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Autore: Mirax96    16/04/2012    12 recensioni
Quando la tua vita è spenta e grigia come il mondo che ti circonda, le mondanità possono fartelo sembrare completamente privo di significato. A volte tutto quello di cui abbiamo bisogno è un po' di colore - o sei - per rimostrarci tutto quello che rende la vita veramente degna di essere vissuta.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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La Mia Piccola Dashie

La Mia Piccola Dashie

di ROBCakeran53

My Little Dashie
Scritto da ROBCakeran53 http://robcakeran53.deviantart.com/
Modificato da SirPeppermintJam http://sirpeppermintjam.deviantart.com/
Tradotto in Italiano da Mirax96 http://mirax96.deviantart.com/

Basato da questa immagine: http://img269.imageshack.us/img269/5121/happybirthdayrd1.jpg by http://oppositebros.deviantart.com/

Per fan art, testi e altri lavori basati su questa storia: http://robcakeran53.deviantart.com/favourites/46446902

Link Gdocs della storia originale in Inglese: https://docs.google.com/document/d/1NwdIJMALxxi6egHz832IuNIHy1J7JAqulJFoGeLM5tY/edit?hl=en_US



Vivo la mia vita, giorno dopo giorno. Buona parte di questi giorni è priva di eventi, sempre nella stessa routine: mi sveglio, vado a lavoro, lavoro, vado a casa, dopo perdo tempo finchè non vado a letto. A volte mi vedo con i miei pochi amici, altre semplicemente mi metto a giocare a qualche videogioco o a guardare My Little Pony: Friendship is Magic. Una volta ogni tanto, però, capita qualcosa di nuovo e interessante: incontro un vecchio amico, trovo un dollaro per terra, o vengo inseguito da un cane randagio.

Vivere in una città morente non è molto divertente o interessante. Questa città un tempo era piena di vita e colorata, ma ora... ora molte case sono in decadenza, c'è pochissimo lavoro, e quelle che un tempo erano grandi fabbriche che portavano avanti l'economia non sono diventate altro che delle pianure vuote. Non ho mai visto questa città quando ancora splendeva, ma ho visto delle immagini. I miei genitori hanno avuto una vita felice, e potrebbero solo desiderare lo stesso per me.

Purtroppo, non posso dire che il loro desiderio si sia avverato.

Sono intrappolato nella stessa insulsa routine: Svegliarsi, lavorare, dormire, ripetere. A volte ho dei momenti di svago, ma gli sforzi che devo sopportare ogni giorno rovinano quei piccoli momenti di gioia. My Little Pony mi ha aiutato, ma è solo un' altra cosa che stimola un pò le mie speranze. Ogni volta che vedo lo show, o una delle puledre su un sito, gioisco un pò nel vedere i vivi colori, i volti felici dei pony, e il pacifico paesaggio del loro mondo. È così dura guardare quel mondo meraviglioso, averlo così vicino a me; vorrei poter toccare i colori caldi e luminosi, le faccie sorridenti dei pony.

Però sono fermato dallo schermo del mio computer.

Sono tornato alla realtà. Arriva il punto dove devo semplicemente chiudere il mio computer e andarmene. Lo faccio spesso, specialmente dopo la morte dei miei genitori. Esco a camminare. Quando sono triste, cammino. Quando mi sento stanco, cammino. Quando ho voglia di camminare... cammino. Camminare è diventato come una seconda vita per me, in un certo senso; spendo almeno metà delle mie giornate fuori, lungo le vie di periferia in decadenza.

Ho visto la gente venire e andarsene. Ho visto edifici abbattuti, bruciati, o che hanno così tanti graffiti sui muri da non poter capire qual è il colore originale. Vedo davvero raramente altre persone nelle mie passeggiate. A molta gente non piace vedere quella che una volta era la loro bellissima città, le loro case, le loro ex aziende. Ma non gliene faccio una colpa. Anzi, gli do ragione. Loro hanno visto questo posto con i loro occhi, hanno visto gli edifici ancora stabili e interi, i prati ancora freschi e potati, le strade, i marciapiedi intatti.

L'unica cosa che ho mai visto che si avvicinano a questa descrizione sono i dipinti di mia madre, tutti vivi e con ogni colore di questo mondo. Lei ha iniziato a dipingere quando tutto iniziò a sbriciolarsi sotto i suoi occhi, mostrando la bellezza che c'era prima di questo paesaggio triste. Il suo capolavoro ritrae un grande prato, che ora è diventato un parcheggio. Su quel prato ha dipinto un bellissimo arcobaleno. Il mio dipinto preferito. Probabilmente è questo il maggior motivo per cui Rainbow Dash mi piace più di tutte le altre pony. I suoi colori, il suo bellissimo Sonic Rainboom, tutto di lei mi ricorda quel dipinto.

Ci sono state volte che desideravo di avere la mia Rainbow Dash, o più realisticamente un peluche di lei, da poter coccolare a letto. Ho usato un vecchio Simba come rimpiazzo "temporaneo", finchè non avrei guadagnato abbastanza soldi da poterne comprare uno. Ha aiutato, in un senso. Era come se tenerlo poteva diminuire un pò le mie ferite, le mie pene, il mio dolore. I miei piedi, dopo molte ore di passeggiata nelle mie vecchie scarpe, hanno iniziato a pulsare sulle suole, comunque, se l'avessi avuto, avrei tenuto quell'animaletto a cuore più di quanto farebbe una madre per il proprio figlio. E' la sola cosa a cui riuscivo a pensare e avrei provato pura gioia, anche se fisicamente non era la Rainbow Dash che volevo.

Ma lo sarebbe stata.

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Oggi, come al solito, ho camminato per andare al lavoro. Sempre la stessa merda, solo un giorno diverso, a guardare le stesse persone entrare nel negozio, prendere i loro prodotti e pagare, poi andarsene con le buste in mano. Il mio turno è finito dopo molte ore. Sono uscito e ho iniziato ad avviarmi verso casa. Ho deciso di prendere un percorso differente questa volta, tanto per poter cambiare un pochino la strada che prendo di solito. Questa parte di città era stata colpita peggio; solo poche case sono rimaste in piedi, e nessuna di loro è abitata. E' davvero una cosa triste da vedere. E poi, anche l'unica cosa da vedere. L'unica che avrei visto per tutto il tragitto.

O almeno è quello che credevo.

Sono stato fermato da qualcosa di inusuale; una scatola di cartone nel mezzo del marciapiede. Vivendo in questo tipo di area vedo spazzatura ovunque. Pacchi, scatole di McDonald, e bottiglie di plastica ricoprivano le strade e i prati, ma raramente trovavo una scatola di cartone che non era minimamente sgualcita o rotta. Ho notato questa scatola particolare perchè era proprio sul mio cammino. Quando ero piccolo, cercavo di fare ciò che potevo per la comunità. Raccoglievo la spazzatura quando la vedevo, o provavo ad aiutare il vicinato. Era una battaglia persa. Al giorno d'oggi, ho perso ogni speranza di pulire questa città, e ancora meno il mio vicinato. Ora passo semplicemente accanto alla spazzatura, lasciando che il vento la trascini via o che si decomponga col tempo. Lascio stare le cose dove le "persone" le lasciano, dato che a loro non importa altro che loro stessi. Perchè io dovrei comportarmi diversamente?

Sono passato accanto alla scatola, dandogli una piccola occhiata. Non aveva niente che potesse interessarmi. Ho continuato il mio cammino, ormai casa mia non era molto lontana. Una volta arrivato, mi sono seduto e ho giocato a qualche gioco, cercando di togliere quella scatola dai miei pensieri. Ho avuto poca fortuna, in quanto la scatola riuscì in qualche modo a tornarmi in mente. Il tempo passava, e presto mi tornò la voglia di camminare. Sono uscito di casa e ho iniziato a percorrere il mio solito percorso quando mi fermai. Cosa aveva di speciale quella scatola che mi era rimasta in testa? Mi voltai indietro, attraversando la strada che ho preso per tornare a casa, quella strada che attraversavo ogni morte di papa. Fui sopraffatto dalla curiosità, e volevo soddisfarla.

Dopo qualche minuto l'avevo trovata, ancora poggiata nello stesso punto, triste e sola sul marciapiede malconcio. Non si muoveva, non faceva nulla di speciale. Era una normalissima, marrone scatola di cartone. Non volevo essere uscito per nulla, perciò mi avvicinai di più. Quando mi avvicinai abbastanza, iniziai a notare qualcosa di dentro. Era qualcosa di molto colorato, ed era abbastanza piccolo. Forse aveva la grandezza di un cucciolo di Labrador di pochi mesi.

Mi fermai vicinissimo alla scatola, e guardai quella cosa colorata che c'era dentro.

Ed eccomi a questo punto: sto guardando nella scatola a una piccola... qualcosa. No, so esattamente cos'è, ma il mio cervello non mi permette di accettarlo. All' inizio avrei voluto dire che era semplicemente un giocattolo, lasciato a morire con il resto della robaccia qui intorno. Ma poi l'ho visto respirare. Infatti sembrava dormire. Le mie mani tremano, il mio respiro è irregolare, e sto provando a sfregarmi gli occhi per provare a vedere meglio.

Ma ogni volta, mi appare la stessa immagine. Dentro, c'è... una cucciola... una puledra... Rainbow Dash... che dorme.

