Divisi per schieramenti ci trovammo dinnanzi alla grande cinerea bestia: un rabbioso Calcagni s’approssimò con aria minacciosa mentre, oscillando su sé stesso, descriveva un doppio cono di rotazione attorno al proprio asse equatoriale e tentava di intimorirci con le mani in posizione da tirannosauro.
“Cialtroni! Gaglioffi! Sicofanti!” attirò l’attenzione
“Venite qui oloturie, opiniamo insieme!!....Non fate cazzate, PERCARITA’! sarebbe una pazzia copiare a questo punto quando la presidentessa è pronta a sbattere fuori ognuno di voi per tracotare la propria compiacenza…pensate ai vostri voti che tanto vigorosamente difendete, figurateveli ridotti in 4 per un suo capriccio….” non concluse la frase, come di consueto, e si ritirò dondolante.
Non ci lasciammo tediare da tali intimidazioni anche se, appresa la notizia dei controlli molti di noi furono costretti a depennare i microgrammi posti agli angolini dei propri vocabolari, per poi proseguire il proprio cammino.
Verso la palazzina B marciamo….nello stretto corridoio, marciamo…dove i loro controlli non contano niente….noi esaminandi, schiavi liberati, marciamo….per il futuro, per il 60 e lode, per la libertà…. marciamo….nella bocca dell’Ade…marciamo.
E finalmente li vedemmo, i professori… vecchi mistici malati. Inutili resti di un tempo che precedette il ‘68, resti di una tradizione senza senso….più animali che uomini, animali che persino noi dobbiamo supplicare: Innominati senza anima.
Mentre la vecchia crosta avvizzita di inglese sfoderava un secondo paio di occhiali da sovrapporre ai primi per incrementare i decimi della sua vista e localizzare anche la più distante trasposizione cartacea, il Calcagni rondava correndo lungo lo stretto corridoio, importunando in modo insidioso ogni fanciulla al suo passaggio perché si imprimessero bene i loro volti nella sua testa quando, quella stessa notte, si sarebbe recato in bagno…La bellezza era la loro maledizione, perché quel vecchio miserabile aveva i bisogni degli uomini e l’anima nera come l’Inferno.
D’un tratto la terra sotto i nostri piedi iniziò a tremare…
La presidentessa, dall’alto del suo metro abbondante, apparve in tutto il suo splendore, le sue ciavatte provocavano nelle particelle un’ oscillazione perpendicolare alla direzione di propagazione, le sue onde Love percorrevano tre volte il giro della classe.
“NON FATE I FURBI!” ci intimidì presentandosi con la sonorità di un citofono, poi iniziò uno sprezzante appello, mentre le tracce dei temi venivano distribuite.
Leopardi, Benito, Primo Levi, le Foibe....con quali MOSTRI avevamo a che fare?! Nessuno, né professore né supplente ci aveva mai lontanamente accennato la sola esistenza di tali personaggi…e Mussolini? Chi era? Stremammo i nostri neuroni per ripercorrere mentalmente l’ultradettagliato programma di storia…cosa ci disse di lui il Cogliandro nelle sue minuziose spiegazioni?
Possibile che avevamo radiato dalle nostre menti tutte quelle brillanti esegesi?....poi qualcosa riemerse dall’oscurità della dimenticanza
“….ha i baffi e gli occhiali….” riecheggiarono vaghe le criptiche parole di Giovanni nella nostra testa
“…ah dimenticavo…è nato ed è morto”; informazioni preziose erano quelle, ma come avere la certezza che il personaggio in questione rientrasse in quella descrizione? Stava a noi adesso concretizzare i sacri insegnamenti del grande professore.
Eppure i nostri boia discutevano sulla banalità delle nostre torture.
La presidentessa s’aggirava con aria torva per l’angusto stretto fulminandoci con sguardi biechi e sovrastandoci con la sua somma autorità di docente d’alberghiero, ma nonostante tutto molte persone contrattaccarono con una disinibita irriverenza, tale da fanculizzarla ad ogni giro di corridoio.
Le voci per una volta erano verititere: ogni dizionario o vocabolario che fosse, veniva perlustrato dalla prima all’ultima pagina; e mentre i suoi occhi erano puntati su quello del Paolo, egli si rese conto con orrore che, nonostante i saggi avvertimenti dello Spaziani, si era dimenticato di cancellare alcune lunghissime note riguardanti tutti i personaggi esistiti nel 900.
Ma prima che ella potesse scorgere quelle pagine corrotte, la voce di un filippino privo di permesso di soggiorno la distolse dal suo operato, regalandogli la salvezza.
Una schiera di professori lo scortarono in uno stanzino... da allora nessuno più lo vide… solo Dio sa quali orrori può aver patito quel povero orientale giunto sino al Cavour dall’altra metà del mondo….una cosa è certa: distraendo i nostri aguzzini ci aveva dato il tempo per raccogliere informazioni e salvarci tutti dalla Prima Prova.
“Quest’oggi non sgameranno nessuno!!!”
Un ottimo inizio.
Quando tornarono avvertendo verbosi confabulatoi e vittoriose risate, l’ossigenata presidentessa si riempì di collera:
“…fate presto a sghignazzare…ma prima di mezzogiorno di domani, dopo 6 ore di matematica, voi non avrete più niente da ridere: Dieci quesiti irrisolvibili stanno per piombare su di voi! I nostri grafici OXY oscureranno le schede operative! Se vi vedo copiare, siete fuori!”
“Allora ci passeremo nell’ombra” rispose una voce anonima.