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Autore: dancemylife    18/04/2012    3 recensioni
In un universo alternativo a quello che noi conosciamo, Sana e Akito hanno rispettivamente 20 e 21 anni. Non si sono mai incontrati, ne hanno mai sentito parlare l’uno dell’altro, nonostante per un piccolo periodo abbiano anche frequentato gli stessi amici. Il giorno della vigilia di Natale.. Una one-shot senza pretese. Praticamente si è scritta da sola! spero vi piaccia!:)
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Meeting

 
In un universo alternativo a quello che noi conosciamo, Sana e Akito hanno rispettivamente 20 e 21 anni. Non si sono mai incontrati, ne hanno mai sentito parlare l’uno dell’altro, nonostante per un piccolo periodo abbiano anche frequentato gli stessi amici.

Nel giorno della vigilia di Natale Sana gira per Tokyo ammirando le vetrine addobbate a festa. E’ la sua tradizione personale, da quando è andata a vivere da sola a 18 anni, età dalla quale purtroppo, si deve per forza lasciare l’orfanotrofio. Ma lei non è triste. Non è nella sua indole. Sana è una ragazza molto allegra che sorride sempre e che mette gli altri e il loro benessere prima del suo. Sana è bella come una modella, tanto che all’orfanotrofio avevano deciso di iscriverla ad una compagnia teatrale e di modelle, quando era poco più che bambina. Nonostante la sua bravura però Sana ha comunque deciso che quella non era la vita adatta a lei. Ora lavora in un asilo e di tanto in tanto torna all’orfanotrofio per dare una mano. Sana non si è mai innamorata veramente e non ha mai pensato all’amore, quello vero. Lo rifiuta. Lei è nata da un amore difficile di quelli che si definiscono impossibili: sua madre quattordicenne era rimasta incinta dello zio. Per questo è stata abbandonata. Ha paura dell’amore perché ti fa fare cose folli. Mentre cammina, rimane affascinata dalla città, nulla a che vedere con le montagne da cui viene, ed entra in un Bar.

Nel giorno della vigilia di Natale Akito corre per le strade di Tokyo. Ha un importante appuntamento a cui andare. Non si sofferma sui dettagli della città: per lui quelle strade non sono certo una novità. Akito è un atleta e un karateka ed insegna in una palestra proprio al centro della città. La sua casa è invece più decentrata, non lontano da un parco. Akito ama quel parco: è lì che andava a rifugiarsi quando la situazione in casa non era più sostenibile per lui. Non ha avuto un’infanzia felice. Sua madre è morta partorendolo e suo padre era sempre assente per il lavoro. Le cose con il tempo si sono sistemate, ma nonostante tutto, Akito rimane sempre un ragazzo un po’ tetro, che sorride poco, e con poco interesse per le cose che gli succedono intorno. Akito è bello come un dio greco, e questo è anche quello che pensano tutte le ragazze con cui è andato a letto. Mai nessuna però, è stata capace di farlo innamorare, perciò Akito sostiene di non credere all’amore. Lo rifiuta. Definisce folli tutti quelli che dicono di provarlo. Mentre corre, urta qualcosa con un piede. La cosa rimane sotto la suola della scarpa così qualche passo dopo è costretto a fermarsi.

Quello che Akito trova sotto la scarpa è il ciondolo di una collana, di quelli che si aprono e nascondono fotografie. Di solito Akito non presta attenzione a questo genere di cose, perciò si appresta a disfarsi del gioiello. Gettarlo però non gli sembra una buona idea, magari qualcuno tornerà indietro per cercarlo. Non è un tipo curioso perciò non tenta nemmeno di aprirlo per vedere cosa contiene, forse qualche anziana signora custodisce gelosamente suo marito lì dentro. Akito è scosso da un brivido: il solo pensiero melenso gli ha fatto accapponare la pelle.

Sana, con una tazza fumante di tè al limone davanti, guarda fuori la vetrina la marea di persone che si incontrano e scontrano. Sa che nessuno di loro l’indomani si ricorderà di aver già incontrato la stessa persona che in quel momento ti passa vicino. E’ questa la città, glielo hanno sempre raccontato: nessuno si conosce veramente e a nessuno importa nulla di te. Per questo ha deciso di prendere casa proprio al centro della città. Si porta una mano al collo, con un gesto automatico, a cui ormai non fa neanche più caso. Improvvisamente si rende conto di aver perso il suo ciondolo. Non ha fretta però. Finisce il suo tè e paga il conto lasciando anche la mancia alla cameriera gentile che l’ha servita. Poi si avvia all’uscita.

Akito, fermo per strada non capisce perché non riesce a decidere dove lasciare quel ciondolo.
Dice a se stesso, come per giustificarsi, che è perché sembra essere qualcosa di prezioso, qualcosa per cui qualcuno ora è triste. Rabbrividisce all’idea, dandosi mentalmente dell’idiota. Poi si dà dell’idiota per essersi dato dell’idiota nel pensiero. L’orologio del Bar davanti al quale lui è fermo segna le dieci e mezzo. Ormai sa che all’appuntamento importante arriverà decisamente in ritardo, perciò non si affretta. Si siede con calma sulla panchina lì di fronte. A 18 anni, Akito era un assiduo frequentatore del Bar che gli stava di fronte. Ora non può più metterci piede: dopo l’ennesima bevuta esagerata e la solita rissa della serata, Akito più ubriaco del solito ha picchiato il barman che, apprensivo nei confronti del ragazzo, si era rifiutato di dargli un’altra birra. Indeciso sul da farsi, Akito pensa che non è poi così male riposarsi un po’ sulla panchina mentre il gelido vento invernale ti soffia in faccia, quasi graffiandoti.

