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Autore: natsumi90    15/11/2006    7 recensioni
Lo so che è stupido aspettarti qui, lo so che non verrai. Come potresti? Non ci sei più![Iruka]
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tic

Tic tic

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…………………..

 

 

 

Era da qualche giorno che sul villaggio di Konoha incombevano nubi nere che presagivano pioggia, che finalmente aveva iniziato a scendere.

 

Iruka aveva notato che da quando la Volpe era stata sconfitta non un solo raggio di sole era riuscito a filtrare attraverso quella fitta barriera.

 

 

 

Se ne stava seduto davanti all’entrata dell’accademia, da cui ormai erano andati via tutti, e aspettava…

 

Qualche goccia riusciva ad evitare il riparo improvvisato del ragazzo e a bagnargli il viso, ma lui non ci faceva caso, e aspettava…

 

 

………………………….

 

 

“Iruka, tesoro, che cosa ci fai sotto la pioggia? Vieni sotto l’ombrello o ti ammalerai. La mamma oggi ha avuto un po’ da fare ed è arrivata in ritardo, ma tu non la devi aspettare fuori.”

 

“Ma mamma, se sto dentro non riesco a vedere quando arrivi dalla strada!”

 

Il bambino le corse incontro inzuppandosi di acqua e di fango, ma neanche sentiva il freddo perché adesso c’era la mamma e tutto sarebbe andato bene.

 

 

…………………………………..

 

 

Guardò la strada.

 

Un sospiro gli uscì dalle labbra.

 

Gli era sfuggito.

 

Non avrebbe dovuto. Era troppo tardi per sospirare.

 

Era troppo tardi per emettere un qualsiasi suono che non fosse un assoluto silenzio.

 

LEI non avrebbe più emesso nessun suono. LEI non avrebbe più parlato, sorriso o anche solo respirato.

 

Per quanto lui avesse guardato quella strada, per quanto avesse aspettato di vederla spuntare da dietro quell’ angolo e sorridergli come faceva ogni volta che andava a prenderlo all’accademia, non sarebbe cambiato niente.

 

La mamma non c’era più, punto e basta.

 

 

……………………

 

 

Era una giornata piovosa e il tempo non prometteva miglioramenti.

 

Il bambino correva dietro alla madre che, per quanto lui cercasse di accelerare il passo, stava sempre qualche metro più avanti.

 

“Mamma aspettami!!!!”

 

“Sbrigati Iruka, altrimenti i negozi chiudono e se non compro la cena, chi lo sente tuo padre?!”

 

Il bambino le correva dietro senza guardare a dove metteva i piedi, era  troppo impegnato a tenere lo sguardo fisso sulla schiena di sua madre.

 

Nella sua testolina aveva la convinzione  che se solo avesse abbassato gli occhi, la sua mamma sarebbe scomparsa senza lasciare nessuna traccia del suo passaggio e lui sarebbe rimasto solo, lì, in mezzo alla strada.

 

Purtroppo per lui non vide una pozzanghera scivolosa che gli  si era formata davanti, così cadde rovinosamente sul marciapiede, ferendosi il volto.

 

Naturalmente iniziò a piangere, un po’ per il dolore un po’ per la brutta sensazione che gli faceva sentire il sangue che colava lungo le guance.

 

La madre lo guardò preoccupata, ma poi prese un fazzoletto ed iniziò a tamponare la ferita.

 

“ È tutto a posto, tesoro mio. Piangi pure se ti fa male, ma ricordati che con te c’è la mamma.

E finché sarà con te ti proteggerà a costo della sua stessa vita.”   

 

Sorrise

 

“Un giorno, quando sarai più grande e riguarderai i segni di questa brutta caduta, riderai perché avrai avuto altre centinaia di motivi più validi per piangere.

Ma dovrai trattenere le lacrime, piccolo mio, perché ai ninja è vietato mostrare le proprie emozioni.

Ma adesso piangi pure finché vuoi, amore, perché non sei ancora un ninja, e agli occhi della mamma sarai sempre il suo bambino.”

 

……………..

 

Portò una mano fino al punto dove si era ferito quel giorno. Un cicatrice aveva sostituito il sangue che lo aveva tanto impressionato.

 

Iniziò a bruciargli.

 

Io sono cresciuto da quel giorno mamma. Mi sono diplomato e adesso sono un genin, un ninja a tutti gli effetti.

 

Eppure sento questa cicatrice sotto la mia pelle e NON RIDO, mamma.

 

Per niente.

 

E NON PIANGO, mamma.

 

Perché sono un ninja. E i ninja non possono esprimere le proprie emozioni, mamma.

 

Me lo hai insegnato tu.

 

Sentì che anche gli occhi iniziavano a bruciargli, ma fece un respiro profondo, rimandando così nei polmoni tutta l’aria che minacciava di voler uscire sotto forma di singhiozzo.

 

E non ho mai neanche smesso di guardare la tua schiena, ma tu sei scomparsa lo stesso e mi hai lasciato qui, solo, magari non in mezzo a una strada, ma quando sei solo non fai più neanche molto caso a dove ti trovi. Non fa più differenza.

 

Rivolse di nuovo lo sguardo alla strada.

 

Lo so che è stupido aspettarti qui, lo so che non verrai.

Come potresti? Non ci sei più!

 

Gli occhi cominciavano a sembrargli roventi.

 

Però almeno finché sto qui ho la minima illusione che vedrò spuntarti da quell’ angolo, che non è cambiato niente e che tu tornerai a sorridermi in quel modo che mi fa sentire così bene.

Perché finchè c’è la mamma va tutto bene, no?

 

Ma se lei non c’è?

 

 Cosa devo fare se tu non ci sei? Questo non me l’ hai mai detto.

 

Il viso completamente bagnato dalla pioggia riuscì a mascherare quell’unica lacrima che uscì dai suoi occhi. Lui neanche se ne accorse, o forse fece finta di non essersene accorto.

 

Perché lui era un ninja, e i ninja non mostrano le proprie emozioni.

 

Tictictictictictictictictic tic tic tic

Tic tic

Tic

 

Un tiepido raggio di sole, il primo dopo tanti giorni scuri, si fece spazio tra le nubi nere, illuminando un po’ il paesaggio.

 

Ma nel cuore del ragazzo la pioggia avrebbe faticato molto di più a cessare.

 

 

***********************

 

 

Questa fic la dedico alla cicatrice del maestro Iruka, per la quale nutro una passione sviscerata.

Lo so che non è normale venerare una cicatrice, ma lo rende così puccioso!!

 

Bacioni

                                                                                                                natsumi90

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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