Joey:<< non puoi farmi questo. non puoi partire adesso. IO TI ODIO. >>
?:<< spiegami, cosa dovrei fare secondo te? >>
Joey:<< ti rendi conto che mi stai abbandonando? >>
?:<< smettila di comportarti come una bambina di 4 anni. >>
Joey:<< bambina? bambino è quello che porto in grembo razza di idiota! >>
 

FACCIAMO UN PASSO INDIETRO...

 
ciao a tutti, mi chiamo Joey ,ho 17 anni e vengo da un paesino vicino a Londra, ma ho origini italiane. sono alta circa un metro e settanta, sono abbastanza magra, ho i capelli biondo cenere e degli occhi verdi con delle sfumature gialle. oggi è lunedì. primo giorno nella nuova scuola londinese. mi sono trasferita in questa città stupenda solo da una settimana. sto cercando di mantenere la calma ma non mi riesce più di tanto. mi alzo dal letto, vado a farmi una doccia veloce, indosso un paio di jeans stretti proprio come piacciono a me, una canottiera a righe bianche e nere e le mie amate converse nere. scendo giù e preparo la colazione, mangio afferro la borsa, esco di casa e inforco la bicicletta. durante il tragitto penso a tutte le cose successe in quest'ultimo anno. la borsa di studio, lasciare mamma papà e i miei fratelli, casa mia, il mio territorio. mi sento sola, ma cerco di non farci troppo caso. tanto so che anche qui non riuscirò a fare amicizia con nessuno. strano eh? starete sicuramente pensando che sono un'asociale del cazzo! ma non è così, è un pò diversa la faccenda. Ho cambiato casa molte volte e allora preferisco non affezionarmi più a nessuno per non star male quando poi sarò costretta ad andare via. arrivati nella nuova scuola, liceo musicale frequentato da ochette stronze e fighetti arrapati. FANTASTICO! mi reco alla segreteria della scuola -non chiedetemi come ci sono arrivata perché non lo so- e attendo che qualche anima buona si renda conto della mia esistenza. dopo -non so quanto- tempo una segretaria bionda tinta e non molto giovanile sembra essersi resa conto della mia non invisibilità.
S: << ciao cara, tu devi essere Joey Evans giusto?>>mi disse l'anziana segretaria con l'aria di chi la sa lunga.
J: << si sono io infatti, mi hanno detto di presentare la modulistica d'iscrizione e di ritirare qui i miei orari>>risposi cercando di sembrare garbata a quella donna che mi dava sui nervi, in realtà non so nemmeno per quale motivo mi dava sui nervi.
S:<< ecco a te i tuoi orari cara>>disse porgendomi una pila di fogli
J:<< ehm…grazie, arrivederci!>> dissi prendendo la pila di fogli
S: << arrivederci. Oh che sciocca dimenticavo il tuo armadietto è il numero 623 è il codice è scritto su questo foglietto in cima ai fogli che ti ho appena dato>> disse l’anziana sorridendo.
J: << ok, grazie ancora>>dopotutto cominciavo a pensare di essere stata troppo prevenuta, quell’anziana segretaria non mi aveva fatto niente. Ma questa è Joey Evans e ormai mi ero abituata al mio essere strana e prevenuta nei confronti della gente che mi circondava.