Mi inginocchio, provando a dare un'occhiata più da vicino alla scatola. Non riesco a credere a ciò che vedo. Non c'è una motivazione fisica, mentale, o exreaterrestre per la quale dovrebbe trovarsi qui... nel mio cupo, oscuro e orribile mondo. Dopo aver controllato meglio la scatola, trovo ad un lato una scritta fatta con una penna che dice "Dalle una casa."

Il primo pensiero che mi viene in mente, oltre a "Rainbow Dash puledra in una scatola", è "Chi abbandonerebbe mai una Rainbow Dash puledra?" La mia testa è piena di interrogativi. Come è arrivata qui? Perchè è qui? Perchè è una puledra? Il suo fianco è persino privo del suo cutie mark, prova che è ancora una puledra. Mentre tento di alzarmi, urto accidentalmente la scatola con il mio piede, e accade l'inevitabile: lei si sveglia.

Si guarda intorno, strofinandosi la fiaccia con una zampa anteriore, provando a svegliarsi per bene. All'inizio tutto ciò che vede sono le mura marroni della scatola, ma dopo, guardando in alto, vede me. Quei grossi occhi neri, con intorno quei cerchi colorati di rosa hanno fatto, come si suol dire, esplodere il mio cuore... due volte. È così pura e carina da farmi inginocchiare di nuovo, e non riesco a nascondergli un sorriso. Non ho sorriso così da anni, da quando i miei genitori mi portarono al parco di quest'area.

I suoi occhi continuano a guardarmi, mentre io guardo lei. Non so cosa dire, o cosa fare, ma devo iniziare qualcosa.

"Ciao."

Le ho parlato, ma lei non risponde.

"Ehm, cosa ci fai qui fuori?"

Si guarda intorno, dopo ricomincia subito a fissarmi. Più tempo passa, più capisco che è davvero piccola; molto più piccola della sua apparizione da puledra nell'episodio ventitre. Probabilmente non sa ancora parlare... se lei può parlare nel mio mondo. Il punto è che lei esiste, davanti a me, più confuso che mai. Faccio tornare la mia attenzione su di lei, e noto che il suo corpo sta tremando un pò. La stagione fredda è arrivata, e può fare abbastanza freddo, specialmente a metà Settembre.
 
Non so bene cosa fare; le do una casa? Chiamo qualcuno? Chi potrei mai chiamare? Io sono un Brony riservato, perciò nessuno dei miei amici sa del mio amore su questo show. Non posso portarla in un asilo... è una scelta stupida. Non solo sarebbe trattata come un fenomeno da baraccone, ma potrebbe persino essere portata in un laboratorio e studiata, gli farebbero degli orribili esperimenti. C'è solo una cosa da fare.

Inizia a tremare di nuovo a causa di una ventata fredda che la raggiunge; le sue ali tremano e lei si accovaccia cercando di ripararsi dal freddo con le zampe. E' troppo, non resisto più. Afferro la mia giacca, e la prendo. La sua reazione è quella che mi aspettavo; paura. Inizia ad agitarsi, ignara di cosa le stessi facendo. Non può ancora volare, ma tenta lo stesso di far muovere le sue ali come se per miracolo potesse magicamente prendere il volo. La metto nella mia giacca, in modo che la avvolga lasciandogli fuori la testa, e la prendo in braccio. Lei continua ad agitarsi, ma finalmente il calore del mio corpo si infiltra nella giacca e su di lei, che si calma.

"Va tutto bene. Andiamo in un posto più al calduccio, ok?"

Le sorrido di nuovo. Lei mi guarda in modo molto confuso, starà tentando di capire cosa sta succedendo.

"Non preoccuparti, non ti farò del male. Si sta facendo tardi, ti congelerai qui fuori."

Penso che mi abbia capito, dopo che ho detto quelle parole il suo sguardo torna alla normalità, e cerca di accomodarsi per bene nella mia giacca. Si dimena un pò, cercando di trovare una posizione più comoda. Riesco a sentire i suoi zoccoli e le sue ali che mi spingono mentre si muove. Dopo, si ferma e inizia a riposarsi nelle mie braccia, fa un piccolo sospiro e chiudendo gli occhi inizia a dormire.

Il mio cuore è esploso una terza volta.

Nell'intero ritorno, controllo che non ci siano persone che mi passino vicino. Non voglio che nessuno la veda. Non so come potrebbero reagire. Però, naturalmente, non vedo una singola persona. Si fa mezzanotte mentre torno a casa; fortunatamente per noi, ho tenuto accesa la luce della mia veranda. Essendo una delle poche case abitate nel quartiere c'è molto buio. La città ha persino smesso di dare energia ai pali della luce, il che rende tutto più difficile. Do un' occhiata alla puledra, che continua a dormire nella giacca come l'ho lasciata. Non sta più tremando, e sembra abbastanza calda.

Vado nella mia veranda e, facendo attenzione a non fare troppo rumore, prendo la chiave, inserisco nella serratura, giro la chiave e finalmente afferro la maniglia, e apro la porta. E' buio dentro, dato che quando ero uscito c'era ancora la luce fuori. Quando premo l'interruttore, la lampada del corridio prende vita, illuminando un pò il soggiorno. Gran parte dei mobili è di proprietà dei miei genitori. In realtà, tutta la casa lo è. Sono diventato il suo proprietario dopo la loro caduta, e cerco di mantenere la casa come l'hanno lasciata.

Ancora con la piccola Rainbow Dash in braccio, cammino nel soggiorno. Quando passo vicino al ritratto di famiglia, lo saluto con un "Ciao mamma, ciao papà." Lo so che non sono davvero qui, ma so che mi hanno voluto bene, e io gliene voglio a loro, questo mi aiuta a stare bene, e a continaure questa miserabile vita. Appena entro nel soggiorno, sento qualcosa che si agita nelle mie braccia. Si è svegliata, probabilmente quando ho acceso le luci, e ora inizia ad essere ansiosa. Senza sapere bene cosa fare o come affrontare la situazione, la poggio sul pavimento.

Lei salta immediatamente fuori dalla giacca e si guarda intorno, iniziando a studiare ciò che la circonda. Io continuo a guardarla mentre esplora la cucina, dopo inizia a studiare il tavolo.

"Cosa ci fai qui nel mio mondo?"

Non voglio dirglielo così forte, ma ormai è una cosa normale. Vedendo i miei amici una volta ogni tanto, mi ritrova a parlare con, beh, me stesso molto spesso. Non ho un animale domestico, semplicemente perchè vorrebbe dire più soldi da buttare e io non ne ho molti già per conto mio.

Dalla mia domanda, l'unica risposta è un'altra occhiata inespressiva dalla sua faccia. Questo mi dice che neanche lei lo sa. Beh, cosa mi dovrei aspettare da una puledra che ancora non sa neanche parlare.

"Ti sei persa?"

Non appena queste parole escono dalla mia bocca, il suo sguardo scende al pavimento.

"Oh..."

La conclusione è che lei non ha idea di cosa stia succedendo, di dove si trovi, di chi io sia, o qualsiasi altra cosa. Si, era persa.

"Beh, finchè non succede qualcosa, direi che puoi... rimanere con me."

Lei alza la testa e abbassa le orecchie, guardandomi in modo preoccupato. Le mie parole non sembravano molto incoraggianti, perciò inizio a parlare sorridendo.

"Non preoccuparti. Sono sicuro che qualsiasi cosa ti abbia portata qui, sistemerà tutto per conto suo. Noi dobbiamo... solo aspettare. Va bene?"

Non so perchè l'ho chiesto, ma sembra funzionare. Ha alzato le sue orecchie e sorride.

Le ore seguenti le ho spese a farle il "gran tour" della casa. Niente di strabiliante da vedere, e ho evitato di farle vedere la mia camera da letto per paura che il gran numero di vestiti sporchi la potesse inghiottire. Dopodichè, gli ho dato da mangiare. Ho rotto qualche piccola carota, e incredibilmente ho scoperto che ha qualche dente. Dato che è una puledra, non ero sicuro se potesse già mangiare dei cibi solidi come le carote. Ma pensandoci, lei viene da un cartone, perciò non saprei cosa è "corretto" per lei in ogni caso.

Soddisfatta del cibo, trova un punto comodo sulla sedia reclinabile di mio padre e ci si siede. Non mi dispiace, tanto io non mi siedo mai su quella sedia. Non avevo mai il permesso di farlo quando lui era in vita, quindi perchè la cosa dovrebbe cambiare dopo la sua caduta? E' la sua sedia. Ma non ne do una colpa alla puledra per non saperlo, perciò le permetto di sedersi dove si trova meglio. Inoltre le do una piccola coperta per potersi riscaldare, data la temperatura attuale di casa mia. Non c'è freddo come fuori, ma la mia caldaia ha avuto problemi fin da prima della caduta dei miei genitori. In realtà c'è un trucco per aggiustarla, ma è morto con mio padre.

Devo essermi addormentato a un certo punto. Onestamente pensavo che sarei rimasto sveglio a causa di questo interessante evento, ma dopo le lunghe ore passate a lavoro e a prendermi cura di Dash, il mio corpo ha avuto altri piani. Non so quanto a lungo sono rimasto sveglio prima di crollare, ma non importa; appena chiudo gli occhi, sento qualcosa che mi tocca a un fianco. Guardo, e vedo che a dormire accanto a me è la piccola puledra; la sua criniera e la sua coda dai vari colori non tremano, la sua testa riposa dentro il mio gomito.

