Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: I n o r i    20/04/2012    10 recensioni
Lucy Heartphilia si trasferisce a Magnolia nell'inverno dei suoi sedici anni. Ormai abituata a cambiare città o perfino paese da quando ha ricordo, s'impone di rispettare la sua personale ed anche più importante regola: non affezionarsi a nessuno.
Questo, ovviamente, finché non inizia a frequentare la Fairy Tail High School! Amori, amicizie e momenti colmi di gioia l'aspettano...ma la sua nuova e divertente vita potrà durare per sempre?
Enjoy it! :)
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levy McGarden, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Rallentò un po' il passo, notando la casa di Lucy in lontananza.

Era corso via così, improvvisamente, senza darle una motivazione logica. Ma, dopotutto, era sicuro che se lei fosse venuta a conoscenza di ciò che aveva intenzione di fare, l'avrebbe fermato senza pensarci due volte.

Si fermò ansimando e si asciugò qualche goccia di sudore sulla fronte.

Quindi si avvicinò alla porta, leggermente insicuro.

Si, ci sarebbe riuscito. A tutti i costi.

Dopo aver bussato aspettò qualche attimo. Era corso via anche completamente convinto di trovarlo in casa, il padre di Lucy. Ma adesso, notando che quella porta non veniva aperta da nessuno, capì che, evidentemente, la sua era una convinzione sbagliata.

<< Maledizione! Non è in casa! >> Diede un forte calcio alla porta difronte a lui e si sedette, noncurante della terra che stava sporcandogli i pantaloni bianchi.

Dalla bocca di Lucy non erano mai uscite parole gradevoli riferite a suo padre, ma lui sapeva bene che l'unico modo che aveva per non farla partire era convincere quell'uomo.

Perciò avrebbe aspettato anche per ore davanti a quella casa, se necessario.

 

 

 

 

 

 

 

<< Aaah! Ma dove diavolo è finito?! >> Si chiese, sospirando. Camminava da una buona manciata di minuti, chiedendo a chiunque le si presentasse davanti se da quelle parti fosse stato visto uno stupido ragazzo con i capelli di un colore alquanto incredibile.

Provò a chiamarlo al cellulare un paio di volte, senza ricevere nessuna risposta. E la cosa la stava irritando parecchio: perché non le dava mai ascolto, quello scemo? Faceva sempre di testa sua, non pensando alle conseguenze dei suoi genti.

Passando davanti ad un negozio di vestiti, guardando il suo riflesso sulla vetrina, si ritrovò un sorriso ebete sul volto. Persino quando rifletteva sui difetti e le cose strane di Natsu, le sue labbra si piegavano in un sorriso che non era in grado di controllare.

Si sentiva sempre un po' sola, quando non c'era. Anche se in quel momento era circondata da una marea di persone, vedeva bene che la sua figura, riflessa su quella vetrina, appariva un po' strana. Non era completa.

 

Sbuffò, riponendo nuovamente il cellulare nella borsa, dopo aver chiamato Natsu per l'ennesima volta senza aver ricevuto alcuna risposta.

Forse avrebbe fatto meglio ad avviarsi verso casa.

 

 

 

 

 

 

Il sonnellino di Natsu venne interrotto dal rumore dei passi del padre di Lucy, che, notando il ragazzo poggiato alla porta di casa sua, lo guardò in malo modo, chiamandolo a gran voce << Che ci fai tu qui? >>

Si ricordava bene di quel ragazzo dai capelli rosa che aveva trovato, giusto qualche mese prima, in camera di sua figlia, mezzo nudo.

Natsu aprì gli occhi lentamente, per poi balzare letteralmente in aria, appena mise a fuoco la figura dell'uomo che aveva davanti.

Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando era arrivato alla casa di Lucy, sapeva solo che si era fiondato là per incontrare il padre della ragazza, perciò, ora che se lo trovava davanti, non doveva far altro che sputare fuori dalla bocca tutto ciò che aveva da dire.

<< Lei è il padre di Lucy, vero? >> Chiese tutto d'un fiato, guardandolo negli occhi.

L'uomo piegò le labbra in un mezzo sorriso, che, in realtà, appariva più come un ghigno inquietante.

<< E tu chi saresti, ragazzino? >>

Natsu, un po' imbarazzato, porse la mano all'uomo. << Mi chiamo Natsu, ho diciassette anni. Sono il fidanzato di sua figlia. >>

Il padre di Lucy sembrò restare impassibile difronte a quella dichiarazione.

