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Autore: bik90    17/04/2012    3 recensioni
E' trascorso un anno dalla fine della loro battaglia e tutte le Hime vivono tranquillamente, incluse Shizuru e Natsuki. E se un incidente potesse mettere in crisi il loro rapporto?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Natsuki Kuga, Shizuru Fujino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shizuru quella notte non riusciva a dormire. Continuava a fissare il volto di Natsuki che dopo molte fatiche finalmente dormiva. Quella per lei era stata una lunga giornata; aveva iniziato a ricordare, poi c’era stata la fisioterapia e infine alcuni test neurologici. La mattina del giorno dopo avrebbe incontrato per la prima volta la logopedista per qualche seduta. Ancora non sapeva quale ricordo le avesse fatto scattare quel peluche dall’apparenza così innocuo, si era sempre rifiutata di parlargliene.
Parla con me Natsuki, pensò stringendo il pupazzo contro il suo corpo, Permettimi di spiegarti ciò che hai visto. Io voglio aiutarti.
Una lacrima le solcò la guancia sinistra mentre la rivedeva sorridere a Tate mentre ricordava tutte le volte che l’aveva chiamata per cognome. Era stato fantastico. La sentì agitarsi nel sonno, probabilmente stava sognando. Con la punta delle dita le sfiorò la fronte scostandole una ciocca di capelli.
Non allontanarti di nuovo da me, avrebbe voluto dirle, Ti amo troppo. Cerca di ricordare il nostro amore.
 
Natsuki si era chiusa letteralmente a riccio verso tutti, quello che aveva visto quella mattina non le era piaciuto e le aveva messo addosso non solo tristezza, ma anche un senso di malinconia. Se ricordare significava soffrire, allora lei preferiva non farlo. Ormai si era convinta di non essere una brava persona, nonostante Shizuru le avesse detto il contrario. Quella ragazza le stava sempre accanto, sentiva di provare qualcosa di molto più forte di qualunque altro sentimento. Sapeva che non era la stessa cosa che sentiva per Mai. Le era stata dietro per tutto giorno, l’aveva incoraggiata ad iniziare la fisioterapia e le aveva varie volte sussurrato di non avere paura di sollevarsi dalla sedia a rotelle. Il medico le aveva detto che per incominciare bastavano pochi passi ma lei si era rifiutata di ripetere già il secondo tornando a sedersi a causa di un forte senso di nausea che l’aveva invasa con violenza. Il giorno dopo avrebbe dovuto riprovare. Quando poi era scesa la notte e tentacoli di tenebre si erano allungati nella sua stanza, aveva guardato la diciannovenne cercando un appiglio e l’altra le aveva bisbigliato che avrebbe trascorso accanto a lei tutte le notti che desiderava. In effetti, temeva il buio e ciò che ne veniva, aveva paura di avere di nuovo dei ricordi spiacevoli. Si era chiesta se nella sua vita ci fossero stati momenti di gioia, ma non aveva domandato niente all’altra. Qualcosa le diceva che non avrebbe potuto dirle altro che sì. L’aveva abbracciata per farla addormentare e lei si era cullata tra quelle braccia senza farsi più domande. Il sonno l’aveva colta quasi subito così come il sogno. Era in piedi su una scogliera mentre osservava il mare che si infrangeva con forza contro di essa. Pioveva e non aveva un ombrello per ripararsi, poteva sentire distintamente le gocce d’acqua bagnarle i capelli e scivolare sotto l’impermeabile che indossava. Teneva le mani in tasca e provava un grande senso di rabbia verso il mondo.
<< Mi dispiace per tua madre, era una brava persona >>.
La voce di un uomo, carica di dolore alle sue spalle non le era parsa nuova e non l’aveva spaventata. Non si era voltata continuando a fissare i fiori che aveva gettato in acqua poco prima.
<< Che cosa vuoi? >>.
<< Volevo solo sapere come stavi. C’eri anche tu in quella macchina, sono felice di vedere che sei viva  e stai bene>>.
Un lieve sorriso aveva increspato le labbra della ragazza.
<< Devo vendicarla >>.
Natsuki si svegliò improvvisamente rendendosi conto d’essere sudata e di aver urlato. Gli occhi le si riempirono di lacrime mentre si aggrappava con tutte le sue forze al corpo di Shizuru. Continuò a piangere, anche se avrebbe voluto fermarsi e solo dopo un tempo che le parve infinito alzò il suo viso su quello della diciannovenne. Alla luce dell’astro notturno le parve meraviglioso.
<< Shizuru… >> iniziò mentre altre lacrime facevano capolino sul suo volto << Mia madre… >>.
Sentì la presa della ragazza dai capelli castani aumentare.
<< Lei… lei è morta? >>.
Shizuru si sentì attraversare da una fitta a quella domanda. Guardò la diciassettenne negli occhi e comprese che non poteva mentirle. Non l’avrebbe aiutata.
<< Sì >> rispose infine poggiando il mento sulla sua testa per poterla stringere ancor di più.
Avvertì le mani di Natsuki dietro la schiena stringere il tessuto della sua maglia con forza. Le diede un bacio tra i capelli.
Mi dispiace così tanto piccola, pensò con le lacrime agli occhi, Se solo riuscissi a ricordare le cose belle che hai fatto.
<< Non voglio più ricordare >>.
Quelle parole appena sussurrate la fecero tremare. Sentì il cuore smettere di pulsare mentre si staccava leggermente da lei per guardarla. Le asciugò gli occhi cercando di sorridere.
<< Natsuki… >>.
<< No >> disse la diciassettenne senza lasciarla finire << Fa male >>.
<< Ma tu non puoi arrenderti >>.
Non ora, non dopo tutta questa lotta per tornare da me, avrebbe voluto aggiungere.
<< Tu non sai come mi sento! >> esclamò la mora ricominciando a piangere << Non so chi sono, non ricordo chi sei tu, non ho idea di cosa ho fatto in questi diciassette anni! Ho solo degli sprazzi… >> chinò il capo verso le mani in grembo << …che non mi aiutano ma mi fanno solo stare male! Non li voglio! Vorrei un po’ di pace >>.
Si staccò da lei rimettendosi sdraiata e voltandosi dall’altra parte. La mano di Shizuru si posò delicatamente sul suo ventre.
<< Per favore >> disse Natsuki senza guardarla << Non costringermi a farlo >>.
 
