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Autore: MyImmortal_    18/04/2012    9 recensioni
-Ti amo Louis…-, mormorai senza neanche rendermene conto. –No. Harry, no! N-non dire addio…-, disse piano ma con tono autoritario. *** –E c-comunque…t-ti amo a-anche io, p-piccolo…-, mormorò ancora. –L-lo hai d-detto tu, Lou…N-non dire a-addio…-, lo ripresi.*** –Tomlinson…-. Alzai di nuovo lo sguardo verso la statua ed aggiunsi –Harry Tomlinson…-. –Grazie mille!-, disse prima di dileguarsi, cosicché le gocce ripresero la loro opera sul mio corpo fradicio.***
Spero che vi incurioscisca. Ispirato a Jack Dawson e Rose Dewitt Bukater, di Titanic. :)
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'They Don't Know About Us'
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               My Heart Will Go On
 
Harry
Stava succedendo tutto dannatamente troppo velocemente. La prua era andata giù a picco in modo impressionante,
le scialuppe erano lontane e tutti eravamo raggruppati sulla poppa,in un vano tentativo di sfuggire alle gelide acque dell’Atlantico.
Louis continuava a correre tenendomi per mano, fino a che non arrivammo al parapetto da quale avevo pensato di buttarmi tempo prima.
Fu così che mi balenò un fantastico ricordo in mente. –E’ qui che ci siamo conosciuti…-, dissi a Louis con il magone. Per tutta risposta mi strinse a sé e mi baciò la fronte.
Un rumore assordante emisero la poppa e la prua mentre di separavano. Questa colò a picco sul fondale mentre la poppa prese a sollevarsi verticalmente.
Louis scavalcò in parapetto e mi tese la mano, spronandomi ad imitarlo. –Che cosa succede?!-, urlai mentre scavalcavo. –Non lo so!-, esclamò in risposta,
mettendomi tra il parapetto ed il suo corpo, per proteggermi. –Oddio!-, urlai terrorizzato mentre la poppa iniziò a sprofondare.
–Ci risucchierà! Quando te lo dico, prendi più aria che puoi e non lasciare la mia mano per nessun motivo, chiaro?!-, disse al mio orecchio.
Annuii e strinsi maggiormente la sua mano nella mia. A pochi metri dall’acqua Louis urlò –Ora!!-. Presi un profondo respiro e venni immediatamente inghiottito nell’acqua.
Dire che era fredda non rende l’idea!
Sott’acqua per qualche motivo persi la mano di Louis e fui costretto a riemergere per mancanza d’ossigeno. Una volta fuori presi ad urlare
–Louis!! Louis!!- cercandolo con lo sguardo tra tutte le persone che annaspavano per restare a galla.
–Louis!!-, gridai ancora con le lacrime agli occhi, non vedendolo da nessuna parte. –Harry! Harry, sono qui!!-. Mi voltai e lo vidi venire verso di me a grandi bracciate.
–Nuota, Harry! Nuota! Devi nuotare!-, esclamò ed io obbedii, seguendolo. Arrivammo accanto ad una lastra di legno massello, dove mi aiutò a salire.
Fece per issarsi, ma la lastra fu in principio di rovesciarsi, così tornò in acqua. –Va bene, va bene…stai tu lì…-, mormorò posizionandosi di fronte a me
e prendendomi le mani nelle sue. –Ho…t-tanto f-freddo, Lou…-, balbettai tremando. –Lo s-so…l-lo so. M-ma p-presto le sc-scialuppe verranno e p-prenderci.
S-si s-sono do-dovute allontanare p-per n-non es-sere risucchiate…ma to-torneranno p-presto…-, balbettò guardandomi negli occhi.
Sentivo chiaramente i fremiti che scuotevano il suo corpo. Erano gemelli dei miei. Adagiai la testa sulle nostre mani unite e ci respirai sopra per scaldarci.
-Ti amo Louis…-, mormorai senza neanche rendermene conto. –No. Harry, no! N-non dire addio…-, disse piano ma con tono autoritario, espirando una nuvoletta di fumo.
Incollai lo sguardo al suo e scossi piano la testa, i miei occhi pieni di lacrime. –Ho tanto, tanto freddo…N-non resiterò p-per molto…-, mormorai con la voce che tremava.
–N-non dire così…ascoltami! T-tu m-morirai quando s-sarai vecchio, n-nel tuo letto, a-al calduccio. N-non ora. N-non qui…-, disse con determinazione,
battendo i denti per il freddo. –P-promettimi una cosa…-, aggiunse. –Q-qualunque cosa accada, p-promettimi c-che tu andrai avanti…-. –P-perché dici questo?-, chiesi non capendo.
–No! Ascolta! A-andrai avanti c-con la tua v-vita, t-ti sposerai e s-sarai p-padre.