<< Fidanzato, eh? >> Disse, rimembrando le parole della figlia di qualche mese prima. Anche lei aveva definito quel ragazzo il suo fidanzato. Assurdo, decisamente assurdo.

<< Che sei venuto a fare qua, ragazzo? È tardi, faresti meglio ad andartene a casa. >> Affermò poi, infilando la chiave nella serratura.

<< Aspetti! Sono venuto qui per parlarle! >>

L'uomo si bloccò. << Non ho tempo per ascoltare le lagne di un ragazzino. >>

Natsu prese la maniglia della porta e la richiuse violentemente, lasciando il padre di Lucy sbigottito.

<< Si tratta di Lucy. >>

L'uomo lo guardò in malo modo. Come si permetteva, quel ragazzino, di comportarsi in quel modo, non mostrando neanche un minimo di rispetto?!

<< Ti ho già detto che non ho tempo da perdere con questa storia. Ti sei invaghito di mia figlia, eh? Beh, come biasimarti, Lucy è una bella ragazza. Ma dovresti rassegnarti all'evidenza. >>

<< Evidenza? >>

L'altro soffocò una risata, scuotendo il capo.

<< Non penserai mica che la vostra relazione potrà durare ancora per molto, vero? Dovresti ringraziarmi per non essere intervenuto prima, riguardo alla questione. Non sei all'altezza di stare al fianco di un membro della famiglia Heartphilia, ragazzino. Mi dispiace che Lucy ti abbia illuso fino a questo punto. >>

Natsu abbassò lo sguardo, incapace di sostenere quello del padre di Lucy.

<< Lucy non mi ha sicuramente illuso. Noi ci amiamo. >> Esclamò infine, stringendo la mano, ancora poggiata alla porta, in un pugno.

<< Amore? L'amore non porta da nessuna parte nella vita, faresti meglio a ricordartelo. >>

<< Ma io..io riesco a renderla felice! Se lei si trasferisce, portando Lucy con sé... >>

<< Cosa vuoi saperne tu della felicità di mia figlia?! >> Il padre di Lucy interruppe la frase di Natsu

urlando, facendo voltare verso di loro alcune persone che percorrevano il viale difronte alla casa.

<< Io sono l'unico che può dare un futuro felice a mia figlia! >> Continuò poi, sempre a gran voce.

<< Potrò anche saperne meno di lei, ma l'unica cosa di cui sono convinto è che non la renderà per niente felice portandola via da questa città, dove finalmente ha trovato degli amici e delle persone che le vogliono bene! >> Questa volta ad urlare era stato Natsu, suscitando la rabbia dell'uomo che aveva davanti.

<< Non mi faccio dire da nessuno come comportarmi nei riguardi di mia figlia, so bene ciò che è giusto per lei! Di amici se ne farà altri, se proprio vorrà. Lucy sarà l'erede dell'impresa Heartphilia un giorno, quindi non può permettersi di mandare in frantumi il futuro perfetto che le ho costruito solo per un ragazzino e per un paio di amici. Non permetterò a nessuno di ostacolare i miei piani. Lucy un giorno sarà felice di tutto questo. >>

Natsu, preso dalla rabbia, sbatté il pungo sulla porta, noncurante delle nocche graffiate e leggermente insanguinate.

<< Cosa ne sa lei, di ciò che vuole Lucy?! Ha mai provato a parlarne con lei? Chi le ha dato il diritto di decidere della sua vita, senza tener conto dei suoi sentimenti?! Lucy non vuole trasferirsi, questo lo sa?! >> Detto questo lasciò cadere il braccio lungo il fianco, stanco.

<< Per favore...la prego, Lucy non vuole tutto questo... >>

<< Come ho già detto, non tengo conto delle parole di un ragazzino. Ho già espresso il mio parere a riguardo, perciò adesso dovresti tornartene a casa. Lucy partirà con me, che le piaccia o no. >>

Detto ciò si ritirò dentro casa senza dire più una parola, lasciando un Natsu tremante davanti alla porta ormai chiusa. E, dopo poco, cadde sfinito in ginocchio, affondando le dita nel terriccio sotto di lui.

<< Non doveva andare così, merda! >>

 

<< Natsu! Ma che ci fai qui?! >>

Natsu alzò il volto di poco, trovandosi quello di Lucy a pochi centimetri dal suo. Tempismo perfetto.

<< Lucy... >>

<< Che è successo? Alzati... >> Gli porse una mano e lui la prese, alzandosi da terra ma senza proferire parola.