So che sta diventanto una vecchia battuta, ma devo dirlo: il mio cuore è esploso di nuovo.

Se ne sta qui, dormendo, raggomitolata accanto a me, facendomi sorridere. I suoi lievi respiri si sentono a mala pena. La sua criniera mi solletica il braccio, ma evito di fare un qualsiasi movimento. Il calore del suo corpo sul mio stomaco fa addolcire il mio già debole cuore. Ripenso a quando nei mesi scorsi, non molto tempo fa, volevo avere un momento come questo. Il mio piccolo pony, una Rainbow Dash con cui dormire e tenere. E ora ho una vera Rainbow Dash, una puledra, che dorme accanto a me; contenta e tranquilla come se mi conoscesse dalla nascita.

Adesso, non c'è altro di cui mi importi. La mia disperazione, i miei piedi doloranti e il mio cuore sofferente, tutti come dimenticati, come se niente si possa avvicinare in modo remoto alla sensazione che sento adesso; questa gioia che sto provando ora, sveglio sul mio divano. Lei è qui. Lei è reale. Adesso, lei a la mia piccola pony. Lei è... la mia piccola Dashie.

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Sono passati solo quattro mesi da quando ho portato la piccola Rainbow Dash a casa mia. Ho fatto delle piccole "ricerche" in materia, ma non ho trovato nessuna conclusione. Non ho idea di perchè sia qui, e francamente, non mi interessa neanche più. Questi pochi mesi con lei sono stati i più belli della mia vita. Lei mi ha permesso di amare e di provare gioia, tra l'altro. Adesso, lei è seduta con me sul divano mentre mi guardo la televisione.

Lei sembra gradire i cartoni animati del mattino sulla stazione locale, e anch'io ho iniziato a gradirli. Si comporta come farebbe una giovane bimba. Ma pensandoci, perchè non dovrebbe? Un'altro grande fatto è che sta imparando a parlare. Non sono un insegnante o un genitore, ma faccio del mio meglio per aiutarla a imparare a parlare e leggere. Non so come, o persino da dove cominciare a insegnarle a scrivere. Nello show lo fanno con la bocca, ma per ora non ci penso. Quando sarà un pò più grande, se sarà ancora con me, farò quello che posso per insegnarglielo.

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Di solito un anno passa lentamente. Vorrei guardare avanti per il nuovo anno, nella speranza di un nuovo inizio. A pensarci, sento che questo anno è passato un pò troppo velocemente per me. Ho deciso, dato che non sono a conoscenza della sua data di nascita, di fare del giorno che l'ho trovata il suo compleanno. Il diciassette Settembre... stranamente, è anche la stessa data in cui l'anno scorso è iniziata la seconda stagione di My Little Pony: Friendship is Magic. Ho smesso di guardare lo show dopo che Dashie è entrata nella mia vita. Non c'è ragione per me di continuare, e onestamente, non ho più molto tempo per me stesso.

Sarebbe stato difficile nascondermi mentre guardavo lo show, e ancor più difficile spiegare la situazione se lo avrebbe mai visto, specialmente alla sua età attuale. Lei sa che il suo nome è Rainbow Dash, ma io ho iniziato a chiamarla col suo soprannome di Pinkie: "Dashie", ma questo non le crea alcun problema. Ora può totalmente comunicare con me, leggere l'Inglese, e sta persino iniziando a imparare a scrivere con, avete indovinato, la sua bocca.

Ho provato a "inventare" qualche apparecchio per il suo zoccolo per farla scrivere, ma sembra che scrivere con la bocca sia più naturale che con lo zoccolo. Ora c'è una cosa che mi sta scombussolando con lei. Ogni giorno si siede davanti ad una finestra, guardando fuori. Non mi preoccupo che sia vista da un passante. Abito su un vicolo cieco, perciò è l'ultima delle mie preoccupazioni. Comunque, anche se non me lo dice, posso vedere la sua voglia di uscire all'aria fresca nei suoi occhi. Non posso tenerla qui dentro per tutta la sua vita.

Ah... Sto parlando come se starà qui per sempre. So che non è così. Un giorno ritornerà a casa, ci sarà un semplice "poof" e sarà sparita, o con qualche incantesimo Twilight si mostrerà e la riporterà a casa per aggiustare tutto. Nel mio cuore, spero che non accadrà mai. Ma nella mia mente, so che accardrà. È solo questione di tempo.

Spero di poterla fare uscire presto. Ho controllato alcuni dei tanti parchi abbandonati nelle mie andate e ritorni dal lavoro, vedendo qual è il miglior posto dove portarla. Casualmente, sembra che il parco dove ho giocato e cresciuto sia la miglior opzione. Allora sarà quello, la porterò a quel parco. Come la porterò lì? È ancora abbastanza piccola, perciò posso nasconderla nella giacca o altro. Domani sembra essere un ottimo giorno, comunque.

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Ce l'ha fata. Dopo averla avuta due anni sotto la mia protezione, e senza avere nessuna conoscenza sul volo, l'ho aiutata a imparare a volare. Direi che è un bel pò in un solo paio d'anni, e stava iniziando ad essere difficile nasconderla quando andavamo al parco. Ero così disperato, che per nasconderla le ho comprato un costume da cane da indossare, così avrebbe potuto camminare inosservata. Non era felice. Perciò, ho preso qualche libro dalla biblioteca e ho letto su come insegnare agli uccelli a volare.

Avrei potuto cercarlo su internet, ma temo che possa diventarne curiosa. Ci sono molte cose spaventose su internet, e lei non è pronta per quello. Col senno di poi è già abbastanza grave che stia sperimentando la televisione, ma a lei piacciono così tanto Spongebob e Nascar (una famosa serie di gare automobilistiche) che non posso portarglieli via.

Torniamo al volo. L'ho portata a quel vecchio parco per settimane, nella speranza di poterle insegnare come volare. C'è un grande albero lì, con i rami sporgenti su una cassetta di sabbia. Il posto perfetto per lei per fare pratica. Se cadeva, e non riuscivo a prenderla, almeno c'era qualcosa di abbastanza morbido su cui cadere. È caduta molte volte. Sapevo che sarebbe caduta molte volte. Ci sono stati molti graffi, tagli e lividi tra lei e il suo obbiettivo, ma dopo molte settimane di lavoro, volò. Era una piccola distanza, circa cinquanta piedi, ma comunque ce l'ha fatta. Era un pò ferita, ma ne è stata orgogliosa. Forse ora può volare in alto, così che le poche persone a terra non la vedano. Dovrò vedere se può manipolare le nuvole come fa nello show; potrebbe tornare utile. Ora può  nascondersi su una nuvola quando andiamo al parco.

Un'altra cosa che ha attirato la mia attenzione. Mi ha chiesto se poteva avere una sua camera. Ci ho pensato, e mi sono ricordato che la casa ha una camera da letto libera, i miei genitori l'avevano lasciata con la mia vecchia roba di scuola e molti miei giocattoli di quand'ero piccolo. Potrebbero piacergli, ma non so quanto potranno divertirla, dato che sta maturando. Se ha una sua camera, posso darle delle sue cose, così potrebbe sentirsi in qualche modo normale. È abbastanza intelligente per essere una puledra, e conosce la differenza tra le nostre specie, ma non sa ancora nulla delle sue origini. Non è ancora pronta; tutto ciò che posso fare è renderla felice.

Desidero solo di trovare un modo per poterle comprare ciò che vuole.

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Se qualcuno quattro anni fa mi avesse detto che avrei dovuto prendermi cura di un cartone animato, un pony dai colori dell'arcobaleno, gli avrei dato del pazzo. Probabilmente io lo sono in realtà, ma non mi interessa. Sono felice. Lei è felice. Oggi è un giorno da festeggiare, perchè oggi la mia piccola Dashie ha ottenuto il suo cutie mark.

Onestamente non so come prendere la cosa. Lei non sapeva nemmeno cos'era finchè non gliel'ho spiegato. Ora è ancora più eccitata di prima. Era una normale uscita al parco, ma questa volta lei ha voluto vedere quanto in alto riusciva ad arrivare. L'ho dovuta limitare su quanto alto poteva volare, ma onestamente non posso fare nulla quando lei è lassù. Non so volare, tutto ciò che posso fare è dirle di fare attenzione

In qualche modo le è venuta in testa la voglia di vedere quanto poteva volare veloce, probabilmente per il fatto che è una fan di Nascar e, beh, delle corse in generale. Alcune volte inventava dei trucchi e delle acrobazie sue, dandogli dei nomi. Io dovevo solo sedermi su una panchina e tirarle su il morale. Non c'era neanche più nessuno. Infatti, in quel quartiere, credo di essere l'ultima persona rimasta da più di un anno. Ci sono delle voci che comunque dicono che l'intera area sta per essere ventuda a qualche compagnia, e che diventerà una grande area di produzione. Non so come sentirmi riguardo questa storia... ma non è importante ora. Sono molto felice del fatto che la mia Dashie conosce il luogo. Anche se questo non è il suo mondo, è sempre la stessa Rainbow Dash dello show.. Indipendentemente dal fatto che l'ho allevata io, ha gli stessi comportamenti e atteggiamenti dello show. E ora, ha il suo cutie mark.

