Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Elanor Eliniel    17/04/2012    1 recensioni
Elanor, razionalista e devota ad Ulmo, e Niphredil, dolce fanciulla e amica delle cose che crescono, sono le due nipoti di Cìrdan, cresciute nel Mithlond, sulle rive del Mare.
Ma il mare stesso è mutevole, la Guerra dell’Anello si avvicina e nonostante le speranze di una vita di semplicità, si ritroveranno coinvolte in eventi più grandi di loro, eventi che le separeranno per poi lasciarle a rincorrersi, per poi sradicarle dalle loro tranquille esistenze, sino a spingerle in una nuova dimora e in terre sempre più distanti.
Tra gemme e profezie provenienti dai Tempi Remoti a lettere per Gil-galad datate Seconda Era; tra ombre che si allungano da Sud a paesi nel profondo Est o celati tra i monti; tra amori che rischiano di essere spezzati ancor prima di germogliare e amicizie che nascono in modo inaspettato, questa è la storia di come le due sorelle attraversarono la fine della Terza Era, sino a venirne fuori. Forse.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Arwen, Elrond, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Elanor & Niphredil'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Elanor seguiva, senza profferir parola, i due Galadhrim, ammirando l’incanto che sembrava avvolgere quei luoghi. Poco distante, Fearil trotterellava beatamente in un verde prato, libera di nutrirsi, abbeverarsi e riposare; ma la dama aveva invece cominciato un’enorme rampa di gradini, gradini di legno che circondavano il tronco di un enorme mallorn andando a costituire una vera e propria spirale ascendente.
Elanor si chiese se fosse possibile realizzare gradinate più splendide di quelle; ché ogni cosa lì era luce e scintillio in un mare di verde e oro; poi però rammentò come ciò che la attorniava non fosse altro che una pallida imitazione della gloria di Valinor, che ella non aveva ancora ammirato. Ciononostante, Lòrien era impregnata dell’aria delle Terre Immortali, aveva la percezione di un luogo fuori dal tempo e dal mondo comune.
A distanza di tempo, non seppe descrivere quanto durò quella lunga salita silenziosa, sta di fatto che, quando ormai la stanchezza aveva infiacchito le sue membra, in una luce accecante erano apparsi i Signori di Lòrien.
Ella impiegò qualche istante per riprendersi da quel bagliore, dal baluginare del flet di Galadriel e Celeborn, appena sollevatisi dai loro seggi per accoglierla; indi chinò il capo in segno di deferenza, e Galadriel prese la parola.
- Salve perduta figlia di Mìrdan! Emergi dall’oblio tu che in realtà non fosti mai obliata dai tuoi cari; sono lieta di darti il benvenuto in questa terra. –
- Lieti siamo nell’accoglierti e lieti saremo di far correre la notizia della tua venuta; pure, se la tua venuta è stata improvvisa, non è stata del tutto inattesa. – aggiunse Celeborn.
- Vi sono infinitamente grata, Signori, di porre, seppur momentaneamente, fine al mio solitario ed inesperto peregrinare; e se non amassi il mare sopra ogni altra cosa, direi senz’altro che questo reame è il luogo più stupefacente delle Terre Mortali. – esordì Elanor con altrettanta cortesia.
- Pure, - continuò – Mi chiedo se, eccetto la vostra lungimiranza, altri segni vi abbiano informato della mia sorte. E soprattutto, ciò che più mi preme di sapere e che vi prego di rivelarmi, è cosa ne è rimasto ormai del mio regno d’origine, della mia dimora, dopo la tempesta di Sauron alla quale per grazia di Ulmo scampai. –
Galadriel la guardò grave, soppesando le sue parole e comprendendo ciò che ella aveva a lungo creduto.
