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Autore: NoemiOneDirectioner    16/04/2012    0 recensioni
Ciao, mi chiamo Noemi Andrani, ho 16 anni appena compiuti, sono una sognatrice, una ragazza quasi sempre sui suoi pensieri, ma quando sta con gli amici e soprattutto quando si diverte con la sua migliore amica Sara, è molto socievole e solare.
La mia migliore amica Sara, è fissata con un gruppo di nome ‘One Direction’, è praticamente innamorata persa, io gli faccio sempre presente che è impossibile essere innamorati di cinque ragazzi inglesi, che abitano a kilometri e kilometri di distanza da te, ma lei non se ne frega, lei li ama e continua ad amarli, d’altronde è vero, al cuore non si comanda e non saranno dicerto le mie parole a fargli cambiare idea, poi io non ho mai vissuto un ‘amore a distanza’ quindi non posso neanche capire ciò che lei prova veramente. Ogni volta che me li fa ascoltare, sono molto bravi, ogni volta che mi fa vedere le loro foto, sono tutti bellissimi, e grazie alle sue descrizioni DETTAGLIATE li conosco benissimo, il ragazzo che mi attira di più è Niall Horan, il biondino, dolce, bello, bravissimo vocalmente e solare.
Ma la scuola ha organizzato una vacanza-studio a Londra e..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘immagina’ *parte 1* *DRIIIN, DRIIIN* Suona la sveglia, quella maledetta sveglia che mi impediva di restare nel lettino, sotto le caaalde coperte, invece no, dovevo alzarmi, il solo pensiero di andare a scuola mi seccava, avevo proprio voglia di buttare dalla finestra, già aperta della camera, la sveglia e restarmene a dormire. Tua madre: ‘NOEMIIII, SVEGLIAAA.’ Io: Non ce la posso fare, anche mia madre ci si mette oltre quella dannata sveglia?’ Tua madre: ‘SBRIGATI O FARAI TARDIIII.’ Ok, tra la sveglia e tua madre che strillava di prima mattina, decido di alzarmi, il miglior modo per farle stare zitte tutte e due, ero stanca già appena alzata, fortuna che mancava solo una settimana alle vacanze estive, una fottuta settimana; mi alzo, mi lavo, mi vesto, un filo di trucco, e vado a fare colazione. Io: ‘Giorno mamma.’ Tua madre: ‘Ahh, alla buon ora, ti rendi conto di quanto sia tardi?’ .. e BLA BLA BLA, mia madre continuava a parlare, ma non capivo nulla, ma come poteva pretendere che io l’ascoltassi appena sveglia, finii di fare colazione e come se avesse finito di parlare, salutai mia madre per avviarmi a scuola. Uscii da casa, e mi avviai alla fermata del pullman, dove, poco dopo, mi raggiunse Sara. Sara: ‘Ehii, buongiorno!!’ –Disse tutta bella sveglia, e pimpante.(?) Io: ‘Buongiorno Sa!’ –Risposi nascondendo il sonno. Sara: ‘Allora? Hai deciso se venire o no a Londra?’ –Domandò, consapevole che lei ci sarebbe andata. Io: ‘Sà, il problema è che sprecherei tutte le vacanze estive, per studiare INGLESEEE.’-Risposi disperata. Sara: ‘Dai, vieniii, perfavoreee, fammi compagnia!’-Esclamò implorante. Io: ‘Dai vediamo!’ –Risposi, quasi convinta. Sara: ‘Tanto per noi non è un problema comunicare con gli inglesi, ti ricordi quella volta che ci avevano assunte per fare i traduttori di non mi ricordo chi, da inglese a italiano?’ –Continuò. Io: ‘Si, ci avevano preso per madre-lingua inglese, ma non è il problema di capire la lingua, è proprio che spendo tutte le vacanze estive.’ –Ribadii di nuovo. Sara: ‘Dai pensaci, poi fammi sapere, sappi che se vieni mi faresti compagnia!’ –Ri-disse, cercando di convincermi. Intanto che Sara finì di parlare, alla fermata arrivò l’autobus, che ci avrebbe portato in prigion.. ehm a SCUOLA. Salimmo le scalette dell’autobus, scegliemmo il posto in cui sederci e ci dividemmo le cuffiette che Sara, fortunatamente, aveva portato, e subito, come potevo prevedere la canzone che mette è ‘What Makes You Beautiful’ dei One Direction, io la guardai quasi stufa per tutte le volte che me la fa ascoltare, ma mi limitai ad un’occhiataccia e non replicai, appoggia la testa al sedile e aspettai l’arrivo a scuola. Dopo circa, un’ora l’autobus si fermò, e ci scaricò a scuola. La campanella era appena suonata, in prima ora c’era la materia più divertente e facile di tutte: matematica. Sara entrò subito a scuola, lei non era nella mia stessa classe e in prima ora aveva una verifica e ha voluto evitare ritardi, la guardai entrare, e sparire nei corridoi, appena intravisti dal vetro della porta. Mi girai, distogliendo lo sguardo dalla porta, ai tanti pullman che