Lucy lo guardò stranita e un po' preoccupata.

<< Mi vuoi dire dove sei stato tutto questo tempo? Ti avrò chiamato una decina di volte! >>

Natsu abbassò lo sguardo. << Ero venuto a parlare con tuo padre. >> Ammise, mordendosi il labbro inferiore.

Lucy sussultò. << Con mio padre? >> Chiese nuovamente, sperando di aver capito male le parole del ragazzo. Ma non gli diede neanche il tempo necessario per rispondere.

<< Ma che ti è saltato in mente, Natsu?! >> Andare a parlare con suo padre, ma dove aveva la testa?

<< Pensavo di poterlo convincere in qualche modo! >> Esclamò l'altro, sentendosi attaccato.

<< Io almeno ci ho provato! Cosa avevi intenzione di fare altrimenti, per non partire? >> Continuò quindi.

Lucy si massaggiò le tempie con le dita. La testa le stava scoppiando.

<< Non lo so, ma avremmo trovato un modo! Parlare con mio padre ha sicuramente peggiorato solo la situazione! E poi non avresti dovuto scappare in quel modo, facendo tutto di testa tua! >>

Il ragazzo rimase immobile qualche secondo.

<< Bene, allora risolvi tutto da sola! >> Detto questo, senza neanche salutarla, cominciò ad avviarsi verso casa sua, prima che Lucy lo fermasse prendendogli una mano.

<< Non ho detto che non voglio il tuo aiuto! Lo sai che ho bisogno di te! >>

Perché non riusciva a capire? Litigare con lui in un momento simile a cosa sarebbe servito?

Cosa sperava di ottenere così? Lucy poteva benissimo comprendere la sua rabbia: suo padre non l'aveva neanche ascoltato e Natsu non vedeva più via d'uscita, difronte a quel problema. Forse lei era stata un po' troppo dura, ma lui doveva capire che comportandosi in quel modo non avrebbe ottenuto un bel niente.

Natsu si slegò dalla presa della bionda e continuò a camminare lungo la strada, ignorando le parole della ragazza.

<< Aspetta, Natsu! >>

<< Tuo padre non cambierà idea! >> Urlò, voltandosi nuovamente verso di lei.

Lucy sussultò, guardandolo negli occhi.

<< E forse ha ragione. Che motivo hai per restare qui? >> le sue labbra disegnarono sul suo volto un sorriso triste, privo di speranza.

<< Forse è vero che il futuro che lui ha in serbo per te ti renderà più felice. Tu sei Lucy Heartphilia... >>

<< Cosa..cosa stai farneticando? >> Gli occhi le bruciavano, forse non ce l'avrebbe fatta a trattenere le lacrime neanche questa volta.

<< Io non sono Lucy Heatphilia! Io sono Lucy! Lucy e basta! >>

Natsu strinse i pugni e abbassò lo sguardo.

<< Mi dispiace. >> Sussurrò, prima di voltarsi e correre nella direzione in cui stava andando poco prima, non lasciando a Lucy neanche il tempo per rendersi conto di ciò che stava accadendo.

La lasciò sola. E questo le bastò.

 

 

 

 

 

Quando si richiuse la porta alle spalle appoggiò la schiena contro di essa, cominciando a singhiozzare.

L'unica persona in cui davvero credeva e in cui aveva riposto tutta la sua fiducia, oltre che al profondo amore che provava per essa, se n'era andata.

Non aveva avuto neanche le forze per corrergli dietro, dopo ciò che Natsu le aveva detto.

L'unico di cui aveva bisogno in quel momento era lui. E lui non c'era.

Evidentemente era proprio come suo padre. La considerava Lucy della famiglia Heartphilia.

Aveva mai pensato a lei solo come Lucy?

Lei pensava di essere la sua Lucy.

 

<< Lucy, alzati da lì. >>

Lucy sussultò, ritrovandosi suo padre davanti.

<< Dovresti riporre tutta la tua roba negli scatoloni che ho portato in camera tua, sbrigati. Part- >>

La ragazza gli rivolse uno sguardo sfuggente.

<< Io non verrò. >> Rispose con un filo di voce, interrompendo la sua frase sul nascere. Si alzò e si asciugò le lacrime che le ricoprivano gli occhi.

L'uomo restò in silenzio qualche attimo, fermandola però quando ormai stava per riaprire la porta di casa.