Comunque, è andata molto in alto per provare ad accumulare velocità da una caduta. Beh, era tutto a suo favore; la posizione in cui si trovava, il suo preparamento mentale, e forse anche il fatto che io la guardavo e le facevo il tifo, comunque ce l'ha fatta. Ha sfondato la barriera del suono, e creato un Sonic Rainboom.

Non sapevo che avrebbe potuto farlo nel mio mondo. Sapevo che si può rompere la barriera del suono, ma anche la parte dell'arcobaleno? Mi sento confuso. Comunque, l'esplosione iniziale ha fatto rompere molte finestre e ha fatto partire gli allarmi delle auto nelle vicinanze. L'ho subito presa e ci siamo catapultati a casa prima che qualcuno potesse arrivare al parco. Fortunatamente nessuna delle mie finestre si era rotta.

Il resto della giornata è stato speso a festeggiare. Il caso ha voluto che fosse anche il suo quarto compleanno. Non ho idea di che età aveva quando l'avevo trovata, quindi ho semplicemente ricominciato. Avrei comprato una torta, ma a causa dell'esplosione, tutti i negozi erano chiusi e avevano bisogno di finestre. Perciò, abbiamo fatto una torta per conto nostro. A quanto pare, i fan hanno ragione: lei non sa infornare. Inoltre io non sono il massimo, perciò la torta è stata un disastro. Ma ci siamo divertiti, e lei è felice. Pertanto, anch'io sono felice.

Se quello è stato il suo miglior momento della giornata, il mio lo è stato qualche attimo fa. Lei ormai è abituata a dormire in camera sua, io sul divano. Ho smesso di dormire nella mia camera, e ho cominciato a dormire nel soggiorno per tenerle compagnia, fino a poco tempo fa. Ora dormo di nuovo sul mio letto, ma tengo la porta aperta, così se lei ha bisogno di me, può raggiungermi. L'ho appena accomodata nel letto e le ho augurato la buona notte, quando l'ha detto.

"Buonanotte, papà. Ti voglio bene."

Non mi sono collegato ad internet da, quando, tre anni? Non so come vanno le cose online su My Little Pony, o quali battute sono ancora di moda o no. Ma dannazione, sto per dirlo perchè è vero! Il mio cuore è esploso due volte! Per la prima volta, non solo mi ha chiamato papà, che ha fatto in alcune occasioni, ma ha persino detto... "Ti voglio bene."

Per un momento, non sapevo cosa dire o cosa fare. Non sono mai stato in una situazione simile prima d'ora. Ma ricordo cosa facevano i miei genitori in questi casi. Perciò, le ho baciato la fronte e le ho detto la stessa cosa.

"Buona notte, mia piccola Dashie. Ti voglio bene anche io."

Mi ha sorriso, dopo ha chiuso gli occhi per dormire. Sono uscito, spegnendole la luce, assicurandomi che la sua luce notturna di Spongebob era accesa, ovviamente, e ho chiuso la porta, dopo mi sono seduto sul divano. Non mi sono mosso per un' ora adesso, ho la testa così piena di pensieri. Le poche volte che mi aveva chiamato "papà", non ci avevo fatto caso. Posso capire perchè mi ha chiamato così. Essendo stato con lei così tanto devo averlo accettato come parte del prendermi cura di lei. Ma stasera quando ha detto quelle tre parole, l' ho finalmente capito dal profondo del cuore. Sono il suo papà.

Lei mi considera suo padre. E francamente, io considero lei mia figlia. Anche se siamo di specie totalmete differenti, le voglio comunque bene con tutto il mio cuore. E ci sono volute quelle parole dette da lei per farmelo realizzare. Penso di avercela finalmente fatta. Ho rotto il duro guscio che si era formato alla morte dei miei genitori. Ho fatto entrare una piccola dolce puledra nella mia vita. Le ho dato una casa in cui vivere, cibo da mangiare, e ora un padre da amare. Lei mi ha dato speranze, amore, compassione, e ora qualcosa che non avrei mai creduto di avere: una figlia.

Continuo ad evitare di pensare che si sta avvicinando il giorno che tornerà ad Equestria. Ed ogni giorno diventa sempre più difficile per me pensare quando accadrà. Spero solo che non mi dimenticherà mai, perchè io non dimenticherò mai lei.

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Credo che ora Dashie sia alla sua grandezza massima. È alta più quasi un metro. Sono passati dieci anni da quando l'ho trovata, ma secondo i miei calcoli credo che ne abbia quattordici o quindici. Perciò abbiamo celebrato cinque compleanni mancati e il giorno di trasloco. Esattamente, giorno di trasloco. Ce ne andiamo dalla casa dei miei genitori, dato che finalmente ho racimolato abbastanza soldi, e avuto fortuna al casinò. Abbiamo comprato una bella casa a un centinaio di miglia dalla città. C'è un sacco di spazio aperto intorno, non c'è una sola casa per cinque miglia, siamo solo io e lei.

Ora può volare dove vuole, quando vuole. È veramente felice, anche se gli manca un pò il vecchio parco. Ma ora è andato, come il resto delle cose che c'erano nell' area. Una grande compagnia ha comprato tutta la zona, l'ha distrutta, e ci ha costruito un' enorme fabbrica. È stato un grandioso boom per l'economia, e la gente ha ricominciato a costruire case in quella zona! Lo so, è una buona notizia, ma... non per noi due. Quella quantità di persone gli avrebbe impedito di uscire, e non voglio forzarla a rimanere dentro tutto il giorno, fatta eccezione per quando piove.

Ho un nuovo lavoro, che mi fa guadagnare di più del vecchio. Dashie mi ha persino chiesto se poteva avere un lavoro, ma poi si era ricordata cosa le avevo sempre detto. Il suo sguardo faceva spezzare il cuore. Ci stavamo gustando una torta che avevamo fatto, le nostre abilità culinarie sono migliorate, quando me lo chiese. Io ho scherzosamente risposto che non poteva dato che era un pony e ho riso. Era rimasta in silenzio. Mio Dio, sono una persona orribile... Ho... Ho appena riso di mia figlia perchè è diversa.

Le ho chiesto scusa per ore, e anche se diceva che capiva, so che è ancora ferita. Per fortuna, conosco un modo per aggiustare tutto. Data la grandezza del prato della proprietà, ci vuole molto lavoro per potare l'erba. Domani modificherò un tosaerba in modo che lei possa usarlo, così può avere un lavoro. Adirittura la pagherò, così potrà comprare la roba che vuole. Anche se dovrò comprarla io per lei, potrà comunque dire di aver lavorato per qualcosa. Secondo lo show, lei poteva controllare le condizioni climatiche. Ma non voglio abbia a che fare con madre natura finchè non è un' ovvia emergenza, perciò non c'è un vero e proprio lavoro per lei qui.

Non posso ancora credere che sia stata con me per dieci anni. Mio Dio, il tempo passa così velocemente... Vorrei che si rallentasse, così potrei stare più a lungo con lei. Non so quando, ma ho la terribile sensazione che il nostro tempo insieme finirà. Tutto questo è stato troppo bello per essere vero.

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Oggi è probabilmente il giorno più brutto della mia vita, anche più di quando i miei parenti sono morti. A causa di eventi per cui non mi potevo preparare, Dashie ha scoperto la verità prima che potessi dirgliela io. Ora sa chi è, un personaggio inventato di un programma televisivo per bambini. È arrabbiata, no, furiosa con me. Si è chiusa in camera sua, ma conosco mia figlia. Non ci rimarrà a lungo. Ha aperto la finestra ed è volata via, probabilmente in un albero dove poteva sfogarsi.

Sono un mostro.

Avrei dovuto dirglielo prima, ma semplicemente non ero mai sicuro di quando fosse il momento giusto. Ora stiamo soffrendo tutti e due per la mia negligenza. Pensavo che comprare una nuova antenna sarebbe stata una buona cosa, così lei avrebbe potuto vedere più programmi, ma ciò che non avevo capito è che abbiamo la stazione HUB. Non sapevo nemmeno che era ancora attiva, e la cosa più strabiliante è che My Little Pony è ancora IN ONDA! È arrivato all'ottava stagione, ma è stato ripetuto.

Ricordo di essere tornato dal lavoro con del cibo, l'ho messo in cucina, e sono andato nel soggiorno. È in quel momento che l'avevo visto...

"YAY! CE L'HA FATTA!" ha urlato Fluttershy, mentre saltava felice con Applejack, Twilight, e Pinkie Pie sulle nuvole con gli sguardi all'aria.

Il mio cuore si era sbriciolato... Conoscievo questo episodio... Ricordavo questo episodio. Anche dopo non aver visto nulla per dodici anni... Riesco ancora a ricordare quel dannato episodio. In quell'episodio, Rainbow Dash esegue il Sonic Rainboom, proprio come la mia Dashie aveva fatto anni fa. In quel momento stavo ancora stringendo le chiavi... e mi caddero di mano. Avevano tintinnato sul pavimento in legno, se lei prima non sapeva che fossi qui, ora lo sa.

"Da quanto..." mi chiese Dashie, con voce atona.

"Io..."

"Da quanto tempo sapevi di questa storia?"


"Io..."

Dashie si girò per guardarmi. Stava piangendo, la sua criniera era anche più scompigliata del normale.

"DA QUANTO TEMPO SAPEVI DI QUESTA STORIA!?"

Non riuscivo a fare nulla... una lacrima era scesa sulla mia guancia quando mi aveva urlato. Era la prima volta in tutti questi anni che mi aveva alzato la voce.