Dopo quello che le aveva detto Natsuki, Shizuru era tornata a casa. Si era spogliata ed era entrata nella vasca per farsi una doccia. Per molto tempo lasciò che il getto d’acqua calda le colpisse il volto e che mescolasse le sue lacrime con le gocce.
Non ce la faccio più, pensò accasciandosi, Questo è l’inferno.
Iniziò a piangere, non sapeva più nemmeno lei quante volte era successo da due mesi a quella parte. Odiava quella sua fragilità.
Vorrei solo riuscire a stare meglio, si disse dopo essere uscita dal bagno.
Si recò nella sua stanza dove tante notti aveva dormito con Natsuki.
La vita è ingiusta.
Si sedette sul materasso senza curarsi dei capelli bagnati che gocciolavano ancora acqua. Si stese, anche se indossava solo l’asciugamano e si passò un dito sulle labbra.
Mi manchi così tanto, continuò a pensare fissando il soffitto, Se solo potessi ricordare quello che ci unisce.
Stava ancora pensando a Natsuki quando si addormentò.
 
Fu svegliata dal suono del suo cellulare. Per un attimo pensò di non rispondere, di lasciare che squillasse ma poi il pensiero di Natsuki la fece scattare come una molla. Tornò in cucina, dove l’aveva lasciato e trattenne il respiro mentre leggeva sul display il numero dell’ospedale.
<< Pronto? >>.
<< Signorina Fujino? >>.
Era la voce di una donna. Si ricordò di quando aveva lasciato il suo numero di cellulare da contattare in caso di necessità. Sentì il cuore saltarle in gola.
<< Sì, sono io >> rispose cercando di mantenere la calma << Ci… ci sono problemi? >>.
<< Venga subito per favore >>.
 
