Trecentonovantaquattro.
Trecentonovantacinque.
Trecentonovan . . . Boom!
Alzò il volto di scatto, il principe dei Sayan. Quel rumore sordo, un rumore talmente forte da rimbombargli nei timpani. Uscì di corsa dalla camera gravitazionale diretto verso la direzione in cui aveva sentito quel  trambusto.
Nulla. Vi era il nulla. Una nube bianca gli appannava la vista e pizzicava il naso. Impiegò pochi secondi per individuare una testolina lilla sotto una miriade di elettrodomestici.
Senza troppe cerimonie la prese per un braccio tirandola fuori da quel bunker.
“ Che diavolo hai combinato?!”
Lei non lo guardava. Lo sguardo fisso sulle ciabatte color caramello.
“ Ti rendi conto del baccano che hai fatto? Sembrava che qualcuno fosse entrato e, e  . . .”
Ma non terminò la frase, lo sguardo fisso su di un grande libro aperto dove gli era facile riconoscere una grafia ben nota.
”  È ora di cena, vo-volevo preparare qualcosa. Proprio come faceva la mam-“
Ma un rumore sordo la fece tremare, lo sguardo ancora fisso sul pavimento dove erano ora depositati decine di fogli.
“ Vattene in camera tua, e non farti vedere!” tuonò con rabbia il sayan.
Sentì distintamente un singhiozzo sommesso prima di non avvertire la presenza della bambina.
Si accasciò al pavimento.
Stanco, era stanco. Eppure non avrebbe dovuto, forse era ancora in tempo per . . . No. Lui era il principe dei sayan.
Semplicemente non poteva.
 
                                                                                      ***  
Scusatemi per il terribile ritardo, ho avuto qualche problemino con la connessione internet.
Ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le preferite e seguite. Ed ovviamente tutti coloro che hanno commentato. Grazie mille!
Ecco un minuscolo passo del prossimo cap.
“ Lui non ama nessuno. È colpa sua, solo sua. Preferirei fosse morto lui . . .”