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Autore: Arimi_chan    16/04/2012    1 recensioni
Due vite che apparentemente non hanno nulla in comune, forse solo una grande solitudine, ma che si intrecceranno inevitabilmente scoprendo il vero significato della parola "casa".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*CAPITOLO 7* -

Eccomi, sempre di lunedì... =)

Mi dispiace davvero un sacco non aver potuto aggiornare settimana scorsa, ma il mio computer ha deciso di darmi problemi. Per fortuna tutto è stato sistemato.

Come sempre vi ringrazio per l'affetto che mi dimostrate anche solo leggendo, e come sempre ringrazio la mia dolce Marty e Layra. Grazie mille ragazze, davvero, imparo qualcosa di nuovo ogni giorno, tramite voi, i vostri consigli e le vostre storie. Vi voglio bene. <3

Adesso vi lascio alla lettura del settimo capitolo. Se vi va, ogni tipo di commento è gradito.

Alla prossima settimana, un bacio a tutti, Simona.

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Il tourbus viaggiava spedito verso Jacksonville, in Florida. Erano partiti da circa cinque ore, e ne mancavano ancora dieci all'arrivo. Jared Leto, in tuta e spettinato, guardava il paesaggio scorrergli davanti agli occhi. Il solito paesaggio americano da telefilm. Per un attimo sorrise all'assurdo pensiero. Erano da poco ripartiti da una squallida, nauseabonda e fatiscente area di servizio. Aveva scattato alcune foto con fan fortunate e lì per la prima volta si preoccupò più della sua espressione che del suo look. Cosa avrebbero pensato quelle fan? Nei suoi occhi si potevano leggere paura, anzi no, terrore allo stato puro, delusione e confusione. Immagini della sera prima lo tormentavano, proprio non riusciva a dimenticare . Se ne era andato nel modo peggiore possibile, lasciandole un bigliettino e due righe cercando di essere convincente. Ma chi voleva ingannare? Quelle due paroline non avrebbero ingannato nemmeno lui. Non aveva potuto salutarla e non aveva potuto dirle quelle semplici parole gurdandola negli occhi.

Si rendeva conto, purtroppo, di passare troppo tempo a rimuginare. Tutta la sua vita era stata così. Pensava pensava e pensava ancora. Non riusciva proprio a prendere decisioni affrettate, entrava nel panico più totale. Ponderava ogni scelta nei minimi particolari, nulla doveva essere tralasciato. Era stato già fregato dalla sua casa discografica, ci mancava solo qualche altra fregatura. Ma la musica prodotta da due battiti cardiaci, che suonavano una melodia tanto sconosciuta quanto bella, che fregatura poteva avere?

Quante volte, guardando Tomo e Vicky, si era chiesto perchè non fosse felice come loro? O perchè non riusciva ad essere entusiasta di ogni cosa come Shannon? O magari, perchè non era ordinato e meticoloso come Emma?

Certo, era un uomo dai mille talenti e dai mille pregi, ma anche lui aveva dei difetti. Difetti comunissimi. Per esempio, odiava doversi rifare il letto la mattina, alzarsi presto, era timido da fare schifo...ma, per quale motivo non riusciva ad essere felice? Continuando a guardare la sua grande famiglia allargata, notò uno strano broncio da parte di Emma. Con molta calma, e le migliori delle intenzioni, decise di tirarle su il morale. Ecco, uno dei suoi pregi era sicuramente quello di far ridere la gente, neanche fosse un pagliaccio.

Si sedette di fronte a lei ed iniziarono la loro conversazione.

"Tutto ok?" Jared pensò che iniziare con una frase classica sarebbe stato l'ideale.

Lei sorrise, un sorriso amaro, di quelli fìche fanno solo male a chi li riceve, perchè dentro a quei sorrisi ci sono solo delusione e frustrazione.

"Potrebbe andare meglio."

"Si vede. C'è qualcosa che ti preoccupa? Hai bisogno di qualche giorno di ferie?"

"No Jay, sto bene, davvero. Anzi perchè non parliamo di te? Che mi dici di Carly?"

Emma, sempre la solita. Mai che parli di un suo problema. Jared la conobbe parecchi anni prima, e da subito tra loro c'era stata una strana intesa. Si capivano, in tutto. Era stata lei che lo aveva aiutato, sempre. Era uno dei suoi pilastri. Da Emma aveva imparato tanto, anche a rifare il letto. La conosceva bene, e sapeva che anche volendo, non avrebbe ottenuto risposte alle sue domande, che Emma non avrebbe mai parlato dei suoi problemi, se non fosse stato altamente necessario, e il che, solitamente, andava a finire con un enorme pianto liberatorio da parte della ragazza. Decise di reggere il gioco e fare il suo dovere.