Sana apre la porta del bar ed esce fuori maledicendosi per aver indossato una misero vestitino, che nonostante gli stivali e il cappotto, fa sentire tutto il freddo. Pensa poi, che odia il gelido vento invernale e che preferirebbe uno splendido sole estivo. Mentre si stringe nel cappotto e si copre la faccia con la sciarpa, non si accorge della panchina che si trova proprio lì di fronte e dopo aver urtato qualcosa, cade rovinosamente per terra.

Akito, quasi urla dal dolore, quando il suo piede viene pestato da qualcosa che sembra tanto un tacco dodici. Non riesce ad emettere suono però perché il vento porta alle sue orecchie una risata cristallina. Quando si decide a spostare gli occhi dalle sue gambe alla cosa che ride, Akito rimane sorpreso: si aspettava una bambina. Quello che trova è invece il viso di una sconosciuta. Non può fare a meno di pensare a quanto bella sia questa ragazza che non sembra aver intenzione di smettere di ridere. Non si è nemmeno ancora accorta che lui la sta fissando.

Sana, appena tocca terra, scoppia in una fragorosa risata. Si sente tanto un idiota per aver messo i tacchi visto che sa di non saperci proprio camminare. Non riesce a smettere di ridere ed ora si sente ancora più idiota perché le persone che passano e la vedono lì per terra penseranno sicuramente che sia matta. Ma poi ricorda: lei è in città, perciò nessuno si curerà del fatto che per terra ci sia una ragazza che ride. Pensando questo ride ancora di più. Vuole cercare il suo ciondolo ma pensa che non c’è nulla di male se si sofferma un attimo a ridere: in fondo un ciondolo come quello, in una città, di certo non verrà considerato dalle persone, per cui è sicura che se farà la strada a ritroso lo troverà sicuramente. Ad un certo momento però sente una strana sensazione. Smette di ridere ed alza il viso. Di certo non si aspettava di trovare un ragazzo, soprattutto non si aspettava di trovare un ragazzo così bello.

Akito pensa per un momento di essere caduto in un pozzo pieno di cioccolato. In vita sua non aveva mai visto occhi così. La ragazza si era finalmente decisa a smettere di ridere ed aveva alzato lo sguardo su di lui. Akito si è sentito improvvisamente nudo. Si spaventa. Vorrebbe scappare.

Sana per un momento pensa di trovarsi in un pozzo pieno di oro. Mai aveva visto occhi così in vita sua. Sana ha improvvisamente la sensazione di essere nuda. Si spaventa. Non sa da quanto tempo quel ragazzo la stia fissando ma improvvisamente capisce di avere urtato lui prima di cadere. Ora si sente ancora più stupida. Vorrebbe scappare.

Sana si alza, senza mai staccare lo sguardo dal viso del ragazzo. Dopo un ultimo sguardo, mormora delle scuse, sorride, e si avvia verso casa. Senza mai voltarsi.

Akito vede la ragazza alzarsi e la segue con lo sguardo. Si ritrova a pensare che non è molto alta, e che vorrebbe stringerla per un attimo per vedere quanto è piccola tra le sue braccia. La vede sorridere e pensa che non ci sia cosa più bella di quel sorriso. Poi la vede allontanarsi e vorrebbe fermarla, ma non lo fa. Si alza anche lui e si avvia.

Dopo lo smarrimento iniziale Akito l’aveva osservata, e molto bene anche. Si erano studiati per quella che era sembrata un’eternità. Alla fine però lui l’aveva notata quella collana senza ciondolo. Non sa se mai rincontrerà quella ragazza, ma si ritrova a desiderare con tutte le sue forze di rivederla. Gli piace pensare che un giorno potrà ridargli il ciondolo che ha perso.

Mentre cammina verso casa Sana si ritrova a desiderare con tutte le sue forze di rivedere quel ragazzo. L’aveva osservato, e molto bene anche. Alla fine l’aveva notato quel viso senza sorriso. Non sa se mai rincontrerà quel ragazzo. Gli piace pensare che un giorno rivedendolo potrà strappargli un sorriso.
 

In quella giornata, per un attimo, due vite si sono incontrate, sfiorate, conosciute, pure senza essersi parlate. Chissà magari i loro desideri si avvereranno. Magari i loro modi di pensare rispetto alla vita cambieranno. Forse invece, non si incontreranno mai più. Certo è, che quest’incontro ha lasciato un segno in entrambi.










 
 
 

Buonasera!
Non so questa cosa da dove sia venuta fuori. Semplicemente mi sono ritrovata a scriverla. Spero che piaccia a qualcuno.. fatemi sapere cosa ne pensate di questa shot! Non so se sono andata OOC ma per sviare il problema l’ho messo negli avvertimenti. Se sono rimasta IC tanto meglio. XD
Ah, vorrei precisare che ho volutamente e deliberatamente ripetuto più volte i nomi Sana e Akito, perché rileggendo, la cosa dava un non so che al tutto. ( Si sono matta lo so! )
A presto! Baci baci
 
  
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