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Autore: Kia85    16/04/2012    2 recensioni
La più grande caccia alle uova di Diagon alley e il premio più ambito che solo i più coraggiosi potranno recuperare. Chi riuscirà ad aggiudicarsi l'ambito premio?
Storia parteciante all'iniziativa "C.I.A. - Chi ha Incastrato l'Auror" - organizzata dal gruppo di FB "Cercando chi dà la roba alla Rowling [Harry/Hermione]"
Genere: Generale, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, James Sirius Potter | Coppie: Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Storia parteciante all'iniziativa "C.I.A. - Chi ha Incastrato l'Auror" - organizzata dal gruppo di FB "Cercando chi dà la roba alla Rowling [Harry/Hermione]" 


 

  


 


Egg Hunt

 

 

...e quando la vecchia signora incastrò l'ultimo pezzo, si accorse che l'immagine del puzzle ritraeva perfettamente il proprio salotto e in mezzo c'era lei. Con orrore vide alla finestra un volto mostruoso che stava per rompere il vetro con un' enorme clava...” (1)

I tre bambini guardavano lo zio George con espressioni ansiose e gli occhi tremavano lievemente dalla paura.

E poi cosa succede, papà?” domandò trepidante Fred jr.

Sul volto di George si dipinse un ghigno malefico: “E poi il mostro ruppe la finestra, saltò dentro con un balzo e ...”

Se la mangiò in un sol boccone!” concluse Lysander entusiasta.

Ma no! - esclamò George- Le chiese semplicemente un tazza di té!”

I bambini protestarono, mentre George ridacchiava divertito. Nello stesso momento Ron, che fino ad allora era rimasto sulla soglia ad ascoltare il racconto del fratello, si schiarì la voce.

D'accordo, basta così, George. È tardi ed è ora di andare a letto.”

I tre bambini si lamentarono.

Ma no, papà, è presto!” affermò Lysander.

Niente affatto, andiamo tutti a dormire perché domani dobbiamo alzarci presto!” esclamò Ron.

Ancora cinque minuti, zio Ron!” lo pregò James.

Basta con queste storie. Su, a letto tutti e tre. Altrimenti domani niente cioccolata.”

A quella minaccia i tre bambini corsero a infilarsi sotto le coperte. George salutò Fred jr con un bacio sulla fronte e gli rimboccò le coperte, mentre Ron fece lo stesso con gli altri due bambini.

Mi raccomando, ripasso tra dieci minuti e se non vi trovo nel mondo dei sogni, domani niente uova!” esclamò Ron.

Va bene!” dissero all'unisono i tre bambini.

Così Ron spense la luce e chiuse la porta della camera.

Ma James tenne gli occhi aperti: non sarebbe riuscito a dormire, non subito almeno. Era troppo emozionato. Il giorno dopo sarebbero andati tutti a Diagon alley per partecipare alla caccia alle uova magiche che si teneva ogni anno. Anche nel mondo dei babbani c'era un simile evento, ma utilizzavano uova normalissime che non si potevano mangiare. Invece i maghi nascondevano uova di tutti i tipi di cioccolata, dal più semplice cioccolato al latte a quello che aveva il gusto di Burrobirra.

Ehi, dormite?” chiese Lysander a bassa voce.

No.” rispose James.

Io neanche.” aggiunse Fred jr.

Non sarà per la storia che ha raccontato lo zio George?”

Ma che dici? - esclamò James – Io stavo pensando alle uova che ci mangeremo domani.”

Se riuscirai a trovarle...” commentò Lysander.

Certo che ce la farò.”

Allora facciamo una gara a chi ne trova di più?”

James ci pensò un istante: una gara con il suo migliore amico era decisamente stimolante e avrebbe reso tutto più divertente.

D'accordo, ci sto.” convenne infine.

Bene. E tu, Fred, a cosa pensavi?”

Io... - iniziò a dire il bambino - ...io stavo pensando a una storia molto più paurosa di quella che ha raccontato mio padre.”

Ah davvero? Qual è?” domandò Lysander curioso.

È una storia vera e terribile.”

Come fai a sapere che è vera?” chiese James perplesso.

Semplice. Perché parla di... - disse Fred, abbassando improvvisamente la voce -...Lord Voldemort in persona.”

