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Autore: HoneyLoves1D    19/04/2012    2 recensioni
La storia di una semplice ragazza italiana che vive una favola ma senza il lieto fine desiderato.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Driiiin driiiin*
Era l'ultimo giorno di scuola, l'ultimo giorno di superiori, mancavano sei ore e sarei uscita da quella fottutissima scuola, cavolo, che meraviglia! Presi la prima maglia che trovai nell'armadio, infilai i miei jeans preferiti, anche se ormai mi andavano piccoli non potevo buttarli erano quelli che mi piacevano di più, così decisi di ognorare ciò, li infilai saltellando nella speranza che superarono i fianchi.
"Evvai!" Urlai io.
"Ce l'hai fatta anche stavolta eh?" Mi disse mia madre che aveva sentito il mio urlo di vittoria.
"Si mamma, questi jeans non mi abbandoneranno mai!" Presi le scarpe le infilai ai piedi in un tempo record, corsi in bagno sistemai i lunghi capelli con una molletta, misi un po' di matita blu che mi rendeva guardabile, prisi l'ipod una brioches e uscì di casa canticchiando la canzone che avevo nelle cuffiette, Stole my heart. Nonostante la musica fosse altissima i pensieri riuscivano ad occupare la mente..
Occavolo! Da domani in poi sono un'adulto indipendente, niente piu' orari, il college si avvicina!"
Ebbene si, avevo deciso di andare a Londra al college, era il mio sogno da quando ero bambina.
Ero arrivata all'entrata della scuola, Dio, quanto odiavo quell'edificio! Tutti i ragazzi erano snob, antipatici e tutti parlavano dietro a tutti, un incubo, in più io ero la solita ragazzina con cui tutti i ragazzi ci provavano solo perchè nessuno era mai riuscito a conquistarmi e per loro era come una sfida, scommettevano anche su questo, ero disgustata.Tra tutta quella massa di inutili persone se ne salvava uno, Chris, il mio migliore amico dalla prima elementare; non avevo migliori amiche con cui fare pigiama party o stare al telefono tutto il pomeriggio, ma avevo lui, ed era tutto quello di cui avevo bisogno, era la persona a cui volevo più bene in assoluto.
"Ehi Chris!" Lo salutai abbracciandolo.
"Ehi bellezza!" disse lui stampandomi un grosso bacio sulla guancia.
"Allora l'ultimo giorno di scuola insieme..." il mio tono di voce si fece più triste.
"Non fare così, abbiamo ancora tutta l'estate amica mia, ci divertiremo, vedrai, non pensarci."
"Va bene." dissi io mostrando un sorriso.
Mi prese per mano e salimmo le quattro rampe di scale che ci separavano dalla nostra classe; chi ci vedeva da fuori poteva pensare che fossimo fidanzati, ma non era così, non mi sarei mai potuta fidanzare con lui, anzi mi dava consigli per conquistare i ragazzi e io li davo a lui, era come una migliore amica ma maschio. Ci accomodammo ai nostri posti, la professoressa di lettere (tanto detestata da me) era già alla cattedra, lui era dietro di me ed io ero nel secondo banco con una ragazzina mocciosa che non ho mai sopportato. La prof cominciò a farci la solita ramanzina dell'ultimo giorno di scuola ma io neanche la stavo più a sentire, nella mia mente canticchiavo Up all Night e sul diario scrivevo il testo di Tell me a lie.Quest'ultima canzone era molto significativa per me, due mesi prima il mio ex ragazzo Richard mi aveva lasciata per la sua ex, dicendomi che provava ancora qualcosa per lei, così io la sera stessa li scrissi un sms con il testo di quella canzone e lui rispose con un misero 'mi dispice' dal quel giorno provai un odio incondizionato per quello stupido ragazzo.
La prof mi vide assente così battè un colpo sul mio banco e io ritornai sulla terra ferma giustificandomi con un "prof ma guardi che la stavo ascoltando!" ma io non sono mai stata brava a mentire, non riuscivo a tenere nascosto niente, quei miei grossi occhi color nocciola raccontavano tutto, come fossero lo specchio di quello che avevo dentro e così neanche quell'odiosa donna mi credette. -Ritornando a noi.. riprese il discorso l'insegnante.
"Cavolo Bea fai un ultimo sforzo!" mi sussurrò Chris.
"Non ce la faccio." sbuffai io. La campanella dell'intervallo suonò e di conseguenza finirono le tre massacranti ore di lettere.
"Addio ragazzi, in fondo, mi mancherete, soprattutto tu signorina Beatrice!"
