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Autore: _Hiromi_    20/04/2012    3 recensioni
Eccomi qua con una nuova ficcy su KHR! Spero possa piacervi!^^ pairing: 8059 *_* + 1827
Per Gokudera Hayato quella giornata si sta rivelando più pesante e difficile da sopportare di quel che pensasse: sembra che tutta la sfortuna del mondo si sia abbattuta su di lui in un sol colpo! E questa convinzione non può che aumentare quando si trova costretto ad accettare l'aiuto di quell'idiota di Yamamoto Takeshi contro la propria volontà! Secondo il dinamitardo quello è davvero uno dei giorni più sfortunati della sua vita, ma, chissà, forse si sbaglia e quella giornata gli porterà anche qualche piacevole sorpresa...
A voi scoprirlo, cari lettori!! ^o^ kisskiss!!
_Hiro_ =)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti!!!
Dopo un bel po' di attesa ecco a voi il terzo capitolo^^ In realtà non sono per niente convinta di come è venuto fuori, ma l'ho scritto di getto, e modificarlo dopo si è rivelato assai complicato^^''' Per questo motivo mi piacerebbe sapere com'è venuto, e se magari c'è qualcosa che devo cambiare o migliorare...i consigli sono sempre ben accetti!^^
Buona lettura!!

***

Quando Hayato si svegliò la prima volta non riuscì neanche a capire cosa gli accadeva intorno. La testa gli martellava violentemente, aveva tutto il corpo indolenzito, sentiva le palpebre pesanti e non provò nemmeno a sollevarle. L'unica cosa di cui era consapevole nella semi-incoscienza era di quel piacevole tepore che lo avvolgeva, quella sensazione di sicurezza che lo tranquillizzava e che lo fece addormentare nuovamente in pochi minuti.

Quando Hayato si svegliò la seconda volta si sentiva molto meglio: il mal di testa era diminuito e riuscì anche ad aprire gli occhi senza problemi.
'Che palle...' si ritrovò a pensare 'lo sapevo io che ci mancava solo la febbre per completare questa magnifica giornata...'
Piuttosto irritato con la Dea Bendata che quel giorno aveva deciso di stargli molto, molto alla larga, si guardò attorno per capire dove si trovava: era steso sul suo letto, vestito con la sola biancheria intima e avvolto dalla pesante trapunta. Per un attimo non capì perché avvertiva un peso sul fianco ma, quando si ritrovò a sfiorare con le dita il braccio di qualcuno, ricordò ciò che era successo e il viso gli andò letteralmente a fuoco.
'Yamamoto! Quel bastardo!'
Fece per voltarsi e tirargli un pugno in faccia, furioso e decisamente imbarazzato, ma la stretta sul suo addome era troppo ferrea e lui troppo debole per riuscire a liberarsene, perciò si rassegnò a restare in quella strana posizione, con la schiena premuta contro il petto bollente di quel maniaco del baseball che poco più di un'ora prima aveva osato spogliarlo quasi fosse una bambola. Arrossì di nuovo al ricordo di quelle mani che lo privavano di ogni indumento fradicio, lasciandolo completamente nudo ed indifeso davanti allo sguardo sfacciato del moro.
'Dio! Che vergogna!' pensò serrando con forza gli occhi nel tentativo di scacciare quell'imbarazzante immagine 'Ha visto tutto! E mi ha toccato dappertutto!!' si disperò ancora, ignorando meglio che poteva quello strano formicolio che gli attraversò le membra al pensiero di quelle dita che lo sfioravano mentre lo spogliavano, un formicolio che si stava rivelando fin troppo piacevole per non essere preoccupante.
Si portò le mani al viso per nascondersi, confuso e preoccupato da tutte quelle sensazioni che non riusciva a comprendere e che lo inquietavano con la loro intensità, lasciandolo come in balia di una violenta tempesta interiore che non sapeva come affrontare.
'Che mi sta succedendo?' si chiese 'Perché un ragazzo deve farmi sentire in questo modo? E perché proprio quell'imbecille senza cervello?!'
E fu in quel momento che si ricordò di un altro piccolo, insignificante dettaglio: lui che chiedeva a Yamamoto di stendersi affianco a lui, spostando le coperte ed invitandolo a raggiungerlo sul letto.
'O MIO DIO! Che cosa ho fatto? Come mi è venuto in mente!?!' In quel momento aveva freddo, i brividi lo scuotevano con forza, e l'idea di avere Takeshi vicino a sé gli era parsa irresistibile e così aveva agito senza riflettere. Ma che gli era preso?!
Chiuse ancora gli occhi, stravolto, e qualche tremito gli scosse il corpo: e adesso come avrebbe spiegato quel suo stupido, irrazionale comportamento?!
Prese un profondo respiro per calmarsi e poi un altro ancora, dicendosi che si stava preoccupando troppo: se il discorso fosse saltato fuori, avrebbe dato la colpa alla febbre, avrebbe detto che non era in sé, e non ci sarebbero stati problemi. E anche quella inspiegabile confusione e le strane sensazioni che il moro gli provocava erano chiaramente colpa della febbre: in fondo, perché mai avrebbe dovuto volere quell'idiota vicino a sé?