Fred aveva parlato con un'enfasi che causò qualche istante di silenzio. James aveva già udito quel nome. Suo padre lo aveva combattuto e sconfitto, ne era certo.

Lord Voldemort è morto.” disse Lysander senza riuscire a nascondere un lieve tremore nella voce.

Oh sì, certo. Ma ho sentito dire che il fantasma di Lord Voldemort si aggira per Notturn alley, spaventando tutti quelli che si perdono.”

Impossibile. Mio padre lo ha ucciso.” affermò James accalorato.

Già, ma si sa che Lord Voldemort era un mago con una grande conoscenza della magia nera. E si dice che prima di morire abbia trovato un incantesimo per far tornare il proprio fantasma.”

E perché dovrebbe infestare proprio Notturn alley?” domandò Lysander.

Perché è l'unico posto in cui ha la possibilità di trovare altri seguaci.”

Secondo me sono solo sciocchezze.”

Ti dico che è vero, me l'ha raccontato il nostro vicino di casa.”

Beh, ma tanto noi mica dobbiamo andarci a Notturn alley, no?”

No no, non ci dobbiamo proprio andare!” aggiunse James, che fino ad allora aveva ascoltato la conversazione fra i due amici in silenzio.

Sì, ma forse non sapete che l'uovo più grande della caccia lo nascondono proprio sulla via che va verso Notturn Alley...” affermò Fred, sollevandosi a guardare gli altri due.

Cosa, ma sono pazzi?”

La caccia alle uova non è mica una cosa per persone deboli. È una cosa seria, adatta solo ai veri coraggiosi.”

Anche Lysander sollevò il busto per guardare Fred con un'espressione decisamente offesa: “Stai dicendo che siamo deboli?”

No, sei tu che l'hai pensato.”

Prima che Lysander potesse rispondere, però, Ron aprì la porta, sporgendosi dentro la stanza. E subito i due bambini tornarono a sdraiarsi.

Volete dormire sì o no?”

Sì, papà!”

Ron guardò il figlio scettico e chiuse lentamente la porta, senza togliergli gli occhi di dosso. Quando la porta fu nuovamente chiusa, Lysander aspettò giusto due secondi prima di balzare nuovamente a sedere.

Bene, allora domani il vincitore sarà chi riesce a prendere l'uovo di Notturn alley. Ci state?”

D'accordo, accetto la sfida.” esclamò Fred entusiasta.

James non rispose subito, non poteva andare verso Notturn alley, i suoi genitori non glielo avrebbero permesso. E anche se avesse potuto, l'idea di frequentare un posto oscuro come Notturn alley non lo entusiasmava per nulla.

James, che dici?”

Capiamo perfettamente se hai paura.”

Non ho paura!” affermò James risentito.

In effetti non poteva avere paura. I suoi genitori erano stati entrambi Grifondoro così come i suoi nonni e lui sarebbe stato un Grifondoro una volta giunto a Hogwarts. Non avrebbe deluso la sua famiglia, ma doveva cominciare da subito a mostrarsi coraggioso.

Sì, ci sto anche io!”

 

*****

 

La mattina dopo i tre bambini si svegliarono molto presto e in poco tempo furono pronti per partire. Ron e Luna decisero di raggiungere Diagon alley con la Metropolvere.

Ma papà non vuole che usi la Metropolvere.” ribatté James.

Oh, piccolino. - esclamò Ron, dandogli una pacca sulle spalle - Sai perché papino non vuole usare la Metropolvere?”

Il bambino scosse il capo energicamente.

Perché quando la utilizzò per la prima volta, sbagliò a pronunciare Diagon Alley e finì a Notturn Alley.”

James scoppiò a ridere così come gli altri due bambini.

Davvero?”

Ma certo. Poi Hagrid lo recuperò e lo portò da noi. Credo si vergognasse molto per aver sbagliato a pronunciare Diagon Alley.”

Non lo sapevo.”

Beh, ci sono molte cose che non sai di papà e un giorno te le racconterò tutte!” esclamò Ron, facendogli l'occhiolino.

Non vedo l'ora!”

Quindi, tutti con la Metropolvere?”

Sìììì!” esclamarono all'unisono i tre bambini.

