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Autore: Scintilla    13/11/2006    7 recensioni
Quante bambine si sono promesse amicizia eterna, spezzata anni più avanti da un futile litigio? Quante si sono illuse di poter coltivare un lungo rapporto? Perché le persone devono illudere e poi cambiare così tanto? Sakura Haruno in una noiosa mattina si ritrova a pensare a lei… la sua migliore amica, ora diventata la sua peggiore rivale. Shojo-ai, InoXSakura
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un'insopportabile mattina di autunno

 

 

Ino… giochiamo a palla?

Ino… mi aiuti a raccogliere i fiori?

Ino… facciamo un bel disegno?

Ino! Ino-chan… mi aiuti a pettinarmi?

 

È una noiosa mattina di un giorno vuoto. Mi sono svegliata tardi e, peggio, di malumore. Sono le undici e mezza, accidenti a me. Non mi piace dormire fino a tardi. Di solito mi alzo molto presto, alle sei ho già fatto colazione. Maledizione a questo mal di testa. Capita sempre così quando dormo troppo. Ma oggi non ho proprio nulla da fare, nessuna missione con Kakashi-sensei, nessun impegno, nulla.

I miei non ci sono, partiti per un viaggetto di due settimane. Non mi mancano, sono abituata a stare da sola o lontano da casa. Più che altro mi dà fastidio la loro mancanza. Solo fastidio, nulla di più. Mi dà fastidio che non trovi il pranzo pronto, che debba rifarmi il letto, che questa casa sia vuota.

Questo è un giorno di pausa, a sentire Kakashi-sensei.

Quando ho saputo che avremmo avuto una pausa, dopo un allenamento notturno veramente estenuante, ho fatto i salti dalla gioia. Ora, dopo appena due giorni di “riposo”, mi sento uno straccio. Penso sia normale, quando si interrompe bruscamente. La mente non riesce ad abituarsi velocemente a non essere sempre occupata con qualcosa e ciò scatena malumore e pigrizia…

Ma chi penso di prendere in giro? Lasciamo da parte i miei soliti discorsi scientifici da secchiona. La verità è che era da un po’ che non mi sentivo così.

È come se avessi sempre avuto un oggetto davanti agli occhi e solo ora mi sia accorta che esiste.

Mi sento sola. Sola.

Era da un pezzo che non accadeva. Negli ultimi tempi, all’accademia lavoravo sodo per passare l’esame e diventare genin. Poi ci sono state le missioni, gli allenamenti… E ora che non ho niente a riempirmi, a tenermi occupata, a distrarmi, ecco che torna il vuoto.

Perché è la verità. Mi sento vuota… perché sono sola.

Non ho amiche. Non ho amici. In questo momento non ho nemmeno i genitori.

Sono vuota. Mi sento inutile.

Fisso il soffitto con aria assente. Scalcio via le lenzuola.

Questi discorsi non sono da me, assolutamente.

Ma sono queste mattine noiose, lunghe e inutili a farmi pensare. La noia è una sensazione molto fastidiosa, e sto disperatamente cercando qualcosa da fare per farla sparire.

Non è altro che questo. Più il mal di testa. E i cibi pesanti di ieri. Magari i primi freddi, le prime nebbie. E forse sono anche a metà ciclo, così completiamo le cause possibile e impossibili.

Mi alzo e afferro la spazzola. Inizio a pettinarmi con furia, senza nemmeno guardare lo specchio che ho di fronte. Spazzolate brevi, violente, dolorose. Quasi per autopunirmi per riflettere su queste cose o forse proprio per lo stato in cui sono ridotta.

Questa sensazione di vuoto non mi prendeva da un sacco di tempo, penso anni. L’avevo dimenticata. No, impossibile, avevo solo sperato di averla scordata.

C’era un periodo in cui questa solitudine non mi abbandonava mai, era come una seconda pelle. Un periodo terribile. Che finì, per fortuna.

Abbasso la spazzola. Sento le guance bagnate dalle mie lacrime, odo i miei singhiozzi, tremo violentemente.

Mi guardo allo specchio, mordendomi il labbro, come una bambina piccola.

Sì, ero una bambina piccola.

Tutto iniziò per la mia fronte spaziosa.

E tutto finì con una spazzolata ai capelli.

Lei… è stata la prima. È stata l’unica.

La mia prima e unica vera amica.

Ino Yamanaka.