E mi sono meritato ogni singola lettera.

Perciò, mi sono seduto, ho spento la televisione, e le ho detto tutto. Le ho detto dello show, di quando l'ho trovata, e risposto a tutte le altre domande che mi aveva fatto.

Erano molte.

Per la maggior parte riguardavano lo show, e io le dissi semplicemente quello che sapevo. Che era la Rainbow Dash del programma, che era uno dei tanti pony del cartone. Ho provato a spiegarglielo, ma era in preda alla furia, così continuò ad accanirsi contro di me.

Ho subito tutto. Mi sono meritato tutto. Non le ho rivelato quell'orribile segreto per fin troppo tempo. Adesso è una puledra totalmente cresciuta, capace di prendersi cura di sè stessa se era ad Equestria. Però, io l'ho trattata come se fosse ancora la mia piccola puledra. Ho sbagliato, ma non potevo fare nulla. Non avrei nemmeno voluto che questo accadesse, ma sapevo che sarebbe successo. Avrei dovuto fare ciò che era giusto, ma non l'ho fatto. Era solo questione di tempo prima che lei scoprisse tutto, e sapesse chi era.

Dopo il nostro discorso, volò sopra in camera sua, e sbattè la porta. Sono andato a chiamarla un' ora dopo, ma l'assenza di risposte mi disse era volata via. Posso solo sperare che torni, o almeno, se non lo fa, che stia lontana dalle altre persone. A questo punto, spero che una specie di portale si apra e lei possa tornare nel suo mondo, così non dovrà più pensare a me. Tutto ciò che posso dirle, a questo punto, è che mi dispiace.

Mi dispiace... tanto... tantissimo.

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Sono passati tre giorni da quando Dashie se ne è andata. La notte della sua partenza, ho fatto qualcosa che non facevo da molto tempo: sono andato a camminare. Non sapevo dove andavo, quanto camminavo, ma è ciò che ho fatto. Ho camminato. Ora, dopo tre giorni mi ritrovo fuori a camminare di nuovo. Sono stato fuori si e no per tre ore, e anche se sono solo le cinque del pomeriggio, inizia a fare buio.

Sta per arrivare un temporale, presto sarò colpito dalla sua potenza. Mi giro per tornare a casa, anche se senza correre. Le mie energie questi giorni erano quasi nulle, dato che non ho mangiato nient'altro che qualche toast. Mi sento così perso che cammino vicino agli alberi intorno a casa mia. No, casa nostra. È più sua che mia, e niente cambierà questo.

La pioggia è iniziata, ma non accellero. Semplicemente, cammino, proprio come facevo tanto tempo fa. I lontani ricordi di tutta la mia pena e sofferenza prima dell' arrivo di Dashie iniziano a tornare nella mia mente. Non ci avevo pensato per anni. Il rumore dell'acqua che picchietta gli alberi mi tiene un pò distratto. È un suono pacifico, che non sentiresti mai in città.

La pioggia ormai è fitta e la mia maglia ormai è zuppa. Sono sicuro che domani mi sentirò male, ma non mi importa.  Mi sono sentito male per questi tre giorni; una sofferenza mentale che mi tormenta. Mia figlia è lì fuori da qualche parte, sofferente, bisognosa di un pò di conforto e calore sotto questa pioggia. Vorrei poter essere con lei, anche se lei forse non mi vuole. Da come ha agito forse non vuole vedermi mai più.

Ma non la biasimo... deve essere una cosa orribile scoprire il proprio passato in quel modo. Non posso nemmeno immaginare cosa abbia provato. So che Dashie è una forte puledra, e che sa cavarsela. Ma so anche come nasconde del rancore a volte. Non so se mi perdonerà mai, anche se tornerà. O cosa più importante, se io possa perdonare me stesso.

Adesso sta diluviando. Gli alberi riescono a malapena a nascondermi  dalla pioggia torrenziale, dato che mi bagno anche sotto i rami. La smetto di gironzolare, e cerco di trovare la via di casa. Non sono perso; gran parte di quest'area è facile da attraversare una volta che ti ci abitui. È solo che cerco Dashie mentre cammino. È questa la ragione principale per cui io stia camminando nella foresta.

Proseguo,  provando un certo benessere con questa pioggia. Di colpo, noto un grande, fitto albero. È più grande degli altri, e guardando la sua fitta rete di rami posso dedurre che riesce a riparare anche da questa pesante pioggia. Devo riposarmi, perciò vado sotto l'albero e mi siedo. L'erba non è molto bagnata, poche goccie riescono a cadere qui.

Questo è il tipo di albero in cui Dashie si sarebbe riparata da questa pioggia. Vorrei che fosse così, ma non l'ho vista quando sono arrivato.

Chiudo gli occhi, e mi poggio sul tronco dell'albero pensando alla mia vita... alla nostra vita, insieme come un padre e una figlia. Siamo maturati molto come famiglia, e abbiamo avuto la fortuna di avere poche liti. Ma nessuna di quelle è stata come quella di tre giorni fa.

Sento un brivido salirmi alla testa quando ripenso al volto di Dashie. La rabbia nei suoi occhi, unita alla confusione, mi fa rabbrividire. Vorrei che le cose si aggiustassero, o tornare indietro nel tempo per impedire che accada. Ma non posso fare nessuna delle due cose. Ciò che è fatto è fatto.


"Mi dispiace tanto..."

L'ho pensato ad alta voce, non mi importa che qualcuno mi senta. Sono solo, nascosto in mezzo a questi alberi. I quali sono nascosti da questa pioggia, e quelli che non lo sono, sono lontani da qui.

"Chiedo scusa, Dashie."

Continua a piangere ad occhi chiusi, poggiato sull'albero. La pioggia continua a scendere intorno a me. Una goccia cade sulla mia testa, ma non ci penso.

Crack

Apro i miei occhi per il suono improvviso, e guardo alla mia sinistra. Sono sorpreso di ciò che vedo accanto a me, che mi guarda con  gli occhi lacrimanti. Dashie, la mia piccola Dashie, ferma, con delle foglie sulla criniera e sulla coda, si trova a mezzo metro da me. È bagnata, sia dalla pioggia che dalle lacrime. Non l'avevo sentita arrivare, essendo un Pegaso è stata molto silenziosa e veloce.

Non parla, ma inizia a camminare verso di me, senza pensare che stavolta i suoi zoccoli stanno facendo rumore. Non mi muovo; sto semplicemente seduto per terra e guardo con i miei occhi bagnati. Sembrava così orribile, e così bella allo stesso tempo. Il suo pelo avrebbe bisogno di una bella lavata, ma era l'ultimo dei miei problemi.

Senza una parola, mi si siede accanto, senza distogliere lo sguardo da me. Posso solo guardarla, sperando di poterla abbracciare e non lasciarla andare più. Ma resisto a questo istinto, sapendo che sarebbe un'azione troppo diretta. Finalmente, inizia a parlare.

"Ti... Ti ho sentito," Dopo la sua voce iniziò ad abbassarsi, "E chiedo scusa anch'io."

Riesco semplicemente a sorridere; la sua attitudine da testa dura si stava facendo vedere, ha sempre avuto difficolta a scusarsi, "Dashie, tu non hai nulla di cui scusarti. È solo colpa mia."

Sembra che non gli importi, dato che la sua faccia è ancora triste.

"Papà. Mi... Mi vuoi ancora bene?"

Ora è il momento di agire. La raggiungo e la afferro, dandole un forte abbraccio.

"Ma certo, Dashie. Ti ho sempre voluto bene. E ti vorrò sempre bene, a prescindere da tutto. E questo nemmeno una piccola lite come la nostra può cambiarlo."

Lei ricambia l'abbraccio, e iniziamo a piangere insieme. Continuiamo a scusarci, io per la verità e lei per aver alzato la voce ed essere scappata. Dopo un pò di tempo, la pioggia se ne va, mentre noi rimaniamo sotto l'albero.

"Papà?"

"Hm?"

"Possiamo andare a casa ora? Ho bisognio di una doccia, terribilmente."

Mi viene un risolino, e inizia a ridere anche lei. Andiamo verso casa; sta di nuovo sorridendo. Anche io. Ci ho pensato un pò, e credo che le darò il suo regalo di compleanno un pò più presto del solito.

Un biglietto per l'Indy 500. Si, la sto portando all'Indy 500. Potrà semplicemente accomodarsi su una nuvola mentre io sto nel pubblico. Non dovrei neanche avere bisogno di comprarle un biglietto, ma così avrà una sorta di ricordo della sua visita. Sono sicuro che le prenderà un colpo, anche se non mi aspetto che questo aggiusti tutto quanto, ma spero che le possa tirare un pò su il morale.

Col tempo, sono sicuro che non farà più troppo peso al fatto che sia nel cartone. È una pony sveglia, e sa di essere reale, non quel pony inventato del cartone. Posso solo aiutarla a non pensarci, e sperare che lei faccia lo stesso con me.
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C'è un punto nella vita di tutti genitori in cui devono lasciare andare i loro figli. Nel bene o nel male, deve accadere a un certo punto. Io ora mi ritrovo seduto nel soggiorno, da solo, a guardare imbronciato delle fotografie dei miei ricordi di me e Dashie. Per il suo ventesimo compleanno, avevo programmato un viaggio speciale per andare a vedere un show su delle prestazioni di volo. Appena avevamo finito di prepararci per andare, qualcuno bussò alla porta.

