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Autore: MudbloodDreams    20/04/2012    9 recensioni
Storia liberamente ispirata al colossal Titanic.
La guerra è terminata, Lord Voldemort ha vinto. Harry Potter è rimasto ucciso nella guerra e con lui molti altri si sono sacrificati. La Londra magica è avvolta da un'atmosfera cupa ed è ormai impossibile vivere serenamente. I Nati Babbani sono perseguitati e i Purosangue sono tornati agli antichi splendori. In tutto ciò viene costruita la più imponente nave che il mondo magico abbia mai visto, il Poseidon. Draco Malfoy, accompagnato dalla sua famiglia e dalla sua futura moglie nel viaggio verso l'America, non potrebbe essere più scontento. D'altro canto Hermione Granger desidera a tutti i costi il biglietto che potrebbe consentirle di ricominciare da zero. Una versione tutta nuova del Titanic il cui finale non sarà poi così scontato.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Eccomi qui con la mia nuova storia. Come ho scritto nella descrizione mi sono liberamente ispirata al film Titanic perchè, mentre lo rivedevo, nei protagonisti a tratti scorgevo Draco ed Hermione. Sperando che le analogie, ma soprattuto le differenze, possano stimolarvi, vi lascio alla lettura del prologo.



 

Prologo





Il Poseidon era la più imponente nave magica che fosse mai stata costruita.
Terminata la guerra tra Lord Voldemort e Harry Potter con la disfatta di quest'ultimo, che aveva sacriticato la vita per la causa, il mondo magico aveva nutrito l'esigenza di tornare agli antichi splendori e per questo aveva dato vita al progetto.
Molte vittime erano state sacrificate nel vano tentativo di annientare il mago più oscuro di tutti i tempi e ora tutti necessitavano una pausa dall'orrore che la guerra aveva portato nel Paese. Dopo il triste martirio che il Prescelto aveva compiuto, la Londra magica era caduta nel panico più totale tanto che le divergenze tra maghi Purosangue e Nati Babbani si erano accentuate anzichè affievolirsi. Ora, da una delle maggiori zone portuali della costa del Regno Unito una gran folla di maghi e streghe assisteva al varo del Poseidon, pronto per raggiungere l'America, oasi di pace rispetto a una Londra che era divenuta tetra e desolata. Chiunque avrebbe voluto ottenere un biglietto per salpare: c'era chi, in preda alla disperazione, implorava ricchi Purosangue in procinto di imbarcarsi di portare con sè il proprio figlio piccolo per concedergli un'opportunità. Alcuni tentavano invano di eludere la rigida sorveglianza e i numerosi incantesimi protettivi del transatlantico mentre altri erano disposti a vendere la propria bacchetta in cambio di un biglietto di sola andata per la libertà.
Ben lontana dagli ingressi alla terza classe una carrozza trainata da cavalli color pece si era appena fermata, lo stemma di una delle più antiche famiglie Purosangue imponente sulla fiancata lucida. Quando Draco Malfoy toccò il suolo di Southampton non poteva essere più disgustato. Rivolse il suo sguardo adamantino alla calca lontana di persone che lo imploravano con lo sguardo di concedergli un'opportunità. Li sbeffeggiò silente, il volto truce a voler sottolineare la propria superiorità. Quando una donna irriverente avvolta di stracci si avvicinò a lui e tentò di mettergli tra le braccia un fagottino contenente suo figlio appena nato Lucius Malfoy non esitò a schiantarla. Tuttavia il giovane non si oppose allo scempio del padre e come per distrarsi posò lo sguardo sul Poseidon: era senza dubbio la nave più imponente che avesse mai visto. Ammirato da quella nobile grandezza che ben gli si addiceva quasi non notò la mano delicata che si posò sulla sua spalla. Venne riportato alla realtà solo quando una voce lo riscosse - E' veramente fantastico, non trovi Draco? Non potrebbe esserci prologo migliore per il nostro matrimonio. - Sospirò la giovane tingendo di particolare enfasi l'ultima parola pronunciata. Il ragazzo non riuscì a nascondere il suo malumore a quelle parole ma per sua fortuna Astoria Grengrass interpretò il suo mutismo come preoccupazione per il viaggio - Non preoccuparti, il Poseidon è inaffondabile, mio padre conosce il suo ideatore. In più saremo in prima classe, ben lontani dalla feccia che chissà come è riuscita ad ottenere un biglietto. - Alle loro spalle Narcissa Malfoy si esibì in un ghigno fiero nei confronti della sua futura nuora, completamente ignara del disagio sul volto del suo unico figlio.



