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Autore: Notteinfinita    20/04/2012    16 recensioni
« Hey, coraggio, parla! » lo incitò Harry costringendolo a togliersi le mani dal viso.
Il rosso tirò un lungo sospiro, cercando di ritrovare la calma.
« Stamattina io e Hermione stavamo scendendo a colazione, ad un certo punto lei ha perso l'equilibrio così io ho cercato di afferrarla per evitare che cadesse e...e »
« E cosa? »
« E l'ho afferrata » proseguì, mimando il gesto « solo che non mi sono reso conto di dove ho messo le mani...e... » a quel punto s'interruppe, incapace di proseguire.
Se volete sapere cosa è successo non vi rimane altro da fare che leggere il resto della storia.
Dedicata a tutte le amanti delle Romioni.
Per favore commentate!!!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Oggi la mia parte perfida è venuta fuori facendomi decidere di mettere i nostri due beniamini in una situazione un po' imbarazzante...vediamo un po' cosa succederà. Buona lettura!

PS:Tutte le recensioni sono ben accette.

 

 

Un piccolo incidente

 

Hermione guardava corrucciata le scale del dormitorio maschile di Grifondoro . Con le braccia incrociate al petto, batteva ritmicamente il piede sbuffando di tanto in tanto.

Un rumore proveniente dal piano superiore destò la sua attenzione. Due secondi dopo un Ron arruffato ed esausto fece la sua comparsa.

« Che cavolo di fine avete fatto! » sbuffò la ragazza. « Se non ci sbrighiamo arriveremo tardi a lezione! »

« Harry non trova il compito di pozioni » spiegò lui sospirando « Ha detto di andare avanti, lui ci raggiunge dopo ».

Detto questo i due attraversarono il buco del ritratto ed iniziarono a scendere le scale.

Hermione passò subito avanti camminando speditamente. Giunta al pianerottolo si volse indietro, per controllare dove fosse il suo amico, poi riprese la discesa ma quell'attimo di distrazione le fu fatale perché perse l'equilibrio.

Per sua fortuna Ron era solo a pochi gradini di distanza , con un balzo le fu vicino e, afferratala, la attirò a se mettendola in salvo sul pianerottolo.

« Presa! » esclamò il ragazzo sollevato.

Stava per rimproverare l'amica per la sua imprudenza quando si rese conto che lei aveva girato la testa e lo stava fissando con gli occhi sbarrati. Confuso, Ron abbassò lo sguardo rendendosi conto che mentre una sua mano era posta sulla vita della ragazza, l'altra era saldamente piazzata sul suo seno sinistro.

Come se si fosse scottato, Ron lasciò la presa ed aprì la bocca per dire qualcosa senza riuscirci. Intanto Hermione, bordeaux in volto, abbassò lo sguardo imbarazzata e in pochi secondi si dileguò nel corridoio sottostante.

Rimasto solo sulle scale, il ragazzo si fissò la mano sinistra in silenzio.

“ Oh miseriaccia!” pensò “Stavolta Hermione mi ammazza!”

Con il morale a terra e le orecchie ancora rosso fuoco Ron si diresse verso la Sala Grande. Giuntovi sbirciò dentro per vedere se vi fosse Hermione. Quando si fu assicurato della sua assenza, entrò e andò a sedersi al tavolo di Grifondoro. Iniziò a mangiare svogliatamente ma non poteva fare a meno di chiedersi dove fosse Hermione e cosa sarebbe successo adesso.

 

***

 

Chiusa nel bagno di Mirtilla Malcontenta, Hermione stava accovacciata a terra tenendo le mani sulle guance roventi. Non poteva credere a quello che era appena successo.

Se chiudeva gli occhi riusciva a rivivere la scena attimo per attimo: la sensazione improvvisa di vuoto sotto i piedi, il timore di ruzzolare giù per le scale, le forti braccia di Ron che la cingevano, la sensazione della sua mano sul seno. A quel pensiero le sue guance divennero ancora più rosse.