si affrettavano a scaricare i ragazzi, era venuta l’ora anche per me di entrare e di uscire dopo cinque lunghe ore, mi girai di nuovo verso la scuola, questo brutto pensiero però fu scacciato alla vista di un ragazzo appoggiato con una spalla alla porta di entrata e con le gambe incrociate, era li fermo a fissarmi, io ricambiavo guardandolo dai piedi fino alla testa, fino a che non incontrai i suoi occhi, color del mare, celesti, come il cielo. In lui c’era qualcosa di familiare, qualcuno che avevo gia visto, forse, ma non ci diedi molto peso, e scacciai questo piccolo e innocuo pensiero, smettendo di fissarlo e entrando a scuola, quando per entrare gli passai vicino, un profumo mi avvolse, forse il suo, o forse no, mi fermai sul ciglio della porta un istante, sentendomi osservata, ripresi il passo e mi avviai nella mia classe, quando entrai, erano tutti con i libri aperti, la prof che mentre mi avviavo al mio banco, mi seguiva con lo sguardo. Prof: ‘Andrani, alla buon ora!’ Io: ‘Ehm, si, mi scusi professoressa.’ La prof ti lanciò un’occhiataccia, ma non gli diedi molto peso. Finalmente ti eri seduta al tuo banco, vicino a Giulia, un’altra tua amica, mi sedetti e presi i libri dallo zaino buttato a terra, li posai sul banco, aprii la pagina interessata alla lezione, e mi fermai a pensare. Giulia: ‘Noè, che ti succede, ti vedo pensierosa, sembra che hai visto un fantasma!’-Disse pensierosa. Io: ‘No, non ho visto un fantasma, forse ho visto un angelo.’ –Dissi girandomi verso di lei, inconsapevole anche io, di quello che stavo dicendo. Giulia: ‘Bhè, sei strana questa mattina.’ –rispose quasi impaurita dal mio comportamento. Non risposi, mi limitai ad annuire e continuare a pensare e a non seguire la lezione. Così passarono le cinque pesanti ore, che pensandoci bene, tanto pensanti, con in testa quel ragazzo non sono state, anzi, furono quasi piacevoli. All’ora di uscita, aspettai Sara che uscisse dalla sua classe, non le raccontai nulla di quel che era successo la mattina, non sapevo neanche io se avevo sognato, o no, visto che quella mattina ero mezza addormentata. Aspettammo il pullman, e tornammo a casa. Entrai in casa, mi madre era a lavoro, ma mi aveva lasciato il pranzo e la tavola apparecchiata. Pensai: ‘Brava, mamma!’ Mangiai, e andai in camera, accesi il computer e andai su fb, trovai Sara in linea. *In chat* Io: ‘ehii.’ Sara: ‘Ehii, hai deciso?’ Io: ‘Deciso, cosa?’ Sara: ‘Terra chiama Noemi, anche oggi ti vedevo assente, come cosa? LONDRA! Ti ricorda qualcosa?’ Io: ‘Ah, si, ehm quando torna dal lavoro mia madre gli dico che vengo.’ Sara: ‘Vieni? Oh, che bello, ci divertiremo un mondooo.’ Io: ‘L’ho deciso ora, su due piedi, vediamo che dice mia madre.’ Sara:’Ok, ok, comunque mi devi raccontare che ti è successo, sembri sconvolta.’ Io: ‘Diciamo di si.. bhè ecco..’ – e le raccontai tutta la storia di quella mattina. Sara: ‘Woo, occhi celesti, color mare-oceano; assomiglia a Niall Horan, quello dei 1D!’ Io: ‘Si, ma che ci faceva qui in Italia?’ Sara: ‘Mangiava, HAHAHAHAAH.’ Io: ‘Ma smettilaaa.’ Sara. ‘HAHAHAHAH, dai questa battuta era forte però!’ Io: ‘Sisi, come no! Io chiudo và, a domani. Ti voglio bene!’ Sara: ‘Si, fammi sapere che dice tua madre, ti voglio bene.’ Chiudo internet, mi ero decisa, sarei andata a Londra, mia madre non avrebbe aspettato altro che andassi. Incominciai a fare i compiti, un ora dopo tornò mia madre. Tua madre: ‘Sono a casaaa.’ Io: ‘Mamma, ho deciso, vado a Londra st’estate!’ Tua madre: ‘Oh, finalmente, meno male và, non te l’ho detto ma io avevo pagato già tutto, quindi anche se non volevi ci andavi lo stesso.’ Io: ‘Ah, wow!’ Continuai a fare i compiti, e non so come, riuscii a scacciare il pensiero di quel ragazzo sulla soglia della porta di scuola, Niall Horan, no ma è impossibile, che ci faceva qui. Arrivò la sera, avevo finito da un bel po’ i compiti, e mi misi ad ascoltare la musica, cosa che mi faceva rilassare molto, aiutai mia madre, cenammo e si fece tardi, andai a dormire, quasi contenta di aver finito quella giornata, perché quasi? Perché avrei voluto veder meglio quel ragazzo. Così passarono gli ultimi giorni scolastici, ogni mattina ti soffermavi vicino al muretto di scuola, ad aspettare una qualche magica apparizione di quel ragazzo, ma niente, avevi perso le speranze ormai. *arrivò il giorno della partenza per Londra*
  
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