- Dici di amare il mare sopra ogni altra cosa, eppure, come hai potuto credere così a lungo che Sauron l’avesse sconfitto, che il Mithlond fosse andato perduto e con esso i suoi abitanti? Ben mi avvedo, figliola, di come l’ingenuità e il timore abbiano preso il sopravvento sul tuo cuore in questi anni; i Porti Grigi non furono mai devastati grazie alla protezione offerta da Ossë su quei lidi, né ha potuto il potere di Barad-dur sovrastare quello di Ulmo. A lungo sei stata ritenuta, a torto, l’unica vittima di quel giorno nefasto. –
Galadriel restò immobile, alta e bianca, quasi noncurante dell’effetto che avrebbero avuto le sue parole. Difatti qualcosa esplose nelle viscere della Mezzelfa; in quel momento gli istanti parvero dilatarsi; gli occhi di Elanor si allargarono per la sorpresa e la bocca si schiuse in segno di stupore, come per profferir parola, ma non ne uscì alcun suono.
Forse, per la prima volta, si chiese con sincerità perché non avesse cercato prima di far ritorno nella sua terra. Aveva creduto di essere stata quasi graziata dai Valar per la sua devozione ad Ulmo, eppure, le parole di Galadriel suonavano ora tremendamente ovvie; si era detta più volte che sarebbe stato inutile tornare verso una dimora che più non esisteva, eppure, ora era improvvisamente consapevole di ciò che aveva sempre temuto e ciò da cui era sempre fuggita.
Forse col dolore poteva sopravvivere alla sua condizione, alla condizione di chi aveva perso tutto; ciò che non avrebbe mai potuto reggere era invece la vista di tutto ciò che era stato la sua vita perduto e distrutto; i Falathrim riversi sulla sabbia granulosa o fluttuanti sinistramente nell’acqua; suo padre sul fondo del Golfo di Lhûn e Nìsiel vinta dalle acque nel tentativo di raggiungerlo; Cìrdan e Sìriel correre per il palazzo e per le strade venendo travolti dalle onde innaturalmente lunghe e violente.
- Non so se io sia stata più sciocca o più codarda. – rispose infine con un’amarezza insopportabile, amarezza che non avrebbe mai potuto esternare del tutto.
Era così palese ora che Sauron non sarebbe mai riuscito a sottomettere la Grande Acqua!
E il pensiero di poter riabbracciare di lì a breve familiari, amici ed essere riaccolta nella sua casa la invase come caldo idromele; ma al tempo stesso si detestò e si maledisse per tutto il dolore che doveva aver loro causato con la sua scomparsa.
- Non essere troppo severa con te stessa – fece Celeborn, interrompendo il silenzio e i pensieri della Mezzelfa. – Le mosse di Sauron hanno confuso menti ben più esperte della tua. –
- Il riposo è la miglior cura per l’animo di cui tu possa disporre ora. E quando ogni tassello andrà al suo posto, non ci sarà più ragione di dolersi per ciò che è stato – aggiunse la Dama.
Elanor aprì la bocca per obiettare, decisa a non assolversi con tale facilità, ma il sorriso di Galadriel la mise subito a tacere.
- C’è qualcuno che gioirà nel vederti stasera. – disse il Signore di Lòrien.
La Mezzelfa aggrottò le sopracciglia, senza comprendere.
 
- Sapevo che sarebbe arrivato questo giorno! – esclamò Arwen correndole incontro, avvolta in un abito blu come il cielo notturno.
- E’ perché possiedi la lungimiranza di tuo padre, mia cara! – rispose felice la figlia di Mìrdan, riconoscendo la voce della cugina ancor prima di volgersi ed incrociare il suo sguardo.
Era da molti anni che non incontrava la Stella del Vespro, eppure l’effetto che le trasmetteva era rimasto immutato. Era di tale bellezza e dolcezza che non poteva fare a meno di restarne abbagliata e quasi sentirsi insignificante; sarebbe stato impossibile non nutrire per lei un profondo affetto, anche se non ci fosse stato il vincolo di sangue ad unirle.
