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Autore: Bake di Cera    21/04/2012    1 recensioni
Marina ha venti anni, frequenta l'università e coltiva il sogno di diventare una cantante di musical; i suoi amici l'accompagnano sempre ai provini, facendo il tifo per lei. Laura, compagna di studi di Marina, è innamorata di Daniele, nonostante Ludovico cerchi di farle capire che per lui non è altro che un'amica.
Un pomeriggio, l'ennesimo provino. Una svolta? Sicuramente porterà alla conoscenza di nuove persone: la dolce inglese Eleanor, l'apparentemente ingenua Angelica e quell'uomo dall'aspetto così rude...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brindo alla musica e alla poesia

Marina tentò di rallentare i battiti del proprio cuore, mentre il respiro le diveniva sempre più frammentato e il colorito della pelle assumeva una tonalità a dir poco cadaverica.

Laura le diede un colpetto dietro la testa, tentando di trasmetterle tranquillità, nel suo modo particolare, e la spinse ad entrare nella sala dove si sarebbero svolte le prime prove del musical.

La stanza era piuttosto grande, con un magnifico pianoforte al centro e un piccolo palco sul fondo, coperto da un sipario rosso fiammante.

Prima ancora che le due ragazze potessero guardarsi bene intorno, Alessandro le avvicinò, abbracciandole con il suo solito atteggiamento esuberante.

Quando Marina riuscì a liberarsi dalla stretta del ragazzo, notò che su una sedia, intento ad accordare una chitarra, c'era un moro dall'aspetto molto concentrato.

Alessandro seguì lo sguardo della cantante e si illuminò in un sorriso, dirigendosi subito verso il chitarrista.

- Lui è Matteo, un mio carissimo amico! Suonerà insieme a me le musiche dello spettacolo.

Il ragazzo alzò gli occhi scuri dallo strumento e rivolse un'occhiata scettica all'amico.

- Quello che Alessandro intende dire è che lui suonerà, mentre io delizierò le orecchie degli spettatori, infondendo in loro un senso di sicurezza e di speranza.

Aprì la bocca in un sorriso storto e si alzò in piedi, per presentarsi alle ragazze.

- Il mio nome è Matteo, ma voi potete chiamarmi Vostra Grazia, o Maschio Alfa, ma anche Maschio Gamma: mi è sempre piaciuta di più come lettera, rispetto all'alfa!

Laura e Marina gli sorrisero, condividendo il pensiero che il musicista appariva già loro come molto simpatico.

Alessandro passò un braccio attorno alle spalle dell'amico e lo guardò, affettuoso:

- Andrete sicuramente d'accordo con lui, anche se è un tronfio suonatore di Gibson. E quando non suona, ci procura anche i film brutti, i peggiori che si possano trovare sul mercato. Lui li colleziona.

- I francobolli mi annoiavano, - si limitò a dire Matteo, alzando le spalle.

Marina adorava il sarcasmo nelle persone e, per quanto la riguardava, il ragazzo aveva già guadagnato la sua stima, riuscendo anche a distrarla dalla tensione accumulata per la sua prima prova come Trilli.

Inoltre, sebbene non lo trovasse affascinante per i suoi canoni – aveva i capelli corti ed era molto magro – c'era qualcosa nei suoi occhi neri che l'aveva subito attratta, facendola sentire a suo agio con lui, come se lo conoscesse da tempo.

Laura si andò a sedere vicino ad Alessandro, mentre questo gli raccontava di tutti i progetti che stava portando avanti e di quanto desiderasse scrivere altri tre musical.

- Non dovresti prima focalizzarti su questo?

Lui si passò una mano tra i capelli, raggiante.

- Oh, ma c'è tempo per tutto! Stavo pensando di scrivere un'opera rock sulla caduta di Satana, poi ti racconto, sono certo che ti piacerà!

Dopo poco entrarono nella stanza Gabriele e Angelica, intenti a conversare di qualcosa che evidentemente la ragazza stava trovando davvero divertente, vista la risata sguaiata che le tuonò dal petto. Quando riconobbe Marina e Laura, aprì le labbra in un sorriso affettato e si avvicinò ad entrambe, per salutarle con il bacetto.

Gabriele si rivolse subito a Laura, fingendo di cercare la sua ombra.

- Guarda, ho cercato ieri sotto al mio letto, ma ho trovato solo calzini sporchi, mi spiace!

Laura intrecciò le braccia e lo guardò torva, arrossendo un po' e rivolgendogli uno sguardo scettico.
- Secondo me l'hai rubata tu: è proprio una mossa da pirata!

