Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |       
Autore: kyuukai    20/04/2012    1 recensioni
Il canarino odiava la parola 'Destino'. Come era possibile che sin dal momento della nascita le azioni future di una persona fossero già scritte con l'inchiostro indelebile, guidati da una una forza invisibile e potentissima? E che nonostante i propri sforzi non si riuscisse mai a sfuggire alle sue grinfie? Era rassegnato: sarebbe per sempre rimasto nella sua gabbia stretta, a rimpiangere la libertà sottratta dalla sua venuta al mondo, costretto dai fili rossi del detestato Destino a rimanere immobile ed immutato, rinchiuso per l'eternità. Uno straniero venuto da lontano lo farà ricredere, e cambierà la sua vita... radicalmente. E' colui che custodisce la chiave per aprire la sua prigione. Sarà l'ennesimo scherzo del crudele Destino o finalmente la fortuna aveva finalmente deciso di schierarsi al suo fianco? [Naru/Neji, Naru/?]
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

L'uomo ancora zuppo di sudore si alzò con eleganza dal futon e buttò i soldi sul corpo del giovane sfinito ancora chino ai suoi piedi, la testa immersa nelle coltri a coprire il viso.

-Avresti almeno potuto aver far finta che ti piacesse- borbottò l'uomo dai capelli scuri come la notte sparsi alla rinfusa alle spalle.

-Ti do un consiglio, giovane prostituto, la prossima volta cerca almeno di fartelo venire duro, o dubito che ti pagheranno profumatamente come ho fatto io-

La sua espressione severa si indurì alla mancanza di risposta. Il burbero sputò a terra e diede un calcio alla figura raggomitolata sul materasso -Tch, stupido bamboccio-

Il giovane non si mosse di un centimetro quando lo scortese cliente uscì dalla sua camera.

Solo quando fu sicuro di essere rimasto solo si alzò a fatica dal giaciglio e incespicò provando a muovere qualche passo attento a non cadere. Madara-sama non c'era andato di certo leggero con lui, come al solito. Aveva spinto così con forza nelle sue povere interiora che il fondo schiena gli sarebbe doluto per almeno un paio di giorni.

Il suo povero corpo violentato si fermò davanti alla piccola finestra in alto a destra e tese le lunghe gambe pallide per stendere un braccio verso la luce del sole, a lungo proibita. Sentii il dolce tepore della sua luce gentile lambire la pelle, carezzandola amorevolmente, lo stava chiamando a gran voce come un antico amante a lungo perso.

“Perché non vieni da me? Scappa!” sussurrava seducente la sua voce alle orecchie del ragazzo, che chiuse gli occhi e per un attimo sperò di poterlo davvero fare.

Il dolore delle sue povere membra abusate però lo riportò alla realtà troppo presto. Le gambe cedettero sotto sforzo e precipitò a terra.

“E' inutile... il Destino mio è già stato scritto. Sono nato, vivo e morirò dentro una gabbia, schiavo di questo posto fino alla fine dei miei giorni. Non riuscirò mai ad essere libero” pensò sconsolato il giovane canarino, stringendo tristemente le pallide ali al petto.

 

A fatica il ragazzo si rialzò dopo chissà quanto tempo, sfinito e dolorante uscì dalla sua camera. Si sentiva così sporco e unto, forse il padrone gli avrebbe concesso un breve bagno, in fondo da quella mattina aveva 'servito' ben sette clienti, se lo meritava.

A metà del corridoio incontrò uno strano uomo, indossava i vestiti più eleganti che avesse mai visto. Accigliato, il canarino aguzzò la vista ed esaminò con curiosità lo straniero davanti a sé. Appena i loro occhi si incontrarono un brivido percosse entrambi.

Grandi occhi azzurri intensi si soffermarono sul giovane. La sua mano si alzò elegantemente ad indicarlo. Sai-sama sorrise come al solito e condusse soddisfatto il giovane di nuovo dentro, sussurrando al suo orecchio di 'prendersi cura' del nuovo amante. Il ragazzo avrebbe davvero preferito riposare prima del prossimo turno, togliersi di dosso l'essenza del precedente incontro con Madara-sama... Purtroppo se voleva mangiare e rimanere in vita lo doveva fare per forza. Non emise un fiato quando il signore dai capelli neri lo sospinse dentro, verso l'ennesimo cliente.

                                       ...................................................................

Come di suo solito si inchinò al cospetto dell'uomo seduto davanti a sé, e rimase in dolorosa attesa. Quello però non pareva avere nessuna intenzione di parlare.

-Sua signoria vuole dirmi il suo nome?- tentò di dire in inglese con pesante accento giapponese. Lavorando in un bordello vicino al porto era stato quasi costretto ad imparare qualche frase, in modo da assicurarsi anche clienti provenienti da paesi esteri, e di solito aveva funzionato alla perfezione, combinato al suo naturale fascino androgino.

-Alzati, non ti chinare al mio cospetto- sentì dire dall'uomo, il tono della voce calda rassicurante e cortese -Non merito tutta questa reverenza-

Il moro rimase interdetto sentendolo parlare in giapponese. Se questo sconosciuto lo sapeva voleva dire che era di certo che era un pezzo grosso in società, oltre che uno straniero parecchio ricco. Doveva avere parecchi soldi... e non se li sarebbe fatti scappare tanto facilmente. Doveva a tutti i costi sedurlo e riuscire a compiacerlo in tutto e per tutto, e doveva riuscire a farsi venire anche un'erezione, altrimenti...

-Il mio nome è Uzumaki Naruto-

Il moro non aveva ancora sentito mai il nome di quel tizio misterioso, ma gli parve avere un non so che di magico e magnetico, o forse era solo il tono della voce profonda che lo scombussolava.

L'uomo gli tese la mano gentilmente, scatenando la confusione nel ragazzo che lo guardò dritto negli occhi cerulei; lontani ricordi di cieli azzurri infiniti invasero a sua mente, e il cuore si strinse malinconico.

L'uomo capì la sua perplessità e gli mostrò il gesto cortese con calma. Il ragazzo non poté fare a meno di notare quanto calda fosse la sua mano e forte la sua stretta.

-Quando ci si incontra per la prima volta, di solito è buona educazione stringersi e mani, così-

Il moro lo lasciò andare subito dopo, ancora a disagio, e tirò l'obi leggero allacciato davanti pronto a spogliarsi. La voce severa del biondo però lo bloccò.

-Dimmi, fanciullo, vuoi davvero fare l'amore con me?-

La testa mora si chinò di lato, confusa. I grandi occhi chiari perplessi alla parola sconosciuta.

-Cosa vuol dire 'fare l'amore'?-

L'uomo ridacchiò amabilmente alla domanda.

-E' un po' come quello che comunemente tu chiami 'fare sesso'- spiegò il biondo pazientemente -Ma con una bella differenza... - gli fece segno di avvicinarsi, poi gli posò una mano sul petto mezzo nudo, in corrispondenza del cuore, che batteva lentamente, quasi assopito.

-... E sta tutta qui- disse in un sussurro l'uomo occidentale carezzando la pelle pallida del giovane, che lo fissò perplesso. Non avendo ricevuto nessuna istruzione non riusciva a capire giri di parole o metafore. L'uomo ridacchiò all'espressione stranita del giovane.