Quando Elanor e Niphredil erano ancora poco più che bambine, durante le visite con Nìsiel presso la dimora di Elrond, Arwen aveva recitato un po’ il ruolo di sorella maggiore, insegnando molte cose alle piccole congiunte leggendo brani sulla Prima Era del Beleriand.
Arwen la strinse a sé con calore, percependone il tormento interiore e infondendole un po’ della sua pace; Elanor ricambiò con altrettanto vigore, sentendo che ormai il peggio era stato lasciato del tutto alle spalle.
 
- E così Niphredil è stata qui, in questo alloggio fino a qualche giorno fa! – esclamò Elanor al tempo stesso colpita e delusa – qualcosa si oppone al nostro ricongiungimento. – aggiunse melanconica.
Le due cugine si trovavano, qualche minuto più tardi, nel flet che aveva ospitato la Dama degli Alberi e che ora avrebbe consentito il riposo di sua sorella.
- Ma ho smesso di consentire agli eventi di pilotare il mio destino ed il mio percorso – riprese con asprezza. – Dimmi, cara, perché una tale fretta da parte di Niphredil nel lasciare un luogo così meraviglioso e a lei sì congeniale? La conosco bene, ella ama gli alberi e qui ce ne sono di magnifici. -
Arwen esitò prima di rispondere, essendo bene a conoscenza della verità e dei motivi che avevano spinto la cugina a lasciare Lòrien. Ma allorché l’espressione di Elanor si fece più preoccupata e turbata di quanto non fosse già, non se la sentì di resistere oltre e le narrò dello  Specchio e di ciò che Niphredil aveva visto, incluso Elanor stessa e la minaccia su Mìrdan.
Al termine del racconto, la bionda restò in silenzio a meditare su quello che aveva appena udito, quasi dimenticando la stanchezza che fino a poco fa stava per vincerla.
- Troppo a lungo ho creduto di aver perduto ogni cosa – mormorò – Non intendo perdere mio padre ora che ho saputo la sua sorte essere stata più felice della mia. E non prolungherò l’angoscia e la rassegnazione dei miei familiari; Niphredil sta per arrecare due notizie nel mio reame: una di queste metterà in allerta e sgomento nostro padre; l’altra ridarà speranza a tutti sulla mia sorte ma non darà alcuna certezza; farà ripiombare i miei cari nel dubbio, in cui hanno vissuto troppo a lungo a causa della mia codardia. Devo ripartire al più presto; nessun messaggero sarà mai più veloce di me, ché le motivazioni che mi porto addosso metteranno le ali alla bianca Fearil. –
- Ti prego, Elanor – la interruppe la Stella del Vespro – Non essere precipitosa o ingiusta con te medesima; hai bisogno di ristorarti qualche giorno prima di intraprendere un sì lungo viaggio. Non siamo né guerriere né viandanti e non siamo state educate come tali. Posso solo immaginare quanto debba essere stato spossante per te questo viaggio nella solitudine e nel pericolo. –
La più giovane la guardò, sorridendo cupamente, ma con dolcezza.
- Ti ringrazio della tua preoccupazione nei miei confronti; pure, devo fare qualcosa per erodere il rimorso che provo e una mia lunga permanenza qui non arrecherà conforto a nessuno, salvo te forse. Ma so che nella tua perfezione non riuscirai a comprendere come ci si senta a causare la sofferenza di coloro che ami; avrei voluto essere pacata come te ma non è la mia natura, e dunque devo far qualcosa subito per rimediare agli errori commessi. Sei sempre stata la delizia di tutti coloro che ti circondano, me compresa, e se non puoi immaginarti nella mia situazione, ti prego di non ostacolarmi. –
La figlia di Elrond si alzò, dal letto su cui era seduta, improvvisamente pallida e dura.
- Quello che tu dici è falso, Elanor. Credi forse che io sia perfetta? Non appena la tua lunga vicenda sarà stata chiarita e risolta, tra alcuni anni tutto ciò sarà soltanto un pallido ricordo. Ma il dolore che invece io arrecherò, durerà oltre i confini di Arda; e quello che tu hai causato al confronto è ben poca cosa. –
La figlia di Mìrdan udì quelle parole senza capire il loro significato; pure, esse non promettevano nulla di buono. Decisa a comprenderle fino in fondo, le prese la mano con forza e la fissò negli occhi grigi.