"Carly...bè, sinceramente mi piace, e anche parecchio. Il problema è che l'ho lasciata nel modo più squallido possibile."

"Racconta..."

E le raccontò tutto. Da l bacio nel privè del locale, alla splendida serata, per poi finire con il biglietto. Emma ascoltava ogni minimo dettaglio, non si lasciava sfuggire un particolare, quasi dovesse essere una confessione di vitale importanza. Jared si fidava ciecamente di lei, quasi quanto di suo fratello. Sapeva che non avrebbe detto niente a nessuno, e poi era una donna no? Chi meglio di lei poteva capire Carly e cercare di dargli un consiglio valido?

"Certi problemi ce li facciamo noi sai? Non puoi entrare nella sua testa, meglio che la smetti di fotterti il cervello pensando. Agisci e basta. Segui il tuo cuore. Chiamala e scusati, dille quello che ti passa per quella mente malata che ti ritrovi." E bevve un sorso d'acqua.

"A parte che non ho il suo numero, con che faccia le chiedo se le piacerebbe continuare con questa storia? Se tu fossi al suo posto, mi perdoneresti mai?"

"A parte che il numero lo abbiamo sia io che Vicky," ed Emma sorrise al cantante "chi se ne frega se io ti perdonerei o no? Insomma, siamo tutti diversi a questo mondo Jay, e se non glielo chiedi non lo saprai mai." Aveva abbassato lo sguardo la ragazza, e una piccola lacrima era scesa ancora una volta sul suo volto.

Jared la guardava come se avesse avuto un'illuminazione. Aveva capito, si finalmente aveva capito il reale significato delle parole di Emma.

"Stai parlando di me o di te?" Le chiese quasi senza pensarci.

"C-come scusa?" Rispose cercando di far sparire quella piccola lacrima.

"Ma certo. Tu stai cercando di consigliarmi di fare quello che tu stessa non hai il coraggio di ammettere e fare. Come pensi che io possa seguire il tuo consiglio?"

"Jay, io...non so se è il momento adatto per parlarti di una cosa del genere."

"Devi fidarti di me, lo sai, ti voglio un bene dell'anima e non sarei mai capace di tradirti o farti del male. Lascia che io ti aiuti, così come tu hai provato ad aiutare me."

Vide piano piano le difese della ragazza abbassarsi, aveva fatto centro, l'aveva colpita nel suo punto più debole.

"Allora? Che problema ti affligge?"

Emma indossò una felpa, e si posizionò all'angolino del divanetto, quasi avesse bisogno di protezione. Prese un profondo respiro e rivelò il suo grande problema.

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Shannon Leto era tutto l'opposto di quello che aveva sempre fatto credere. La maggior parte dei giornali lo descriveva come uno dei donnaioli più spietati in circolazione, come se essere un batterista di enorme talento non contasse. Era testardo, troppo, e anche parecchio cinico, per non parlare della sua diffidenza. Sapeva che non avrebbe dovuto essere così freddo e severo nei confronti degli estranei, eppure faceva parte del suo carattere. Di fregature anche lui ne aveva avute parecchie nella vita, e suonare la sua adorata Christine, riusciva a metterlo a suo agio in ogni situazione. Pochi sapevano però, della sua passione più grande: La fotografia. Era una cosa che aveva sperimentato con Jared da piccolo, quando, ad un Natale di parecchi anni prima, aveva ricevuto una macchina fotografica. Ricordò di aver finito quel primo rullino in pochi minuti, e che il suo soggetto preferito era suo fratello. Gli aveva scattato una miriade di foto. Jared mentre scartava i regali, Jared che costruiva un pupazzo di neve, Jared che faceva colazione con i pancakes. Una serie infinita di sorrisi che oltre ad essere impressi in bianco e nero su della carta erano per prima cosa impressi nella sua mente. Il suo rapporto con Jared era qualcosa di indescrivibile. Suo fratello lo aveva aiutato parecchio in 40 anni di vita. Gli aveva dato speranza, aveva fatto sì che tornasse a sognare come quando era un bambino. Ne avevano dovute sopportare troppe insieme, ma lui c'era sempre stato. A volte si rendeva conto di essere parecchio geloso del fratello, quasi fosse di sua proprietà, ma poteva essere definita come paura di perderlo? O semplicemente come amore fraterno morboso?
A differenza di Jared, che anche con i parenti e gli amici più cari era freddo e distaccato, Shannon era parecchio affettuoso. Adorava abbracciare le persone, era il suo modo, poco formale, per fargli capire che li amava e che per loro avrebbe fatto di tutto.

