osservare la combriccola con sguardo preoccupato.
- … un piatto speciale per lei e il suo amato marito. -
- … che piatto speciale? - Nozomi si era stretta ad Arashi e stava tremando.

I due gemelli si guardarono come se stessero parlando telepaticamente tra di loro, i loro occhi erano spalancati in uno sguardo di puro terrore.
Una folata di vento entrò presuntuosa nella stanza e la fiamma della candela si spense.
- La mamma andò dal papà... quatta quatta, come faceva sempre... ma stavolta... - la loro voce era sottile e poco udibile ma in quel silenzio non era difficile capire cosa stessero dicendo - stavolta impugnava qualcosa... -
- Ricordi? - chiese uno dei due.
- Certo. Come se fosse ieri. - rispose l'altro.
- Era un machete... freddo... vecchio... grande... molto grande.... - raccontarono. La loro voce si udiva appena, avevano ulteriormente abbassato il tono - e poi ... lo fece a pezzi. Tanti pezzi. -
Le ragazze sussultarono.
- Il sangue schizzò in giro per la camera e lei lo aprì come un maiale, estraendone il cuore e affettandolo per bene a cubetti. Dopodiché lo utilizzò per farcire una deliziosa torta al cioccolato e fragole... -
- Che schifo! Ma che roba è! - Arashi portò il viso sul cuscino, visibilmente disgustata.

Ma i due continuarono il macabro racconto senza esitazioni.
- ...poi... gli strappò i polmoni e li gettò nel miele, gustandoli dicendo che erano deliziosi perchè ricolmi di amore. -
Una strana aria tesa sembrò soffocare il gruppo ancora al buio.
- ...perciò, adesso... non abbiamo più un padre... né una madre. -
- … ma... che è successo a vostra madre? - la pioggia non riusciva a frenare la sua curiosità.
I gemelli si guardarono nuovamente ma i ragazzi non riuscirono a capire che espressione avessero, poichè era ormai troppo buio.
- Beh, lei... lei un giorno... -
La Vongola si voltò, spaventata, scuotendo la sua tempesta per avere la sua attenzione ma Arashi, che era tornata ad osservare i due, era troppo impegnata ad ascoltare il racconto.
- … Un giorno che non si trovava in cucina... successe qualcosa di assurdo... dietro di lei c'era un uomo... sentivamo il rumore di passi. - raccontarono. - Tap... tap... tap... tap...-

Tap...

- Tap... Tap... -

Tap... Tap ...

- CHI CAZZO E'?
Arashi e Haname gettarono all'aria il lenzuolo, Luca si alzò subito e corse via urlando, mentre Bliz e Fudou iniziarono ad urlare come impazziti.
- ACCENDI QUELLA FOTTUTA LUCE, ECCO!!! - urlò il ghiaccio.
- DOV'E' L'INTERRUTTORE?!!! - Fudou sembrò spaesato.

Caesar accese la luce dopo pochi istanti, il suo sguardo era visibilmente divertito. I gemelli stavano rotolando per terra dalle risate e Kaito e Shinji, in piedi dietro le ragazze, stavano morendo dal ridere.
- … VOI. - il cielo li osservò come se volesse prenderli a calci.
- ANDATE AL DIAVOLO, FIGLI DI DAEMON. - la tempesta sbuffò.
- Oddio, ho perso dieci anni di vita! - la pioggia si portò il volto tra la mani, imbarazzata.
- Il mio cuore... sto per morire, ecco. - anche il ghiaccio era assai provato dalla vicenda e si guardava intorno con ansia.
Intanto Luca era sparito ed era inutile andarlo a cercare: era impossibile trovarlo quando si nascondeva.

 

Verso la mezzanotte, quando i ragazzi si erano finalmente addormentati, Nozomi decise che aveva bisogno di rinfrescarsi un po', anche perchè non riusciva ad addormentarsi.
Prese il costume e l'asciugamano, li infilò nella borsa per poi uscire dalla stanza, quatta quatta, per non svegliare le ragazze.
Il ryokan aveva una piccola piscina interna, ovviamente deserta perchè i pochi ospiti che vi alloggiavano erano assopiti nelle loro camere.