In tutti questi anni che siamo vissuti qui nessuno aveva mai bussato alla porta. Diavolo, non ci eravamo nemmeno preparati nel caso qualcuno fosse venuto. Le ho semplicemente detto di andare in camera sua mentre ci pensavo io. Appena ho sentito la sua porta chiudersi, con calma ho chiesto chi aveva bussato, aspettandomi qualche sconosciuto che si fosse perso. Un'elegante voce femminile rispose, il cui tono aveva qualcosa che attirava la mia attenzione. Chiese se poteva entrare; una domanda a cui normalmente avrei risposto di no senza esitare, ma c'era qualcosa di familiare nella sua voce. Non potevo fare altro che avanzare e aprire la porta.

Appena vidi quella figura nella mia veranda, non seppi se era un sogno o un'allucinazione. Davanti a me, c'era la radiosa e maestosa Principessa Celestia. Ero senza parole; provavo emozioni contrastanti, da una parte c'era la mia eccitazione da brony che in passato avevo provato solo quando avevo trovato Dashie, dall'altra c'era la tristezza, perchè sapevo cosa questo voleva dire. Era rimasta un secondo a guardarmi; ci siamo guardati negli occhi, il suo corpo ha la grandezza di un cavallo totalmente cresciuto. O fatto un passo indietro, e le ho dato il permesso di entrare. Ciò che mi prese alla sprovvista appena dopo, fu che vidi le altre cinque pony che la seguivano. Prima Twilight Sparkle, poi il resto del gruppo: Applejack, Rarity, Fluttershy e infine Pinkie Pie, che rimbalzò dentro.

"Ooooh, perciò è così che è la casa di un alieno all'inter- OH CIELO! HAI UNA CUCINA! Io ho fame, tu hai fame? Potremmo fare qualch-"

Era stata ammutolita dallo zoccolo di Applejack, "Calma, zuccherino. Siamo qui solo per Rainbow, perciò non c'è tempo di fare uno spuntino."

Lo stomaco di Applejack brontolò, "Anche se abbiamo fame."

Ancora non sapevo come reagire a tutto questo, ma per non essere maleducato le ho offerto qualche avanzo, "Uh, abbiamo un pò di avanzi della cena di ieri sera. Servitevi pure se volete qualcosa."

Pinkie lo prese come un "ok" e corse in cucina con impeto. Sembrava non dovessi neanche dirle dove erano le cose; Sapeva già dove si trovava tutto. Non sapevo se era pura fortuna o semplicemente il suo essere Pinkie Pie... Scelsi la seconda.

"Ci penso io a tenerla d'occhio.", disse Applejack, camminando verso la pony rosa. Quando mi era passata d'avanti, mi porse il cappello. Notai che le pony non erano affatto spaventate nel vedere una creatura come me. Lo stesso valeva per me, ma avendo avuto Dashie per quindici anni mi sono abituato ad avere qualcosa di simile intorno. Però, ora mi ritrovavo con cinque altre pony e una specie di dea che mi guardano con la stessa curiosità con cui io guardo loro.

C'è stato un momento di silenzio mentre guardavo le due puledre entrare nella mia cucina e cominciare a sbirciare nel mio frigo.

"Sono leggermente sorpresa," iniziò Celestia, "mi sarei aspettata un pò di esitazione nel farci entrare."

"Perchè? So chi siete tutte voi."

Celestia disse, "Ah, quindi sai tutto."

"So che siete dei personaggi inventati provenienti da un cartone televisivo per bambini. Però, ciò che non so è perchè siete qui."

Nell'ultima parte avevo mentito. Sapevo la ragione, ma volevo ignorarla.

"Oh, credo che tu lo sappia."

Stava cominciando a rodermi il fegato. Lo sapevo, e lei era arrivata al punto. In tutti questi anni, avevo immaginato questo momento, ma col tempo questo pensiero aveva cominciato lentamente ad andarsene, finchè non era diventata una minima preoccupazione. È in questi momenti che succede sempre, sapete cosa intendo; quando finalmente tutto sta andando per il meglio e non hai più preoccupazioni.

"Uhm, chiedo scusa, signore," disse Twilight, "Ma da quello che sappiamo, Rainbow Dash dovrebbe essere qui. Lo è?"

Guardavo la pony rosa; avrei voluto dirle di no, ma sarebbe stato inutile.

"È di sopra, in camera sua."

"In... Camera sua?" Chiese Rarity sorpresa.

"Si, Dashie è in camera sua. Non sapevo chi stesse bussando e non volevo che qualcuno la scoprisse."

"Dashie? Dico, sei già così amichevole con lei?" Continuò Rarity.

Avrei ardentemente voluto tirarle un pugno in quel momento; la sua risposta era un insulto per me, "Amichevole? Non è nemmeno l'inizio. E dovrei essere io a chiedere a voi, cosa diavolo avete fatto in tutto questo tempo?"

Celestia si accigliò un pò, per il mio cambio di tono, "Vedi, la mia studente-"

"So perfettamente chi è, arriva al punto." Ero molto diretto con lei. Furioso com'ero, volevo assolutamente sapere perchè avessero mandato Dashie come una puledra in un altro mondo.

Twilight era rimasta allibbita, mentre la sua insegnate continuò, "Si, certo. Ahem, lei stava lavorando ad un incantesimo per aiutare il gruppo del tempo con qualche ricerca sulle tempeste. Beh, avevano creato una tempesta un pò troppo forte e quando Twilight aveva usato la sua magia per provare a disperderla, un tuono si scontrò contro il suo incantesimo. Rainbow Dash ha avuto la sfortuna di trovarsi nella traiettoria del raggio creato, che l'ha inghiottita e mandata, beh, qui. Perciò, siamo tornati a riprenderla, mi sembra ovvio."

Prima che potessi rispondere, Dashie mi chiamò dalla sua camera, "Papà? Va tutto bene?"

È in quel momento che il mio cuore si era fermato e guardai le pony. Avevano tutte scioccate e confuse. Avevano riconosciuto la voce della loro Rainbow Dash, ma lei aveva detto "Papà".

"Uh... Scusa, zuccherino," Iniziò Applejack, tornando dalla cucina, "ho appena sentito Rainbow chiamarti "Papà"?"

Prima che potessi rispondere, Celestia chiese, "Potresti spiegare?"

Ero perduto; stavo immaginando tante cose in un solo colpo. C'era solo una cosa da fare... E dovevo farla, ma sapevo che non mi sarebbe piaciuta.

"Accomodatevi in soggiorno, tornerò subito con lei."

Non le ho persmesso di rispondere; mi sono girato e ho iniziato a salire lentamente le scale.

"Papà?"

"Si Dashie, sto salendo. Noi..." Mi sono girato per una veloce occhiata verso il gruppo di Pony che mi guardava salire, "...Dobbiamo parlare."

Perciò ecco cosa ho fatto. Le ho detto di chi c'era sotto, e che l'avrebbero portata indietro. Aveva visto il cartone ogni tanto, e ha trovato quelle strane avventure interessanti. Però aveva abbandonato ogni dubbio, lei non era la Rainbow Dash del cartone, e l'aveva preso come un cartone qualsiasi. Quando le ho parlato, e le ho spiegato che c'erano dei veri pony di sotto, lei mi rise in faccia. Non mi credeva, pensava le stessi facendo uno scherzo. Perciò, l'ho portata di sotto in soggiorno.

"DASHIE!" disse Pinkie, sbalzando verso la sua amica.

Dashie spostò velocemente via la pony rosa, "Ehi, togliti di mezzo!" rimettendola tra le altre pony nel soggiorno. La stavano guardando tutte preoccupate per come si era comportata con la sua amica.

La criniera di zucchero filato di Pinkie si allentò mentre la guardava confusa.

"Tu... non... mi riconosci?"

"No, non conosco nessuna di voi." rispose Dashie. Questa cosa mi feriva. Sapevo che erano le sue amiche, ma sono successe tante cose che le hanno impedito di sapere del tutto la verità. E nemmeno loro la sapevano, perciò ho dovuto spiegare.

"Io..." Cominciai, "Dashie, accomodati così posso spiegare tutto."

Lei lo fece, con la sua sedia reclinabile. Per tutto il tempo ha guardato tutte quelle pony che occupavano la stanza.

Era arrivato il momento, ma prima dovevo cominciare con una domanda, "Quanto tempo fa l'avete mandata qui?"

La domanda le prese alla sprovvista, ma Twilight rispose poco dopo, "Circa quindici giorni fa, perchè?"

Ero senza parole. Quindici giorni fa? Lei è stata con me per quindici anni, cazzo! Questo significa che quindici giorni nel loro mondo equivalgono a quindici anni qui.

"Beh," continuai,"È passato molto più tempo qui."

"Quanto?" chiese Twilight.

"... Quindici anni."

Tutte le pony, eccetto Celestia, spalancarono le loro bocche

"Questo non spiega come mai non ci riconosce", disse Applejack.

"Beh, è questo il punto. Quando l'ho trovata era... una cucciola."

"Era tornata una cucciola?"

"Dai miei calcoli, credo che non aveva più di quattro o cinque anni."

A questo punto Celestia guardò sorpresa.

"Ci stai dicendo che ti sei preso cura di Rainbow Dash per quindici anni, da quando era una piccola puledra?" Chiese.

