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Autore: Lunastorta92    12/11/2006    2 recensioni
Andy Steed ha sempre avuto un'opinione piuttosto pessimistica sull'amore, ha sempre pensato che in amore ci fossero delle regole prestabilite e che tutto si dovesse svolgere secondo un criterio. Lo ha sempre pensato, almeno finchè non ha incontrato lui...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 4.

Mi ricordo ancora di quando l'aria era pulita e la gente non dipendeva dal telefono...

-Che cosa hai fatto?!?-
Wendy mi sta puntando addosso quei suoi grandi occhi neri, incredula.
-Te l'ho detto...- esordisco, imbarazzata -Mi sono fatta portare a casa prima che arrivassimo al dessert!-
-Tu e le tue stupide idee sull'amore!- esclama nuovamente la mia migliore amica, scuotendo la testa.
Ancora una volta Wendy ha ragione, forse la mia idea sull'amore è troppo razionale e ragionata.
-Non puoi ancora stare male a causa di James!- aggiunge lei, sbuffando.
Già, James... Ho tentato di dimenticarlo, ma spesso mi torna in mente.
James ed io ci siamo conosciuti grazie ad alcuni amici comuni, e dopo un inizio un po' incerto ci siamo innamorati.
Sì, innamorati. Nel vero senso della parola. Legati da qualcosa di speciale, da qualcosa di indissolubile.
O almeno, io credevo che fosse così.
Siamo rimasti insieme per tre lunghi anni, e ci saremmo dovuti sposare.
Ma poco più di un anno fa, James ha preso una sbandata per una sua avvenente collega e mi ha lasciata, così su due piedi, meno di un mese prima del matrimonio.
E da quel giorno ho smesso di credere all'amore...
Wendy interrompe i miei pensieri, avvicinandosi:
-Dovrei telefonargli?- le domando, mordendomi il labbro inferiore.
-Scordatelo!- esclama lei, quasi inorridita. -E' lui che ti deve telefonare!-
-E se non dovesse farlo?- chiedo ancora, agitata.
-Vuol dire che ha lasciato perdere!- mi risponde, ostentando un'aria da esperta.
-Lasciato perdere?- ripeto, tormentandomi il labbro.
-Se non erro sei tu quella che si è comportata da immensa stronza!- ribatte lei, lanciandomi un'occhiata di rimprovero.
-Ho sbagliato, vero?-
-Oh, sì. Oh, sì Andy!-

Telefonargli o non telefonargli? Questo è il dilemma...
Sono qui, seduta alla scrivania dietro il bancone della Biblioteca; osservo smaniosa il telefono mentre tamburello nervosamente con le dita.
Vorrei tanto sentire la sua voce, solo per potermi scusare, solo per potergli dire che è tutta colpa mia, che sono una sciocca e una povera illusa.
Vorrei solamente che lui fosse qui, seduto a quel tavolo là in fondo, vorrei poterlo osservare mentre legge tutti quei suoi libri, osservare ogni suo piccolo gesto.
Senza nemmeno accorgermi di ciò che sto facendo, prendo in mano la cornetta del telefono e compongo velocemente il suo numero:
-Pronto?- risponde, con la solita voce tranquilla.
Riattacco immediatamente.
Stupida. Stupida. Stupida. Non avresti dovuto farlo, l'ha detto pure Wendy! E' l'uomo che deve telefonare! Anche se sono certa che dopo la disastrosa serata al ristorante, Graham abbia abbandonato tutte le sue speranze.
Trascorro tre lunghe ore a tamburellare le dita sul tavolo, a mordermi il labbro e a risistemare i file sul computer; questo è quello che tutti definiscono nervosismo.
Poco più tardi guardo l'orologio, prendo il cappotto e mi alzo in piedi, pronta per tornare a casa; ma è proprio in quel momento che sento che qualcuno è appena entrato in Biblioteca:
-Stiamo chiudendo, torni domani!- esclamo, con i soliti modi poco cortesi.
-La Bibliotecaria che lavora qui, di solito mi permette di rimanere fino a tardi...-
Davanti a me c'è Graham, il sorriso sul volto sottile, lo sguardo divertito, le braccia incrociate.
-Cosa... Cosa ci fai qui?- borbotto io, sorpresa, spostandomi una ciocca di capelli scuri dal viso.
-Viviamo nel 2000, Andy!- esclama lui, guardandomi dritta con quei suoi occhi azzurri dall'aria malinconica. -Il numero della Biblioteca è apparso sul display del mio telefono!-
Oh. Merda.
-Mi hai chiamato, no?- continua lui, sempre più divertito dal mio imbarazzo.
-In realtà sì...- ammetto io, guardando a terra. -Ma avevo sbagliato numero!- aggiungo, mentendo spudoratamente.
-Certo, è quello che ho pensato pure io.- replica lui, scuotendo la testa, ironico.
-Non mi credi?- lo rimbecco io, lanciandogli un'occhiataccia.
-No.- la sua risata bassa suona strana nel silenzio della Biblioteca.
-E va bene: ti ho telefonato!- esclamo, esasperata e imbarazzata.
-Me ne ero accorto. Me ne sfugge il motivo, però...- continua lui, mentre sul suo viso si dipinge un ghigno che ha qualcosa di sadico.
-Volevo chiederti scusa, per il modo in cui mi sono comportata ieri sera...- mormoro, mordendomi il labbro.
-Non c'è motivo per scusarsi, Andy!- ribatte lui, facendosi più dolce. -Mi dispiace di essere stato scortese, e per rimediare ho fatto una cosa che nessun Buon Londinese dovrebbe mai fare.- mi spiega, divertito.
-E sarebbe?- domando, incuriosita.
-Ho buttato il mio cellulare nel Tamigi!- esclama lui, soddisfatto.
-Ma sei matto?!? Insomma, perché l'hai fatto?- gli chiedo, incredula.
-Così, semmai usciremo insieme un'altra volta, nessuno potrà interrompere la serata.- mi risponde, passandosi una mano fra i capelli biondo scuro.
-E chi ti dice che ci sarà un'altra volta?- ribatto io, guardandolo divertita e avvicinandomi.
-Una sensazione, più che altro...- risponde lui, alzando gli occhi al cielo.
-Vuoi fare una prova, Graham?- gli domando, ironica.
-Vuole uscire a cena con me, mercoledì prossimo, signorina Steed?-
-Le concederò un'altra possibilità, signor Lewes!-
Graham mi sorride, radioso; mi dà un lieve bacio all'angolo della bocca e senza altre parole esce dalla Biblioteca...


Scusate se ho impiegato un pochino più del solito ad aggiornare, ma la scuola, la musica e gli allenamenti mi hanno tenuto un po' impegnata.
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento.
Ringrazio miyu90 e obsession per i complimenti!
  
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