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Autore: Judith Kylem Sparrow    20/04/2012    1 recensioni
«Non smettere mai di credere nei sogni, Kagome.»
Questa frase le veniva sempre ripetuta prima del bacio della buona notte, ma ormai Kagome nei sogni non credeva più.
Aveva smesso di crederci quando aveva scoperto l’amore: a cosa serviva sognare ancora, se tutto quello che voleva era suo?
Ma un bel giorno…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Capitolo 3.

 

Certi uomini vedono le cose come sono e dicono: perchè? Io sogno cose mai esistite e dico: perchè no?

George Bernard Shaw.

 

Kagome spolverò con una vecchia pezza l’unico mobile della casa, ovvero quello contente il quadro elettrico.

Aveva espressamente chiesto di liberare l’abitazione da ogni tipo di mobilia poiché, essendo particolarmente gelosa delle sue cose, voleva arredarla secondo il suo gusto e con i vecchi mobili provenienti dal Giappone.

Le era sembrata la scelta più giusta da fare, voleva dimenticare quella vita fatta solo di sofferenze, ma i mobili… oh, non gli avrebbe dato quella soddisfazione! Non gli avrebbe lasciato nulla se non quattro mura spoglie di ogni avere che avevano condiviso assieme!

Iniziando a canticchiare una canzoncina sentita quella mattina alla radio, tramite il suo cellulare di ultima generazione, sorrise quando Aki le si strusciò fra le gambe, emettendo dei dolci miagolii.

«Che c’è, piccolo mio? Hai fame?» gli domandò, accucciandosi a terra, mentre il gatto si alzava sulle zampine posando quelle anteriori sulle ginocchia della ragazza. «O forse vuoi le coccole?» azzardò Kagome, lasciandogli una piccola carezza sul capo candido.

A quel gesto Aki miagolò ancora, avvicinando il musino alla mano che la ragazza gli aveva posato poco prima sulla testolina pelosa: quella mattina si era decisamente svegliato voglioso di affetto da parte della sua padroncina.

«Ma allora ho indovinato. È questo che vuoi: che ti coccoli fino allo sfinimento!» esclamò la giovane, con una risata, alzandosi e prendendo intenerita il gatto in braccio. «Il mio cucciolo, sei decisamente come tutti gli altri uomini, Aki! Mangi, bevi e vuoi anche le coccole. Ma dopo? Dopo mi lascerai anche tu?» gli domandò Kagome, carezzandogli con gesti lenti e gentili la schiena. «No! Cosa mai vado a pensare. Tu non potresti mai andare via da me, siamo uniti da un filo invisibile, caro gattaccio. È stato il destino a farci incontrare!» tornò a sorridere e spostandosi in quello che sarebbe stato il salotto di casa sua, si sedette a terra cominciando ad immaginare come sarebbe stata la sua nuova abitazione una volta arredata.

Quando aveva deciso di andare via dal Giappone non aveva la benché minima idea di dove traslocare e benché meno del luogo in cui avrebbe alloggiato. Ma quando vide quella piccola casetta su un sito online statunitense, capitatole per caso sotto agli occhi tramite una di quelle pubblicità poste ai lati dei siti internet, fu amore a prima vista e il pensiero di trasferirsi nel Paese natale di sua madre le occupò la testa.

Comunicarlo ai suoi genitori non era stato facile, soprattutto perché suo padre era un uomo molto geloso della sua famiglia e sapere che uno dei suoi due “cuccioli” era praticamente dall’altra parte del mondo non poteva di certo fargli piacere. Anzi, tentò più e più volte di ostacolare la figlia, decidendo di non prestarle uno yen per l’acquisto della nuova casa. Sua madre, invece, era sembrata entusiasta della cosa e Kagome poté giurarci, vide un velo di malinconia attraversale gli occhi. Chissà quanto doveva mancarle la sua vecchia casa. Tuttavia neanche la donna  riuscì a far smuovere il signor Higurashi nonostante la minaccia di “dormire sul divano e rimanere in astinenza per un mese intero”, e una possibile consapevolezza di dover abbandonare il suo desiderio di trasferirsi negli Stati Uniti si fece largo dentro di lei.

Suo fratello più piccolo, le aveva consigliato di vendere la casa che occupava tutt’ora, ma Kagome fu costretta a dirgli che in realtà quella non era un’abitazione di sua proprietà, a differenza di quanto tutti credevano, ma che apparteneva alla famiglia del suo ex ragazzo. E lui era stato così magnanimo da permetterle di viverci ugualmente fino a quando, ovviamente, non avrebbe trovato un’altra sistemazione.