Luna spiegò a James come doveva fare: ormai aveva accettato di viaggiare con quel mezzo e ora non vedeva l'ora di provare. Sicuramente non avrebbe sbagliato come invece aveva fatto suo padre. Avrebbe pronunciato in maniera corretta Diagon alley e sarebbe giunto a destinazione e finalmente avrebbe potuto partecipare alla caccia alle uova, insieme a mamma e papà.

James guardò attentamente prima Ron, poi Fred sparire nel camino della Metropolvere.

Dai, tocca a te!” lo incoraggiò Luna.

James annuì, guardando con aria di sfida il camino che lo attendeva. Entrò e Luna gli porse un barattolo di fine polvere grigiastra. James si fece coraggio: non sembrava particolarmente complicato e papà non sarebbe mai venuto a saperlo perché James non avrebbe fallito.

Prese una manciata di polvere, ma così facendo una piccola nube si sollevò e gli andò dritto in gola. James fece per pronunciare “Diagon alley” ma non potè trattenere uno starnuto, mentre gettava ai suoi piedi la polvere volante.

Subito fu circondato da un verde luminoso, quasi accecante e la testa cominciò a vorticare vertiginosamente. Il bambino fu trasportato da una misteriosa forza che lo faceva roteare e poi lo sollevava e abbassava e ancora roteava.

E poi tutto si fermò e divenne buio.

James andò a sbattere contro un pavimento freddo, duro e sporco.

C'era una specie di ronzio che aleggiava attorno a lui o forse era nella sua testa?

Aveva anche un dolore sordo alla mandibola e sentiva il sapore del sangue in bocca. Aprì immediatamente gli occhi e si portò una mano sulle labbra. Le dita si sporcarono di un liquido rosso e denso che lo fecero sussultare. Non che non si fosse mai fatto male, ma c'erano sempre stati mamma e papà con lui, pronti a far svanire la ferita con un colpo di bacchetta.

Invece ora era da solo. E lui non aveva la bacchetta magica, era ancora troppo piccolo per averne una. Studiò il da farsi e decise di prendere il fazzoletto che aveva nella tasca dei pantaloni per tamponare la ferita.

Quando si accorse che il labbro non gli sanguinava più allora si costrinse ad alzarsi in piedi. Doveva assolutamente capire dove si trovasse. Intorno a lui c'era solo silenzio. Non una voce, né un rumore giungeva alle sue orecchie. James capì subito che non si trovava a Diagon alley. Gli era accaduta la stessa cosa che aveva provato anche suo padre. Ma James non doveva avere paura. Lui era piccolo sì, ma anche forte e coraggioso.

Così si guardò intorno. La stanza era piccola, polverosa e decisamente poco illuminata.

Aveva la tappezzeria di un grigio scuro, che cadeva a pezzi in alcuni punti delle pareti. Per terra c'era solo un tappeto verde scuro e accanto al camino di legno scuro da cui era arrivato c'era un divano dall'aspetto molto antico e dalla tappezzeria consumata.

Dal soffitto pendeva un lampadario molto antico con tanti piccoli cristalli impolverati, collegati fra loro da numerose e fitte ragnatele. James fece una smorfia di disgusto e si spostò verso il muro, per paura che un ragno gli cadesse addosso.

Con sollievo si accorse di un piccolo spiraglio di luce che si faceva strada attraverso una pesante tenda di velluto. Il bambino scostò la pesante tenda da un lato e così facendo sollevò molta polvere che gli andò in gola e lo fece tossire. Si avvicinò alla finestra e fece per aprirla, ma ritrasse subito la mano perché sulla maniglia vi era un grosso ragno peloso e nero che, spaventandosi, scappò più veloce della luce, andando a nascondersi in un angolo della finestra. James rimase un istante fermo, disgustato dal ragno, ma doveva assolutamente affacciarsi per capire dov'era. Guardando attraverso il vetro, James vide che proprio sotto la casa si stendeva un vialetto stretto e tortuoso. Le pareti erano scure e completamente umide e non c'era assolutamente nessuno in giro, ma di fronte all'edificio in cui si trovava James c'era un negozio, piccolo con vetrine impolverate attraverso cui non si vedeva assolutamente nulla. Il bambino però sapeva di quale negozio si trattasse perché era molto famoso per la vendita di oggetti molto pericolosi: era Magie Sinister. Il che significava solo una cosa.

Era finito a Notturn alley.

Quindi non era molto lontano da Diagon alley. Doveva solo trovare la via giusta.