All’asilo tutti mi prendevano in giro. Un po’ per la mia timidezza, un po’ per la mia fronte spaziosa. E io mi chiudevo come una conchiglia, rintanandomi a piangere nei luoghi più disparati. Io non volevo che gli altri ridessero di me! Io volevo essere forte, tenuta in considerazione!

Mi stupisco di quanto fosse forte già allora il mio orgoglio.

Non le avevo mai parlato. Ma sapevo chi era Ino. Era la bambina più bella del nostro anno. I capelli biondi, belli come lo sono ora, gli occhi azzurri, già profondi a quei tempi, la pelle chiara…

Stavo piangendo, mi ricordo che stavo frignando come una disperata.

Non mi aspettavo certo che qualcuno mi venisse a consolare. Avevo smesso di sperarlo molto tempo prima. E invece arrivò lei. Bella come un angelo. E con un sorriso dolce sulle labbra.

Io pensavo fosse solo venuta a prendermi in giro. Mi feci ancora più piccola, sperando di scomparire sottoterra. Lei mi accarezzò la testa, mi disse parole buone.

E poi una promessa: - Domani ti porto una bellissima sorpresa.-

Era la prima volta che qualcuno mi portava una sorpresa.

Ero felice, non pensai ad altro fino al giorno dopo.

Avevo tanta paura che volesse solo farmi uno scherzo, per prendermi in giro.

E invece no. Mi fece chiudere gli occhi, mi pettinò con dolcezza per non farmi male, e mi regalò il fiocco rosso.

 

 

-Sei bella così.-

-Grazie… Ino-chan. Sei davvero buona, ma so bene di essere brutta.-

-Hai un bel faccino, Sakura-chan, devi solo farlo vedere agli altri.-

-Ino-chan… Tu… sei molto bella.-

-E tu hai degli occhi stupendi. Verde smeraldo.-

-Cos’è lo smeraldo?-

-È una pietra molto bella. È arrivata la mia mamma a prendermi! Ci vediamo domani!-

-Ino… aspetta!-

-Cosa c’è?-

-Noi… siamo amiche?-

-Ma certo che siamo amiche, stupida! A domani!-

 

 

Mi spazzolo i capelli quasi senza forza. Il braccio sembra obbedire a un riflesso incondizionato, non ad un ordine. Amiche? Diventammo inseparabili.

Lei, che era invidiata da tutti per la sua bellezza, lei che era… un angelo, voleva diventare amica mia. Lei, che avrebbe potuto far amicizia con qualsiasi bambina, voleva me.

Io avevo tanta paura fosse tutto uno scherzo. Ma poi iniziai a sperarci veramente, e lasciai cadere ogni difesa. Libero accesso al mio cuore. Diventai la sua migliore amica. E lei la mia.

Stavamo sempre insieme.

Non era come me. Era bella. Era forte. Si sapeva imporre, ma con me era così dolce.

E lei era l’unica per me. Ma non potevo dire lo stesso per lei. Ino era una bambina veramente popolare.

Iniziai a temere che per lei io fossi solo… una delle tante.

 

-Sakura-chan! Dove sei? Ah, eccoti qui! Ma perché stai qua tutta sola?-

-Ino…-

-Avanti cosa è successo? È inutile che ti copri il viso con le mani, lo so che stavi piangendo!-

-........-

-Qualcuno ti ha picchiata? Qualcuno ti ha preso in giro? Avanti raccontami tutto, che domani lo gonfio di botte!-

-Ino… Nessuno mi ha fatto male…Ma… ma…-

-Sakura?-

-Ino-chan… io ti voglio bene.-

-Oh, Sakura-chan… anch’io te ne voglio, lo sai.-

-Siamo amiche vero?-

-Per sempre. Anche quando saremo grandi e ancora più grandi.-

-Ino… Tu sei la mia migliorissima amica. –

-Anche tu Sakura.-

-Davvero? Davvero sono la tua amica più migliore?-

-Siiiiii! Sei la mia amica più speciale e più migliore di tutte!-

-.........-

-Ehi, Sakura… Non dirmi che sei rimasta qui tutto questo tempo solo per pensare a queste cose!-

-Ino… Facciamo la promessa?-

-Ancoraaaa? L’abbiamo già fatta due giorni fa!-

-Ma io voglio ancora… Ti pregooooo, Ino-chan…-

-E va bene, dammi il mignolo…-

-Si…-

-Io, Ino Yamanaka prometto che non spezzerò mai l’amicizia con la mia più grande amica Sakura Haruno e prometto che lei sarà sempre la mia migliore amica.-