Cercò di fare appello alla sua parte razionale dicendosi che era stato solo un incidente, che lui aveva solo cercato di trattenerla per evitarle la caduta ma ogni suo pensiero logico s'infrangeva contro il muro delle sue emozioni. Sapeva per certo che non avrebbe più avuto il coraggio di guardarlo in faccia.

« Oggi salti le lezioni? Non è da te signorina Granger! » disse ridacchiando Mirtilla dopo essere sbucata fuori da uno dei lavandini.

Hermione sobbalzò per poi guardare il fantasma inviperita.

« Tranquilla, stavo andando. Non ti priverei mai della tua agognata solitudine » rispose stizzita. Detto questo si diresse verso la porta mentre Mirtilla si tuffava in una delle tazze dopo averle fatto la linguaccia.

Giunta in corridoio sospirò abbassando lo sguardo a terra.

“È inutile tentare di nascondersi!” pensò, poi si diresse rassegnata verso i sotterranei; l'aspettavano due ore di Pozioni.

 

***

 

Giunto trafelato in Sala Grande, Harry si diresse di corsa verso la tavola della sua casa.

Appena si fu seduto alzò gli occhi su Ron e ciò che vide lo lasciò sconvolto. Il rosso se ne stava a capo basso, mescolando il cibo nel piatto e borbottando tra se e se.

« Ron tutto ok? » chiese.

Il ragazzo alzò il viso dal piatto, lo fissò, emise un sospiro e tornò a fissare il cibo. A quel punto Harry si preoccupò sul serio. Fece il giro del tavolo e si sedette di fianco al suo amico.

«Ron, cosa è successo? Perché Hermione non è con te? »

« Ti prego Harry, sulla mia lapide fai scrivere che sono stato un buon amico! » esclamò guardando l'altro con aria patetica.

Pronunciate queste incoraggianti parole, Ron si alzò e si diresse verso l'uscita. Ad Harry non restò altro da fare che seguire il suo amico.

 

***

 

Arrivati in classe notarono che Hermione era già seduta al suo posto. Ron rallentò impercettibilmente il passo affinché Harry lo superasse e prendesse posto tra lui e la ragazza.

« Hermione che è successo? Come mai non eri a colazione? » chiese Harry, sperando di ottenere almeno da lei una risposta sensata.

Hermione abbassò leggermente il libro che teneva all'altezza del viso ma, appena intravvide Ron, il viso le s'infiammò quindi si affrettò a rialzarlo.

« Non avevo fame! » squittì, poi si rinchiuse nel suo mutismo.

Harry guardò i suoi due amici perplesso quindi decise di concentrarsi sulla lezione, era lampante che al momento non sarebbe riuscito a cavare un ragno dal buco.

Appena la lezione ebbe termine Hermione schizzò fuori dall'aula bofonchiando

« Vado ad Antiche Rune ».

Ron, invece, rimase impietrito al suo posto.

« Stupido, cretino, deficiente! » cominciò a ripetersi sbattendo ritmicamente la fronte sul banco.

Harry afferrò l'amico per le spalle, temendo potesse procurarsi una commozione celebrale.

« Vuoi spiegarmi una buona volta cosa diavolo è successo? »

Ron lo guardò avvilito.

« Diciamo che se oggi la Cooman predirà la mia morte, per una volta avrà azzeccato una premonizione ».

Detto questo si alzò e si trascinò fuori dall'aula.

 

***

 

La classe di divinazione era in penombra e l'aria era resa soffocante dai fumi provenienti dal camino e dai bollitori posti sui tavolini.

« Su ragazzi, bevete il vostro tè e cercate d'interpretare i simboli che individuate sul fondo » incitò la professoressa Cooman continuando a girare tra i tavoli.

Ad un tratto si avvicinò a Ron e Harry con gli occhi ridotti a due fessure.

« Avverto un' aura negativa attorno a questo tavolo » affermò fissando alternativamente i due ragazzi. « Signor Weasley, mi dia la sua tazza. »

Ron gliela porse continuando a guardare Harry con sguardo spaurito.