Così si fece coraggio. La casa sembrava disabitata e lui non aveva alcuna intenzione di andare a controllare se avesse ragione o meno. Difatti uscì dalla stanza e restò fermo solo un istante sulla soglia per accertarsi che non ci fosse nessuno. E in quell'istante si accorse di respirare intensamente. Il cuore gli batteva un po' più velocemente del solito, ma non era affatto spaventato.

No, per nulla. In fondo tra pochi minuti sarebbe stato a Diagon alley e avrebbe ritrovato i suoi genitori. Poi avrebbe potuto partecipare alla caccia delle uova.

Trepidante, James scese le scale di corsa e uscì di casa, ritrovandosi in strada. Magie Sinister era chiuso e non c'era proprio nessuno in giro. James si guardò intorno per cercare di capire dove andare, ma purtroppo non vi era neanche un' indicazione. Così il bambino si incamminò, prendendo il sentiero che andava verso destra.

Passo dopo passo l'ansia cominciò a farsi strada in lui, ma cercò di scacciarla via. Infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e tastò una piccola moneta sul fondo della tasca. La afferrò e la guardò: era la moneta che gli aveva dato la mamma per chiedere aiuto. Bastava solo che pronunciasse la parola “Aiuto” e subito mamma e papà avrebbero appreso che era in difficoltà. Doveva solo pronunciare quella parola, eppure...

Qualcosa lo bloccò.

Un nuovo pensiero...

Era a Notturn alley. E sulla via per Notturn alley, da quanto gli aveva detto Fred jr, veniva nascosto l'uovo più grande della caccia alle uova.

Un sorriso gli incurvò le labbra: se avesse trovato l'uovo prima di tornare a Diagon alley, avrebbe vinto la caccia e la scommessa con Lysander e Fred jr.

Beh, allora doveva darsi da fare. L'uovo non si sarebbe di certo presentato a lui come con un incantesimo di appello.

Con nuovo entusiasmo e coraggio James riprese a camminare. L'uovo doveva trovarsi di certo sulla strada per Diagon alley, ma ancora James non aveva idea da che parte andare. Le pareti dei muri erano tappezzate da poster stracciati, su cui erano riportati volti di maghi oscuri ricercati dagli Auror. James si soffermò a guardarne alcuni. Erano davvero spaventosi. Un volto in particolare lo colpì, un certo Abraxas Bryce: aveva una forma rotondeggiante con diverse protuberanze sul naso. Il bambino si avvicinò per guardare meglio il mago ricercato. Aveva un ghigno malefico sul viso, gli occhi erano piccoli e scuri, ma nella foto in movimento scattavano da una parte all'altra veloci come saette. C'era anche un'inquietante cicatrice che gli percorreva tutta la guancia fino al mento. James deglutì sonoramente, tenendo lo sguardo fisso su di lui. E in quel momento il mago nella foto con un rapido movimento si sporse in avanti, digrignando i denti. James sobbalzò per la paura e indietreggiò istintivamente, andando a sbattere contro un bidone della spazzatura. Il rumore dello scontro fu assordante e fastidioso: James si voltò appena in tempo per vedere due enormi ratti uscire da dietro il bidone e zampettare via velocemente. Li guardò allontanarsi con disgusto e poi si appoggiò al bidone con la schiena. Il cuore gli martellava furiosamente, ma era dovuto solo a quella serie di piccoli improvvisi spaventi. Decise di fermarsi un istante per ritrovare la calma necessaria per proseguire. Non aveva intenzione di rinunciare al suo proposito: in fondo aveva sempre la moneta della mamma. In qualunque momento poteva contattare i suoi genitori. Non aveva proprio alcun bisogno di essere così spaventato e per accertarsene guardò nuovamente il poster del mago ricercato. Era solo un'immagine, non poteva fargli più così paura, anche se certamente James non avrebbe mai e poi mai voluto incontrare quell'uomo dal vivo. Chissà quali crimini doveva aver commesso per essere ricercato.

Improvvisamente un brivido di freddo lo attraversò. James si strofinò le braccia, mentre una stretta al cuore gli stava facendo provare un' angoscia che gli attanagliava le viscere. Che stava accadendo?