-Io, Sakura Haruno prometto che non spezzerò mai l’amicizia con la mia più grande amica Ino Yamanaka e prometto che lei sarà sempre la mia migliore amica.-

-Soddisfatta, ora, Sakura?-

-Mhh… si.-

-Sei proprio una bambina piccola…Ehi, ma stai piangendo ancora!-

-Non è niente Ino… Adesso ti raggiungo, vai pure…-

-Va bene, ciao.-

 

 

Ero così debole. Debole quasi come lo sono ora. In effetti forse le cose non sono cambiate tanto. Sono più sicura di me, sono brava a scuola, sono una genin. Ma sono lo stesso sola. E anche ora piango e piango, sperando che qualcuno venga a consolarmi. Una volta veniva Ino. Sembrava sapesse dove mi andavo a nascondere, tanto mi trovava in fretta. Non sono mai stata tanto brava a nascondino. Mi trovava e mi dava della stupida, mi abbracciava e mi diceva che ero bella.

Bella. Nessuno a parte lei me l’ha mai detto. Escludiamo mia madre, penso che tutte le genitrici lo dicano alle loro figlie. Escludiamo Naruto, quello stupido ragazzino che mi muore dietro senza nemmeno conoscermi. Rimane solo lei. Quanto era bello sentirsi dire che sei carina dalla bambina più attraente del tuo anno.

Ora non c’è più Ino.

Da tempo ormai. Da ancora prima che diventassi genin.

Butto violentemente la spazzola sul comodino. Mi tolgo la vestaglia e mi infilo un paio di pantaloncini rosa e una camicia bianca. I primi vestiti che ho trovato, spiegazzati per terra.

Di solito curo il mio aspetto esteriore, ma oggi non ne sento il bisogno. Al massimo uscirò per fare la spesa, e tanto non devo farmi vedere da nessuno.

Devi solo imparare a valorizzare il tuo bel faccino e devi imparare a curare il tuo aspetto…

Mi diceva sempre così, ma tanto chi se ne frega? Lei non c’è più, per me.

Le uniche volte in cui ci incontriamo, iniziamo a litigare. E lei… mi sembra insopportabile. Non ci posso credere che una volta questa Ino era così… importante per me.

E anch’io, non mi riconosco. Come posso provare queste emozioni così ostili verso la mia ex-migliore amica?

Ma non riesco ad evitarlo, è più forte di me. E se non sono io ad iniziare, è lei. Ma la lite scoppia sempre.

Lei mi dice che mi è superiore e io ringhio e nego.

Chissà… forse lei lo pensa davvero che è migliore di me?

E se sì, l’ha sempre pensato, anche quando mi abbracciava, mi asciugava le lacrime e mi diceva che io ero importante per lei? O ha iniziato a farlo solo quando sono sgusciata via dalle sue ali protettive?

Io lo nego… ma in verità ne sono convinta: sono sicura di esserle inferiore.

Lei è più bella di me. Lei è il leader della sua squadra. Lei è popolare. Lei ha degli amici, o almeno credo.

Lei è sempre Ino.

E io sono sempre Sakura, la brutta perdente.

Ino è migliore di me… perché sono stata io a mandarla via.

Sono stata io ad allontanarla da me.

Non so cosa mi era preso.

Forse ero stufa di dipendere sempre da lei. Volevo sentirmi forte, capace di cavarmela anche da sola. Non volevo che lei continuasse a considerarmi una debole da proteggere. Una bambina che avrebbe sempre avuto bisogno di lei.

E così spezzai la nostra amicizia. Spezzai la promessa che ero sempre io a voler ripetere.

E spezzai anche il mio cuore.

Chissà se le ho fatto male. In parte spero di sì. Non perché godrei del suo dolore, ma perché sarebbe una prova che a me teneva veramente.

Avevo tanta paura che mi abbandonasse… che l’ho fatto io.

A volte mi piacerebbe tornare indietro. Forse lei sarebbe stata gelosa del fatto che io sia in squadra con Sasuke, ma poi avremmo fatto la pace.

E in queste dannate mattine dove mi sento peggio di uno strofinaccio, potrei andare a trovarla a casa sua e passare momenti piacevoli insieme.

E invece anche se la dovessi incrociare per caso, o farei finta di non vederla, o una battuta sarcastica, una smorfia e scoppierebbe un’altra lite.

E sono stata io. Sono stata io a spezzare per sempre una così bella amicizia. Se fosse stata lei almeno forse potrei odiarla, darle la colpa, sarebbe più facile.

Chissà se lei lo fa, ogni tanto.

