Quando le loro teste
Quando le loro teste saranno sollevate verso il cielo in una serata estiva che a loro sembrerà definitivamente insopportabile e piena di zanzare, allora io inizierò a volare sopra le loro teste, sperando di scorgerti mentre ti nascondi sotto un tavolo, mentre giochi con le gambe dei presenti, pregando di non essere preso a calci dal primo che si stuferà del tuo gioco infantile.
Cercherò di osservare la tua testa che saltuariamente
emergerà dalla tovaglia bruciando l’erba di curiosità e leggerezza,
l’irrecuperabile sensazione dell’estate che raggiunge il suo culmine in serate
fresche e umide di dolce infanzia.
Sarà allora che capirò di non poter scendere a patti con la
vita e con gli anni che stiamo bevendo in un concentrato dal sapore conosciuto,
ma non immediatamente riconoscibile. Quando le loro teste saranno sollevate in
esaurimento di parole, quando guarderanno il cielo per scoprire che, in fondo,
è più lontano di quanto avessero pensato, io mi alzerò nel volo più maestoso e
profumato, quello che mi permetterà di vederti mentre ti nascondi terrorizzato
in un cespuglio. La tua paura di bambino ti modellerà il volto in un armonioso
insieme di freschezza e morte precoce che non implica sangue. Tristezza delusa
e tradita da un cespuglio senza spine, solo fiori e tante fragranze.
Quando le loro teste saranno lontane miglia e miglia dai
loro cuori, perse nell’inutile misurazione di questo incolmabile divario,
allora sarà il mio momento di volare. Se lo farò, se ci riuscirò, sarà
solamente perché avrò pregustato l’idea di vederti che tenti di alzarti dalla
tavola senza farti vedere, perché in tv c’è il tuo programma preferito, o
semplicemente per salire in camera tua e giocare col nuovo gioco che ti hanno
comprato, quello che ancora non sai usare e che vuoi approfondire. Vedrò quel
sorriso gentile e timido tingersi delle mille vergogne della furbizia, di quel
ricevere che non segue né precede l’atto del dare. Passerò sopra le loro teste
e ti osserverò dalla finestra. Non mi sorprenderà quella succulenta lacrima che
solcherà la tua innocenza, strappata e ferita dal più gentile dei nonni.
Quando le loro teste saranno immerse in un mare che sta in
equilibrio tra la terra e il cielo, un mare tempestato di cumuli bianchi e di
fulmini asciutti, imperlato delle loro più stanche conclusioni, mi renderò
conto che non potrò far altro che volare. E morirò in caduta, per virare
all’ultimo e riprendere quota, senza occhi e senza orecchi, con tutti i miei
ogni che stentano a realizzarsi in una fatidica notte d’estate. Sarà appunto
allora che ti vedrò mentre mostri a tua madre l’ultimo disegno che hai fatto a
scuola, e lei ti chiederà come mai tu non l’abbia colorato ancora. E tu le
risponderai sorridendo che quel disegno ha già tutti i colori del mondo. Le dirai
che il rosso prevale. Non so se ti crederà, ma sono certo che ti dirà che sei
cresciuto e che presto vedrai il mare.
Sorriderò, come per imitarti, come per essere attratto nel
tuo candore ancora gocciolante di nascita.
Quando le loro teste saranno appese a quegli alberi che
adesso ti urlano frasi che non credi di capire, quando gronderanno sangue e
parole che pensavano di aver già pronunciato.. beh, allora non esiterò un solo
momento a volare. Non sarà difficile, conoscerò già i movimenti, li avrò sognati
in una notte d’estate profumata di oleandri, di cene in giardino, di bambini
che si nascondono tra i fiori e di candele esotiche. Le coperte saranno umide
del mio sudore, e non sarà l’indegno sudore con cui ho macchiato tutte le mie
camicie bianche. Sarà fresco e profumerà di pulito, di rose, ulivi, mare e
oleandri. Dei fiori più leggeri, delle acque più salate. Brucerà l’erba mentre
tu mi vedrai sopra le loro teste. Sorriderai e pulirai un rivolo di sangue che
orna la bocca di qualcuno che non riconoscerai.
Quando la notte d’estate sarà terminata, quando cioè udiremo
un’alba fredda e senza zanzare, quando i nostri corpi danzeranno per la
bellezza di farlo e non per eludere il Mietitore, sarà esattamente il momento
del nostro nuovo decollo, un passo leggero e misurato
E poi gli oleandri.