Ho semplicemente annuito, e guardato Dashie che era inespressiva.

"Noi... Lei..." Cominciai, ma non sono più riuscito a trattenere le lacrime, "Non può essere... Dio, vorrei... vorrei-"

"Capisco, ora il "papà" ha senso." Disse Celestia, con uno sguardo pensieroso. Stava pensanto, provando a capire come sia potuto succede. Io ho dedotto che sia colpa dell'incatesimo che, instabile, potrebbe aver diminuito la sua età.

Per qualche momento c'era silenzio, a parte i respiri delle sette pony e miei. Alla fine, è stata Dashie a rompere quel silenzio.

"Quindi cosa dovrebbe succedere ora?"

Guardai la principessa, provando a leggere il suo sguardo. Non importa come ho imparato a leggere la faccia di Dashie, la Principessa Celestia aveva la miglior faccia inespressiva che avessi mai visto. Non avevo idea di cosa stesse pensando, o provando in quel momento.

"Beh, è abbastanza semplice. Twilight?" Celestia guardò la sua studente, che si mise immediatamente sull'attenti all'udire del suo nome, "Ricordi ancora l'incatesimo della memoria? Dall'incidente di Discord?"

Twilight annuì, e scese dal divano.

Sapevo cosa stava succedendo, cosa aveva in mente Celestia. Voleva che Twilight cancellasse la sua memoria e cominciasse da una nuova. O, possibilmente, speravo che ridasse a Dashie i suoi ricordi della loro amicizia a Ponyville. Non sapevo cosa fare, sentivo che era la cosa giusta. Sapevo che era la cosa giusta, e che doveva essere fatta. Me lo sono detto per quindici anni aspettando questo momento. Ma c'era qualcosa che dovevo dire prima che sarebbe successo. Quelle pony stavano per portare via la mia Dashie, e io avevo alcune parole da dire prima che lo facessero.

"No, vi prego aspettate," Cominciai. Twilight si fermò, guardando la dea, "Datemi solo un momento con lei, vi prego. Tutto qui, visto... visto che questa è l'ultima volta che ci vediamo."

Mi ero arreso alle mie lacrime, a questo punto stavo apertamente piangendo. Le pony potevano capire che mi sentivo male, e neanche Dashie sembrava stare troppo bene. Perciò, capendo che non era buono prolungare l'inevitabile, mi sono avvicinato alla sedia dove era seduta Dashie, inginocchiandomi per poter essere alla sua altezza.

"Dashie, mia piccola Dashie. Ti voglio bene con tutto il mio cuore. Tu sei riuscita a cambiarmi. Tu..." Mi sono dovuto fermare, per sistemarmi, "... tu hai portato così tanta gioia nella mia vita che non potrei mai ringraziarti abbastanza."

A questo punto, anche Dashie ha iniziato a piangere. Questo mi ha reso le cose peggiori.

"Questi quindici anni che abbiamo passato insieme, parlando, giocando, volando; sono stati tutti speciali per me. Voglio solo che tu sappia, che ti vorrò sempre bene. Non importa che non siamo della stessa specie, o dello stesso mondo. Non importa cosa penserai di me, o addirittura se ti ricorderai di me, ma in questo momento, tu sei la mia Dashie e voglio che tu" l'ho toccata sul petto per farle capire fisicamente che stavo parlando con lei "lo sappia. Se ci sarà mai un problema, e tu avrai bisogno di me, non esitare a trovare un modo per trovarmi, ok?"

Ho provato a ridacchiare un pò, per far passare l'ultima parte come uno scherzo. Ha funzionato, anche se poco, dato che abbiamo continuato entrambi a piangere. Potevo anche sentire singhiozzare dietro di me; ho potuto solo immaginare che Pinkie Pie stesse piangendo come aveva fatto alla fine del secondo episodio della prima stagione, dopo che Luna e Celestia si sono riunite.

"D-d-devo andare v-v-via... P-p-papà?"

Ormai era da molti anni che mi chiamava "papà". Era confortante sapere che ci teneva a me, da chiamarmi "papà", proprio come aveva fatto la prima volta, tanti anni fa.

Ho semplicemente annuito, e mi sono alzato. Prima che potessi prendere totalmente il mio equilibrio, e saltata verso di me e mi ha abbracciato forte. Sentivo le sue lacrime scendere al mio collo, mentre ricambiavo l'abbraccio.

"È la tua vera casa, Dashie. Non appartieni a questo posto. Devi andare nel luogo in cui appartieni."

"Io appartengo a questo luogo, con te!"

Faceva male dirlo, ma dovevo convincerla che era la cosa giusta da fare, "No, non appartieni a questo luogo. Sei limitata qui, puoi volare solo intorno alla casa. Non amici, o altri pony con cui stare. Io mi sarei preso cura di te finchè non sarebbe arrivato questo momento, ma non mi sarei mai aspettato che fosse stato così doloroso."

Era rimasto in silenzio per qualche minuto, mentre ci abbracciavamo. Non si è ribellata, non ha provato a respingere quello che stava accadendo, il che mi ha detto che aveva capito cosa doveva essere fatto.

"Ti voglio bene Papà..."

"Ti voglio bene anche io, mia piccola Dashie."

Ci siamo separati quando si è lasciata fluttuare verso il pavimento.

A questo punto anche tutte le altre pony erano con le lacrime agli occhi, anche la dea. Sembrava abbastanza sorpresa per ciò che era successo, la differenza di tempo e le altre cose, ma era evidente che la differenza di età era stato il vero shock. Si aspettava di trovare una Rainbow Dash trentacinquenne, invece si era trovata la mia Dashie ventenne.

Twilight si avvicinò a Rainbow Dash, singhiozzando, e il suo corno si illuminò.  Sapevo cosa stava per succedere, faceva così male... ma sapevo che era giusto. Era ciò che doveva succedere, per lei, per le sue amiche, e in un certo senso per me. Ora ero sicuro che stava andando a casa, con i suoi amici e avrebbe potuto volare quando e dove voleva, senza limiti. Avrebbe potuto godersi di nuovo la compagnia delle sue amiche.

"Aspetta!"

Sono passato a guardare dal pavimento a Dashie, che si stava allontanando da Twilight, "Prima di andare, voglio prendere qualcosa."

Prima che qualcuno potesse dire qualcosa, volò in camera sua. Era stata veloce, era tornata con una scatola delle scarpe davanti ai suoi zoccoli. Non sapevo se poteva portare qualcosa con lei, e un pò mi aspettavo che la principessa avesse protestato. Ma è rimasta in silenzio, permettendo a Dashie di scrivere velocemente qualcosa su un pezzo di carta e di sistemarlo sul tavolino da caffè.

Ritornò a guardarmi, ancora piangendo, ma con un sorriso sulla sua faccia. Capivo che aveva riconosciuto che era così  che doveva finire, e sapeva che lo sapevo anche io. La scatola, secondo me, era probabilmente il ricordo più caro che poteva portarsi. Anche se mi faceva male pensarlo, speravo che avrebbe avuto una foto di noi. Ma poi, speravo anche di no, dato che l'avrebbe forzata a ricordarsi di me, che mi trovo in un altro mondo, e le avrebbe fatto male come tutto il resto.

"Mi spiace tanto Rainbow Dash." Iniziò Twilight. "Io... vorrei veramente che potesse finire in un'altro modo. Vorrei non doverlo fare. Ma..."

"Non..." Iniziò Dashie, "non potete portare lui con me?"

Il tentennamento nella sua voce mi diceva che stava semplicemente pensando ad alta voce, non chiedendo una domanda. Twilight scosse la testa, incapace di guardare negli occhi l'amica a cui aveva pianto un attimo prima.

"Rainbow Dash-" iniziò la Principessa Celestia, "Lui non appartiene al nostro mondo come tu non appartieni al suo. Tutto questo non sarebbe mai dovuto succedere, il mondo intorno a noi non è stato fatto per ospitarti. Però..." Celestia mi guardò, sorridendo, e iniziò a guardare il soggiorno. Tutte le nostre foto insieme, tutti i suoi ninnoli e oggetti nella stanza, "...però, è successo qualcosa di bellissimo qui. Qualcosa che non posso spiegare del tutto."

"Quando ho capito dove eri finita, ho aspettato il peggio. Pensavo che saresti stata rovinata, contaminata e macchiata dalla crudeltà di questo mondo. Ma ora, posso vedere che è successo l'opposto. Che qui, quest' uomo ti ha cresciuta, dimostrandomi che eri in buoni zoccoli- O, in questo caso, mani."

Dashie singhiozzò, cominciando a calmarsi alle parole di Celestia.

Celestia tornò a guardarmi, ancora sorridendo, "Non posso dire molto per te, ma da ciò che vedo, dal bene che provate e che avete provato l'uno per l'altra, posso dire che l'hai cresciuta come se fosse stata una parte di te. Anche con le vostre ovvie differenze, l'hai  cresciuta nonostante la sua razza, le sue origini. L'hai cresciuta come se fosse stata tua figlia, il che rende questa situazione ancora più dolorosa."

Avevo ascoltato attentamente ogni singola parola, come le altre pony nella stanza.

"Perciò, devo dirtelo, caro signore, non rendere questa situazione ancora più difficile per la mia studente. Non era sua intenzione, o di qualsiasi altro pony di ferirvi così. Se devi dare la colpa a qualcuno, vorrei che la dassi a me. Sono io che le ho aiutate a venire qui, a prendere Rainbow Dash  per riportarla a casa... via da qui."