-Devi aver avuto una vita molto difficile in questo bordello, te lo si legge negli occhi... Dimmi,

vorresti venire con me ed imparare cose nuove?- chiese tentatore lo straniero infilandosi le mani negli strani hakama -Vorresti uscire dalla tua gabbia, canarino, per dare una sbirciata al mondo esterno?-

Il giovane guardò con tanto d'occhi lo strano signore così vicino a lui. I suoi occhioni azzurri seri e amorevoli fecero accendere in lui come una miccia. Cos'era quella strana... sensazione?

Che finalmente qualcuno nella sua vita miserevole avesse preso a cuore il suo benessere?

Non si accorse neppure di stare annuendo. Avrebbe dato di tutto per solo stiracchiare le ali sempre tenute chiuse nella sua prigione troppo stretta.

.......................................

L'uomo venuto dall'occidente parlò a lungo con il suo tutore, discutendo in una lingua a lui sconosciuto, ma alla fine delle trattative ripresero il giapponese.

-Va bene- disse l'uomo col sorriso più scontato che potesse esistere -Se desiderate il mio canarino, ve lo concederò. Avete dei gusti molto particolari, Naruto-sama-

Il signore si girò a sorridergli -Grazie per la gentile concessione, amico mio, e per il thè che mi hai offerto. Spero di tornare ad Edo il prima possibile per rivederci- poi spostò gli occhi sul ragazzo.

-Ti verrò a prendere domani. Nel frattempo, Sai, ti pregherei di lavarlo e prepararlo-

Il padrone annuì con fermezza e gli fece segno di raggiungerlo. Naruto-sama però lo afferrò per il polso e lo costrinse a guardarlo dritto in viso.

-Non mi hai ancora detto il tuo nome, caro fanciullo-

Le sue parole appena sussurrate come corrente elettrica corsero sul corpo del giovane, facendogli venire la pelle d'oca. Socchiuse sognante le iridi incredibilmente chiare.

-Mi chiamo Neji, danna-sama- mormorò affascinato. Naruto si rialzò all'istante e gli sorrise gentilmente.

-E' un bellissimo nome. Ti sta d'incanto- sussurrò facendogli il baciamano.

Sai ridacchiò compiaciuto dell'imbarazzo ora visibile sulle guance del giovane prostituto.

E Naruto mantenne la parola data, il giorno seguente venne a ritirare il ragazzo, che nn si degnò neppure di salutare i suoi pochi colleghi liberi, né tanto meno Sai-sama. Al fianco del suo nuovo padrone notò un giovane uomo, armato di tutto punto e che stava ritto come un fuso, gli occhi cauti sempre sui dintorni. Il biondo passò un braccio intorno alle spalle.

-Questo è Uchiha Sasuke, il mio migliore amico e guardia del corpo. Spero andiate d'accordo, dato che passerete almeno tre settimane insieme, volente o nolente- disse scherzoso Naruto scrollando amichevolmente il ragazzo dai capelli corvini, lievemente disturbato dalle sue dimostrazioni d'affetto. I suoi occhi severi scrutarono intensamente quelli del giapponese e poi a fatica gli porse la mano. Neji quando gliela strinse si accorse di quanto rigido si era fatto. Di quanto dura fosse la sua pelle contro quella del suo palmo, e frigida.

-Vedete? Siete già grandi amici!!-

-Tch, non si può stringere amicizia in così poco. Per quello che so potrebbe attaccarti da un momento all'altro e tagliarti la gola... non che la cosa mi disturberebbe, certo- la frase pungente fu terminata con un ghigno sarcastico.

Naruto caricò un pugno e glielo mostrò minaccioso -Temeee!!!-

Neji fece per mettersi in mezzo ai due litiganti e salvare il suo nuovo padrone, ma sotto i suoi occhi esterrefatti scoppiarono a ridere a crepapelle, dandosi pacche giocose sulla schiena e scompigliandosi i capelli a vicenda.

Non capiva proprio: un attimo erano pronti a saltarsi alla gola, e l'altro se ne stavano tranquilli a divertirsi.

Colse comunque l'occhiata strana che si scambiarono i due, a lui estranea, ma nella quale era evidente il sentimento che li legava. Sapeva tanto di marachelle fatte insieme, anni passati l'uno con l'altro al fianco, fiducia, amicizia e lealtà.

Durò per un istante solo, prima che Uchiha riprendesse la sua compostezza usuale e Naruto tentasse di calmare un eccesso di risate massaggiandosi la pancia.

Il giovane giapponese però voleva sapere... voleva riconciliarsi con le proprie sensazioni e sentimenti, a lungo negati. Voleva anche lui poter guardare negli occhi una persona ed avere la stessa intesa silenziosa di quei due. Ne era geloso.

..............................................

Neji tutto si aspettava se non che il giorno dopo, appena Naruto-sama lo venne a prendere, che dovesse partire. Non aveva mai lasciato la sua città, men che meno il suo paese. Il nuovo padrone infatti gli aveva fatto noto che lui non era originario di Edo, e che doveva far ritorno a casa, in una terra lontana che aveva chiamato 'Inghilterra'. Neji non riusciva neanche a pronunciarlo correttamente, tentò parecchie volte, scatenando le risa del signore straniero.

-Temo che dovrai imparare l'inglese se verrai a vivere con me, Neji-kun. Così potrai capire cosa ti diranno gli altri inservienti a casa- gli disse sempre con quel tono dolce e paziente. La sua guardia dai capelli strani non lo perse di vista neanche per un attimo, anche se passò la maggior parte del tempo appoggiata al muro vicino con gli occhi chiusi.

Per tutta la durata della traversata in mare Naruto si occupò di istruire il giovane nei modi e nella lingua del suo paese natio. Mai si degnò di rimproverarlo, anche quando ci impiegò più tempo a capire; il giovane giapponese comunque parve assorbire come una spugna, ben presto sapeva pronunciare correttamente la maggior parte delle frasi basilari dell'inglese e poteva parlarlo con il suo padrone. Con ogni nuova nozione che imparava Neji si accorse di quanto diverse fossero le loro culture, ma non poteva fare a meno di sentirsi sempre più attratto dall'uomo dal sorriso magnetico.

La sua persona lo scombussolava. Nonostante lo avesse comprato in quel bordello non aveva osato alzare un dito su di lui, se non per scompigliargli i lunghi capelli come ricompensa per aver imparato qualcosa di nuovo. E per la prima volta in vita sua Neji si trovò ad essere insoddisfatto della mancanza di contatto umano con il suo nuovo padrone. Avrebbe voluto chiedere spiegazioni alla sua guardia del corpo, ma pareva essere un uomo molto rigido e che di certo non era moto cortese, se avesse sentito il suo inglese probabilmente lo avrebbe rimproverato o non avrebbe capito nulla.

Anche per questo motivo aveva bisogno di studiare, per capire meglio il suo padrone, e consolidare il legame appena instaurato.

................................

Un pomeriggio grigio ed uggioso decisero di rimanere nella loro camera. Naruto era una persona che si annoiava velocemente, così dopo essersi lamentato a lungo scalciando le gambe in avanti la sua guardia, stufa delle fisime del padrone, era andato a prendergli un mazzo di carte con cui avevano giocato a black jack. Neji non aveva mai visto niente del genere e si sporse sulle spalle del padrone per sbirciare, incuriosito dagli strani pezzi di carta che tenevano in mano. Naruto poi lo fece accomodare al suo fianco e gli spiegò alla spicciola a cosa servissero e come si dovevano usare per giocare. Rimase un po' sorpreso dall'improvvisa vicinanza con l'uomo straniero; da dove si trovava poteva sentire il profumo forte della sua pelle e il respiro lieve.