- Che cosa significa ciò che hai detto? Di cosa stai parlando? –
Arwen pensò, a ragione, che con Elanor i giri di parole fossero inutili; pertanto venne subito al nocciolo della questione.
- Benché tu sia ancora giovane, saprai per certo che a noi Mezzelfi è dato di scegliere… -
- Naturalmente – annuì Elanor, che aveva sempre considerato tale scelta un po’ scontata, soprattutto se si voleva considerare che era nata e cresciuta tra gli Eldar; e lo stesso valeva per Niphredil ed Arwen.
Mentre prendeva forma questo pensiero, questa constatazione quasi ovvia, la giovane realizzò ciò che probabilmente la maggiore stava cercando di dirle; un’idea talmente assurda che non osò pronunciare.
- Beh, io invece, benché goda della vita degli Eldar, giovane non sono più, nemmeno secondo il loro conto degli anni. Ed ho preso la mia decisione … ho scelto una vita mortale. –
La minore lo aveva già capito, ma sentirlo dire con freddezza, nero su bianco, fu un’emozione terribile. Sperò che fosse l’ultima di quella giornata, ma così non sarebbe stato.
- Mi prendi in giro? – chiese Elanor, accigliata – Che senso avrebbe una scelta del genere? E’ come se fossimo Elfi, Arwen! Il tempo scivola senza lasciar segni su di noi, la nostra cultura e la nostra educazione sono quelle del Beleriand! Abbiamo vissuto in roccaforti elfiche per gran parte della nostra vita. Che senso ha negare tutto questo? Ho vissuto per anni tra gli Uomini e non mi sono mai sentita una di loro. Perché per te dovrebbe essere diverso? –
- Perché io amo l’Erede di Isildur, Elanor. Aragorn figlio di Arathorn. –
Elanor, incredula, sospirò pesantemente, lasciandosi cadere seduta sul suo giaciglio. Poi subito dopo si rialzò e prese a camminare nervosamente per la stanza con una mano sul volto ed il passo frenetico irrequieto.
- Questo vuol dire che non rivedrai mai più tua madre Celebrìan. – tentò ragionando.
- Ne sono consapevole. –
- Arwen… - provò con voce tremante – Tu non sei una di loro … appartieni ai Primogeniti. Non gettare via quello che sei, la tua essenza, per seguire qualcun altro! Tu non capisci! Non voglio che tu finisca come Finduilas. Guardala! Lei non era fatta per i monti e la città, ma per il Mare. Ha annullato se stessa per amore, e cosa ha ottenuto? Si è consumata in un mondo che non le apparteneva e in cui le era negato tornare alle sue origini, sino alla morte. Credi di sapere davvero cosa sia lei adesso? Cosa credi che ci sia sotto la sua tomba? Il nulla, Arwen, l’ignoto. Non so dove ella sia, e cosa sia adesso; so per certo che la sua anima permane, ma tutto il resto è ombra. Vuoi davvero tutto questo? Non tradire te stessa, non farlo! –
Terminò con foga quell’ammonimento, con il respiro affannoso e l’ansia per la risposta che sapeva avrebbe ricevuto. Non aveva mai visto così Arwen prima d’ora e forse nel profondo si rendeva conto che le sue parole non avrebbero sortito l’effetto sperato, pure, non aveva potuto trattenerle, quasi si trattasse di un fiume in piena.
- Tutto quello che ora sono e che ora posseggo non basta ad ancorarmi ad una vita immortale, se non posso condividerlo con Estel. – rispose la maggiore in un soffio. Era tornata la dama gentile e delicata che la figlia di Mìrdan aveva sempre conosciuto.
- Non dovrebbe permettertelo. – riprese a bruciapelo Elanor, scuotendo il capo.
