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Autore: Beapot    17/04/2012    2 recensioni
(dal testo) “Dove sono le sue mani che versano il caffè nella tua tazza? Dove sono le sue labbra che raccolgono le briciole ferme sulle tue?”.
[Quarta classificata al "Les Poèmes de Prévert" Contest indetto da GreenKnight sul forum di EFP]
[Quinta classificata al "P.S.A. Povera Storia Abbandonata Contest" indetto da Looking At The Rainbow sul forum di EFP ]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Déjeuner du matin


 

 

I giorni si sono inseguiti, sempre uguali, ogni volta diversi, fuori da quella finestra che ancora continua a guardarvi.

 

Dove sono adesso quei momenti?
Dov'è adesso la gioia e la voglia di crescere insieme?

Giorni in cui tutto sembrava diverso, in cui voi siete diventati diversi.
Giorni che si sono trasformati in anni, in quella cucina che ascolta sempre più silenzio.

Perché le risate si sono spente, le parole non servono più, non sono abbastanza.
Sono troppe, e troppo pesanti per essere pronunciate.


I suoi occhi non ti cercano quando sposti la sedia e ti siedi al tuo posto, la sua bocca non si tende in un sorriso per augurarti il buongiorno.


Dove sono le sue mani che versano il caffè nella tua tazza?
Dove sono le sue labbra che raccolgono le briciole ferme sulle tue?

 

Stringe un giornale, adesso.
Lo sfoglia distrattamente mentre si preoccupa di aggiungere la giusta quantità di zucchero nella tazza.


Quanto zucchero?
Da quanto tempo non te lo chiede?
Un cucchiaino e mezzo, la mattina, altrimenti non ti svegli.
Un cucchiaino e mezzo ogni giorno, da sempre, ma sono anni che lui non lo sa più.


Gli unici rumori vengono dalla ceramica della tazza che si scontra con il legno del tavolo, vengono dal rubinetto che goccia nel lavello.


Toc. Toc. Toc. E l'acqua continua a cadere.
Toc. Toc. Toc. E la ferita sul tuo cuore sanguina allo stesso ritmo.
Toc. Toc. Toc. E sembra voler durare in eterno.

Beve un sorso di caffè, si passa una mano tra i capelli e si stropiccia gli occhi sotto le lenti degli occhiali.
Sono gli stessi gesti vecchi anni, ma ogni giorno che passa fanno sempre più male.


È passato troppo tempo dall'ultima volta che vi siete sfiorati,
è passato un attimo dall'ultima volta che hai desiderato di farlo come allora.


La sedia struscia sul pavimento, le mani che stringono la tazza spariscono sotto il tuo sguardo basso, e Harry si stringe nel cappotto.

 

La pioggia sbatte contro il vetro e il vento fischia tra gli alberi,
ma la tempesta che infuria fuori dalla finestra è niente, niente paragonato a quello che provi.

 

I suoi passi si allontanano, le sue scarpe attraversano la soglia della porta, e della sua voce non resta nemmeno un'eco.

 

 

Come sempre, come ogni volta, lasci andare una lacrima solo quando senti la serratura scattare.
Come sempre, come ogni volta, aspetti il suo ritorno.
Come sempre, come ogni volta, ma adesso anche la speranza ti ha abbandonato.

 



NdA: La storia è interamente ispirata ai versi della poesia di Jaques Prévert, di cui riporta anche il titolo, e che potete trovare qui in lingua originale e con la traduzione.
Questa Flashfic è stata scritta per il contest Les poèmes de Prévert” indetto da GreenKnight sul forum di EFP. Il concorso scade il 17 Maggio, ma il giudice mi ha dato il permesso di pubblicare anche prima. ^^.
Bea

EDIT 20/06/2012: Questa storia si è classificata quinta al "P.S.A. Povera Storia Abbandonata Contest" indetto da Looking At The Rainbow sul forum di EFP. Di seguito il giudizio:


Grammatica: 10/10 
Stile: 9/10 
Caratterizzazione: 9.5/10 
Originalità: 5/5 
Gradimento personale: 4.5/5 

Tot: 38/40
 

È sempre una gioia leggere storie grammaticalmente corrette e la tua, credimi, è impeccabile. 
A parte ciò, ho apprezzato il tuo modo di rendere in modo originale un momento di crisi tra Harry e Ginny che poteva facilmente cadere nel banale o ripetitivo. 
Buona la caratterizzazione di Harry, e okay anche quella di Ginny, anche se devo ammettere che per tutta la prima parte della storia sono stata a interrogarmi su chi fosse il personaggio. 
Magari è qualcosa che nella tua testa era chiaro e lineare, ma considerando i milioni di pairing che esistono e che vengono inventati non è da dare poi così per scontato. 
Questo ti toglie quel piccolissimo punteggio in caratterizzazione. 
Buono infine anche lo stile, fatta eccezione per qualche ripetizione di poco conto, ad esempio quando dici “sposti la sedia… al tuo posto”, sono due parole molto simili che così vicine rischiano di creare un po’ di cacofonia. 
Per il resto questo non ha avuto punteggio pieno anche per il discorso di Ginny, perché comunque la tua è stata in primis una scelta stilistica. 
Il gradimento personale parla da solo, ho davvero apprezzato la storia perché è realistica, vera e trapela il disgregarsi di quella quotidianità che un tempo doveva essere sinonimo della felicità e del loro amore. 
Complimenti e alla prossima.

   
 
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