Non riuscivo a guardare nessuna di loro. Stavo ancora singhiozzando. Nella mia mente c'era solo lei, rivedevo tutte le cose che io e Dashie avevamo fatto insieme. Ho preso fiato e ho detto,

"Come potrei dare la colpa a qualcuno? Per aver mandato Rainbow Dash qui?"

Ho ripreso fiato col naso, poi mi sono schiarito la gola prima di continuare. Sono stato zitto per un attimo per elaborare le parole.

"Questi sono stati i migliori 15 anni della mia vita. Perciò, se dovrei fare qualcosa, sarebbe l'opposto; Vorrei ringraziarvi, Twilight, e voi altre. Grazie per ciò che avete fatto, anche se non di proposito. Grazie, per tutto quello che è successo. E infine grazie, per tutti gli anni passati, i momenti vissuti, e i sentimenti provati... con Dashie." Ho provato a sorridere a Twilight tra i singhiozzi, ma sembrava essere sul punto di piangere anche lei, e poteva solo guardare da un'altra parte, prima che cominciasse a piangere.

Celestia allora si alzò dal tappeto dove era seduta, e camminò verso di me.

"Non servono ringraziamenti, buon signore. Io invece, vorrei ringraziarti, per esserti preso cura di una delle mie piccole pony. Non ce l'avrebbe mai fatta senza qualcuno come te."

Celestia chiuse gli occhi, e avvicinò il suo corno verso di me. Non mi sono mosso; non sapevo cosa stava per succedere quando mi toccò la testa col suo corno. Sentii improvvisamente un calore nel mio corpo. Lei allontanò il suo corno, ancora sorridendo e indietreggiò.

"Grazie."

Poi, arrivò un'altra pony.

"Grazie, signore." Aggiunse Twilight,  finalmente capace di parlare nonostante le lacrime.

"Grazie mille." Disse Applejack.

"Grazie, caro, per esserti preso cura della nostra Rainbow Dash." Disse Rarity.

"Uhm, g-grazie..." Disse silenziosamente Fluttershy.

"GRAZIE!" Urlò Pinkie, saltandomi addosso e abbracciandomi.

Non potevo fare altro che sorridere per la sua eccentricità. Inoltre, le voci su internet erano vere; la sua criniera profumava come lo zucchero filato.

Io ero rimasto in silenzio mentre annuivo, poi mi sono girato verso Dashie, che aveva anche un piccolo sorriso sul suo volto.

Le pony tornarono tutte da Dashie e il corno di Twilight iniziò a illuminarsi un'altra volta.

"Ora sei pronta, Rainbow?" chiese Twilight, tornando da Dashie e iniziando il suo incantesimo.

Dashie semplicemente annuì, e chiuse gli occhi, aspettando l'inevitabile.

Sembrava che il tempo si fosse rallentato quando il corno di Twilight aveva toccato la fronte di Dashie. La mia mente cominciò forzatamente a mostrarmi immagini di noi insieme. Posso ancora ricordarmi chiaramente quando mi bagnava tutto quando la lavavo, prima che cominciasse a lavarsi da sola. Posso ancora assaporare i nostri fallimenti nelle torte e nella cucina in generale. Le nostre uscite al vecchio parco, dove poteva liberamente volare. C'erano così tanti ricordi, a cui ho dovuto semplicemente smettere di pensare così da potermi concentrare su Dashie in quel momento.

Avevo visto una lacrima uscire dal suo occhio sinistro. La sua mente stava facendo la stessa cosa della mia, forzarla a ricordarsi i nostri bei momenti tutti insieme, visto che questa era l'ultima volta che ci saremmo visti.

Infine, il corno di Twilight toccò la fronte di Dashie.C'era stata una forte luce, e quando potevo di nuovo vedere, se ne erano tutte andate. Tutte le pony erano sparite. Tra le lacrime, ho fatto un sospiro di sollievo. Mi sentivo male, ma anche bene. Adesso era la normale Rainbow Dash che apparteneva a Ponyville. Rimasi nel soggiorno per molti minuti, semplicemente a guardare lo spazio vuoto che Dashie stava occupando pochi istanti prima. Dopo, mi guardai intorno e notai che c'era qualcosa di diverso. Le immagini che una volta comprendevano me e Dashie ora non erano più sui muri.

Anche molti dei suoi oggetti personali sparsi nel soggiorno erano spariti. Ero confuso, così salii in camera sua a vedere. Quando aprii la porta, ciò che vedevo al posto dei suoi poster di Nascar e altri show, del suo letto e degli altri oggetti... era un semplice ufficio. Una comune scrivania con sopra un computer e una pianta in uno stato abbastanza squallido.

Mi ci è voluto un pò di tempo per mandare giù la cosa, prima che capissi cosa era successo. Non faceva una piega, ma ero ancora turbato. Per fare in modo che non ci fosse stato nessun paradosso, Celestia deve aver rimosso ogni prova dell' esistenza di Dashie qui. Con me. Quindici anni, tutti buttati nel cesso come se non fosse mai esistita. Mi sentivo come se quei quindici anni non fossero stati nulla, sprecati, dato che non mi sarei potuto ricordare di lei.

Però... riuscivo ancora a ricordarmi di lei. Potevo ancora ricodarmi tutto perfettamente. Poi ho capito tutto: lei aveva fatto qualcosa con la sua magia quando mi aveva toccato col suo corno. Aveva... aveva protetto le mie memorie così che potessi ricordare tutto? Aveva fatto lo stesso con Dashie? Ero sceso di sotto e andato nel soggiorno mentre ci pensavo. Sul tavolino da caffè, c'era un libro. L'avevo riconosciuto; era un album fotografico. Mi sono seduto sul divano, e aperto la prima pagina. Lì, c'erano mia madre e mio padre con me appena nato.

Ho continuato a sfogliare, vedendo il mio passato. C'era uno spazio vuoto dopo la morte dei miei genitori, ma per mantenere vivo il sogno di mia madre l'ho modificato. Facendo delle finte foto dei bei momenti della mia vita da mettere nel suo libro delle memorie. Dopo, sfogliando, ho trovato un pezzo di carta. L'ho preso e ho riconosciuto subito la scrittura della sua mano. O più correttamente, della sua bocca. Probabilmente era ciò che lei aveva scritto prima di andarsene.

Papà,

Per quindici anni ti sei preso cura di me. Per quindici anni mi hai amato, hai giocato con me, hai fatto in modo che io fossi felice in un mondo che non era fatto per ospitarmi. Non sono una pony di molte parole, ma anche se te l'avevo detto di persona, ho sentito di dovertelo scrivere così potrai sapere che era tutto vero.

Ti voglio bene papà. Mi hai aiutato a diventare la pony che sono ora. Non so cosa sta per succedere, se ricorderai tutto questo o no, ma voglio che tu sappia che hai fatto un lavoro dannatamente buono con me, anche se a volte sono stata un pò testarda e altre cattiva con te.

Col permesso di Celestia, vorrei che potessi avere le nostre foto; i nostri ricordi, così che non li potrai mai dimenticare. Di nuovo, ti voglio bene, e grazie.

Sempre la tua piccola figlia,
Per sempre la tua piccola Dashie,
Rainbow Dash.

Ho rimesso il biglietto nella pagina, lisciandolo con la mano dato che sentivo i segni umidi delle lacrime sul foglio. Ho letto il biglietto ancora e ancora e ancora, finchè non l'avessi memorizzato. Dopo, ho sfogliato la pagina, e c'era una bellissima foto di Dashie puledra che sorrideva.

Quindi ora sono seduto qui, a guardare nel mio album fotografico i nostri momenti insieme. Il suo primo bagno, la sua prima parola, il suo primo disegno, persino la sua prima piuma caduta, tutto in questo libro. Tutto il resto nella casa è sparito, ma ciò che è in questo libro rimane ancora. Non mi importa di modificarlo, ma continuerò ad aggiungerci immagini. Per dimostrare che quegli anni con lei non solo hanno aiutato a crescere lei, ma hanno aiutato a crescere anche me.

Sono una persona nuova da quella che ero quindici anni fa. Sono cambiato, grazie a un puro, fortuito, miracoloso evento che è irripetibile. Se non fossi tornato a controllare quello scatolone... se avessi fatto qualcosa di differente da ciò che ho fatto... sarebbe potuto cambiare tutto. Credo di essere stato fortunato dato che ha funzionato tutto. Posso dire con orgoglio che l'unico desiderio dei miei genitori si è avverato; sono felice. Anche se sono un pò giù, sono comunque felice del tempo passato con lei.

Ora sono seduto da solo in questa casa vuota, a guardare il quadro dell'arcobaleno di mia madre con un sorriso stampato sulla mia faccia; ogni volta che lo vedo, penso a Dashie. Dovrei piangere, dovrei sentirmi orribilmente e non voler altro che riavere mia figlia indietro. Però, mi sento sollevato a sapere che tutto va bene. Non è scappata via, non mi ha lasciato in modo brutto; lei è andata, a casa, dove appartiene, dove è al sicuro.

Ritorno a guardare il mio album fotografico, andando oltre le nostre foto più recenti. Le pagine sono vuote. Ho ancora una lunga vita di fronte a me, e voglio viverla al meglio.

Per me.

Per la mia piccola Dashie.



Fine.
  
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