Non riusciva più a pensare a qualcosa di bello... neanche la mamma. Non si ricordava più il suo viso, né il suo sorriso. E la stessa cosa valeva per suo padre: quante volte avevano giocato insieme e si erano divertiti, mentre ora James non riusciva a rammentare neanche uno di quei giochi. Si guardò intorno per capire cosa stesse accadendo e vide in lontananza una figura fluttuante. Non aveva piedi, indossava un mantello lungo, stracciato e sudicio e il viso era coperto dal cappuccio...

James sbattè le palpebre, memore di quanto gli aveva raccontato la sera prima Fred jr.

Non poteva essere davvero il fantasma di Lord Voldemort. Eppure la figura fluttuava ed era nascosta da un mantello tutto stracciato.

Impaurito James corse a nascondersi nel primo vicolo che riuscì a raggiungere. Restò dietro il muro, aspettando il passaggio del fantasma. Sentiva il battito rapido del suo cuore contro i timpani e deglutì sonoramente per cercare di eliminare quella sensazione spiacevole. Anche il respiro era affannato e dovette tapparsi la bocca per non farsi sentire dal fantasma. Quando questo attraversò la sua visuale, James si strinse il più possibile contro il muro e guardò il fantasma da dietro.

Con orrore si accorse di una mano che sbucava da sotto il mantello: era putrida, sembrava quasi che fosse rimasta per tanto tempo immersa nell'acqua. Così il bambino si constrinse a distogliere lo sguardo.

Certo, quella visione lo aveva turbato, ma almeno ora sapeva che quello non era un fantasma, quanto piuttosto un Dissennatore. Ne era ormai certo perché suo padre gli raccontava spesso la storia di come aveva salvato Sirius Black, il suo padrino, con un potente Patronus che era riuscito a scacciare decine e decine di Dissennatori. Il particolare della mano gli era da sempre rimasto impresso e ora che l'aveva visto dal vivo gli faceva ancora più ribrezzo.

A quel punto James si alzò in piedi e si pulì i pantaloni. Poi si accorse che sul muro di fronte a sé vi era un'indicazione. Era un cartello sporchissimo con un'indicazione verso destra per... Diagon alley!

James esultò entusiasta e cominciò a correre, seguendo l'indicazione. La strada cominciò a farsi più larga e soprattutto meno oscura e umida. Sì, era la direzione giusta!

Poi finalmente lo vide. L'uovo più grande della caccia.

O almeno doveva essere per forza quello. Da una crepa nel muro fuoriusciva un nastro di un rosso brillante. James arrestò la corsa e si precipitò verso il muro. Era emozionatissimo. Esaminò attentamente la crepa, accorgendosi subito che i mattoni non erano fissati e si potevano sfilare facilmente. Così cominciò ad allargare la crepa e man mano che toglieva i mattoni scopriva un antro scavato nel muro. Dentro vi era un grandissimo uovo ricoperto di carta dorata e decorato con il fiocco rosso che aveva richiamato l'attenzione di James. Con le mani tremanti per l'emozione e il cuore che batteva intensamente James afferrò l'uovo e lo soppesò. Era addirittura più grande della Pluffa che gli aveva regalato suo padre il giorno del suo compleanno.

Ed era suo!

Ce l'aveva fatta, aveva vinto la scommessa. Doveva solo mostrare il suo tesoro a Lysander e Fred jr. Sarebbero stati molto invidiosi! James sorrise, pregustando le loro espressioni incredule.

Ma improvvisamente due mani lo fecero voltare bruscamente e l'uovo cadde per terra con un sonoro crac. James fissò l'uovo turbato: sicuramente si era rotto, la sua forma non era più perfetta come quando lo aveva trovato.

Guarda guarda, chi abbiamo qui?” esclamò l'uomo che gli stava stringendo le spalle.

Cosa sei? Un elfo?” disse un'altra voce.

James guardò l'uomo di fronte a sé: aveva un naso con tante protuberanze, gli occhi erano piccoli e scuri e....

una cicatrice sulla guancia.

Con orrore James riconobbe in lui il mago ricercato ritratto nel poster, Abraxas Brice. La cicatrice sulla guancia era inconfondibile.

Idiota! Ti pare un elfo? - esclamò il mago- Non vedi che è un bambino?”

James si sentiva totalmente incapace di muoversi, ma si constrinse a guardare l'altro uomo. Era altissimo e molto grosso. Aveva una folta chioma di capelli scuri e il viso era sporco. James ricordò di aver visto anche il suo volto fra quelli dei poster dei ricercati.