«Oh, signor Weasley, » esclamò l'insegnante con fare teatrale « Oggi dovrà stare molto attento. I fondi del tè le preannunciano una caduta, una caduta che avrà importanti conseguenze! » Detto questo restituì la tazza al povero Ron, che la guardava sconvolto, e proseguì.

Con un sorriso deliziato la Cooman si avvicinò a Catì Patil. La sua espressione mutò bruscamente non appena ebbe visto il fondo della tazza della ragazza.

« Mia cara, temo che dovrai sceglierti un altro animaletto da compagnia perché il tuo non sopravviverà un'altra settimana » annunciò con voce dispiaciuta.

Ciò che non aveva previsto era che la ragazza, spalancati gli occhi per l'orrore, svenisse a causa dello shock subito.

In preda al panico, la professoressa cercò di far rinvenire la ragazza dandole dei buffetti sulle guance. Appurato che il metodo non funzionava, chiese a due allievi di sollevare la ragazza per trasportarla in infermeria.

« Ragazzi, per oggi la lezione è sospesa, ritenetevi liberi » disse, prima di sparire in un ondeggio di pizzi e scialli.

Ron ed Harry raccolsero le loro cose e uscirono dall'aula benedicendo in cuor loro Calì che gli aveva evitato un'altra ora di tortura.

« Adesso ti va di parlare? » chiese Harry vedendo la faccia afflitta dell'amico.

« Ok, ma non qui. » rispose Ron guidando l'amico verso il cortile e da lì fino alla riva del lago.

Gettata la borsa in un angolo, Ron si lasciò cadere a terra prendendosi il viso tra le mani.

« Harry, stavolta Hermione non mi perdonerà mai! » piagnucolò continuando a tenere il viso nascosto.

« Cosa puoi aver combinato di così grave? » chiese l'altro, cominciando a preoccuparsi seriamente.

« Io...io » balbettò Ron.

« Hey, coraggio, parla! » lo incitò Harry costringendolo a togliersi le mani dal viso.

Il rosso tirò un lungo sospiro, cercando di ritrovare la calma.

« Stamattina io e Hermione stavamo scendendo a colazione, ad un certo punto lei ha perso l'equilibrio così io ho cercato di afferrarla per evitare che cadesse e...e »

« E cosa? »

« E l'ho afferrata » proseguì, mimando il gesto « solo che non mi sono reso conto di dove ho messo le mani...e... » a quel punto s'interruppe, incapace di proseguire, e si mise a fissare il palmo della sua mano sinistra.

Harry rifletté un attimo sulle parole e sul gesto fatto dall'amico, poi un lampo di comprensione si fece largo nella sua mente e i suoi occhi si spalancarono increduli.

« No, tu non puoi averla afferrata per.. »

Ron fece cenno di si col capo, afflitto.

« Per le mutande di Silente! » esclamò Harry, incapace di aggiungere altro.

« E il peggio...il peggio è che non riesco a smettere di pensarci! » disse Ron tutto d'un fiato.

« Adesso capisco il suo comportamento di stamattina. E ora cosa hai intenzione di fare? »

« E che ne so! Magari mi ammazzo prima che lo faccia lei! » esclamò Ron scompigliandosi i capelli per il nervoso.

« Secondo me dovresti parlargli, dovreste chiarirvi...magari gli chiedi scusa...» propose.

« Non l'ho mica fatto apposta! » sbottò Ron.

« Lo so, ma pensa a quanto si sarà sentita in imbarazzo».

« Ci proverò! » esclamò il rosso con aria alquanto scettica.

I rintocchi dell'orologio ricordarono loro che era ora di pranzo.

I due ragazzi raccolsero le loro borse e si diressero in Sala Grande con una certa apprensione dipinta sui volti.