Chissà se le manco almeno un po’.

E chissà… chissà se…

Se si ricorda quello che abbiamo fatto quando è venuta a casa mia.

Basta questo pensiero a gelarmi.

Non ci avevo mai pensato seriamente.

Ignorando lo stomaco che reclama la colazione mancata, mi metto a cercare fra le mie cose, negli armadi, nei cassetti, dappertutto.

Ci deve essere ancora, da qualche parte, ci DEVE essere.

Nei cassetti e nelle ante che apro, nelle fessure che scopro, oltre che a una miriade di oggetti appartenuti ad una vecchia me che ora non c’è più.

E finalmente, dopo quello che sembra essere stata un’attesa insopportabile, eccolo che spunta da una cesta impolverata e piena di cose dimenticate.

Lo afferro tremante, quasi non credendoci.

Lo abbraccio, felice, incurante del fatto che mi stia sporcando di vecchio la camicia.

È un peluche.

Lo guardo felice negli occhi neri. La superficie sotto la polvere è liscia, come quella di uno specchio. Sembra che abbia gli occhi lucidi.

È un piccolo peluche a forma di coniglietto.

Mi siedo sul letto, coccolandolo.

Solo il fatto di averlo ritrovato mi fa sentire meglio. Che cosa scema, ma oggi sono davvero stupida. Lasciamo passare qualche ora, domani mi sveglierò come la solita Sakura Haruno, orgogliosa, decisa e niente affatto propensa a essere triste e a pensare a quella gallina di Ino.

Ma ora penso che la solita Sakura Haruno si sia presa un giorno di vacanza.

Continuo ad accarezzare il pupazzo. Chissà, forse gli avevo anche dato un nome, ma non riesco più a ricordarlo. Penso sia impossibile che un giorno mi venga in mente, avevo quasi scordato perfino l’esistenza di questo giocattolo.

Avvicino il peluche al viso e gli sussurro:

-Ehi, tu… ti ricordi cosa è successo quella sera?-

Intanto che aspetto che mi dia una risposta, guardo vaga fuori dalla finestra, perdendomi ancora un po’ a pensare che il mio mal di testa è scomparso.

 

 

Pioveva, pioveva troppo per essere solo una sera di fine estate. Anche se nessuno parlava, il ticchettio di migliaia di gocce non si stancava di rompere il silenzio.

Di tanto un tanto un lampo illuminava tutto a giorno, per poi farlo ripiombare in un’oscurità ancora più buia della precedente.

Sakura tremava nelle coperte, serrando di tanto in tanto gli occhi. Le possibilità che si addormentasse erano prossime allo zero, in ogni caso, visto che stava seduta sul materasso abbracciando le ginocchia.

Non era più una bambina piccola che avrebbe dovuto aver paura di un temporale. Nel suo corpo erano già iniziati quei cambiamenti che la stavano trasformando in un adolescente.

Ma il fatto di avere un germoglio di seno sul petto e di aver iniziato il ciclo non le impedì di lasciare sfuggire un singhiozzo.

-Sakura-chan…-

-Ino… Sei sveglia, scusa! Ti ho svegliato io?-

-No, nemmeno io riuscivo ad addormentarmi. Ma pensavo che tu invece stessi dormendo.-

-No, sono sempre stata sveglia. Te ne sei accorta ora?-

-Più o meno da quando hai acceso la luce e ti sei messa a cantare una canzoncina per farti coraggio.-

Sakura arrossì. Era un’abitudine per bambini, lo sapeva, ma pensando che nessuno la stesse ascoltando, non ci aveva visto nulla di male. Ma non ebbe nemmeno il tempo di sentirsi in imbarazzo.

-Non preoccuparti, Sakura… io in queste circostanze abbraccio il mio cucciolo!-

-E… chi sarebbe?-

-Lui!-

Ino fece spuntare dalle lenzuola un peluche di un coniglietto.

-Non è carino, Sakura?- Ino le offrì un enorme sorriso.

Sakura arrossì di nuovo. Non riusciva a pensare che Ino, la bella e sicura Ino, dormisse ancora con un peluche. Ma anche lei non voleva ancora la lucina in camera?! Forse era normale.

Ricambiò il sorriso.

-È molto carino.-

Ino gli diede un bacio sulla pelliccia fittizia.