Marina perse il filo del discorso dopo poco, acquisendo in un momento il panico che il primo impatto con Matteo le aveva tolto.

Stefano sarebbe arrivato da un momento all'altro e lei non era assolutamente pronta a recitare con lui. Chiuse gli occhi un momento, inspirando lentamente, e tese le orecchie per ascoltare la conversazione degli altri e distrarsi almeno un pochino.

Sentì la voce acuta di Matteo rivolgersi a quella tonante di Gabriele: stavano discutendo di qualcosa di informatico, o almeno così le era parso di capire.

- Insomma, hai curato tu la parte grafica di Twitter per iPhone? Dovevo immaginarlo: non funziona un granché. Ma è tua anche quella di Facebook?”

Gabriele fulminò con gli occhi azzurri l'amico, fingendosi offeso.

- No, non è mia quella di Facebook!

- Ah, perché quella funziona, invece.

Marina scoppiò a ridere, di nuovo tranquilla, e ringraziò mentalmente il chitarrista per l'effetto antistress che aveva sulla sua psiche.

- Buona sera a tutti.

La voce profonda di Stefano invase la sala e lo stomaco di Marina parve volere uscire fuori dalla pelle e farsi un giro per il mondo.

Si voltò lentamente verso il ragazzo, che sorrise nella sua direzione, togliendosi una sigaretta dalle labbra e gettandola nei rifiuti.

Laura soffocò una risata nel vedere l'amica perdere nuovamente colore e tremare vistosamente davanti all'energumeno, e notò Gabriele farle l'occhiolino.

Alessandro corse ad abbracciare Stefano, per poi rivolgergli uno sguardo incantato e impaziente, come un bambino in attesa di una storia fantastica.

- Iniziamo a suonare, mio adorato?

Stefano annuì all'amico e si avvicinò alle due ragazze del cast, per spiegare loro come si sarebbero svolte le prove.

- Inizialmente, analizzeremo ogni singolo personaggio, per essere sicuri che ognuno di voi sia perfettamente a suo agio con il carattere e il background del ruolo interpretato, in modo tale che possa indossare le sue vesti alla perfezione. Io e Gabriele abbiamo già iniziato questo percorso un anno fa, quindi ci focalizzeremo su di voi. Dopo il riscaldamento vocale e una prova veloce dei vostri singoli pezzi canori, ci divideremo e proveremo le parti recitate.

Marina ascoltò con riverente silenzio il discorso di Stefano, riflettendo su quanto fosse professionale e cercando di tacere la parte della sua testa che le urlava apprezzamenti sul ragazzo che poco avevano a che fare con la sua integrità lavorativa.

Angelica si ravvivò i capelli e rispose con un acuto “prontissima!”, che innervosì Laura al punto di avere voglia di strozzarla e gettarla dalla finestra.

- Bene, Gabriele si occuperà della tua preparazione, Angelica, mentre io lavorerò con Marina.

Addio, autocontrollo.

Una specie di mugolio strozzato uscì dalle labbra di Marina, che tentò di soffocarlo con una finta tosse.

- Sì sì, bene. Ora però fateci suonare, non posso fare tardi: la mia pelle non sarebbe così perfetta se non dormissi regolarmente otto ore a notte!

Matteo rivolse uno sguardo insofferente a Stefano e strinse la sua chitarra nera al petto, pronto ad iniziare. Alessandro gli fu accanto e afferrò un basso che giaceva appoggiato ad un muro della sala.

- Purtroppo il bassista e il batterista stasera non ci saranno, quindi faremo senza la mia chitarra e senza la ritmica, ma l'importante è iniziare ad entrare in confidenza con i brani.

Matteo sbuffò, guardando l'amico accordare il basso.

- Prendila così: magari scopri che con quattro corde te la cavi meglio che con sei!

Alessandro gli lanciò un laccetto per capelli che aveva stretto al polso, ridendo.

Quando furono pronti, suonarono il pezzo solista di Wendy, mentre Marina si sgranchiva la voce, stringendo i pugni e mordendosi le labbra, in preda al panico.

Angelica, invece, sembrava assolutamente tranquilla: aveva il mento sollevato, lo sguardo sicuro, e si pavoneggiava in un modo davvero odioso.

Laura notò un'occhiata di disprezzo provenire da Matteo e provò un moto di simpatia ancora più forte per lui, ma poi notò che il ragazzo pareva essere rivolto più verso Stefano, che verso la ragazza.

La canzone finì e Gabriele fece i complimenti ad Angelica, per poi posizionarsi in un punto della sala ed iniziare ad approfondire la parte con lei.