-Hai capito, Neji-kun?- chiese il biondo scompigliandogli i capelli. Il ragazzo lo fissò stranito ma annuì con decisione, suggerendogli la mano seguente da giocare. Il petto di Naruto si gonfiò di soddisfazione quando vinse contro la guardia, che batté in ritirata prima che lo potesse prendere in giro, e lo carezzò sulla testa in segno di riconoscimento.

-Hai davvero dei bei capelli. Sono così morbidi e fluenti. Magari li avessi io così- disse ammirato il padrone facendo scorrere le mani tra la chioma del giapponese, che gli concesse un bel sorriso. Per Neji anche i suoi ricci all'insù, di quel colore oro, sfavillanti alla luce del sole... erano magnifici, ma non riuscì a racimolare il coraggio per dirglielo, così rimase imbambolato sotto le carezza dell'uomo.

Troppo perso nei suoi pensieri non si accorse che le dita dell'uomo erano arrivate alle bende che fasciavano la parte superiore del suo capo e le stavano levando lentamente. Quando lo fece, Neji si gelò sul posto e guardò spaventato il signore sfilare la stoffa.

-Cos'è questo?- chiese leggermente preoccupato. Toccò con delicatezza estrema i segni impressi sulla fronte del giovane, che tremò a disagio. Aveva sperato che lui non lo vedesse mai, e invece...

-... E' il simbolo di cosa sono- disse allontanandosi dalla presa sicura del padrone -E' il marchio del servilismo, della mia schiavitù... di un prostituto-

Naruto aprì la bocca da cui però non uscì nessun suono tanto era rimasto sconcertato. Ben presto però si riscosse e attraversando la loro distanza lo tirò a sé, affondando il viso nei capelli morbidi. Neji combatté al limite del concesso per liberarsi.

-Io non l'ho mai pensato che tu.... Sei un semplice ragazzo, un umano come me, e meriti di essere trattato come tale- sussurrò dolcemente al suo orecchio, cullandolo tra le braccia.

-Il mio destino era già stato stabilito da prima che nascessi, nella notte in cui mia madre mi concepì- mormorò con un filo di voce il giovane tra le braccia del biondo -Sapeva di non potermi tenere con sé... sarebbe stato più umano eliminarmi dall'inizio, invece di crescermi e poi buttarmi in quel bordello...-

-Non ti azzardare mai a dire una cosa del genere!- esclamò triste accogliendolo meglio contro di sé -Il destino non è assoluto, si può cambiare se ci si mette d'impegno e se lo si vuole davvero!-

Il giovane non poteva credere alle sue orecchie. Il padrone alzò il suo volto con due dita.

-Aveva forse il tuo destino previsto il nostro incontro, e che ti avrei salvato da quel posto infelice?- aggiunse sorridendo dolcemente, gli occhi azzurri incredibilmente vivaci. Il cuore di Neji si fermò per un istante brevissimo, prima di riprendere a battere a pieno regime. Naruto prese la sua mano e la sovrappose all'altra sul petto del ragazzo.

-Finché questo pulserà di vita... non smettere mai, mai di sperare che le cose prima o poi andranno meglio. Anche la più violenta tempesta giunge alla sua fine, e il cielo si rischiarirà. La speranza è un dono fatto agli uomini come noi, quindi usalo con saggezza. Godi di questa nuova libertà, ora che ti è stata data l'occasione-

Neji gli lesse una tristezza indicibile nelle iridi celestiali, ora così vicine...

Non riuscì a vedere con chiarezza cosa accadde dopo, ma non si sa come si ritrovò con le labbra del suo signore premute contro la sua fronte tatuata. Una sensazione a metà tra lo spiacevole e piacevole si estese a macchia d'olio dentro di lui. Appena si staccò, portò la mano a toccarsi la pelle in cerca di chissà cosa. Alle loro spalle Sasuke diede un forte colpo di tosse.

-Padrone... cosa?- chiese il moro sorpreso dallo strano gesto del suo signore. L'uomo lo guardò stranito.

-C'è qualcosa che non va?-

Neji si inchinò ai suoi piedi, la testa bassa sfiorava le scarpe del padrone.

-Mio signore, mi scuso per la mia ignoranza, ma non capisco cosa mi ha fatto. Era un modo a me ignoto per punirmi?-

Naruto sbatacchiò gli occhioni azzurri e fece cenno al ragazzo di alzarsi -No, affatto. Non hai fatto nulla di male in fondo. Quello era un bacio-

La parola suonò strana al giovane servo. Non sapeva il significato. Purtroppo la sua istruzione era ridotta al minimo, da prostituto non era mai servito che sapesse molto, solo le basi del sesso e i vocaboli ad esso collegato. Il fatto poi che sapesse appena la lingua parlata dal suo padrone non aiutava il giovane, che aveva sempre vissuto in Giappone.

-Danna-sama, non comprendo- mormorò nella sua lingua natia.

Naruto lo prese tra le braccia e lo fece sedere sulle gambe robuste. Neji si sentì subito a disagio.

-Non conosci neppure il significato di 'bacio'?- chiese in giapponese, mentre pettinava gentilmente i lunghi capelli morbidi. Pareva proprio di no.

-Baciarsi è un modo per far capire alle persone che si tiene molto a loro, è segno di affetto-

Gli occhi color della neve si spalancarono in sorpresa -Danna-sama...-

Un bel sorriso si aprì sulle labbra ambrate -Ti voglio bene, Neji-kun- disse in inglese prima di riprendere a baciare il suo servo con dolcezza sulla guancia.

Il moro non ricordò di essere mai stato più felice di così. Un sorriso euforico apparve sul viso arrossito.

...........................................

L'Inghilterra era una terra davvero completamente diversa dal Giappone. Neji aveva aspettato con trepidazione l'arrivo dal ponte della nave, il vento freddo freddo sferzava sulle guance arrossate, ma poco importava. Da dietro Naruto non distoglieva mai lo sguardo dal giovane, sorridendo divertito ogni volta che lo sentiva trattenere il respiro o esclamare qualcosa in giapponese. Sasuke dava le spalle ad entrambi, anche lui non vedeva l'ora di attraccare, solo per togliersi quei due bambini di dosso.

La prima cosa che Neji notò degli inglesi fu... la quantità estrema di vestiti che portavano addosso. Era vero che con solo il suo kimono aveva freddo lì... ma era una veste invernale! E se Uchiha aveva detto la verità (ne nutriva seri dubbi) nel 'Regno Unito' doveva essere solo aprile... I suoi occhi increduli sostavano su ogni singolo passante, alcuni camminavano a mento in su dandosi arie per niente, ricche donne che annegavano nel tulle con cagnetti isterici in braccio e vecchi aristocratici che passeggiavano con lussuosi bastoni in oro. Non riuscì a mantenersi calmo, si alzava sulle punte dei piedi per guardarli meglio.

-E finiscila- sbottò Sasuke buttandogli sulle spalle un mantello per difenderlo dal freddo pungente -Se continui a tenere la bocca così aperta vi entreranno le mosche-

Quando il giapponese lo fissò in cagnesco il padrone scoppiò a ridere a crepapelle e trascinò euforico i due verso la carrozza.