L'uomo rise, rivelando due file di denti gialli e rovinati: “Oh... è vero!”

Ti sei perso, piccolino?” domandò Abraxas, riportando gli occhi su di lui.

Il cuore gli batteva troppo velocemente nel petto, James stava per impazzire.

Sì, non vi era altra spiegazione. Stava per morire di paura ed era solo, preda di due maghi oscuri che l'avevano catturato.

E gli unici pensieri che aveva nella sua testa erano il profumo della mamma e le braccia forti del papà. Li voleva vedere, voleva che lo proteggessero, perché lui era ancora troppo piccolo per andare in giro da solo e no, non era coraggioso.

Non sarai mica muto, eh?”

James scosse il capo, incapace di rispondere e l'uomo lo fissò meglio, socchiudendo gli occhi.

Ehi, Piers, guarda questi occhi!” esclamò Abraxas.

Che hanno di strano?”

Sono verdi.”

E allora?” domandò Piers vagamente.

Ho già visto occhi come questi.”

Ah sì, dove?”

Sul volto di suo padre.”

E chi è il padre?”

Abraxas sbuffò esasperato, ma questa volta ignorò il compare e si concentrò sul bambino.

Dimmi, piccolino, come ti chiami?”

James però non rispose: non aveva alcuna intenzione di dirgli che il suo cognome era Potter, aveva il presentimento che non sarebbe stata la cosa giusta da fare. Anzi, era venuto il momento di usare la moneta per allertare i suoi genitori.

Coraggio, moccioso. Se mi dirai il tuo nome, prometto che non ti contorcerò neanche un capello!”

Non ci credo!” ribatté James.

Giuro che lo farò.”

No, no, no! Aiuto!” gridò James a squarciagola.

Abraxas scoppiò a ridere, divertito.

Se ti rifiuti con tutte questa convinzione allora significa che il tuo nome non può essere che Potter!!”

Potter? - ripeté sorpreso Piers – Quel Potter?!”

Certo. Quanti Potter conosci, idiota che non sei altro?!”

E allora che si fa?”

Abraxas fece un ghigno malefico e strinse la presa sulle braccia di James: “Ti dico subito cosa facciamo. Adesso il piccolo Potter viene con noi! Sai quanti bei galeoni potremmo ricavarci?!”

Piers rise beffardo.

Oh, sì, mi piace come piano.”

No, non voglio!”

Coraggio, sta' zitto e non fare storie.” gli intimò Abraxas, cominciando a trascinarlo con sé.

James però si oppose con tutte le forze che riuscì a raccogliere.

Nooooo!”

Cammina, moccioso!”

Stupeficium!” esclamò una voce all'improvviso.

Lampi di luce rossa colpirono Abraxas, il quale cadde a terra come un peso morto, e abbagliarono il piccolo, che chiuse gli occhi istintivamente.

Un momento dopo due esili braccia lo strinsero in un abbraccio travolgente, una massa di capelli castani e ricci gli solleticò il viso e un dolce profumo lo avvolse. Un profumo inconfondibile.

Il profumo della mamma...

Oh, James! Finalmente!”

Mamma?!”

La mamma si allontanò un istante da lui per guardarlo meglio in viso, gli coprì le guance con le mani e lo studiò attentamente.

Stai bene?” gli chiese, mentre con un incantesimo gli faceva sparire le ferite.

James annuì timoroso.

Grazie al cielo. Eravamo così preoccupati quando non ti abbiamo visto arrivare con gli altri.”

La mamma lo abbracciò nuovamente e lui la lasciò fare. Non la vedeva dal giorno prima, ma non ne aveva mai sentito così la mancanza. E tutte le paure che lo avevano scosso in quella giornata erano ormai un lontano ricordo, scacciate via dalle braccia della mamma.

James si accorse solo in un secondo momento che sua madre non era da sola. Insieme a lei c'erano suo padre e lo zio Ron, che avevano appena catturato i due maghi che lo avevano fermato.

Poi gli occhi verdi di Harry incontrarono quelli di James. Il bambino sperò che gli sorridesse, ma al contrario nello sguardo di suo padre c'era solo rimprovero. James, intimorito, si fece ancora più piccolo fra le braccia di sua madre.

