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Autore: FairySweet    18/04/2012    1 recensioni
Forse era quella la sua punizione, lui, guerriero fiero e terribilmente forte costretto solo a poter guardare l'unica persona di gli sarebbe dovuto importare, in fondo era giusto no? Aveva sacrificato lei ancora una volta, che altro poteva pretendere?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dragonball 13                 Tramonto




Non aveva mai avuto tanta paura in vita sua, si era scontrato con mostri orrendi, esseri in grado di distruggere la Terra in meno di cinque minuti e suo figlio, era bastato lui a farlo tremare come una foglia scossa dal vento gelido.

Vederlo nascere, restare accanto a lei, sentire la sua paura e la sua rabbia era stato più massacrante di qualsiasi altra cosa.
Ora se ne stava lì, gli occhi persi sull’acqua increspata del lago, pensieri contorti e strani, pensieri che non si addicono ad un morto, incrociò le mani sotto al mento cercando di trovare un filo logico in quella miriade di sensazioni che si prendevano gioco di lui ma non c’era niente di logico in tutta la sua vita.
Cresciuto da solo, abituato a combattere fin da bambino, innamorato della guerra e di quel continuo mettersi alla prova, già, finché non incontrò lei, il suo sorriso e la sua voglia matta di vita più forte di qualsiasi sfida.
Lei così decisa e forte, una ragazza adatta a lui, adatta agli sbalzi di carattere del guerriero più forte dell’universo intero eppure, nonostante questo, era sempre stata lei a soffrire, a perdere le speranze, a restare sola.
Oh certo, non era colpa sua, non era così che si era immaginata la vita con lui ma che poteva farci? Sorrise sfiorando l’erba fresca con le dita, fresca come la sua pelle, il suo sorriso … era mattina, una fresca a luminosa mattina di primavera, dalle finestre aperte un lieve venticello a prendersi gioco di loro, di lei stretta con forza tra le sue braccia, continuava a ridere nascondendo il viso sul suo petto mentre il vento le sfiorava la schiena nuda. Era rimasto sveglio tutta la notte osservandola, studiandone le espressioni, il modo buffo che aveva di arrotolarsi nelle coperte, il calore che emanava il suo corpo esile e delicato “Se non la smetti di ridere ti verrà il singhiozzo” “Oh andiamo!” “Lo sai che succederà, ti viene sempre il singhiozzo quando ridi troppo” esclamò divertito facendole il solletico “Oh ceto, divertiti pure guerriero ma sappi che essere un super uomo biondo o moro a scelta, non ti da il diritto di prendermi in giro!” lo spinse via ma per quanti sforzi facesse, le sue mani restavano prigioniere di quell’uomo forte e testardo “E così, è questa la tua forza? Devo ammettere che sono deluso sai? Un grande guerriero merita una moglie alla sua pari” poi una scintilla nei suoi occhi, uno sguardo carico di sfida che conosceva bene e che amava da morire “E così …” sussurrò avvicinando le labbra alle sue “ … non sono alla tua altezza vero?” un contatto delicato e lieve mentre i corpi cambiavano posizione, da soli, senza fretta alcuna, quasi come se quel gioco di parti fosse all’ordine del giorno “E ora? Cosa dice l’uomo più forte dell’universo? Sua moglie è alla sua altezza?” “No” rispose ridacchiando mentre la pressione delle sue gambe aumentava contro i fianchi “Per ora mia moglie è seduta su di me e ride” “Allora immagino che se tua moglie fa questo …” le labbra posate sul suo petto salivano lentamente fino al collo fino a cercare il suo viso “ … è considerata non adatta alla tua forza” la fronte posata contro la sua e una sottile scia d’aria fresca a separare le labbra “Io credo di avere accanto la ragazza più bella del mondo intero” le sfiorò la schiena salendo fino alle spalle, brividi gelidi che la costrinsero a tremare leggermente “Hai il singhiozzo” mormorò divertito baciandole il collo “Non è vero!” “Oh io credo di si” un lievissimo tremito, scoppiò a ridere abbracciandola con forza mentre il suono fresco di quelle parole riempivano l’aria attorno a loro … lasciò cadere le mani nel vuoto ridacchiando “Ehi” si voltò di colpo incontrando i suoi occhi “Che ci fai qui? Dovresti riposare e non correre via ogni volta che …” “Che cosa?” ribatté ironica sedendosi accanto a lui, tra le braccia, il regalo più bello che la vita gli aveva fatto “Come ti senti?” “Bene, stiamo bene” una manina rosea si posò sulla sua, era così piccola, così indifesa, distolse lo sguardo, continuare a spiarli senza poter toccarli era una punizione più che sufficiente “Non ho avuto più quelle strane nausee e il dottore ha detto che il piccolo sta bene” “Bene, questo è importante” un altro sguardo rubato “Allora amore, hai deciso il nome?” scosse leggermente la testa sorridendo “No, non ancora” il bambino si strofinò gli occhi, le labbra arricciate e il respiro accelerato “Cos’ha?” “Credo abbia fame” slacciò la camicetta senza staccare gli occhi da lui “Cosa c’è?” “Io? Non ho niente, sto solo guardando mio figlio tutto qui” “Ma davvero?” mormorò guardinga “Non stai per caso lasciando che il senso di colpa si prenda gioco di te vero? Te l’ho già detto un sacco di volte, va bene così, stiamo bene vedi?” ma lui non rispose, si limitò a sorridere abbassando di nuovo lo sguardo “Come diavolo fai ogni volta a …” “Mi credi davvero così sciocca?” “No è solo strano tutto qui” “Sono tua moglie, credi davvero che sia difficile per me capirti? Ti conosco bene amore mio, ti si legge in faccia ogni emozione” sfiorarle il viso sorridendo, era questo quello che desiderava nel profondo del cuore ma sapeva che quello, sarebbe stato solo un maledetto desiderio “Ne abbiamo già parlato ricordi? Ce la caveremo bene e poi …” si soffermò un secondo sul viso del piccolo “ … loro possono sentirti no? Vedrai che andrà bene” “Lo so ero solo … pensavo al tramonto” bugiardo, bugiardo ed egoista “Allora …” riprese stringendo più forte il piccolo “ … penseremo al tramonto insieme” un sorrido dolce come il miele mentre i teneri raggi dorati le coloravano il volto.

  
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