Arwen aggrottò le sopracciglia, come per richiedere ulteriori spiegazioni; le sue labbra non si mossero.
- Se i tuoi sentimenti sono ricambiati, come ho ragione di intendere, egli non dovrebbe accettare un sacrificio del genere da parte della donna che ama. –
Non lo disse con ferocia, ma con una semplicità ed una spontaneità che per un attimo parvero disarmare la Stella del Vespro.
- Tu sei l’erede di Lùthien, non Lùthien stessa. – continuò Elanor, gli occhi azzurri arrossati dall’emozione. – La tua sorte non deve essere la sua. –
La bruna scosse piano il capo, desolata quanto Elanor.
- Forse non hai capito fino in fondo le motivazioni della nostra antenata; la morte umana è per me l’unico modo per unire i nostri destini al di là dei confini di Arda. Se così non fosse, la nostra unione terrena sarebbe incompleta e vana. Ma ben mi avvedo che in questa sede non arriveremo a comprenderci, Elanor. E’ inevitabile, sei ancora troppo giovane. –
La Dama del Mare, che fino a qualche istante prima aveva ascoltato con attenzione, alle ultime parole della cugina si alzò in piedi, le sopracciglia inarcate.
- Ho vissuto avvenimenti più singolari e rischiosi di quanto non abbia fatto tu nella tua lunga vita, Arwen; quindi ti prego, non venirmi a dire che sono troppo giovane per capire. –
Senza attendere replica, ancora sconvolta per tutte le notizie e le emozioni di quella giornata, uscì dalla stanza, con l’intenzione di passeggiare nelle ormai prime ombre della sera, sotto le stelle e le fronde.



------------------------------------------------------------------
Ok, chiedo umilmente perdono per la mia lunga assenza, dovuta da una parte sicuramente agli impegni universitari, dall'altra anche alla difficoltà di scrivere questo capitolo. E' un punto della storia che non ho ancora inquadrato del tutto; ci sono parecchie idee per quello che avverrà dopo ma c'è bisogno di passare una sorta di fase di transizione...per cui chiedo venia!
Non possono mancare i ringraziamenti per chi segue e commenta, come al solito, in particolare grazie a thegreenminstrel per la segnalazione :D
Ci vorrà ancora un po' per fare la conoscenza del partner di Niphredil :)
Black_Moody: Purtroppo questa angoscia durerà ancora un po'...tieni presente che Niphredil potrebbe agire in fretta, ma quello che ha visto è totalmente avulso da un contesto, quindi non sappiamo se quel momento accadrà e se si quando si collocherà...i futuri sono molti :) 
Spero ti sia piaciuto il confronto tra Elanor e Arwen!  Ho voluto inserire qualche elemento più incisivo di un semplice rapporto cordiale ed affettuoso, e al tempo stesso sottolineare la differenza di vedute con Niphredil e quanto la vicenda di Finduilas abbia segnato Elanor.
Thiliol: Immagino che stavolta il sobbalzo sia stato ancora peggiore, vista la mia latitanza su questa storia :P :) Se lo Specchio ti è piaciuto posso dirti  che tornerà...la vita di Mìrdan potrebbe essere totalmente cambiata e l'amore arriverà, non è Legolas poiché lo preferisco single e amico di Gimli a tempo pieno, tuttavia potrebbe esserci una connessione. Per quanto riguarda l'anello, nel film Aragorn lo porta al dito, ma nel libro lo dona ad Arwen quando sul Cerin Amroth si giurano amore eterno e ciò accade nel 2980; ora siamo invece nel 2988, anno della morte di Finduilas, o al massimo 89; quindi l'anello dovrebbe averlo proprio la Stella del Vespro. In ogni caso, immagino che lei lo avrà passato ad Eldarion e sia rimasto nella linea degli eredi al trono di Gondor.

Spero di non avervi deluso! A presto, un abbraccio a tutti!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Elanor Eliniel