 

***

 

Ad Antiche Rune Hermione cercava di tenere la mente concentrata sulla lezione ma ogni suo tentativo risultava vano. Il suo pensiero tornava immancabilmente all'episodio successo quella mattina, ed ogni volta che lo riviveva nuovi particolari glielo rendevano sempre più vivido: le braccia di Ron che la cingevano, la sensazione della sua schiena premuta contro il torace di lui, il suo profumo che per un' attimo l'aveva avvolta.

Alla fine delle due ore Hermione si rese conto di non aver preso nemmeno un appunto, ma infondo non gliene importava molto; era ora di pranzo, sarebbe dovuta andare in Sala Grande ma le andavano in fiamme le guance al solo pensiero di trovarsi davanti Ron.

Quando la classe si svuotò, Hermione capì che non poteva procrastinare ancora l'inevitabile. Raccolse le sue cose e si trascinò fuori dall'aula.

Giunta davanti l'ingresso della Sala Grande Hermione vide Harry e Ron venire nella stessa direzione, così prese il coraggio a due mani e decise di avvicinarsi a loro. Ad ogni passo sentiva il cuore batterle più forte e le guance andarle in fiamme, era ormai a pochi metri quando, approfittando del fatto che i suoi amici non si fossero accorti di lei, fece un repentino dietrofront e corse via confondendosi con la folla.

 

***

 

« Ron devi trovare il coraggio di parlarle! Più aspetti peggio è! » disse Harry camminando a fianco dell'amico.

Sedutisi al loro tavolo notarono che la loro amica era assente, ancora una volta.

« Ginny, non è che per caso hai visto Hermione? » chiese Harry.

« A dire il vero no. Ma è successo qualcosa? » disse lei.

« Assolutamente no! » esclamò Ron diventando color porpora.

Ginny non replicò ma, finito velocemente il suo pranzo, preparò un panino ed uscì dalla Sala Grande puntando dritta verso la torre di Grifondoro.

 

***

 

Giunta davanti la stanza di Hermione bussò ed entrò senza attendere risposta. Trovò l'amica distesa a pancia in giù sul letto.

« Hermione, hai iniziato lo sciopero della fame? » chiese Ginny porgendole il panino.

« No, solo non avevo voglia di andare in Sala Grande »

« O forse non avevi voglia di vedere Ron? »

« No, perché? » disse la ragazza arrossendo visibilmente.

« Sputa il rospo! Che cosa è successo fra voi due? » chiese a bruciapelo.

Hermione divenne ancora più rossa e prese a torturarsi l'orlo della gonna tenendo lo sguardo basso.

“Come faccio a raccontarle cosa è successo? Lei è sua sorella!” pensò Hermione combattuta tra l'imbarazzo e il bisogno di sfogarsi con qualcuno.

« Ho capito, non hai voglia di parlarne. Allora ti lascio in pace. » disse la rossa e si volse per andarsene. Hermione però l'afferrò per un polso, trattenendola, la voglia di sfogarsi aveva prevalso.

Le fece cenno di sedersi di fianco a lei. Ginny si sedette senza proferire parola, attendendo che l'amica si decidesse a parlare.

Hermione rimase diversi minuti zitta a fissarsi le mani.

« Oggi Ron... » disse all'improvviso per poi zittirsi di colpo. Si alzò e iniziò a passeggiare per la stanza, giunta davanti la finestra si fermò lì dando le spalle alla rossa.

« Oggi stavo per cadere dalle scale, Ron era con me, mi ha afferrato...però nel farlo mi ha toccato un seno e adesso non riesco più a guardarlo in faccia. » disse tutto d'un fiato diventando praticamente bordeaux.

« Ecco perché Ron è arrossito quando gli ho chiesto cosa fosse successo! » esclamò trionfante Ginny « Ma non mi sembra una cosa così grave, dai! »

« Me l'ha praticamente agguantato! » esclamò Hermione voltandosi per un secondo a guardare l'amica per poi voltarsi velocemente con il volto in fiamme.

