Capitolo 1
CINQUE ANNI DOPO
Hekady guardava la madre,
incuriosita fino ad allora la madre non l'aveva mai portata fuori dal palazzo
reale Soraphis, si trovava in un posto lontano da casa sua. Nella piccola
testolina pensò che i genitori, visto che era il suo compleanno, l'avessero
portata a fare una gita. Ad un certo punto la piccola si mise a guardare la
madre:
"mimi, che cos'è una
Eroina?" disse Hekady, la bambina aveva i capelli capelli biondi argentati
e gli occhi viola profondo. La donna si
girò, era in un'armatura lucente che copriva ben poco del suo corpo perfetto.
Le ali, che portava sulla schiena erano bianche perla con qualche piuma
argentata, guardava quella dolce piccola bambina, cosciente di cosa sarebbe
diventata. Pensierosa una lacrima solcò la sua bella guancia. Si mosse verso la
dolce bambina, i capelli neri lunghissimi fino alle caviglie, gli occhi azzurri
come un lapislazzuli, la prese in braccio cercando di fare attenzione alle
piccole ali, che la bambina portava sulla schiena, così fragili e delicate.
"un'eroina è una persona
che soffre… ma salva tanta gente piccola mia Hekady… un'eroina sceglie sempre
la strada più difficile… piange si dispera e porta la gioia, l'armonia e
l'amore nel nome del bene e di Luxin…"
"io mamma diventerò un'eroina
come te? Voglio essere come la mia mimi…"
"Tu diventirai di più
piccola!" la abbracciò fortissimo piangendo in silenzio.
"Turlas Amore sono pronti…
dammi Hekady!" disse Vidram facendo capolino dalla porta presente nella
stanza.
"Sì ma io Vidram non entro!"
"ma… non lasciarmi la
dentro da solo…"
"perché mamma che mi
devono fare?"
"piccola scusami… scusami
non dipende da me ti voglio bene!" e la donna piangendo volò via.
Vidram, che era un angelo
aitante forte e possente, con la bambina in braccio entrò nella stanza,
Lasciando andare la moglie cosciente del suo dolore.
La stanza era dorata e
circolare. In piedi in circolo ben venti angeli circondavano un altare. L'uomo
dai capelli neri con occhi come smeraldi appoggiò la bambina su di esso:
"Vidram lo sai che è
necessario è stata creata per questo!"
"certo Maat non è tua
figlia… che cosa te ne frega… Melkor non dovevi essere il suo angelo
Custode?"
L'angelo bellissima, come
sempre, aveva i capelli lunghi ondulati
scuri con occhi dorati, come il miele, voltò il volto verso il muro non avendo
il coraggio di guardarlo in faccia.
"lo sai che non dipende da
noi i sacrifici vanno fatti" rispose Melkor sempre non guardandolo in
faccia.
Intanto la bambina Hekady li
guardava senza capire cosa stesse succedendo.
"ciao zia Melkor…"
"Oh piccola farà un po'
male ma non odiarci per questo…"
"cosa vuol dire
odiare?"
"spero non lo imparerai
mai…" e dopo averle accarezzato il viso si allontanò con gli occhi lucidi.
Gli angeli iniziarono a parlare
in una lingua strana, la bambina guardava incuriosita ciò che si stava formando
su di lei. Una luce intensissima si
stava formando, all'interno un cristallo rosso a forma di
diamantelentamente prendeva vita. La pietra materializzò un filo spinato che si
conficcò nel petto della bambina aprendolo. Oltretutto il filo trapassò il
corpicino della bambina avvolgendola completamente e iniziando ad emanare
elettricità lungo tutto il suo percorso.
Le urla di dolore della bambina
riecheggiarono nella stanza. Urlava così tanto che perfino la madre volata via
a km di distanza la sentiva:
"BASTA! BASTA PAPA' FA
MALE PAPA' FA MALE BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA MIMI! MIMI! MIMI! FA
MALEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!"
Hekady si dimenava il più possibile cercando di liberarsi da
quell'atroce morsa, ma finendo soltanto per far stringere ancora di più la
morsa.
"piccola resisti non ti
agitare!"
"PAPA' TI PREGO FALLO
SMETTERE!" Le lacrime e il sangue della bimba si mischiavano, chiedendosi
come mai nessuno l'aiutasse o facesse niente, guardò il padre con gli occhi
supplicanti,ma notò che esso era rivolto con lo sguardo verso il muro che
stranamente si era macchiato di rosso.
Resistette ben 3 delle 10 ore
della tortura svenendo E ogni tanto risvegliandosi per poi riperdere i sensi
poco dopo sempre per il dolore. Fino a che la pietra non entrò nel suo petto
sormontandosi al suo cuore.
Il padre con i pugni
insanguinati dalle botte date al muro prese la piccola in braccio:
"oh figlia mia sei stata
brava e coraggiosa… ora riposa Hekady…tu salverai l'universo proprio con quel
dolore!" la strinse e le baciò la fronte.
Guardò gli angeli supremi e
superiori presenti con sdegno e disse:
"A quando la prossima
tortura?"
"Non chiamarla così
Vidram! La pietra si nutre di energia vitale e sicuramente si attiverà spesso,
sai che comunque non puoi dire a nessuno chi è lei almeno fino a che non avrà
accettato il suo destino"
"lo so ora la porto a casa
dopo tutto è il suo compleanno… spero solo che non impari mai cosa sia
l'odio!"
Tutti abbassarono lo sguardo
molti tra di loro si sentivano in colpa a portare avanti quegli ordini nei
confronti di una bambina così piccola e dolce, ma dopo tutto che scelta
avevano?
Vidram prese il volo verso il
loro pianeta Soraphis la loro casa arrivò alla sera ad accoglierlo due dei suoi
figli più grandi Turalim e Vigex, che alla vista della piccola sorellina
conciata in quel modo sporca di sangue e svenuta, accorsero immediatamente:
"Padre cosa è
successo?"
"Niente che vi
interessi!" disse Vidram nel suo solito modo scontroso.
"Come niente che ci
interessi? Io sono colui che si occupa di Hekady fin da neonata credo che mi
interessi eccome! È stata attaccata? Sta bene?" Rispose inviperito
Turalim.
"Sta bene non ti
preoccupare! Da domani ad occuparsi di Hekady saremo io e sua madre!"
"Come mai?" chiese
incuriosito Vigex
"Domani inizierà ad
allenarsi"
"Ma padre ha solo cinque
anni di solito gli allenamenti nostri e degli altri fratelli ha avuto inizio a
dodici anni!" disse preoccupatissimo Turalim.
"Questo perchè nessuno di
voi era reggente!"
"Cosaaa?" dissero in
coro i fratelli.
"Avete capito bene Hekady
è la principessa reggente sarà la futura Regina Soraphis" e detto questo
se ne andò lasciando i due ragazzi sbalorditi e con non poca preoccupazione per
la sorella. Per lei non sarebbe sicuramente stato facile, avrebbe dovuto
sopportare allenamenti estenuanti e prendere decisioni che per una bambina di
cinque anni sarebbero state veramente improponibili, ma loro non potereno che
sperare soltanto che lei sopravvivesse, anche perchè l'addestramento Soraphis
per le principesse reggente è famoso per essere il più duro e crudele.