Marina attese che Alessandro e Matteo iniziassero il suo pezzo e focalizzò tutta l'attenzione che riuscì a raccogliere sul proprio personaggio e cantò con voce ferma e decisa.

Considerato che la sua parte era quella della gelosa Trilli, non le fu troppo difficile inserire un moto di gelosia per l'intollerabile Wendy, immaginandosi proprio il viso di Angelica e il suo essere così insopportabile.

Era riuscita talmente tanto nel suo intento, che quasi non si accorse che la canzone era giunta a termine, e tornò alla realtà, soddisfatta del suo operato.

Il sorriso sulle labbra di Stefano le tolse il fiato e quasi perse i sensi quando la avvicinò.

- Ok, direi che possiamo iniziare con l'analisi del personaggio.

Alessandro si alzò e Matteo lo seguì, posizionando la chitarra nella custodia.

- Ragazzi, noi andiamo via, vi lasciamo alle vostre prove singole! Laura, se vuoi puoi venire a prendere un gelato con me, e poi ti accompagno di nuovo qui, per tornare a casa con Marina!

Laura accettò la proposta e uscì dalla sala, insieme ai due musicisti, salutando l'amica e ridendo della sua espressione angosciatissima.

- E' proprio brava Marina, sono così contento del cast finale!

Alessandro entrò in macchina, pimpante ed euforico, mentre Matteo posava il suo strumento nel portabagagli della propria auto, parcheggiata accanto a quella dell'amico.

- E poi, credo che non le verrà molto difficile fingere di essere innamorata di Peter Pan, eh?

Laura si voltò verso Alessandro, che le rivolse un occhiolino.
Matteo chiuse lo sportello e si accese una sigaretta, per poi prendere posto alla guida della sua Renault Clio nera.

- Mmm, non mi dire che abbiamo un'altra fan di Stefano?

- Così pare!

- Bah. Buona notte, ragazzi, vado a sognare di essere il padrone assoluto del mondo. Aspetta... lo sono!

Matteo alzò una mano, in cenno di saluto, e partì, sparendo poco dopo.

Laura, che normalmente non avrebbe chiesto informazioni ad un quasi sconosciuto, si sentiva talmente tanto tranquilla con Alessandro, che si adagiò sul sedile e gli chiese:

- Non gli è simpatico Stefano?

Alessandro, per natura pettegolo, sembrò approfittare dell'occasione di parlare di pettegolezzi come una manna caduta dal cielo.

- No, lo odia da sempre, perché non sopporta che le ragazze preferiscano lui alla propria divinità, solo perché – per usare parole sue –assomiglia più ad un armadio che a una persona. In realtà, io penso che sotto certi profili si assomiglino più di quanto creda, come nella serietà nel lavoro e nella passione per la musica, ma Matteo è troppo sensibile alle sconfitte per superare la cosa. Dice sempre che lo batterà un giorno.

Accese la macchina e uscì dal parcheggio, continuando a chiacchierare amabilmente.

- Adesso ti offro un bel cono al cioccolato e tu racconti un po' di Daniele, eh?

Laura arrossì e abbassò lo sguardo.
- Daniele? Perché?

Alessandro scoppiò a ridere, inserendo un cd nel lettore dell'auto.

 

- Mi piace molto come lavori, riesci ad entrare totalmente nella parte, complimenti.

Stefano posò una mano sulla spalla di Marina, che avvampò violentemente, e gli rivolse un timido sorriso, passandosi i capelli dietro le orecchie.

- Bene, direi che per stasera può bastare. Ricordati di fare gli esercizi di respirazione diaframmatica e di imparare il dialogo con Peter Pan iniziale, così la prossima volta possiamo provare insieme.

Si girò verso Angelica e Gabriele, che stavano ancora provando, e fece cenno a Marina di seguirlo fuori, per continuare a parlare.

Nel parcheggio, si accese una sigaretta, appoggiandosi al muro accanto alla porta.

Marina tentò di distogliere l'attenzione da lui, fissando il pavimento, imbarazzata.

Fortunatamente, il cellulare le squillò in quel momento, e le fornì la scusa valida per non parlare con lui, dimostrandogli quanto fosse impacciata.

- Laura? Sì, abbiamo finito, potete tornare.

Posò il telefono nella borsa e notò lo sguardo del ragazzo fisso su di lei.

- Era la colonna sonora del film Dracula di Coppola, vero?

- S-sì. E' un film che venero...

- E' molto bello, lo amo anche io.
E io amo te.

- Eccoci, abbiamo finito anche noi!

Angelica aprì la porta della sala, uscendo con impeto e gettandosi praticamente tra le braccia di Stefano.

- Sarai fiero di me, Peter!