Si può sapere cosa diavolo stavi combinando in giro per Notturn alley?” domandò Harry, guardando il figlio.

James vide sua madre rivolgere a Harry uno sguardo preoccupato, quasi lo stesse implorando di non rimproverarlo.

Harry, possiamo rimandare a dopo? È sconvolto.”

No, Hermione, questa volta no.” le disse lui deciso.

Il bambino divenne rosso in viso e abbassò il capo, preparandosi alla ramanzina. Non aveva paura di suo padre, sapeva che qualunque cosa lui facesse era solo per il suo bene. Eppure non sopportava che lo guardasse in quel modo.

Mi sono perso, io non volevo venire a Notturn alley.”

Infatti è stata colpa mia, Harry. - intervenne Ron – Lui neanche voleva usare la Metropolvere.”

Lascia stare, Ron. James sa cosa deve fare subito quando si perde, vero?”

Usare la moneta che mi ha dato la mamma.” rispose James mestamente.

E allora perché non l'hai fatto?”

Il bambino tirò su con il naso e continuò a tenere il capo chino, evitando di incrociare lo sguardo di biasimo che gli stava rivolgendo Harry. La mamma si accorse del turbamento del figlio e gli strofinò delicatamente un braccio e quel gesto riuscì a calmarlo. Anzi, sembrò dargli la forza di affrontare la ramanzina di suo padre. Perciò James alzò lo sguardo e cacciò le lacrime che stavano in tutti i modi cercando di sgorgare dai suoi occhi.

Volevo cercare l'uovo più grande.”

Harry guardò al fianco di suo figlio, lì dove era caduto l'uovo di cioccolato con la carta dorata.

Bene, allora visto che mi hai disobbedito, non potrai mangiare l'uovo fino a quando non lo dirò io.”

James annuì, accogliendo con dignità la punizione che gli aveva assegnato suo padre. Forse aveva davvero sbagliato, lo spavento di quella giornata era il segno più evidente degli errori commessi, ma aveva trovato l'uovo e vinto la scommessa. Ora poteva tranquillamente aspettare di godersi la propria vittoria.

Ora torniamo a Diagon alley.” affermò Harry, voltandosi poi per andarsene.

James guardò le ampie spalle di suo padre, mentre le lacrime gli sgorgavano dagli occhi silenziosamente. Dopo la ramanzina di solito il padre gli sorrideva dicendo di non farlo mai più e poi lo abbracciava e lo baciava teneramente. Ma questa volta non accadde e James non desiderava altro in quel momento.

Hermione gli asciugò gli occhi con un fazzoletto, baciandolo sulla tempia.

Lo sai, anche papà era molto spaventato.”

Davvero?”

Certo. Anzi, non l'ho mai visto così terrorizzato.”

Per me?”

Hermione gli sorrise, annuendo.

Per te, certo. - disse, toccandogli la punta del naso con un dito - Ma questo resta un segreto fra di noi, d'accordo?”

James tirò su con il naso: “Va bene, mamma.”

E adesso, perché non vai da lui e gli chiedi scusa?”

D'accordo.”

Bravo il mio bambino.”

James corse dietro il padre e quando gli fu vicino, fece scivolare la sua piccola mano in quella più grande di Harry.

Scusami, papà.”

Harry arrestò la propria andatura e guardò verso suo figlio. Due secondi dopo lo sollevò e lo abbracciò, stringendolo a sé con una forza che James non aveva mai percepito nelle sue braccia. Perciò si rilassò e appoggiò il capo sulla spalla di Harry.

Non lo fare mai più, ok?” gli disse Harry.

James sorrise: “Ok!”

E finalmente anche il bacio di suo padre arrivò.

 

 

 

(1) Racconto tratto dal film “L'attimo fuggente”.

 

Fine 



Ok, ce l'ho fatta. Che fatica. Non sono sicura di aver rispettato pienamente il prompt “Horror” perché non leggo niente di horror e quindi non sapevo bene come rendere tutto ancora più terrificante. In effetti è stata una bella sfida, ma il prompt mi è piaciuto davvero e ...vabbè, ci ho provato! Spero sia piaciuta lo stesso. Non è totalmente Auror e le parentele le ho un po' modificate.

Comunque la storia era per Pasqua e quindi auguri in ritardo! ^_^

kia85 

   
 
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