Shizuru si era letteralmente fiondata in ospedale e quasi spalancò la porta della stanza di Natsuki per entrare. Si meravigliò non poco di trovarla seduta sul letto e allo stesso tempo ne fu sollevata. Il suo cuore tornò a battere normalmente.
<< Natsuki? >> domandò inarcando leggermente il sopracciglio.
La ragazza alzò gli occhi verso di lei. Solo in quel momento la diciannovenne notò un’infermiera nella stanza che stava controllando la flebo dell’altra.
<< Si è rifiutata di mangiare e di andare a fare terapia >> spiegò la donna guardando Shizuru.
La ragazza dai capelli castani si limitò annuire facendole capire che ci avrebbe pensato lei. Aspettò di essere sola prima di avvicinarsi a Natsuki e sedersi accanto a lei sul letto. La diciassettenne era tornata ad abbassare lo sguardo e a tenere poggiata la fronte contro le ginocchia.
<< Facciamo i capricci, Natsuki? >> le chiese dolcemente la più grande.
Prese tra le dita una ciocca di capelli e gliela accarezzò sentendola rabbrividire. Sorrise mentre la ragazza dagli occhi verdi si ostinava nel suo silenzio.
<< Natsuki >> continuò accarezzandole la schiena.
<< Mi fai il solletico >>.
<< Allora guardami! >> esclamò Shizuru. Aspettò di vedere quel colore meraviglioso degli occhi e le sorrise << Perché oggi fai i capricci? >>.
<< Non ho voglia di fare niente >>.
<< E’ successo qualcosa? >>.
La paura attraversò per un attimo lo sguardo della mora.
<< Io… >>.
Natsuki sentiva un bisogno disperato di parlarne qualcuno e l’unica di cui si fidasse abbastanza era Shizuru. Sentiva qualcosa di veramente grande per quella ragazza dai modi gentili che la spingeva a chiederle aiuto.
<< Ho visto i mostri >> ammise alla fine cercando il suo abbraccio << Ho visto… >> scosse il capo << Io non voglio ricordare queste cose, sono brutte! >>.
Era spaventata, la diciannovenne lo comprese subito, ma non sapeva come aiutarla. Era ancora troppo presto per rivelarle la sua esperienza di Hime e soprattutto quello che aveva fatto lei al suo rifiuto. Se avesse potuto, avrebbe cancellato quel periodo dalla sua mente per sempre. Si rendeva conto che, prima o poi, che volesse o meno, anche quello sarebbe venuto fuori. Per questo desiderava ancor di più restarle accanto. Le aveva preso una mano baciandogliela e sentì distintamente che l’altra stava fremendo al suo tocco. Anche con quella amnesia, non poteva negare cosa le diceva il suo cuore. Anche in quello stato, la stava amando.
<< Natsuki >> iniziò con calma << Ci sono tante cose che vorrei dirti in questo momento, ma non posso. È ancora troppo presto, mi capisci? >> aveva aspettato di vederla annuire prima di continuare << Nessuno può dire di aver avuto una vita priva di incidenti o dolore e tu più di tutti. Hai sofferto tanto nei tuoi diciassette anni di vita, non si può negare, ma sei anche riuscita a superarlo, a guardare avanti, a tornare a sorridere. Sei una persona eccezionale, Natsuki, dico sul serio e ti prego di credermi >> le poggiò una mano sul cuore ascoltandolo battere << Noi due abbiamo condiviso molte cose insieme, solo noi due. Ti ho visto la prima volta fuori il giardino del liceo che avresti frequentato da lì a qualche giorno, mi davi le spalle e… >>.
<< …e stavo per strappare un fiore >> disse la diciassettenne ricordando quell’incontro. Una lacrima le rigò la guancia e nell’incontrare lo sguardo di Shizuru, vide che stava piangendo. L’abbracciò << Mi ricordo quel giorno, ero arrabbiata con tutti e tu… tu mi hai detto di lasciarlo stare affinché tutti potessero godere della sua bellezza. Shizuru, me lo ricordo! >>.
Alla diciannovenne mancavano le parole per esprimere la gioia che provava in quel momento. La sua Natsuki si era appena ricordata di un qualcosa che avevano vissuto insieme.
Ce la stai facendo, pensò sorridendole, E ce la farai anche se farà male. Io sarò con te.
  
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