Marina imprecò mentalmente per la mancanza di bambini smarriti ai quali commissionare l'uccisione di una intollerabile e viscida Wendy.

 

- Peter!

Laura si voltò verso la voce; sorrise individuandone la provenienza.

- Ciao, Gabriele.

- Come stai? -. Il ragazzo si avvicinò per salutarla, poi guardò verso il palco. – Sei venuta ancora ad assistere alle prove di Marina?

- Già, mi ha chiesto di farle compagnia…

- Uh, si vergogna ancora di venire da sola? Allora non è veramente successo niente con Stefano quella volta che sono rimasti soli per il provino, dovevo credergli.

Laura sbiancò. – Lui… Stefano ti ha parlato…?

- Gliel’ho chiesto io, ero curioso, - si giustificò Gabriele. – Nessun rancore?

- Gabriele! - gridò Alessandro in quel momento. Notò con chi era il suo amico e corse ad abbracciare Laura. – Ciao! Sei venuta anche oggi, che bello! Marina?

- Mi ha detto di aspettarla qui, Angelica l’ha rapita…

- Ah, quella ragazza è così emozionata: le prime prove con tutto il cast! Vieni, ti presento il gruppo. Gabriele, intanto puoi andare a prendere le altre casse in macchina?

- Pesano!

- Appunto. Ci vediamo dopo! -. Senza dargli il tempo di replicare, Alessandro diede le spalle a Gabriele e spinse Laura sul palco. – Ti ricordi di Matteo, vero?

La portò davanti a un ragazzo che armeggiava con la chitarra elettrica, che rivolse ad Alessandro uno sguardo rassegnato. – Matteo il Grande, come te lo devo dire?

Laura trattenne a stento una risata. – Matteo il Grande, sono lieta di incontrarla di nuovo.

- Sarai una delle mie migliori seguaci, me lo sento! – le fece l’occhiolino Matteo.

- Bene, ora lasciamo lavorare il Maestro e passiamo agli altri… -. Alessandro la condusse fino alla batteria, dove due ragazzi apparentemente identici stavano chiacchierando. – Laura, loro sono Massimo e Lorenzo, rispettivamente batterista e bassista.

- ‘ao - risposero i due in coro.

- E ora passiamo al cast… che già conosci per la maggior parte, quindi, dato che non abbiamo qui i ballerini, ti resta da incontrare il secondo Peter. Ehi, Roberto!

Un ultimo ragazzo sbucò dietro le quinte tenendo un foglio in mano. – Ale! Cosa succede? Stavo ripassando…

- Aaah, lascia perdere, ti devo presentare una persona. Lei è la nostra prima fan, Laura!

- Ciao!

- Ciao, molto piacere.

Era un bel ragazzo, pensò Laura, anche se certo non era il suo tipo: doveva avere uno o due anni più di lei, teneva i capelli legati in una piccolissima coda e indossava una maglietta dei Metallica. Riflettendoci, Laura notò che era una pessima copia di Stefano.

- Bene - esclamò Alessandro. – Penso che abbiamo finito. Ehi, Gabriele, puoi mettere qui le casse!

- Se qualcuno mi desse una mano…

- C’è Stefano laggiù. Stefanuccio, vieni ad aiutare questo scansafatiche!

- Scansafatiche? Io? - si lamentò Gabriele, lasciando una cassa tra le mani di Stefano, che la trasportò fino al palco senza il minimo sforzo apparente.

Salutò Laura con un cenno del capo, poi si guardò intorno. – Marina?

- E’ con Angelica, perché ti interessa? - gli chiese con finta disinvoltura Gabriele.

- Volevo salutarla. Ah, eccole.

Marina e Angelica erano appena uscite dalle quinte; a quanto sembrava, la ragazza di Daniele sembrava trovare divertente qualunque cosa Roberto dicesse. Laura alzò gli occhi al cielo.

- Che c’è lassù? - si informò Gabriele, seguendo il suo sguardo verso il soffitto.

- Niente, niente - esclamò Laura, facendo segno di avvicinarsi a Marina che, non appena vide Stefano, si immobilizzò al centro del palco.

- Ciao, ragazze, - salutò Stefano, avvicinandosi. – Siete pronte?

- Oh, prontissime! - cinguettò Angelica. – Non vedo l’ora di cominciare!

- Nessun lampadario che sta per cadere? – insistette Gabriele.

- Perché avete due Peter Pan? – chiese Laura, evitando di rispondere.

- Stefano ha un impegno anche per un altro musical, ma non se la sentiva di rinunciare: è partito tutto da lui; così abbiamo deciso che alcune serate le avrebbe fatte un secondo interprete - spiegò Gabriele.