La ragazzina nuotò un po' per rilassarsi, scivolando sullo specchio d'acqua e cercando di scacciare via i pensieri.

Era davvero felice.

Non era raro che il suo "io" interiore iniziasse discussioni particolarmente articolate e lei restò in ascolto, interessata.
Noun si stava complimentando con Nozomi, fiero che lei si stesse comportando bene.
Anche lei era felice, si sentiva libera di fare ciò che volesse, ma poi, pensierosa, chiese a Noun se fosse davvero giusto comportarsi in quel modo.
Lui non sembrò per nulla preoccupato, anzi, incitò la giovane e la pregò di ignorare i giudizi altrui, ascoltando invece i consigli dei suoi amici e della sua famiglia.
Erano i loro giudizi a valere di più, dopotutto.
Nozomi annuì e ringraziò la sua controparte maschile, che le arruffò i capelli, sorridendo. Sembrava che fosse molto stanco, come un anziano prossimo alla sua fine.
La piccola pianse, chiedendogli se stesse bene, mentre lui si sedeva su un'immaginaria sedia a dondolo, che scricchiolava.
Le sorrise.
Adesso sembrava un nonnino, ma fino a pochi mesi fa era un affascinante giovane pronto a combattere per tutti. Assomigliava anche vagamente a suo padre.

"Il mio tempo è venuto e se n'è andato, in un batter d'occhio." disse lui "Adesso tocca a te dimostrare di essere forte quanto me."
"Sono piccola e sono una donna, non penso di essere forte quanto te!" replicò lei.
"Ma cosa dici? Certo che lo sei! Perchè tu sei me."

Quelle parole costrinsero la Vongola ad aprire gli occhi.
Stava nuotando da quasi venti minuti e sarebbe stato meglio uscire dall'acqua, perciò si diresse rapidamente verso il bordo.

Tuttavia, il suo filmino mentale continuava ad andare avanti.
Quelle parole continuavano ad inseguirla.

"Hai ragione, in fondo sono sempre io che mi faccio mille complessi."

- Come una discussione mentale insensata con un tipo che rappresenta me. - disse ad alta voce, quasi scoppiando a ridere.

Uscì dalla piccola vasca, con ancora il sorriso sulle labbra, slacciandosi il costume per potersi mettere lo yukata.

Restò nuda per qualche secondo e si osservò: i seni stavano iniziando a crescere, quello era il corpo di un'adolescente in via di sviluppo. Un corpo interessante, non molto sexy, ma di sicuro si sarebbe potuto sviluppare in qualcosa di affascinante per qualcuno.
Scacciò l'immagine di Giotto dalla sua testa, arrossendo visibilmente, tornando a concentrarsi sulla sua controparte maschile, che ormai vedeva invecchiarsi sempre più, addormentandosi sulla sedia a dondolo come nella scena finale di un film triste, con tanto di melodia nostalgica.

Sospirò, pronta ad accettare una nuova sé stessa, ormai prossima ai suoi quindici anni.
Alzò lo sguardo dinanzi a sé e notò che qualcuno era fermo ad osservarla.

L'undicesimo Simon aveva un'espressione tra l'interessato e l'imbarazzato, il suo sguardo era fermo sul sorriso della ragazza, che in quel momento mutò in terrore.

- … Wow, sei davvero una donna, allora. - disse a bassa voce, abbozzando un sorriso.

Nozomi si ricordò all'istante di essere nuda e si infilò rapidamente lo yukata, avvampando ma tentando di restare seria e di non perdere il controllo.

- Co-co-co-co-co-cosa c-ci fai qui tu??? -
- Dato che eri sparita, ho pensato di venirti a cercare! Non l'ho mica fatto apposta! -
- N-non hai visto nulla, giuralo! -
- N-no che non ho visto nulla! Ho solo visto... una bella... ragazza... con … tutte le cose che le ragazze hanno... -
- GHYAAAAA! -

La Vongola fuggì rapidamente, lanciando la borsa con l'asciugamano in testa al Simon, il quale restò ad osservarla mentre spariva oltre il corridoio.
- CAESAR NO BAKA! -

   
 
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