*



Da una bar limitrofo al porto una ragazza sorseggiava il suo caffè, alternando la lettura di un grosso tomo a occhiate curiose rivolte al Poseidon. Hermione Jean Granger, il volto sciupato e la chioma leonina, si sentiva persa più che mai. Dopo la morte dei suoi migliori amici e la rinnovata persecuzione dei cosiddetti Mezzosangue, aveva perso ogni voglia di reagire. I suoi occhi un tempo intrisi di coraggio e altri nobili sentimenti erano ormai spenti e privi d'ogni tipo d'emozione. La guerra le aveva portato via tutto: l'aveva costretta ad allontanare i suoi genitori e a nascondere la sua identità per aver salva la vita. In quel momento la sua bacchetta di legno di vite era l'unico segno della sua esistenza da strega. Osservò nuovamente il transatlantico al di là del vetro desiderando di poter ricominciare da zero la sua vita ricca di rimpianti e rimorsi. Voleva essere impavida e sregolata come il gruppo di maghi al tavolo a fianco, intenti a giocarsi in una partita di carte i biglietti per raggiungere New York. Trasse l'ennesimo profondo respiro e si concentrò nuovamente sul manuale davanti a lei, tentando di aggirare la malinconia che l'attanagliava ogni volta che ripensava triste alla possibilità ormai lontana di concludere gli studi ad Hogwarts. Ma se Hermione Granger non si era mai sentita fortunata fu costretta a ricredersi. Forse qualcuno l'aveva sentita implorare di poter riscattare la propria vita di grandi imprese e l'aveva voluta aiutare a tutti i costi. Proprio cinque minuti prima della partenza della grande nave, la partita di carte era giunta alla sua conclusione nel marasma più totale. I quattro uomini che poco prima giocavano ora si stavano sfidando a duello accusandosi a vicenda di aver barato. Incantesimi e Maledizioni volavano tra i tavoli e la giovane fu costretta a rintanarsi sotto uno di essi per non essere colpita. Quando però, chinatasi, il suo sguardo intercettò uno dei biglietti, scivolato dal tavolo da gioco per via della confusione, migliaia di opportunità si aprirono sul suo sguardo opaco. Prima tra queste, la salvezza. Dopo aver lottato con se stessa per quelli che parvero istanti interminabili attirò a sè il pezzo di carta con un Incantesimo di Appello e, recuperata la sua borsa, si affrettò ad uscire dal bar.
Quando col fiatone si imbarcò sulla nave, eludendo i controlli sanitari, si bacchettò mentalmente per via della sua avventatezza. Una volta raggiunta la sua cabina, dopo aver vagato per almeno mezz'ora tra gli infiniti corridoi della terza classe, subito si vide venire in contro una giovane ragazza, la mano protesa verso di lei - Molto piacere, io sono Ella Sanders, Purosangue diseredata! - Hermione colta di sorpresa dalla vitalità della giovane non potè trattenere un sorriso - Hermione Granger, Mezzosangue disperata. - Contagiata dalla sfrontatezza di Ella non si era nemmeno curata di nascondere la sua vera identità alla giovane e il suo errore si palesò quando si coprì le labbra con la mano nel tentativo di impedire che il flusso di parole continuasse. Se qualcuno fosse venuto a sapere di lei, e quel qualcuno malauguratamente avesse avuto contatti con un qualche Mangiamorte, sarebbe stata spacciata. La ragazza, i capelli corvini avvolti in una crocchia e gli occhi verdi che le ricordavano tanto Harry - il suo Harry - spalancati in un moto di curiosità rispose al sorriso e la tranquillizzò - Il tuo segreto con me è al sicuro. Credimi però, la maggior parte della gente in terza classe sarebbe felice di saperti qui, se è vero quello che si dice sul tuo conto. 
La riccià tirò un sospiro di sollievo e l'altra riprese - Per il momento però potresti chiamarti Eve.. E potresti essere mia cugina. Che dici?
- Mi piace Eve - Confessò Hermione e ringraziandola con lo sguardo si abbandonò su una brandina libera, rincuorata.
   
 
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