Nonostante tutto, però, Kagome era intenzione a provarle tutte, anche se… Peggio che andar di notte si era ritrovata a pensare, quando constatò che in banca i suoi risparmi non ammontavano a molto e che l’aiuto dei suoi genitori le sarebbe stato fondamentalmente utile. Si sarebbe anche prostrata ai loro piedi, se fosse stato necessario. Suo padre, però, era sempre più radicato nelle sue convinzioni: il branco Higurashi doveva restare unito.

Ma la salvezza la trovò una sera di agosto, quando parlando con una vecchia compagna di liceo dei suoi progetti ormai andati in fumo, venne a conoscenza di un Casinò aperto da poco.

Tentar non nuoce, Kaggy… le aveva detto l’amica, facendole l’occhiolino. La fortuna potrebbe essere dalla tua parte, per una volta. Se vuoi posso accompagnarti domani sera stessa, mio fratello ha vinto 800000 yen*  la scorsa settimana.

E Kagome aveva deciso di rischiare. Seguendo le direttive di quella vecchia compagna, si era vestita di tutto punto, facendosi i complimenti da sola quando si specchiò poco prima di scendere in strada e salire su un’auto nera appartenente all’amica.

Quando furono al Casinò vennero accolte da un paio di uomini che aprirono loro la porta d’ingresso dopo aver constatato che erano entrambe maggiorenni e non appena misero piede all’interno dell’immensa sala da gioco Kagome sentì le gambe tremarle.

Posso dare una svolta alla mia vita. Posso vincere il jackpot e andarmene finalmente per la mia strada o ritrovarmi con Aki sotto ai ponti per aver perso i miei risparmi.

Tuttavia decise di non andare adito ai suoi pensieri e dopo aver cambiato delle banconote in fiches da gioco seguì l’amica che l’accompagnò al tavolo da blackjack.

Inizialmente Kagome decise solo di stare a guardare, giusto per capire le regole, e quando l’adrenalina, aiutata da un paio di cocktail che si era scolata d’un fatto, salì alle stesse decise di buttarsi e di provare ogni gioco consentitole.

Incredibilmente la dea bendata della fortuna era stata dalla sua parte e quella sera la giovane Higurashi poté tornare a casa con un bel bottino: 24511691.88 yen*.

Non perse tempo, l’indomani chiamò l’agenzia che aveva in dotazione la casa e quando qualche giorno dopo l’agente immobiliare le disse che il proprietario aveva accettato la sua proposta, Kagome non ci pensò su due volte e avvalendosi della doppia cittadinanza e quindi evitando scartoffie burocratiche che le avrebbero potato via innumerevoli mesi di tempo, decise di fare i bagagli e partire il più presto possibile assieme al suo gatto.

I pensieri della ragazza vennero interrotti dal suono del campanello e Kagome, sempre con Aki fra le braccia, si alzò dal pavimento e quando andò ad aprire, aspettandosi di vedere il camion dei traslochi e dei facchini già impegnati a scaricare la sua mobilia.

Tuttavia si accigliò quando vide sulla soglia una bella ragazza, di circa la sua età, sorriderle con una torta fumante e dall’aspetto squisito fra le mani.

«Ciao! Io sono Sango e sono qui per darti il benvenuto nel nostro quartiere, Kagome Higurashi!»

 

Princess Judith’s space.

*800000 yen: dovrebbero essere all’incirca 9791.25 dollari o almeno il convertitore dà questo risultato! ^^

*24511691.88 yen: 300000 dollari (sempre tramite il convertitore)! Scusate, ma non so quanto possano costare le case negli Stati Uniti, quindi datemi tutto come accreditato ù.u hahaha XD

Okay, ben un anno e mezzo fa dissi che per colpa dell’università di non avrei aggiornato con costanza, ma diavolo non credevo che avrei fatto passare così tanto tempo o.o! Comunque, ecco a voi il terzo capitolo di My Dreams, mi dispiace aver fatto aspettare così tanto gli appassionati di questa storia e colgo l’occasione per ringraziare le nove persone che hanno recensito lo scoro capitolo! Spero che voi ci siate ancora nel fandom e spero anche di conquistare nuovi lettori approdati da poco su Inuyasha!

Cos’altro dire, questo capitolo non è un granché, devo riprendere la mano, purtroppo, spero comunque che la storia continui a piacervi e che continuiate a seguirmi ^-^

 

Just enjoy guys!^^

 

Saluti!

Al prossimo capitolo!

 

Princess Judith

 

   
 
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