-Si, davvero. Quando mi sento triste o ho paura, lo abbraccio stretto stretto. E sento come se lui ricambiasse l’abbraccio, sai? Lo so che sembra stupido. Infatti questo è un segreto, non dirlo mai a nessuno, d’accordo?-

-Sì!-

-Sakura… che ore sono?-

-Mhh… le una e mezza.-

-Cavolo, dovremmo dormire, che ne pensi?-

-Umh… sì.-

-Eh, Sakura… potevi chiamarmi prima, avremmo potuto chiacchierare o giocare… ma ormai, lo faremo domani. Sei sempre la solita.-

-Scusa, Ino…-

-Scherzo, baka! Ora dormiamo, però.- E così dicendo, si allungò per raggiungere l’interruttore e spense la luce.

-Ino-chan…-

-Che c’è, ora?-

-Possiamo dormire… abbracciate? Anch’io ho bisogno di un abbraccio, ma non ho peluche.-

Silenzio. Le gocce continuavano a infrangersi sulle finestre.

-Se… se vuoi continuare ad abbracciare il tuo coniglietto, va bene, eh! Fa come vuoi, ecco.- aggiunse imbarazzata. Perché Ino non rispondeva?

-Ma certo Sakura.- Sorriso. – Tu sei molto meglio di un peluche.-

Sakura rabbrividì di piacere mentre sentì le delicate braccia di lei avvolgerla. Ricambiò l’abbraccio, felice. Godendo del calore dell’altra. Si gelarono le gambe a vicenda accarezzandole con i piedi freddi. .

Dall’abbraccio passarono alle coccole. Perché erano sempre due cucciole di uomo, e a tutti i cuccioli, non solo ai peluche, piacciono le coccole.

Ino aveva la sua stessa età, ma il seno era un pochino più sviluppato. Lo sentiva chiaramente, quando nel coccolarsi le passava le mani sul petto. Ma l’aveva già visto, quando si erano spogliate.

E lo avrebbe visto anche in quel momento, se ci fosse stata la luce accesa.

Perché era estate, e naturalmente dormivano in mutande e reggiseno.

Ino aveva un buon profumo… Sakura decise che il giorno dopo le avrebbe chiesto che marca di bagnoschiuma usava.

Posò la testa sul suo petto. Gli occhi le facevano male tanto era forte il desiderio di chiuderli.

Ma era stata una giornata veramente bella, e ora si stava addormentando fra le braccia della sua migliorissima amica… doveva fare qualcosa per concludere degnamente.

Si ricordò di un gesto che aveva visto fare in molti film, quando due persone si dicevano “ti voglio bene”.

-Ino-chan… ti voglio bene.-

Si alzò sulle braccia e avvicinò il viso al suo. Schiuse le labbra e le baciò la bocca a timbro.

Ino la guardava incuriosita, senza dir nulla.

-Ino… ho fatto qualcosa che non dovevo?-

-Non dire sciocchezze, stupida.- Replicò l’altra, con uno strano tono di voce. Il buio le impediva di vederle il viso.

Sakura rimise la testa sul suo petto. Il respiro dell’altra non le era mai parso così ansante, così profondo, così minaccioso.

Ma tutti i dubbi sparirono quando avvertì le sue mani posarsi sulla schiena in un abbraccio protettivo.

La abbracciò stretta a sua volta. Il rombo di un tuono le fece sobbalzare entrambe.

Sakura iniziò a piangere. Non riusciva a trattenersi, e nemmeno lei riusciva a capire il perché.

Ino le accarezzò il viso.

-Non piangere, Sakura-chan. Ci sono qua io. Il temporale finirà presto.-

-Non è per quello, Ino.- ripose l’altra, con la voce tremante di chi ha il mal di gola.

-È che io… Io… Ho paura di perderti.-

Ino non rispose.

Sakura aspettò qualche minuto, prima di chiedersi se avesse detto qualcosa che non andava.

Ma non ebbe il tempo di esprimere i suoi dubbi ad alta voce, perché sentì qualcosa di morbido e peloso toccarle il collo.

-Ino?-

-Prendilo, Sakura. Prendi il mio peluche. Io sarò sempre la tua amica del cuore, ma non potrò stare sempre sempre accanto a te. E quando io non ci sarò e vorrai un abbraccio, potrai ottenerlo dal mio peluche. Lui ci sarà sempre, se lo vorrai. E siccome te l’ho regalato io… Magari ti sembrerà che anch’io ti stia coccolando, proprio come sto facendo ora.-

-Ino… Io…-

  il mio peluche preferito, quindi trattalo bene!- si sforzò di sdrammatizzare Ino, ma la voce pericolosamente alterata lasciava intendere bene le sue vere emozioni.