La dimora della famiglia Uzumaki era vastissima, Neji pensava fosse anche più grande di tutto il porto ad Edo. Ettari ed ettari di terra erano stati usati per edificare una sfarzosa villa in marmo bianco, alle sue spalle si stagliava un giardino stupendo ed infinito pieno di fiori e piante sconosciute a lui. Neji trotterellò contento dietro i due inglesi. Appena entrati vide una sfilza di inservienti chinarsi al signore della casa e gettare occhiate furtive allo sconosciuto.

-Neji-kun farà parte della nostra grande famiglia da oggi in poi- esclamò gioioso il biondo presentandolo alla servitù -Vi prego di prendervi buona cura di lui. Ci conto-

Li sentì mormorare tra di loro, in molti lo indicavano di nascosto. Di certo Neji non si sentì molto ben accetto. Da quel giorno in poi solo in pochi lo tennero in considerazione, comportandosi gentilmente nei suoi confronti e spiegando le regole della casa, disponibili ad aiutarlo in caso di necessità.

Il giapponese si adattò in men che non si dica alla vita in quel palazzo enorme, certo faceva ancora fatica a ricordare la via giusta per arrivare nei vari ambienti, ma con l'aiuto di qualche buona anima o di Naruto presto se li imparò. La servitù non lo trattava bene, data la levatura da cui proveniva e il luogo (gli immigrati erano ancora rari a quel tempo, e disprezzati non poco), ma per il resto Neji si trovò bene. Solo di una cosa si poteva lamentare: la lontananza dal suo padrone. Aveva passato talmente tanto tempo con lui nel viaggio verso l'Inghilterra che ora che aveva un lavoro da portare avanti non poteva passare molto tempo con lui. E faceva male, fisicamente non averlo attorno. Il suo corpo giovane doleva al solo pensiero del biondo, passò intere notti stretto al suo cuscino invocando il suo nome tra le lacrime. Curioso era che neanche lui sapeva il perché. Un giorno decise finalmente di prendere il coraggio a due mani ed affrontare di petto l'uomo. Dopo averlo cercato per tutta la dimora in largo e lungo, lo trovò seduto davanti al camino a fumare placidamente un sigaro. Il ragazzo rimase incantato dalle labbra dell'uomo che sfiorando appena la parte posteriore aspirasse il fumo esotico e poi lo rilasciasse in nuvole leggere dalle forme astratte ed evanescenti.

-Neji-kun? Cosa fai ancora sveglio a quest'ora? Forse non riesci a dormire?- chiese posando la bevanda sul tavolino ai suoi piedi. Pareva essere leggermente preoccupato per il ragazzo. Le sue mani si tesero verso di lui, come ad invitarlo a venire tra le sue braccia.

-Mio signore, sono qui per lei- mormorò seducente il moro in perfetto inglese, togliendosi le vesti di dosso in un unico gesto della mano. Rimase nudo davanti al padrone aspettando una sua reazione. Il biondo annaspò in ricerca d'aria, aveva abbandonato il sigaro che voleva fumare e quadrava incredulo il suo servo. Neanche si accorse di aver lasciato il suo fumo cadere a terra dove rimase immobile.

-N-neji, io non voglio... - farfugliò a disagio il biondo coprendosi gli occhi cerulei. Il moro però non accettò di buon grado il rifiuto, avanzò fino alla poltrona dove era seduto e spinse il ginocchio tra e gambe del padrone. L'uomo tremò al contatto improvviso e senza volerlo tolse la mano dal viso, facendo apparire le iridi azzurre che Neji adorava così tanto. Sentì le palpebre calare pesanti sui suoi occhi assuefatti dalla forma suadente del giovane, così incantati da non realizzare neanche che le sue mani si erano avvinghiate attorno ai suoi fianchi nivei, e la bocca protesa in avanti...

Il piano brillante del giovane fu stroncato all'improvviso dall'apparizione di un ospite non invitato che si presentò alla porta.

-N-naruto-kun...- mormorò la donna dai lunghi capelli blu elettrico sulla porta, pareva si aggrappasse ad essa per tentare di non cadere, le caviglie deboli tremavano terribilmente come la sua voce flebile.

Appena sentì il corpo del padrone tendersi ancora di più, diventando una lastra di marmo, solo allora Neji si girò a guardarla infastidito.

I suoi occhi incontrarono i suoi gemelli. Grandi iridi del colore dei glicini appena fioriti, spalancati in orrore e sovrastati da folte ciglia lunghe scurissime.

Non capiva, che sapesse solo lui possedeva delle iridi di quel colore così singolare. Il suo protettore in Giappone aveva girato il mondo, visto donne e uomini di ogni genere e gli aveva sempre detto che aveva gli occhi della neve appena caduta, innocenti e fatati. Unici.

A quanto pareva però esisteva un'altra persona al mondo che ne avesse un paio uguali. E la stessa persona ora tremava terribilmente sulla soglia della camera del suo signore, le caviglie deboli parevano potessero cedere da un attimo all'altro.

Naruto trattenne il respiro e in un lampo spostò il giovane per andare incontro alla signora, le braccia aperte per accoglierla prima che cadesse. La donna però mise le mani in avanti, troppo spaventata per parlare, e si gettò tra le braccia della dama di compagnia alle sue spalle.

-Per favore, non si avvicini a madama Hinata- disse la giovane dai capelli rosa confetto -Non è nella condizione di reggere un simile shock-

Naruto scosse con violenza -Sakura, devi capire che non è come sembra! Io non... lui...- prese con delicatezza la mano della mora e la guardò pentito, un'espressione così triste da far stringere il cuore del giovane giapponese.

-... Mia cara...-

Neji tremò a quelle parole.

La donna di nome Hinata alzò il volto pallido come la nebbia, lo sguardo vacuo. Grosse lacrime solcavano la pelle nivea delle sue guance arrossate. Poi fece segno alla dama rosa di andarsene, e lei obbedì fedele, portandola con sé. Naruto naturalmente gli corse dietro, il fiato corto mentre urlava disperato il nome della signora misteriosa.

Il giovane servo rimase al centro della stanza, nudo come sua madre lo aveva fatto.

Non poteva credere a ciò che aveva visto e sentito... Naruto-sama era legato a quella donna? Non poteva essere vero!

Quando alzò gli occhi confusi all'uscio, vi vide appoggiato la guardia suprema, Uchiha Sasuke. I suoi occhi nerissimi si insinuarono nelle pozze chiare dei suoi e in silenzio lo derisero.

-Non so se un essere ignorante come te conosca il significato della parola 'matrimonio'- ghignò il ragazzo dai capelli corvini -Ma il mio signore è sposato con madama Hinata da anni. Temo tu abbia fatto i tuoi conti senza l'oste, se capisci cosa intendo dire...-

Il cuore del giapponese si fermò per un istante, i suoi timori erano stati confermati... Naruto-sama aveva già una compagnia, e non era di certo una donnina di strada. Erano legati in un vincolo religioso, e nonostante Neji non conoscesse il credo cristiano, sapeva che quel tipo di unioni erano assoluti, impossibili da rompere. Il giovane si guardò perso le mani frementi.