Si era da poco unito ai coniugi Milicevic, che guardavano Inception, un film con -quel gran pezzo di gnocco di Leonardo Di Caprio- come lo definiva Vicky, e pensava a come dovesse essere realmente bello poter entrare nella mente e nei sogni delle persone. Finito il film cercò di interpretarne il vero significato e di cercare di capire la scelta del protagonista. Un pensiero che lo tenne occupato per parecchio tempo, fin quando, fù interrotto da un bisogno primario. Con poca voglia dovette alzarsi dal comodissimo divano, o la sua vescica sarebbe scoppiata. Il bagno era dalla parte opposta del tourbus, rispetto a dove si trovava lui, e avrebbe dovuto attraversare la piccola cucina dove, era certo, Jared stava confidando i suoi piccoli segreti alla sua assistente/amica/sorella/tuttofare/martire. Ed effettivamente, pensò dopo essere entrato in cucina, ci aveva azzeccato di brutto.

Mai, però, avrebbe immaginato che gli sguardi dei due fossero focalizzati su di lui. Di solito non si facevano problemi se qualcuno li interrompeva, ma nei loro occhi vedeva paura, quasi stessero parlando di qualcosa che lui non avrebbe potuto sapere, o come se cospirassero qualcosa.

"Ehm...vado al bagno." Disse giustificandosi di un crimine mai commesso.

E sotto lo sguardo di Jared ed Emma entrò nel bagno.

La cosa che però gli diede enormemente fastidio fù una frase di Jared.

"Meglio non parlarne qui, potrebbe capire o fraintendere qualcosa. Meglio parlarne in albergo ok?" Non sentì nessuna risposta da parte di Emma, e si chiese cosa stessero tramando quei due e soprattutto ai danni di chi.

"Conosci Shannon, meglio che non sappia niente di tutta questa storia."

Suo fratello aveva appena detto una cosa del genere. C'era qualcosa che non doveva sapere. Si, ma cosa?

E perchè poi tutta questa segretezza?

Jared non gli aveva mai tenuto nascosto niente, e tutto si sarebbe aspettato tranne questo. Si sentiva enormemente tradito e deluso. Come avrebbe dovuto comportarsi adesso? Uscì dal bagno senza degnarli di uno sguardo e cercando di reprimere la voglia di sbattere suo fratello sul muro più vicino e prenderlo a pugni, andò al piano di sopra e si chiuse nella sua cuccetta. Prese il suo lettore mp3 ed iniziò ad ascoltare i suoi amati Kiss.

**********************************************************************************

Dopo la serata ad Atlantic City, Emma aveva notato che diventava sempre più difficile fingere. Non era mai stata una grande attrice, non secondo Jared almeno, e dover parlare del problema, che la affliggeva da due anni a quella parte, le sembrava necessario. In due anni non si era confidata con nessuno, aveva sempre pensato di poter gestire tranquillamente la situazione, ma le cose, nell'ultimo periodo si stavano complicando parecchio. Carly le piaceva, era davvero una bravissima ragazza e la sera prima aveva parlato tranquillamente e si erano addirittura scambiate il numero di telefono. Proprio quella mattina, insieme a Vicky, le aveva mandato un sms, chiedendole se si fosse divertita alla festa. E lei era stata gentile e dolce come sempre. Le aveva risposto che si era divertita molto e che non vedeva l'ora di poter chiacchierare di nuovo con loro. E lo stesso pensava e desiderava lei. E allora perchè provava ancora un moto di gelosia nei suoi confronti?

Tremila domande le occupavano il cervello, e pensò di andare un attimo a riordinare alcune carte, o quel pignolo di Jared si sarebbe arrabbiato. Prese la sua agenda e scese in cucina. Non si sarebbe mai aspettata che fosse già occupata dal suo migliore amico. Lui le sorrise e poi andò nel salottino con gli altri. Per una buona oretta riuscì a lavorare tranquillamente, senza problemi. Il lavoro era l'unica cosa che riusciva a non farle pensare alla sua vita, e per questo ci metteva anima e corpo per soddisfare quel gran rompiscatole del suo datore di lavoro.

Non lo aveva nemmeno sentito entrare, ma sapeva che era lui.

