N.D.A.
Ci sono delle strofe (in corsivo sulla vostra destra) tratte da una
canzone di Fabrizio de Andrè, La guerra di Piero.
Vi consiglio di leggerla ascoltando la canzone (:
L’estate
che viene a
maggio.
Riesci a vedere soltanto il nero. Qualche sfumatura cambia quando le nuvole coprono il sole.
Riesci a dimenticare tutto.
La guerra.
Non ti viene in mente nient’altro. È l’unica cosa che vorresti dimenticare.
Ma sai che quando ti alzerai da quest’erba soffice, quando troverai la forza di aprire gli occhi, la guerra tornerà.
Senti dei passi.
Sirius sa quanto ti piace sdraiarti qui. Soprattutto sdraiarti qui con lui.
Decidi di non aprire gli occhi. Lui vi poserà le tue mani e ti chiederà “Chi sono?”.
Quello che non sa è che riconosceresti le sue mani tra mille.
Sirius non arrivò mai.
L’ultima cosa che vedesti fu il verde. Non il verde dell’erba, il verde che oscurò la luce che il sole rifletteva sui tuoi occhi.
Cadesti in
terra senza un lamento
e ti
accorgesti in un solo momento
Che la tua
vita finiva quel giorno
E non ci
sarebbe stato un ritorno.
Chi diede
la vita ebbe in cambio una croce.
* * *
Il suo corpo. Il corpo della sua Emmeline.
Era uno dei primi giorni di maggio, di quelli che sanno d’estate più delle calde mattine d’agosto.
Sanno della voglia d’estate. Voglia, desiderio, che rendono quei giorni i più belli.
Emmeline ora aveva bisogno di quei giorni. Aveva bisogno di qualcosa che la riportasse alla normalità.
Ne avevate bisogno entrambi.
Sapeva dove sarebbe andata.
Lui l’avrebbe raggiunta e, posando le mani sugli occhi chiusi di lei, le avrebbe chiesto “Chi sono?”.
E lei avrebbe indovinato, perché riconosceva sempre le sue mani. Le avrebbe riconosciute tra mille.
La trovò sdraiata a terra, con gli occhi chiusi.
Posò le sue mani sugli occhi di lei, ma lei non rispose.
Ninetta
mia crepare di maggio
Ci vuole
tanto troppo coraggio
Ninetta
bella dritto all'inferno
Avrei
preferito andarci in inverno.
* * *
Resterà qui.
Resterà qui per sempre.
Nella natura, in questo campo che per lei è l’estate.
L’estate che viene a maggio.
La più bella.
La più desiderata.
Quella di cui abbiamo più bisogno.
Emmeline Vance morì felice.
Morì gustando un attimo di normalità.
Morì aspettando l’amore della sua vita.
Morì vittima di una guerra di cui non aveva colpa.
Morì al sole.
Dormi
sepolto in un campo di grano
Non
è la rosa non è il tulipano
Che ti fan
veglia dall'ombra dei fossi
Ma sono
mille papaveri rossi.
Cantuccio Ismeniano_
Grammatica e Punteggiatura: 9,2/10
Stile e forma: 10/10
Caratterizzazione: 10/10
Originalità: 10/10
Uso prompt e pacchetto: 4/5
Gradimento personale: 5/5
Totale: 48/50
Caratterizzazione.
Non sappiamo niente di Emmeline Vance, per
cui ho valutato la profondità della caratterizzazione. E il
risultato è che tu sei stata eccezionale, mi sembra di
conoscere Emmeline da sempre. Sei riuscita a creare un personaggio,
praticamente. Eccezionale, davvero!
Originalità.
Si tratta di un personaggio poco
discusso, ma la tua originalità sta nel modo in cui lo hai
presentato. La scelta del momento, la scelta dei pensieri, tutto
diverso da ciò che si legge in giro.