-Madama Hinata è affetta da un morbo sconosciuto, che la sta portando via da questo mondo piano piano. Uzumaki-sama ne è a conoscenza, e tenta come può di godere al meglio del poco tempo rimasto- aggiunse il ragazzo, incurante dello stato di nudità del giapponese -Voi siete solo un giocattolo nelle sue mani, l'ennesimo trovatello che ha portato a casa, spinto dalla pietà che prova per te-

L'uomo dai capelli color della notte nonostante il silenzio incredulo del giapponese continuò senza pietà, girando il coltello nella piaga.

-Non lo hai ancora realizzato? Il mio signore vi ha salvato solo perché gli ricordate di sua moglie. Non vi vorrà mai bene quanto ne vuole a lei- detto questo girò i tacchi e proseguì ad uscire dalla stanza con aria di superiorità, lasciando il ragazzo sconvolto e solo nella grande stanza vuota.

Neji alzò lo sguardo ferito alla porta chiusa, mandando maledizioni alla guardia malefica.

Quel Sasuke poteva dire tutto quello che gli pareva, sminuirlo e beffarsi di lui, ma Neji ne era certo: il suo salvatore aveva dei sentimenti per lui, per quanto profondi e celati... il suo cuore ne era sicuro. Lo aveva capito da quando aveva posato gli occhi su di lui, ad Edo...
Naruto era il suo Destino. Ed ora che lo aveva incontrato non lo avrebbe più abbandonato.

.............................

Dopo il primo approccio non molto positivo, Hinata parve calmarsi ed accettare il nuovo servo proveniente dalla sua terra natale. Con grande sorpresa la donna lo convocò il giorno dopo in camera sua, dove ancora più sorprendentemente gli disse che non provava rancore nei suoi confronti, e che Naruto gli aveva riferito la sua storia. La giovane donna era sembrata contenta di averlo lì (anche se Neji era pronto a mettere le mani sul fuoco che il marito l'avesse addolcita), parve rimanere affascinata dal ragazzo, e gli aveva proposto di diventare il suo paggio. Neji naturalmente aveva accettato di buon grado, e da quel giorno in poi aiutò Sakura ad accompagnare la padrona nel giardino dietro la villa, dove passava la maggior parte del dì curando le sue adorate rose bianche o chiacchierando amabilmente con il giovane nella sua lingua natia; tra le tante cose che si dissero Neji venne a sapere che era proprio da lei che danna-sama aveva appreso il giapponese, dato che gli Hyuuga erano originari del paese del sole nascente.

-Potremmo anche essere parenti alla lontana. La somiglianza è inequivocabile- le aveva sussurrato con dolcezza la donna, facendo combaciare i palmi delle loro mani, le sue da fatina e morbide, quelle del ragazzo ruvide e grandi il doppio.

Il giovane la seguiva ovunque, era diventato la sua ombra, e al minimo accenno di debolezza scattava al suo fianco a sorreggerla. Con l'arrivo della primavera divennero inseparabili, e pareva che la signora della casa ne fosse davvero felice, nonostante si facesse sempre più pallida e debole di giorno in giorno pareva riprendersi almeno un po' in compagnia del giovane. Naruto era al settimo cielo, incantato dai due che in poco tempo erano diventato così vicini, e si fermava a sbirciarli dalla soglia della dimora mentre stavano in giardino, regalando ad entrambi sorrisi da togliere il fiato. Ed ogni volta faceva andare in visibilio il cuore del giovane giapponese.

Una mattina come tante Hinata stava togliendo le spine ad un mazzo di rose appena colte, attenta a non pungersi. Il suo nasino sfiorò la corolla candida inspirando il buon profumo del fiore, facendo disegnare sulle sue labbra rosee un bel sorriso.

-Neji- lo chiamò con voce fragile ma indubbiamente contenta -Puoi portare queste rose all'interno e metterle in un bel vaso ricolmo d'acqua fresca? Starebbero d'incanto sul tavolino all'ingresso-

Il giovane annuì ed eseguì all'istante la richiesta della padroncina. Quando tornò la trovò stesa su una panchina di acero a godersi il sole primaverile, la pelle pallidissima pareva rilucere di luce propria.

-Signorina, stia attenta. Il sole la potrebbe bruciare- disse apprensivo aprendo un ombrellino di stoffa e portandolo sul viso delicato della donna. Hinata però lo scansò e chiuse gli occhi, sorridendo.

-Va tutto bene. Non è il sole che sta portando alla deriva la mia vita-

Il giovane gli strinse la mano delicata.

-Potresti farmi un ultimo favore, Neji?- sussurrò la donna. Il ragazzo si irrigidì come un blocco di ghiaccio; la signorina non aveva mica intenzione di morire lì in quel momento vero?-

-Sei molto fedele a me e mio marito, so che ci vuoi bene, e ne sono molto lieta. Scusa se al nostro primo incontro sono stata scortese con te-

-Hinata-sama...-

La donna gli prese emozionata le mani pallide.

-Voglio che tu mi prometti una cosa: che non lascerai mai il fianco di Naruto-kun, anche quando io non ci sarò più...- lo guardò supplichevole con gli occhioni candidi, quanto le rose che piegavano diligentemente la testa al leggero vento primaverile -Ti prego, Neji, prenditi cura di lui quando non lo potrò fare più io-

Solo dopo parecchi minuti Neji, amareggiato, annuì alla sua padrona, che gli baciò la guancia con affetto, finalmente felice.

.....................

Dopo due giorni fu proprio lui a trovarla priva di vita nel suo letto una fredda mattina di maggio.

A nulla valsero le urla del ragazzo che la chiamava a gran voce e le ordinava di aprire gli occhi tra le lacrime, i suoi occhioni rimasero serrati e le sue membra immobili, come pietrificate. Naruto lo raggiunse poco dopo col fiatone, prima di cadere sulle propria ginocchia e fissare il vuoto della camera tenendo stretta la piccola mano pallida della moglie defunta.

Fu la guardia fedele ad allontanare il giovane ancora scosso dal letto di morte della sua signora, con lo sguardo basso.

..........................

Naruto bevve voracemente un altro bicchiere di brandy. Il giovane Uchiha, come al solito al suo fianco, lo guardava preoccupato.

-Non dovrebbe bere così tanto. Non fa bene alla sua salute- disse all'ennesimo sorso buttato giù.

-Zitto...- ruggì il biondo, buttando giù in un solo colpo un altro bicchiere ricolmo.

Non lo aveva mai visto in questo stato così pietoso, neanche quando la vecchia Tsunade era venuta a mancare. Stavolta invece era stata sua moglie ad andarsene, e ne era rimasto molto segnato. Sasuke lo poteva dire con certezza: anche durante il servizio funebre non aveva detto una parola, si era limitato a poggiare una rosa bianca (il fiore preferito della donna) sulla sua bara e poi era tornato al suo posto. In molti accorsero al funerale per dare l'ultimo saluto all'ultima Hyuuga, e tutti diedero le condoglianze al frigido biondo, che strinse le loro mani con indifferenza. Alla fine della cerimonia rimase davanti alla lapide gli occhi coperti dalla frangetta lunga; tutti se ne andarono, lo lasciarono solo, impietositi.

Era stato Uchiha a portarlo a casa a forza, Naruto sarebbe rimasto lì in eterno a fissare con sguardo vuoto la tomba della compagnia sotto la pioggia battente. Gli aveva dato il liquore per riscaldare le membra gelate e bagnate per l'acqua che aveva beccato, ma pareva che ci avesse preso gusto a bere.