« Tu stavi cadendo dalle scale, giusto? In quel momento lui avrà pensato solo a salvarti e non a dove metteva le mani. » le disse Ginny « Non mi sembra il caso di farne una tragedia. »

Il ragionamento di Ginny non faceva una piega e poi non poteva mandare all'aria sei anni d'amicizia per uno stupido incidente...eppure non riusciva a non sentirsi in imbarazzo.

« Tenterò... » mormorò Hermione poco convinta.

« Ok, adesso vado. Ci vediamo a cena. » disse Ginny alzandosi e uscendo.

Hermione rimase da sola e iniziò a sbocconcellare il panino continuando a riflettere sulle parole dell'amica.

 

***

 

Le lezioni del pomeriggio furono caratterizzate da un copione che si ripeteva: Hermione che arrivava all'ultimo minuto, si sedeva vicino a Harry senza dire una parola e scappava letteralmente al suono della campanella.

Quando anche l'ultima lezione finì Hermione si rese conto che stavolta non poteva scappare a meno che non avesse saltato la cena.

Anche se riluttante si accodò ai suoi due amici rimanendo però in silenzio.

Giunti in Sala Grande si sedettero al loro tavolo ma l'atmosfera non era per niente rilassata. Né Ron né Hermione parlavano ed Harry cominciava a sentirsi esasperato da quella situazione.

« Finalmente è ora di cena, sono stremata! » esclamò Ginny sedendosi, dopodiché diede un'occhiata a Ron e Hermione e notando il loro contegno imbarazzato scrollò le spalle esasperata.

« Ancora non si sono chiariti? » chiese ad Harry in un sussurro.

Il ragazzo si limitò a scuotere il capo con un eloquente sguardo sconsolato.

Finita la cena tutti si alzarono per raggiungere i rispettivi dormitori. Immediatamente Hermione accelerò il passo.

« Ron, se non ti sbrighi raggiungerà il dormitorio femminile e allora non avrai più modo di chiarirti con lei! » lo esortò Harry vedendo la riccia che tentava di dileguarsi.

« Hai ragione. Vado! » esclamò con sguardo deciso iniziando a camminare spedito per raggiungere la ragazza.

« Pensi che riuscirà a parlarle? » chiese Ginny avvicinandosi ad Harry e guardando suo fratello mettersi all'inseguimento dell'amica.

« Speriamo! » esclamò il ragazzo dubbioso.

 

***

 

Le lunghe gambe di Ron gli permisero di raggiungere la ragazza in poche falcate.

« Hermione aspetta, devo parlarti! » le disse afferrandole un polso per farla fermare. Quel contatto gli provocò una specie di scarica elettrica e gli riportò alla mente in maniera vivida l'episodio della mattina, che comunque non aveva abbandonato la sua mente per tutta la giornata. Un lieve rossore gli colorì le orecchie ma non lasciò la presa, timoroso che Hermione potesse scappare.

La ragazza si girò continuando a tenere lo sguardo basso.

« Non qui. » disse il ragazzo guardandosi in giro in cerca di un luogo appartato dove parlare.

Un'idea sembrò balzargli in testa ed in pochi secondi, percorsi alcuni metri, spalancò una porta che dava sul corridoio e vi trascinò dentro Hermione che richiuse l'uscio alle sue spalle.

La stanza era immersa nel buio e la riccia non riusciva a capire dove si trovassero.

« Che posto è? » chiese.

« Un ripostiglio. Scusami, ma non mi è venuto in mente un altro posto dove poter parlare tranquillamente. »

« Come facevi a conoscerlo? »

« Ecco...io mi ci sono nascosto una volta per sfuggire a Gazza! » mentì, non poteva certo dirle che lo conosceva perché Fred e George gli avevano raccontato che spesso veniva usato dalle coppie per appartarsi. A quel pensiero sentì le orecchie prendergli fuoco per l'agitazione. Era solo, al buio con Hermione. Scacciò quel pensiero e cercò di concentrarsi su ciò che voleva dirle.

« Aspetta, faccio un po' di luce » disse, cercando di prendere tempo.

