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Autore: TizianaRivera    17/04/2012    4 recensioni
Dal testo: Sapeva di aver peccato, sapeva che avrebbe scontato la sua pena. Eccome se l'avrebbe fatto. La sua pena fu la peggiore , la più dura ,la più devastante ed incontrollabile di tutte. La sua pena fu amare. Amare l'impossibile. Amare l'inarrivabile. Amare sapendo che il suo amore non sarebbe mai stato accolto , che nessuno avrebbe usufruito di quell'amore , che a nessuno sarebbe importato di quel sentimento che lei provava in maniera indescrivibile. Quell'amore che cominciò a consumarla dall'interno, a prendersi ogni parte bella di lei , fino a che non lasciò più nulla. Finché non la lasciò totalmente vuota.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PUNISHMENT


Sapeva di aver peccato, sapeva che avrebbe scontato la sua pena. Eccome se l'avrebbe fatto. La sua pena fu la peggiore , la più dura ,la più devastante ed incontrollabile di tutte. La sua pena fu amare. Amare l'impossibile. Amare l'inarrivabile. Amare sapendo che il suo amore non sarebbe mai stato accolto , che nessuno avrebbe usufruito di quell'amore , che a nessuno sarebbe importato di quel sentimento che lei provava in maniera indescrivibile. Quell'amore che cominciò a consumarla dall'interno, a prendersi ogni parte bella di lei , fino a che non lasciò più nulla. Finché non la lasciò totalmente vuota.
 
Clio era una giovane come tutte, anzi meno di alcune. Era una ragazza umile , di povera famiglia. Ma di una bellezza e di una dolcezza tale che nessuna nobile donna reggeva al suo confronto. Lui la desiderava , più di ogni altra cosa. Era disposto a tutto pur di averla.  Avrebbe letteralmente smosso mari e monti pur di stringere quell’esile corpo a se , pur di toccare quella pelle vellutata , pur di baciare quelle morbide labbra . Avrebbe fatto di tutto pur di averla tutta per sè. Ma lei non ne voleva sapere di cedere . Non mostrava alcun interesse per lui. Per un dio. Per un SUO dio. Si mostrava del tutto disinteressata e questo lo mandava in bestia. Come osava?! Quella piccola stupida umana lo rifiutava. Rifiutava LUI!  Non era concepibile. Ma l’avrebbe pagata , proprio così, l’avrebbe pagata molto cara.
Tornò lassù infuriato, lassù dove solo loro potevano stare , dove solo a loro era permesso .
Cercò di ritrovare la sua imperturbabilità , ma in vano. Come poteva stare calmo sapendo di essere rifiutato da un’umana?! LUI! Un dio! Rifiutato da un’insulsa popolana senza alcun valore!
Si precipitò dalla sorella ancora furente. E mentre avanzava verso lei decise quale sarebbe stata la sua  punizione , oh si! Perché lei sarebbe stata punita per averlo rifiutato , per non essere riuscita ad amarlo!
Sarebbe stata la sua rovina . L’avrebbe pagata cara! Avrebbe pagato per non essere riuscita ad amarlo, avrebbe pagato quell’oltraggio con la stessa moneta. Infatti avrebbe amato un uomo inarrivabile , che non l’avrebbe mai amata , si sarebbe consumata pian piano nel suo dolore , finché non si fosse dissolta nell’aria, finché non avesse iniziato a far parte del nulla.
Finalmente trovò la sorella , che ovviamente sapeva già cosa ci facesse il suo caro fratello lì. Non ne fu molto contenta , ma pur di non fare un torto al caro fratello e per non scatenare l’ennesima guerra acconsentì alla sua richiesta.
 
Clio stava camminando con l’insolita grazia e eleganza che la caratterizzavano . Lei , una semplice ragazza del popolo era conosciuta in tutta la Grecia per la sua bellezza. Poeti ne decantavano la grazia e scrittori ne scrivevano la bellezza e la dolcezza. Lei non era di certo una che si vantava di cotanta grazia , infatti si sentiva imbarazzata quando qualcuno le rivolgeva uno sguardo di troppo, quando qualcuno si girava a fissarla , quando le avanzavano qualsiasi sorta di proposta. Era una ragazza molto virtuosa. Aveva deciso di dedicare la sua intera vita ad adorare gli dei , a non concedere a nessuno di toccarla per non rischiare di non essere più degna di onorarli nel migliore dei modi.
Poi però accadde l’irreparabile . Lei lo vide , mentre cavalcava al fianco di alcuni compagni. E da quel momento tutto scomparve. Gli dei. Le altre persone. Solo lui.  Sentì il cuore batterle a mille. La bocca asciugarsi. Le orecchie le fischiavano. Non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo volto. Il suo bellissimo volto.
Quando lui sparì dalla folla lei si sentì persa. Tornò a casa di fretta. Il suo cuore batteva a mille.
La notte non riuscì a dormire , continuava a pensare a lui.
Passarono i giorni.
Le settimane.
 I mesi.
Nonostante ciò lei continuava ad avere lui come pensiero fisso, il quale con prepotenza le occupava la mente e non permetteva a nessun altro fugace pensiero di posarvisi.
Fu così che lui, il suo dio personale , il quale lei amava completamente , divenne la sua maledizione.
Viveva per i suoi sguardi. Per i suoi sorrisi. Non aspettava altro. Non viveva per altro.
Quando lui partì in guerra lei si sentì morire. Non l’avrebbe visto per tanto tempo. Forse non l’avrebbe più rivisto.
Così iniziò una lenta ma inesorabile discesa verso gli inferi. I suoi personali inferi. Non riusciva più a parlare, a mangiare , a respirare senza di lui. Senza la sua vista. Senza la sua presenza. La vita era vuota. Lei era vuota.
Il suo declino continuò sino a quel giorno. Il giorno in cui loro sarebbero tornati. Il giorno in cui lui sarebbe tornato.
I suoi occhi speranzosi guardavano la folla e i guerrieri che tornavano a casa. Il suo sguardo cercava lui. Ma non lo vide. Comprese subito cosa significasse.
Destino crudele.
Si lasciò cadere a terra e le lacrime iniziarono a solcarle il volto. Sempre più numerose. Tornò a casa e si abbandonò sul suo letto. Su quel letto da cui non si sarebbe più rialzata.
Spirò pochi giorni dopo. L’assenza di cibo e acqua aveva stroncato la sua esile vita. Ma in realtà era stato il dolore a ucciderla. Si era insidiato dapprima nel suo cuore e poi si era propagato in tutto il corpo, demolendola.
Tutto questo era stato osservato con grande interesse dal dio. Come la sorella entrò amareggiata gli chiese se era soddisfatto e lui rispose con un ghigno malefico- Umani, inutili creature. Si credono così potenti, ma in realtà son così facili da spezzare. Non ci meritano.- eppure dentro di sé non si sentiva soddisfatto, sentiva amarezza, rabbia, tristezza. Ma dopotutto lui l’aveva amata e a lei non era importato . Meritava la sua punizione. Non meritava la sua compassione. Eppure quando la sorella lo lasciò solo una lacrima solitaria cadde bagnandoli la guancia morbida. Quella lacrima fu l’unico segno della sua tristezza. L’unico modo per compiangere quella ragazza così bella che aveva scalfito il suo cuore divino.
  
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