-Chiamami... Neji- gracchiò la voce rasposa del biondo tutto d'un tratto.

Le sue spalle tremarono per il più breve degli istanti.

-Mio signore, non mi pare il caso...-

Gli occhi di ghiaccio si impressero sul suo volto. La guardia tremò all'espressione tirannica sul volto del padrone.

-Ora, Sasuke, è un ordine-
Ancora scosso si inchinò come al solito ed eseguì il suo dovere. Non ricordava l'ultima volta in cui Naruto gli aveva dato un ordine...

 

Sasuke fece esattamente come richiesto dal suo signore, sospinse il ragazzo nella stanza e se ne andò dismesso dal suo signore. Neji rimase interdetto davanti al comportamento bizzarro del padrone, che non faceva altro che canticchiare e mescersi whisky. Era ubriaco, e parecchio pure.

Il biondo si alzò a fatica dalla poltrona e raggiunse la credenza in mogano.

-Questo...- disse prendendo in mano un bellissimo piatto finemente decorato -M'è stato regalato dalla famiglia Hyuuga come dono di matrimonio, con la speranza che mi prendessi cura della loro adorata figlia-

Un sorriso maniacale si aprì sul suo volto -A cosa è servito? Nulla! Non ha senso riporlo ancora se sono venuto meno alla promessa!- e lo lanciò contro la parete, mancando di pochi centimetri il giovane spaventato.

-Ecco la teiera in cui le piaceva prendere il thè il pomeriggio. Che me ne farò se lei non c'è più? Non ha senso riporla se è inutile!- e la scaraventò a terra. Mille frammenti di porcellana si sparpagliarono ai suoi piedi. Neji abbassò lo sguardo ferito al pavimento, incapace di vedere il padrone ridotto in quello stato pietoso. Non riusciva a capire il perché fosse stato chiamato al suo cospetto. Fissò addolorato il padrone rompere svariati altri oggetti, prima di prendere coraggio e parlare.

-Danna-sama è arrabbiato con me per caso?-

Naruto abbassò il vaso che aveva in mano, pronto a distruggere anche quello.

-Perché dovrei esserlo? Non è colpa tua che Hinata sia venuta a mancare-

Il giovane rimase senza parole quando sentì il suo padrone parlare in giapponese. Di solito usava sempre l'inglese e solo quando non riusciva a capire di cosa stessero parlando glielo spiegava nella sua lingua.

-Lei... lei se n'è andata senza che gli potessi dire c-che...- la sua voce si spezzò alla fine della frase, forti spasmi fecero tremare il suo corpo.

-Mio signore!- esclamò apprensivo Neji vedendolo cadere a terra, lo afferrò appena in tempo.

-E' inutile... che senso ha ora...- lo sentì gemere tra le sue braccia. Serrò le sue mani contro la maglia del giovane e vi si arpionò come fosse l'unica che gli impedisse di scoppiare.

Neji impietosito poggiò il mento sulla testa del padrone, inebriato dall'odore di buon che emanava.

-Manca anche a me, moltissimo- disse in un soffio il giovane -Era la donna più dolce e gentile che abbia mai conosciuto, bella sia all'interno che all'esterno. Non posso nemmeno immaginare il vostro dolore...-

Preso alla sprovvista dalle parole cariche di gentilezza e sentimento Naruto alzò il viso sbalordito vero il suo servo. Neji trovò ancora una volta il coraggio di parlare col cuore solo perdendosi nelle iridi celestiali dell'uomo che amava.

-Il suo spirito rimarrà sempre al vostro fianco, ne sono certo. Vi amava tantissimo, e non vi lascerebbe mai da solo. E' qui, ricordate?- disse indicando il petto del signore. Gli occhioni azzurri si riempirono di lacrime. Neji non sapeva come aveva fatto a reprimersi dal piangere anche lui, l'ondata di tristezza che lo travolse fu tanta da far tremare il suo corpo. Le sue mani si assicurarono meglio intorno alle spalle del biondo.

-Danna-sama, io sono ancora qui- disse carezzando i corti capelli biondi -E non vi lascerò mai. Non sarete mai solo. Soffriremo insieme-

Solo allora Naruto si lasciò finalmente andare ad un pianto dirotto, il primo da quando la sua dolce metà era venuta a mancare.

Neji lo aveva promesso alla dolce Hinata-sama... si sarebbe preso cura lui del suo uomo per lei.

..............................

Naruto non riusciva più a fare a meno della presenza del giovane giapponese. Passava intere giornate da solo con lui a chiacchierare e giocare a carte, adorava passare i pomeriggi liberi nel giardino seduti su una panchina a prendere il sole, a sorseggiare thè. Sasuke si preoccupò molto dei ribassi della società del biondo, e lo pregò in più occasioni di lasciar perdere gli 'appuntamenti' con il ragazzo e dedicarsi di più al suo lavoro, ma Uzumaki l'aveva sbeffeggiato dicendo che lui si preoccupava troppo e che tutto si sarebbe sistemato col tempo. Purtroppo non fu così: i titoli investiti dal giovane andarono persi con calo della borsa di Londra, e ancora una volta Naruto si ritrovò sommerso dai debiti. La sua fedele guardia fece di tutto per limitare i danni vendendo alcune residenze del suo signore, comprando nuovi titoli più stabili e investendo con moderazione.

Naruto si limitò a ringraziarlo con una pacca sulla spalla, prima di andare a giocare a scacchi con il suo moro preferito.

Ben presto il loro rapporto cambiò radicalmente. Naruto seguiva Neji ovunque, non riusciva a staccare gli occhi dal giovane naturalmente contento delle sue attenzioni, camminavano fianco a fianco per la casa. Leggeri sfioramenti di mani facevano scoppiare di felicità il giovane, ma imbarazzati saltavano lontani come attraversati da una invisibile scossa elettrica, scambiandosi successivamente sguardi sfuggevoli timidi appena l'altro girava le spalle.

Sasuke una volta li beccò in giardino e con disgusto vide il suo migliore amico cogliere una delle dannate rose bianche che Hinata aveva curato ed appuntarla dietro l'orecchio di Neji, che sorrise imbarazzato, contagiando il biondo. La guardia sapeva che prima o poi l'inevitabile sarebbe accaduto. Lui come al solito avrebbe aspettato, pronto al peggio, osservando diligentemente alle loro spalle.

Una sera come tante erano in camera del signore della casa, giocavano a scacchi tranquillamente, solo il camino acceso illuminava la camera inghiottita dalle tenebre. Sasuke per una volta aveva avuto il buon senso di non venire a disturbarli, notò Neji muovendo al tessera del pedone in avanti. Naruto sorrise e la mangiò con il suo re, infliggendo l'ennesima sconfitta al ragazzo. Neji scrollò le spalle emettendo un risolino e tendendo la mano pallida per mettere a posto i pezzi mangiati dal suo sfidante. Fu bloccato all'istante dalla mano ambrata. Affascinato notò quanto le due carnagioni balzassero subito all'occhio. Neji lo fissò con fierezza, seppure arrossendo quando incrociò lo sguardo intenso del padrone. La mano sulla sua cominciò a salire sul braccio, a carezzare la stoffa del ricco kimono addosso al ragazzo.