Quando Hayato si svegliò la terza volta non si era nemmeno accorto di essersi addormentato. Ancora mezzo assopito si girò su se stesso e mugugnò di piacere nel sentire le braccia di Yamamoto avvolgerlo, e subito sentì il corpo dell'atleta irrigidirsi contro il suo, ma non se ne curò troppo e continuò a godersi quel piacevole tepore che lo avvolgeva. E stava per appisolarsi di nuovo quando la voce dell'atleta lo riportò bruscamente alla realtà.
-...perché dovevo innamorarmi proprio di te?-
Il cuore di Gokudera perse un battito, completamente sotto shock, e istintivamente si strinse ancora di più al corpo del moro, quasi volesse sparire al suo interno per non dover affrontare quella confessione inaspettata. Aveva la mente totalmente in bianco, non riusciva a pensare a nulla che non fossero le parole dell'atleta; continuavano a rimbombargli nella testa in continuazione, come un disco rotto, senza sosta, e anche se sapeva di averle veramente sentite non riusciva a credere che l'altro le avesse pronunciate sul serio.
'Ho sentito male...non è possibile...non ho mai avuto l'impressione che...'
Ogni pensiero venne interrotto nel momento in cui Yamamoto gli afferrò il mento e sentì qualcosa di caldo e morbido posarsi sulle sue labbra, e a quel punto il suo battito cardiaco andò del tutto fuori controllo: lo stava baciando! Era un tocco appena accennato e delicato ma, per quanto inesperto in quel campo, era innegabile che quello fosse un bacio.
'Mi sta baciando.... fu l'unico pensiero coerente che riuscì a formulare.
Veloce come l'aveva iniziato il moro interruppe il contatto, e il cuore del dinamitardo si bloccò quando si accorse del rischio che correva in quel momento: e se si accorgeva che in realtà era sveglio?
Per fortuna il problema non si pose perché Takeshi, anche volendo, non si sarebbe mai potuto accorgere della finzione di Gokudera nonostante questa fosse evidente: era sconvolto tanto quanto l'altro, sorpreso per quello che aveva appena fatto e terrorizzato dalle forti emozioni che quel misero contatto era riuscito a risvegliare in lui. Un solo bacio l'aveva profondamente turbato e infiammato, l'aveva mandato in fibrillazione, gli aveva spento il cervello, l'aveva eccitato con una facilità preoccupante, e ora si ritrovava a dover fronteggiare un'erezione che, complici i pensieri poco casti di poco prima, doleva per il bisogno di essere soddisfatta.
'Porca...che situazione del cavolo!'
Senza rifletterci Yamamoto si fiondò fuori dal letto e dalla stanza, lontano da quella tentazione irresistibile, da quel corpo magro che lo seduceva e faceva nascere in lui desiderio, brama, e quel senso di colpa che non poteva trascurare, un continuo tormento che gli ricordava che era sbagliato provare simili emozioni per un ragazzo, per un suo amico, e che non era giusto approfittare della debolezza di un compagno in quel modo.
Eppure, in quel momento, era troppo preso dal suo bisogno, dalla sua voglia, per potersi preoccupare di altro, e così si chiuse in bagno, si tolse la vestaglia e si infilò sotto la doccia, e dopo perse completamente la connessione con la realtà, preso solo dal proprio piacere.
Intanto Hayato, ancora immobile sul letto, stava cercando di mettere ordine nelle sue emozioni, sempre più caotiche e complicate. Già prima era molto confuso riguardo ai suoi sentimenti, ma ora, dopo quel lieve bacio rubato, non riusciva neanche a pensare coerentemente; era arrabbiato, decisamente furioso con quel bastardo che aveva approfittato della sua debolezza per spogliarlo, toccarlo e baciarlo, eppure non riusciva ad ignorare quella lieve sensazione di benessere e soddisfazione che lo avvolgeva e lo riscaldava, quasi avesse aspettato quel momento da tanto tempo...
'Che mi succede? si chiese per la centesima volta in quella giornata, per la millesima volta in quella settimana, per l'ennesima volta da quando si era accorto che quel maniaco del baseball lo faceva sentire strano.
Quando sentì i passi di Yamamoto che si avvicinavano si ranicchiò sotto le coperte, coprendosi il viso, gli occhi chiusi e le guance arrossate; si irrigidì un poco quando capì che era vicino al letto, ma così silenzioso come si era avvicinato il moro si allontanò, chiudendo la porta della stanza alle sue spalle. Quando sentì anche la porta d'ingresso chiudersi con un attutito tonfo, Gokudera si mise a sedere poggiando la schiena contro la testiera, e fu allora che notò il bigliettino poggiato sul cuscino. Con una mano tremante lo afferrò, portandolo lentamente davanti al viso, quasi avesse paura delle parole che vi avrebbe letto, e dopo aver preso un profondo respiro per calmarsi, si decise a dare un'occhiata al messaggio.