« No! » urlò Hermione, agitata « Se per te va bene preferisco che parliamo al buio. » Sapeva che se avesse visto il viso di Ron sarebbe morta dall'imbarazzo; al buio, invece, non avrebbe potuto notare il rossore che le tingeva le guance.

« Ok » disse lui riponendo la bacchetta. Infondo era meglio così, non sarebbe stato capace di spiccicare parola se lei lo avesse guardato.

Sospirò pesantemente cercando di farsi coraggio.

« Ascolta, volevo chiederti scusa per quanto è successo stamattina. Non era mia intenzione fare quello che ho fatto» disse sinceramente dispiaciuto.

« Ron sono io a dovermi scusare, tu mi hai solo evitato una brutta caduta...ed io mi sono comportata da bambina sciocca. » rispose Hermione mortificata.

« Allora non sei arrabbiata con me? » chiese Ron speranzoso.

« Assolutamente no! » esclamò sincera.

Ron non poteva vederla ma dal tono di voce capì che sorrideva e un po' si dispiacque di non poter vedere quel sorriso che tanto adorava.

«Bé, se è tutto ma posto allora forse è il caso di andare ai dormitori » propose Ron anche se in realtà avrebbe voluto prolungare in eterno quegli attimi, era raro che loro due si trovassero da soli.

« Già, ci toglierebbero dei punti se ci trovassero in giro fuori orario.»

Ron si mosse in direzione della porta ma non calcolò che il buio gli avrebbe impedito di evitare gli ostacoli. Così, senza che neanche se ne rendesse conto, inciampò cadendo rovinosamente addosso ad Hermione.

La ragazza, improvvisamente, si ritrovò schiacciata a terra dal peso del ragazzo. Sentiva il suo respiro vicino al suo orecchio e il cuore batterle in petto all'impazzata.

Ron, dal canto suo, aveva la sensazione che i suoi sensi si fossero come acuiti. Sentiva il corpo della ragazza schiacciato sotto di se, i suoi capelli che gli solleticavano il naso e il battito frenetico di un cuore ma non riusciva a distinguere se fosse il suo o quello di lei.

Si puntellò sui gomiti per alzarsi ma nel farlo la sua guancia sfiorò quella di Hermione. Sentì la ragazza sussultare sotto di lui e questo fece salire la sua eccitazione. Si rese conto che i loro visi erano a pochi millimetri. Quasi non osava respirare tanta era l'emozione di sentirla così vicina.

Ad un tratto si sentì sfiorare la guancia dalle dita di Hermione, senza quasi rendersene conto voltò appena il viso poggiando leggermente le labbra sulle dita di lei che emise un rapido respiro. Ron temette che si sarebbe ritratta invece, dopo essere rimasta immobile per alcuni secondi, gli accarezzò lievemente le labbra.

Con il cuore che sembrava deciso ad uscirgli dal petto, Ron le depositò un piccolo bacio sulle punte delle dita e la sentì sussultare nuovamente e ritrarre la mano.

Il ragazzo si maledì mentalmente e pensò che era meglio che si alzasse prima di peggiorare le cose. Con stupore avvertì le dita di Hermione insinuarsi tra i suoi capelli e accarezzarlo dolcemente. A quel punto sentì la ragione abbandonarlo e senza più pensare a nulla abbassò il capo incontrando subito le labbra della ragazza e catturandogliele in un bacio dolce e appassionato.

Iniziò ad accarezzarle i capelli...quante volte aveva sognato di farlo...

Hermione si strinse più forte a lui. Le sembrava impossibile che tutto questo stesse accadendo davvero.

Ron si staccò un attimo da lei sorridendo.

« Che c'è? » chiese Hermione, un po' preoccupata che potesse ridere del suo modo di baciare.

« Oggi la Cooman mi aveva predetto una caduta che avrebbe avuto importanti conseguenze...se avessi saputo che le conseguenze sarebbero state queste l'avrei ringraziata un miliardo di volte! » esclamò felice.

Hermione rise a sua volta, poi avvicinò Ron a se e lo zittì con un bacio.

 

 

Fine.

 

  
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