"Tutto ok?" Le chiese.

Classico di Jared, preoccuparsi per gli amici. Un altro dei suoi grandi talenti era quello di riuscire a capire fino in fondo una persona. Potevi anche apparire sorridente e felice davanti a tutti, ma se c'era qualcosa che non andava, lui lo capiva a kilometri di distanza. Aveva voglia di parlare con lui? No, pensò. Non doveva...era meglio tenere la bocca chiusa. Optò per chiedergli qualcosa di Carly. E lui partì con il suo monologo. Perchè Jared era proprio come lo si vedeva nei video. Logorroico. Per spiegare un concetto partiva da lontano e spiegava tutto nei minimi particolari, compreso sensazioni ed emozioni. Notò come il problema di Jared fosse identico al suo. Aveva paura di parlare, di esternare le proprie emozioni, e glielo disse. Non aveva pensato, però, che Jared avrebbe potuto capire tutto.

E così fù. Lui era riuscito ad entrare nella sua anima, a spogliarla, con una sola frase.

"Tu stai cercando di consigliarmi di fare quello che tu stessa non hai il coraggio di ammettere e fare."

Ed era vero. Perchè lei non aveva il coraggio di parlare e affrontare il suo problema.

Jared la convinse a parlare, sapeva che avrebbe dovtuo liberarsi, perchè scoppiare a piangere, ogni volta, non le faceva bene. Era il suo carattere, certo, ma perchè ridursi in quello stato?

Un brivido le attraversò la schiena ed istintivamente indossò una felpa, la sua preferita, gliel'aveva regalata Shannon per il suo compleanno l'anno prima. Si mise all'angolo del divenetto e raccolse le gambe al petto. Prese un profondò respiro ed iniziò a raccontare.

"E' un problemino che mi tengo dentro da due anni, e credimi, se te lo sto dicendo è perchè non ne posso davvero più. Vedere determinati comportamenti mi dà fastidio, quelle ragazze mi danno fastidio, è tutto un circolo schifosamente doloroso che fà parte dell'amore."

Vide Jared sollevare un sopracciglio. "Potresti aggiungere il soggetto?"

Emma rise, ma dentro di lei sapeva che il nome del soggetto, sarebbe stata la parte più difficile da dire.

"Che importa del soggetto? Io sono innamorata Jared. Innamorata a tal punto da piangere, da ridere per scemenze, da evitare per la maggior parte delle volte questa persona, nonostante quello che desideri sia stringerlo forte tra le mie braccia, e essere stretta altrettanto forte. Solo che, come faccio a dirglielo? Come si può spiegare ad una persona cosa provi per lui, quando sai che quella persona ti considera come un'amica, che per te non ha occhi, ma che per lui daresti la vita."

Vide per un attimo Jared sbarrare gli occhi. "Non sono io, vero?"

Emma iniziò a ridere. "Ma no che non sei tu, non potrei mai innamorarmi di te, sei troppo perfettino per i miei gusti, e anche parecchio eccentrico, e vanitoso, e permaloso e..."

"Ok Emma, grazie, ho capito! Per un attimo mi sono spaventato seriamente, non famri prendere più questi spaventi. Ho una certa età sai?"

"Anche per quello non mi innamorerei mai di te, sei troppo vecchio!"

"Cosa? Vecchio io? Ma tu guarda un pò con chi deve avere a che fare io!" E risero ancora. "Seriamente, mi dici chi sarebbe il tuo lui?"

Stava per dirglielo quando Shannon entrò in cucina. I due lo guardarono come se fossero stati sgamati a...spacciare droga?

Lui li guardava con un enorme punto interrogativo in faccia.

"Ehm....devo andare al bagno." Disse. I due annuirono e poi Shannon si dileguò.

Jared si avvicinò ad Emma e bisbigliando le pose una domanda.

"Lui?"

"Si."

"Meglio non parlarne qui, potrebbe capire o fraintendere qualcosa. Meglio parlarne in albergo ok?"

E Emma acconsentì con un breve cenno del capo.

"Conosci Shannon, meglio che non sappia niente di tutta questa storia."

"Almeno, non per il momento."

Così come era arrivato, Shannon, passando dalla cucina si dileguò. I due lo guardarono intensamente, era arrabbiato, si capiva.

E come da previsione, Emma scoppiò in un enorme pianto liberatorio. Per fortuna, quel giorno, c'era Jared a sostenerla e a consolarla. Il suo segreto era stato svelato, e allora perchè non riusciva a sentirsi bene?

   
 
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