Mi dispiace di averti lasciato solo. Se hai bisogno di qualcosa chiamami.
Yamamoto
.

In un primo momento Hayato provò una lacerante fitta di delusione: tutto lì? Quattro parole in croce? Ma in fondo, che altro si aspettava? Un'altra dichiarazione d'amore? Qualche frase sdolcinata per augurargli una pronta guarigione? Poi, accorgendosi della piega che stavano prendendo i suoi pensieri, si impose di ignorare quella sgradevole sensazione.
'Mi sto rincretinendo. Perché dovrei aspettarmi qualcos'altro? E' solo quel maniaco del baseball pervertito, non m'importa che se ne sia andato...'
Eppure ti manca. gli fece notare una vocina nella sua testa, e quel fugace pensiero lo fece irrigidire, sconvolto, poi scosse il capo e si sfiorò la fronte con una mano. 'Idiozie. Probabilmente mi sta tornando la febbre.' si disse deciso mentre tornava a stendersi.
Eppure, dando un veloce sguardo al biglietto prima di poggiarlo sul comodino e pensando a quel deficiente che non faceva che preoccuparsi inutilmente per lui, non riuscì a trattenere uno sbuffo divertito e un mezzo sorriso, e poco dopo si riaddormentò.

***

Yamamoto non riusciva a capire cosa stesse succedendo, ne tanto meno perché stesse accadendo. Si era sforzato di pensare ad una spiegazione plausibile e ragionevole, ma non aveva cavato ragno dal buco nonostante i suoi sforzi.
Il suo problema? Gokudera lo stava evitando senza motivo.
Takeshi chiuse gli occhi e si stese completamente sul letto.
”Perché Hayato mi ignora?” si chiese per l'ennesima volta ”Avrò fatto qualcosa di sbagliato?”
Sospirò e si girò su un fianco, irrequieto.
Non capiva il motivo, non capiva e soffriva per quello. Anche se non era molto gli mancava potergli stare vicino, potergli parlare e poter scherzare con lui; cavolo! gli mancava pure litigare con lui!
E oltre a patire per la lontananza immotivata dell'altro, non riusciva a scacciare il timore che il dinamitardo avesse scoperto i suoi sentimenti e lo stesse evitando perché disgustato.
”No, no, no, no...è impossibile, sono stato attento, mi sono comportato come sempre...”. Eppure, nonostante cercasse di rassicurarsi, quella paura rimaneva accesa dentro di lui, impossibile da ignorare.
Si girò ancora sul letto, incapace di rilassarsi.
Erano state due settimane difficili, lunghissime, in cui si era ritrovato a evitare a sua volta il guardiano della Tempesta e Tsuna, terrorizzato all'idea di esser stato scoperto e di esser stato rifiutato ancor prima di provare.
Che pessima situazione...non posso continuare a scappare così, ma non so che fare...
Si rigirò per la milionesima volta e alla fine, esausto, si addormentò.

***

   
 
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