-Mi lasci...- neanche la sua voce parve essere certa di quello che diceva.

-Non voglio- mormorò il biondo tirandolo con gentilezza verso di lui. Il giovane sbatté con il suo petto, rovesciando gli scacchi a terra, e lo fissò con tanto d'occhi.

-Io ti desidero- sussurrò con voce profonda il suo padrone soffiando sul viso del giovane aria calda e dolce. Neji tremò nell'udire quelle parole.

-... Solo perché le ricordo sua moglie- singhiozzò il ragazzo affondando la testa tra le mani tremanti.

-Non è così. Mi sono innamorato di te nel primo momento in cui ho posato i miei occhi su di te in quel bordello... sembravi così fragile quando ti ho preso, e guarda che uomo sei diventato. Amo la tua essenza e il fatto che ora tu sia libero di esprimere i tuoi sentimenti. Hinata...- chinò la testa mestamente -... Io non l'ho mai amata, sono stati i nostri genitori a combinare il nostro matrimonio-

Neji alzò il capo sbalordito.

-La amavo, ma mai come si dovrebbe fare con una compagna di vita...- allungò la mano per carezzare la guancia del giovane -Non quanto amo te, Neji. Io volevo bene a mia moglie ma non l'ho mai accettata davvero. Non era lo stesso sentimento che provo quando poso gli occhi su di te, mio caro. Sei rimasto imprigionato in quel bordello in Giappone per buona metà della tua vita, allora mostravi solo la metà del tuo vero essere. Qui in Inghilterra libero da qualunque regola e ordine sei sbocciato, o meglio hai spiegato le ali per la prima volta in vita tua. Amo come ti preoccupi per me e mi accudisci con gentilezza come aspetti sempre che cominci prima io a mangiare, come posso parlare in libertà con te, mostrare anche la parte più sciocca di me e non essere mai giudicato- gli afferrò il viso con le grandi mani -Tutto questo non fa altro che rafforzare i miei sentimenti che ardono in me senza sosta... chiamando a gran voce solo il tuo nome-
Il ragazzo aveva le lacrime agli occhi per l'emozione.

-Lo sento qui, Neji- disse posando la mano pallida del ragazzo sul proprio cuore -E fino ad ora non mi ha mai tradito... Dammi la possibilità di esternarli, te ne prego- sussurrò all'orecchio dell'altro, che tremò serrando gli occhi colpito dal fiato caldo e dolce del padrone, ritraendo sensualmente la spalla. Fece sfarfallare le palpebre inebriato dalle sue parole ardenti, dalla sensazione delle sue mani su di lui. Il suo padrone finalmente ricambiava i suoi sentimenti, quante notti insonni aveva passato sperando che lui glieli rivelasse...

-Anch'io vi amo, danna-sama- soffiò con un filo di voce, grosse lacrime solcavano la sua pelle diafana -Non sapete quante volte ho sognato che questo momento arrivasse-

Sul viso del biondo apparve un sorriso dolce alle parole del giapponese.

-Non hai bisogno di chiamarmi con reverenza quando siamo da soli, Neji- mormorò roco sule sue labbra frementi di attesa -Usa il mio nome proprio-

Il suo respiro gentile era come un richiamo di una sirena per il giovane il cui corpo si dimenava in tensione.

-N-naruto...- sussurrò chiudendo gli occhi. Sentì la mano dell'uomo contro la sua nuca attirarlo a sé con dolcezza per far incontrare le loro bocche. Neji non aveva mai baciato nessuno come lo stava facendo ora, come Naruto strofinava teneramente le sue labbra su di lui, come la sua lingua dava dei leggeri picchi per chiedere il permesso di entrare... non aveva nulla a che fare con la violenza e i morsi che di solito i suoi clienti avevano inflitto al sua sua cavità orale. Strillò al contatto inatteso della mani grandi e laviche del suo signore sul suo corpo.

-Scusami Neji... ma non riesco più a contenermi-

Neanche l'altro ci riuscì più appena sentì le mani calde del padrone sul suo addome ora scoperto.

Di cosa si sarebbe mai dovuto lamentare? Dell'amore che il suo adorato metteva in ogni bacio, carezza e tocco? No... mai.

Così Neji chiuse gli occhi e si beò della nuova sensazione del suo corpo trattenuto da quello di Naruto, che ugualmente perso nella passione stava baciando il petto del giovane. Mai Neji avrebbe pensato di sentirsi così bene e allo stesso tempo in imbarazzo davanti a un uomo. Il modo con cui Naruto lo stava toccando lo faceva sentire quasi come una vergine, mai neppure sfiorato, che s'incendiava di lussuria alla minima carezza dolce, esigendone sempre di più. Neji però non lo era più da anni, eppure gli stava capitando una cosa del genere in quel preciso istante. Le mani gentili fecero scivolare a terra il ricco kimono che fino ad allora aveva tenuto indosso e gli occhi cerulei bevvero letteralmente la forma davanti a sé, ogni istante più eccitati ed affascinati. Neji non riusciva a sostenere quello sguardo, si sentì terribilmente a disagio ad essere osservato così nel profondo; pareva quasi che le iridi chiare vedessero oltre il suo corpo, che stessero sbirciando nel suo cuore, nell'anima e leggessero i pensieri che il giovane aveva avuto a suo riguardo. E pareva che gli piacesse.

Sentendo finalmente i gemiti compiaciuti del giovane, Naruto senza ulteriori indugi prese il membro snello del giovane e lo guidò verso la sua bocca bollente, dove lo divorò con avidità, giocando con la punta della lingua sulla cappella e ingolfandolo in un solo boccone. Neji non aveva ami avuto quel tipo di trattamento dai suoi clienti, di solito era stato lui a dare quei servigi a loro. Non immaginava neppure che fosse così intenso quello che gli aveva fatto provare. O forse era la differenza che Naruto-sama aveva detto a lui che c'era tra fare 'sesso' e l'amore'? I sentimenti davvero potevano cambiare radicalmente qualcosa di così barbaro e crudo quale l'accoppiamento?

Tentò con tutto se stesso di non venire nelle fauci del suo amato, arpionò la sua testa dorata con le mani tremanti per cercare di ritardare il suo primo orgasmo, pregandolo di smettere e farlo suo. Il biondo alzò il viso malizioso e dopo essersi leccato sensualmente il residuo del ragazzo dalle labbra tirò con foga la cintura del suo kimono.

Appena Naruto si spogliò delle sue vesti, il corpo di Neji parve avanzare a memoria, ricordava ogni singolo punto di piacere nella forma dell'uomo davanti, conosceva modi e carezze per provocare il piacere più sfrenato, baci da togliere il fiato... in men che non si dica si ritrovò sull'addome del suo signore, con il suo desiderio puntato dritto in viso. Gli occhi accaldati esaminarono affascinati il dio che aveva davanti, allungato sui cuscini morbidi alle sue spalle e riscese a baciargli le labbra ancora una volta, assuefatto dal suo sapore.