Ti scong-giuro, Harry. P-promettimelo…-, mormorò mentre una lacrima gli rigava il volto, gelandosi in poco tempo. –T-te lo prometto…-, risposi.
Allora sorrise debolmente e si sporse, sollevandosi, per baciarmi. Aveva le labbra gelate, nel vero senso della parola. Sentivo le piccole schegge di ghiaccio contro la mia bocca.
Ritornò a mollo, adagiando il mento accanto alle nostre mani. –E c-comunque…t-ti amo a-anche io, p-piccolo…-,  mormorò ancora.
–L-lo hai d-detto tu, Lou…N-non dire a-addio…-, lo ripresi. Lui annuì, sorridendo flebilmente. –Hai ragione…-, sussurrò.
Adagiai di nuovo la nuca sulle nostre mani e dopo allora nessuno parlò più. Non so quanto tempo trascorse, ma ripensai agli ultimi fatti. Avevo fatto un viaggio bellissimo,
il migliore della mia vita, avevo conosciuto Lou, lo avevo amato, mi aveva amato…e tutto stava finendo così tragicamente.
Oramai abituato alla distesa di corpi galleggianti che avevo davanti agli occhi era come se avessi perso la vista. Poi una luce. Una luce piccola, in lontananza,
che stonava con ciò che mi ero abituato a vedere. Così aguzzai la vista e scorsi una scialuppa con degli uomini a bordo. Erano tornati a prenderci. Scrollai debolmente le mie mani,
ancora strette in quelle di Louis. –Lou…-, sussurrai. Niente. Forse non mi aveva sentito. –Lou…una scialuppa…-, mormorai leggermente più forte. Ancora niente.
Feci appello a tutte le mie forze e mi sollevai sui gomiti per scorgere la figura di Louis come lo avevo lasciato, solo con gli occhi chiusi. Doveva essersi addormentato.
I capelli si erano asciugati ed erano ricoperti di un lieve strato di brina, così come le sopracciglia e le palpebre. –Lou, svegliati…c-c’è una scialuppa…-, provai ancora. Nessuna risposta.
–Lou…-, mormorai scrollando più volte le mani, mentre un terribile presentimento mi balenava in mente. La scialuppa, nel frattempo, si stava allontanando.
–Tornate indietro…siamo qui…-, sussurrai quello che doveva essere un urlo, ma la voce mi era morta in gola. Ripresi a scrollare e chiamare Louis.
–Louis…Louis…-, mormorai scrollandolo un’ultima volta. Niente. Nessun cenno di vita. No…non poteva essersene andato… - Lou…-, singhiozzai. Silenzio.
Trattenni per un attimo il respiro, per poi prendere immediatamente a piangere. Era morto. Era rimasto in acqua per salvarmi e così se n’era andato.
Le lacrime mi si gelavano sulle guance mentre la barca diventava sempre più piccola. Non dovevo rendere il suo sacrificio inutile.
–Aspettate…aspettate…-, mormorai schiodando le mie mani da quelle di Louis, che si erano congelate insieme.
–P-perdonami…ti amo Lou…p-per sempre…-, singhiozzai baciandogli la fronte, prima di lasciargli le mani e vedere il suo corpo sprofondare nell’oceano scuro.
Poi mi gettai in acqua e raggiunsi uno degli ufficiali morti. Aveva un fischietto al collo. Lo presi e soffiai per attirare l’attenzione della scialuppa,
in quanto con la poca voce che mi trovavo non mi avrebbero sentito. Fortunatamente udirono il suono stridulo e tornarono indietro,
caricandomi sulla barca ed avvolgendomi in una calda coperta, facendomi riposare un po’. Quando mi svegliai dovevamo salire sulla nave gemella del Titanic, l’ Olympic.
Mentre questa riprendeva il tragitto verso la “Grande Mela” ripensai alla traversata, soprattutto all’affondamento.
Avevo perso tutti. Mio cugino Niall, il mio nuovo amico Liam, l’amico di quest’ultimo, Zayn, e la mia ragione di vita…
Louis era morto dopo avermi salvato in tutti i modi in cui una persona può essere salvata. E gliene sarei stato grato in eterno.
Osservai la Statua della Libertà, mentre eravamo in prossimità di attraccare al porto di New York. Pioveva, ed io ero immobile sotto l’acqua.
Mi piaceva la pioggia, o meglio. A Louis, era sempre piaciuta, e quello mi sembrava un modo per stargli più vicino. Un’ufficiale munito di ombrello mi affiancò
e per un attimo le goccioline smisero di inzupparmi. –Signore, mi servirebbe il suo nome!-, disse l’uomo. Lo guardai un attimo negli occhi, prima di mormorare
–Tomlinson…-. Alzai di nuovo lo sguardo verso la statua ed aggiunsi –Harry Tomlinson…-. –Grazie mille!-, disse prima di dileguarsi,
cosicché le gocce ripresero la loro opera sul mio corpo fradicio.

  
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