Esatto, io era la classica ragazzina che non passava inosservato, di cui tutti si ricordavano, dai prof ai ragazzi della mia età e io non ho mai capito il perchè, a scuola avevo ottimi voti, certo, il comportamento non era altrettanto soddisfacente ma non m'importava, magari sarà stato il mio aspetto da timida e indifesa ragazza che poi conoscendomi si smentiva completamente, non ne avevo idea.
"Sisi anche lei prof ci mancherà!.."risposero tutti in coro tranne me che rimasi in silenzio fissando la donna uscire.
Durante l'intervallo stavo con Chris e il suo milgiore amico, George, anche lui mio carissimo amico, si forse anche lui si salvava dall'igenuità di quella stupida scuola.Gli altri maschi facevano i cretini scambiandosi figurine non notando neanche le ochette della classe che gli sbavavano dietro. Risuonò la campanella. Con un 'Nooo' generale tornammo ai nostri posti.
"Ciao Bea è cinque anni che volevo dirtelo ma sono sempre stata troppo orgogliosa, amo il tuo profumo, è davvero buono..."Io rimasi a bocca a aperta, in cinque anni era l'unica cosa che quella ragazzina, nonchè compagna di banco, non nel limite dell'insulto pesante mi diceva.
"Grazie.." risposi io fredda.Non era la prima persona che me lo diceva, molte persone tra cui i miei e Chris lo avevano notato, ma io non mettevo nessun profumo, era quello della mia pelle.
Ci furono le lezioni di matematica e greco dopo ma io non ascoltai nemmeno una parola che i prof dicevano. La campanella. Non avevo mai sentitò suono più aspettato e dolce in diciotto anni. Tutti e venticinque ragazzi presero lo zaino si alzarono e uscirono, contemmporaneamente, tutti con un sorriso a 36 denti stampato in faccia. Sorpassai la soglia della porta scolastica, ero libera, finalmente! Dovevo solo fare l'esame, fortunatamente era già pronto da un pezzo dovevo solo un po' ripassare, menomale.
Settimane dopo diedi l'esame, uscii con nove,Dio se ero orgogliosa di me! Chris uscì con otto, anche lui è sempre stato bravo a scuola; due giorni dopo partii per la Corsica avevo l'aereo alle nove in punto.
"Sveglia Beaa siamo già in ritardo! urlò mio padre
*si striracchia* di già? Va bene arrivo.!" Percorsi velocemente il corridoio dopo essere andata in bagno, per andare in cucina a fare colazione, latte, due biscotti e via in camera mia. Presi la mia borsa ci infilai il cellulare, il caricabatterie, tutti gli elastici, mollettine e cavolate varie che trovavo in giro, inutili ma che mi davano un senso di sicurezza.
Presi le mie cuffiette, le infilai e godei quegli ultimi momenti nella mia camera più che mai, ero un tipa molto affezionata alle proprie cose e partire mi dava sempre uno strano senso di malinconia anche solo per un due settimane.
"Alza il sedere è l'ora di andare!" disse mia madre spalancando la porta. Mi alzai e andai verso la porta per poi chiuderla a chiave alle mie spalle, non so perchè ma avevo voglia di farlo. La macchina partì e io fissavo dal mio finestrino gli alberi scorrere insieme alle case ed alle persone. -Finalmente!Non mi sento più le gambe! .esclamai io appena la macchina si fermò.
"Aiutami a scaricare le valigie così entriamo.
"Ok!" Entrai in aereoporto e mi misi a fissare quel tabellone fluorescente, il nostro aereo partiva tra un'ora.
'So get out, get out, get outta my head and fall into my arms instead, I don't, I don't, don't know what it is but I need that one thing'
Pronto Chris!
Ciao Bea! allora quando parte il tuo aereo?
Fra un'ora, sai mi dispiace andarmene, in fondo due settimane in Corsica è tanto!
Mi mancherai!
Anche tu! Ed ecco l'irritante voce che usciva dal megafono che annunciava ai passeggeri del mio volo di recarsi in tale posto per l'imbarcaggio.
Ecco è il mio volo, devo andare Chris, ti chiamo quando arrivo,ciao ti voglio bene!
Anche io, buon viaggio! Buttai giù. Presi la mia borsa e con mamma e papà mi recai dallo strano ingranaggio che suona ogni volta che qualcuno ci passa sotto e, casualmente, anche quando passai io suonò.Cominciarono a ispezioanrmi dalla testa ai piedi quando mi ricordai di non aver torto il bracciale. Lo tolsi e non suonò più. Presi posto nell'aereo a fianco ai miei, come al solito tirai fuori il mio I-Pode e addio mondo. Guardavo fuori dal finestrino mentre canticchiavo il ritornello di quella canzone che mi faceva tornare in mente tanti di quei ricordi, Tell me a lie.
L'aereo decollò ma io, tanto presa dei miei pensieri, non ci feci neanche caso.
  
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