-Neji... Neji...- ansimava la voce roca del suo padrone quando finalmente scosse i suoi fianchi muscolosi contro i suoi, producendo una frizione superba tra le due figure frementi. E il ragazzo fece lo stesso, senza mai staccare gli occhi nivei da quelli del suo proprietario. Nel momento in cui Naruto, al limite della sopportazione si spinse nel suo corpo Neji non si irrigidì affatto, anzi lo accolse di buon grado, il suo corpo più che abituato a quel tipo di intrusione. Eppure era diverso, in molti versi: stavolta Neji lo aveva voluto, desiderato da tempo questo tipo di contatto con l'adorato, che però pareva sempre lontano e irraggiungibile, una chimera, una fantasia... ora però diventata realtà. E provava solo sensazioni assolute e incredibilmente potenti, il dolore scordato, mischiate al piacere e a un velo di possessività mentre si reggeva ai suoi capelli d'oro calando sul suo corpo. Lo cavalcò con la grazia di un cavaliere esperto, gettando la testa e i capelli incredibilmente lunghi alle spalle, le sue carni scosse da ogni potente spinta del suo amato, a bocca aperta aspettando il rilascio ed urlando una volta raggiunto. Naruto non ancora soddisfatto lo adagiò sul morbido materasso e lo puntellò ancora un paio di volte prima di grugnire venendo al suo interno e crollando al suo fianco sfinito.

Il giovane sorrise carezzando i capelli d'oro del suo nuovo amante, che inebriato dall'orgasmo gli sorrise di rimando. Neji non era mai sentito così completo in vita sua, riempito dall'essenza dell'uomo che amava, spiritualmente e fisicamente. Gli passò le braccia intorno al collo e lo strinse forte, trascinandolo nel mondo dei sogni con lui, fino all'ultimo istante sussurrò dolcemente il suo nome.

In quella magnifica notte il canarino a lungo recluso aveva spiegato le ali libero finalmente all'aria oscura e spiegato il volo verso cieli stellati.

 

......................

Quando Sasuke apparve sulla soglia della stanza, trovò il giovane solo steso sul letto, i capelli lunghi e castani ricadevano a ventaglio intorno alla testa. Le guance rosse, il fiato corto... mai più soddisfatto. Non servivano i vari segni che il suo padrone aveva lasciato sul suo corpo a testimoniarlo, glielo si leggeva in viso.

Solo dopo parecchio si accorse della presenza della guardia sulla porta. Si passò provocante una mano su tutto il petto, lentamente la fece scorrere lungo tutta la sua forma ansante e lo fissò con sfida. Appena lesse la rabbia negli occhi scuri e severi, che di solito restavano freddi e composti, Neji gettò all'indietro la chioma scura e rise, rise in faccia al rivale finché non ebbe più ossigeno nei polmoni.

Aveva vinto, ora Naruto-sama apparteneva a lui. E lui al suo padrone.

...............................

Un uomo camminava con eleganza per le stanze riccamente decorate della villa degli Uzumaki, i capelli lunghi mulinavano intorno alle sue spalle leggermente scoperte, sospinti dal vento gentile di mezza estate. Vestiva solo una leggera vestaglia nera, che lasciava ben poco all'immaginazione. Tutte le inservienti e perfino qualche maggiordomo si voltavano al suo passaggio per non perdersi nemmeno un movimento dell'aristocratica figura che avanzava a piedi scalzi. Le donne invidiose ed affascinate da cotanta bellezza, gli uomini semplicemente scontenti dell'aria altezzosa che emanava il giovane.

Si fermò solo una volta arrivato alla cucina, dove imperioso ordinò ai vari cuochi di andarsene e lasciarlo da solo. Quelli lo fissarono sconcertati, l'ora di pranzo era vicina e dovevano apprestarsi a preparare il pasto per il loro padrone. Il giovane colse l'indisponenza della servitù e rovesciò tutte le pentole ribollenti sui fornelli a terra, le iridi glicine brillavano di una luce maniacale. Un sorriso sprezzante si disegnò sulle sue labbra fini e peccaminose.

-Avete sentito il mio volere, feccia, o devo ripetere ancora una volta affinché i vostri cervellini recepiscano il messaggio? Fuori-

I cuochi feriti nell'orgoglio si inchinarono ai piedi dell'essere e sparirono velocemente, lasciandolo solo. Il moro ghignò alla scena, amava mettere in ridicolo coloro che fino a qualche mese fa lo trattavano peggio di spazzatura.

Fece cadere tutte le stoviglie posate sull'imponente tavolo legno di ciliegio, che caddero a terra producendo un rumore simile alle campane argentine che si sentivano suonare a festa la domenica. si stese sulla superficie incerata ed afferrò un grappolo di uva, staccandone i chicchi con le dita affusolate. Leccò lascivamente il succo di ogni piccolo acino con la lingua affilata, poco preoccupato che gli schizzi rovinassero la sua veste elegante. Ad un semplice gesto avrebbe potuto averne un'altra, molto più ricca e bella.

La porta si aprì e svelò la figura imponente del padrone della casa, seguito a breve distanza dal sempre fedelissimo Sasuke, che ripose la lunga spada scintillante nell'elsa al suo fianco.

-Ecco dove ti eri cacciato, Neji!- esclamò l'uomo biondo aprendo contento le braccia -Ti nascondevi da me?-

Il moro sorrise maliziosamente e scosse i lunghi capelli castani, lasciando scoperta la fronte tatuata. Naruto vi passò amorevolmente le dita. Non gli aveva più permesso di coprirla da quando s'erano conosciuti, tanto adorava la fiducia che gli concedeva il moro a mostrarlo in giro.

-Io nascondermi da te?- cinguettò il ragazzo protendendosi verso l'uomo -... Mai. Ho aspettato a lungo il tuo ritorno, Naruto-

Gli occhi scuri di Sasuke lo fulminarono all'istante, sapeva che avrebbe fatto meglio a non prendersi tutta quella confidenza chiamandolo con il suo nome di battesimo, ma come al solito Naruto non disdegnava. Infatti si avvicinò a circondare con le braccia il collo niveo e piantò un bacio umido sulle labbra già schiuse per accoglierlo. Ben presto il suo adorato signore lo raggiunse sul tavolo, dove si avvinghiò alla sua intera figura, e mani predatorie gli aprirono con foga la veste leggera lasciandolo libero e godendo alla vista del suo corpo pallido e sodo.

Quando Naruto lo lasciò riprendere fiato, Neji spostò il viso e lo lasciò mordergli la spalla. Un gemito soddisfatto gli scappò. La bocca del giapponese si tesero in un ghigno appena notò la rigidità nella forma della guardia, ancora ferma sulla soglia, e gli sorrise beffardo. Mormorò adorante il nome del suo padrone, che appena riemerse dal suo petto ordinò all'Uchiha di lasciarli soli con un semplice gesto del braccio, solo per tornare a concentrare la sua attenzione morbosa per il giovane intrappolato sotto di lui.

-Il mio canarino...- soffiò affascinato baciando le guance arrossite. Neji aveva le lacrime agli occhi per la felicità, stringendo con forza il corpo dell'adorato a sé.

......................................


Cosa ne pensate? Era la mia prima fanfiction, e vorrei davvero sapere i vostri pareri a riguardo, perché sapete alla fine io sono la mamma di questa storia e il mio giudizio è di parte! XD Anche le critiche costruttive sono ben accette, quindi sentitevi liberi di fare appunti sul mio metodo di scrittura (dato che è da poco che scrivo!), finché appunto sono cortesi!??' Ah, comunque la storia dovrebbe essere di tre capitoli, li posterò appena riesco ad ultimarli! Fino ad allora vi auguro una buona giornata!! Alla prossima, bella gente!!!
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: kyuukai