Sakura strinse il pupazzo, non c’era bisogno di dire nulla.

Appoggiò la testa vicina a quella di Ino.

Si voltò per guardarla. Anche nel buio, riusciva a scorgere gli occhi blu che scintillavano, umidi.

Rimasero per alcuni minuti così, senza muoversi, respirando e basta. Gli occhi fissi. Il silenzio rotto dai ticchettii acquosi e dai loro respiri.

Fu Ino a muoversi. Attraversò quella esigua distanza e unì ancora le loro labbra.

Stavolta si toccarono la lingua.

Sakura arrossì. Era un bacio così diverso da quelli che aveva scambiato fin ora… una strana sensazione le era rimasta nella bocca. Non spiacevole, però. Semplicemente nuova.

-Buono, Sakura?- chiese sorridendo Ino.

-È bello baciarsi così.- rifletté a voce alta l’altra.

Ad entrambe si erano arrossate le guance, ma il buio lo nascondeva bene.

Come se avessero appena compiuto una grande fatica, posarono la testa sul cuscino, e si addormentarono, felici.

Due undicenni in biancheria intima sotto le lenzuola semitrasparenti in una tempestosa notte di estate.

 

Smetto di guardare il peluche e lo appoggio sul letto. Sembra che sia lui a domandare a me se ho scordato o ricordo ancora chi erano una volta Ino&Sakura le Inseparabili.

Non l’ho dimenticato, no, non l’ho dimenticato. Mi ricordo ancora l’odore di bagnoschiuma alla mela, i suoi soffici capelli biondi, il sollievo che lei ci fosse sempre, per me. Non ho dimenticato i momenti passati insieme, la disposizione dei mobili e dei tappeti già decisa per quando avremo abitato insieme.

Eppure mi pare così distante, quasi fossero passati non anni, ma vite intere.

Ho nostalgia di quei momenti, accidenti a me e alla mia debolezza. Ma cosa posso fare? Non posso capitarle sotto casa e chiederle scusa per colpe che non penso nemmeno essere tutte mie.

Perché l’ho promesso a me stessa: l’avrei superata, un giorno, sarei diventata migliore di lei.

E sarebbe toccato a me proteggerla, aiutarla, esserle indispensabile.

E lo so, non ne ho ancora la forza. Non è ancora arrivato il momento.

Ma un giorno, forse, solo forse, troverò la forza per batterla.

E insieme anche quella di rivolere la sua amicizia.

E forse non mi sentirò più tanto sola, e in momenti come questi non sarò costretta a stringere forte un peluche piangendo, ma abbraccerò lei.

“– Tu sei molto meglio di un peluche.-“

 

 

************************************************

 

Il mattino dopo Sakura fu svegliata presto dai raggi del sole che le colpivano le palpebre abbassate.

Si puntellò sui gomiti, fissando le tende aperte.

Spostò lo sguardo verso il cuscino. Un piccolo peluche a forma di coniglio giaceva scomposto.

Lo prese in mano, sorridendogli. Il mal di testa del giorno prima totalmente scomparso.

-Ehi, tu.- lo chiamò vivacemente con la voce ancora assonnata.

-Che ne pensi?- gli accarezzò la morbida pelliccia per qualche secondo, poi si alzò e lo sistemò sotto le coperte.

-Un giorno riuscirò… ad aggiudicarmi Sasuke?-

 

 

 

 

 

Oh, che soddisfazione, una fic yuri finita!**

L'ho scritta abbastanza di getto, e in certi punti direi che si nota proprio, ma direi che mi piace abbastanza come lavoro.

Anche se Ino e Sakura non mi piacciono molto, come personaggi, devo dire che insieme sono davvero carine!**

Da piccole poi erano davvero due amori... quando ho visto quei flash back mi è davvero dispiaciuto che la loro amicizia si sia spezzata!

Forse la loro infanzia non è niente di che paragonata a quella degli altri personaggi, ma nella sua “normalità” mi ha comunque colpito.

Sakura non ha un carattere dolce, ma a volte le salta fuori anche un lato più tenero... quando riflette, per esempio. E da piccola comunque era troppo carina, il suo lato pucci non si può essere spento del tutto!

Ok, ragionamenti strampalati a parte... spero che a qualcuno questa fic piaccia, visto che per quanto abbia girato in siti di fic non ho mai visto prima una InoXSakura in italiano.

Mi raccomando, commentate, per questo esperimento mi va bene di tutto!

Scintilla

 

Strange inside, fanfictions by Asmesia alias Scintilla

 

 

  
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