<< E dove pensi di andartene? Se anche tu scappassi adesso, sai benissimo che i miei sottoposti riuscirebbero a trovarti. >> Disse, sempre con il suo tono pacato che, a Lucy, sembrava noncurante e menefreghista.

<< L'hai sentito, no? L'ha detto anche quel ragazzo che dovresti partire. >> Continuò poi, sorridendo beffardo.

Lucy sussultò, e, presa dalla rabbia, digrignò i denti e si voltò a guardarlo. << Ci stavi ascoltando?! >> Urlò, ormai con le lacrime agli occhi.

<< Non rivolgerti in questo modo a me! >> Le disse di rimando lui, a gran voce, prendendola per un braccio.

<< Lasciami! >> Lucy cercò di divincolarsi dalla presa forte di suo padre, ma senza successo.

<< Non ci voglio venire con te! Non l'hai ancora capito?! >>

Ma l'uomo si avvicinò ancora di più, continuando a guardarla negli occhi.

<< Non hai altra scelta, Lucy. Va a preparare la tua roba, partiamo domani. >>

La bionda spalancò gli occhi, sperando di aver sentito male. Il cuore le batteva all'impazzata.

<< D-domani? >> Chiese, ma suo padre non le rispose neanche e chiuse la porta di casa a chiave, per poi andarsene e portare la chiave con sé.

 

 

 

 

 

 

 

Quella notte Lucy pianse tutte le lacrime che aveva. Che scelta aveva, a questo punto?

Suo padre non le avrebbe permesso di restare per nessuna ragione al mondo.

Era successo tutto troppo velocemente, pensava di avere ancora qualche settimana per escogitare qualcosa, e invece i suoi vestiti erano già riposti negli scatoloni presenti nel corridoio, segno che il giorno dopo sarebbe veramente partita.

Quella era...l'ultima notte che avrebbe trascorso in quella stanza, in quella casa. In quella città.

Si affacciò alla finestra sopra al suo letto e vide che le luci della casa di Natsu erano spente.

Sospirò. L'aveva richiamato qualche minuto prima, e lui non aveva risposto neanche quella volta.

Sarebbe veramente finito tutto così?

Non sarebbe neanche andato...a salutarla? A baciarla? A tentare di riprendersela?

 

Lucy si disse che forse era meglio così, anche se tutto ciò le provocava un dolore lancinante in ogni minima parte del suo corpo e del suo animo.

Forse era davvero la cosa più giusta. Lui avrebbe sofferto sicuramente di meno, se lei si fosse fatta detestare andandosene così, senza neanche dirgli niente.

Ma quel pensiero l'abbandonò all'istante: non poteva neanche pensare che l'ultimo ricordo che avrebbe avuto di Natsu sarebbe stato il suo sguardo arrabbiato e il suo sorriso malinconico.

Lei aveva ancora tanto da dargli, aveva ancora tanto amore per quel ragazzo.

E l'avrebbe avuto per sempre.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il telefono di Levi vibrò improvvisamente da sotto il suo cuscino, e questo la costrinse a svegliarsi.

Dopo essersi messa i suoi tanto amati occhiali notò che quel rumore era dovuto ad un messaggio inviatole da Lucy.

Guardò la sveglia sul comodino: erano le 01.45, che aveva d'importante da dirle a quell'ora della notte?

 

“Levi-chan, io...partirò domani. Sarò all'aeroporto alle 08.30. Un biglietto di sola andata per l'Inghilterra. Spero che...almeno tu ci sarai.

 

Mi dispiace.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

...Ehm, salve? *cerca di ripararsi dai pomodori che le lettrici di questa fic le stanno lanciano*

Quanto tempo è trascorso dall'ultimo aggiornamento? Quasi tre mesi? Dio, sono pessima.

E mi dispiace. Veramente, è un ritardo allucinante.

E poi torno con cosa? Con un capitolo lungo si e no cinque pagine e mezzo di word, scritto così e così ed anche molto confusionario, a parer mio.

Si, lo ripeto, sono pessima.

E voi invece siete dei tesori, sempre gentilissime e premurose, quindi vi ringrazio con tutto il cuore

se non vi siete ancora stancate di seguire questa fic.

Grazie <3

Spero che il capitolo non sia stato troppo deludente, nonostante sia caduta nell'OOC svariate volte. Purtroppo non riesco più a controllarlo, il nostro Natsu, perciò so di essermi distaccata parecchio dal suo personaggio.

Comunque, grazie a chi leggerà e lascerà una piccola recensione! <3

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: I n o r i