- Capito.

- E ora spiegami se devo preoccuparmi di questo soffitto!

 

Le prove erano iniziate da venti minuti. Roberto, il secondo Peter, aveva cantato da solo, poi aveva fatto un duetto con Gabriele e ora toccava alla canzone di Capitan Uncino di fronte ai pirati: un piccolo riscaldamento.

Laura era seduta in prima fila nel teatro semivuoto aspettando che Marina entrasse in scena. Improvvisamente sentì una mano posarsi sulla sua spalla.

- Ehi, ciao! Chi sei? Un’amica di qualcuno della band?

A parlare era stata una bella ragazza che doveva avere qualche anno più di lei; la scrutava interessata con i suoi occhi azzurri.

- Ehm… - tentò di rispondere Laura, in imbarazzo. – Sì, sono venuta ad accompagnare “Trilli”.

- Ah, davvero? Wow! Piacere di conoscerti. Io sono Eleanor, la cugina di Stefy. Tu? Come ti chiami? -. La ragazza parlava senza quasi prendere fiato e aveva un accento straniero.

- Stefy? Ah, già, intendi Stefano!

Come si poteva soprannominare un ragazzo come lui “Stefy”?, si chiese Laura.

- Piacere, io mi chiamo Laura e per ora non sono la cugina, la sorella o la fidanzata di nessuno!

Eleanor scoppiò a ridere. - Ma ti piacerebbe esserlo, non è vero? Chi è? Forse Matteo?

- Da quanto ho capito, Matteo è un'ideale astratto, non potrei cercare di coglierlo!

- Ma no, Matteo è una persona meravigliosa ed è più concreto di quanto tu creda! Una volta mi ha pestato una scarpa, e fidati che l'ho sentito molto poco astratto.

- Bene, allora vorrà dire che cercherò di tenermi lontana dai suoi piedi, – sorrise Laura. - Hai detto Eleanor? Sei americana?

- Oh, no. Sono inglese, vengo da Bristol.

- Tu e Stefano avete la stessa età?

- Io ho ventiquattro anni, tre meno di lui. So che sembra giovane e arzillo, ma in realtà è un vecchietto ben travestito!

In quel momento Alessandro improvvisò un assolo di chitarra e Gabriele gli tirò uno scappellotto sulla testa.

- Ora vivi qui? Parli molto bene per essere inglese!

- Sono cresciuta con Stefano, mi hai insegnato lui l’italiano, e ora vengo qui quasi tutte le estati, però la mia casa è ancora a Bristol. Certo, è stato un po' difficile all'inizio, ma poi ci si fa l'abitudine a parlare un'altra lingua.

- Ehi, Eleanor! Mi passi l'acqua? - esclamò Alessandro dal palco.

- Ma se abbiamo appena cominciato! - si lamentò Gabriele, interrompendo la canzone.

- Ma, Gab, si disidrata se non lo lasciate bere un po'!

- Ecco, "Gab", hai sentito l’adorabile cuginetta di Stefano?

Gabriele storse le labbra e saltò giù dal palco per salutare la ragazza con un affettuoso abbraccio.

- Era da tanto che non ci vedevamo, Ellie, - le sussurrò, accarezzandole i capelli con l’atteggiamento di un fratello maggiore.

Eleanor sorrise. – Come va la band?

- Chiedilo direttamente a loro, - esclamò Gabriele, voltandosi verso i musicisti sul palco.

- Ma... quindi vuoi siete anche una band? - chiese Laura. - Non vi siete riuniti solo per il musical?

- No, - rispose Alessandro, accordando la chitarra. - In realtà l'idea del musical è venuta dopo. La band c'era già da un bel pezzo.

- Io e Ale strimpellavamo già al liceo, – aggiunse Matteo. – Anche se in realtà era lui a strimpellare, io infondevo fiducia al mondo.

Eleanor e Laura scoppiarono a ridere.

- Io ho conosciuto Ale in un parco, mentre si pavoneggiava con i suoi assolo - raccontò Gabriele. - Suonava bene, gliel'ho fatto presente e poi mi sono messo a cantare qualcosa io.

- E poi sono io quello che si pavoneggia...

Gabriele finse di avere sentito Matteo. - E così Ale mi ha invitato a fare una band con lui.

- Storia interessante... - disse Laura. -  Ma non dovevate provare?

- Abbiamo finito, - rispose Alessandro.

- Ma... avevamo appena cominciato! - si lamentò ancora Gabriele, lanciando sguardi a Matteo, Massimo e Lorenzo in cerca di appoggio.

- Va bene, - si arrese Alessandro. - Abbiamo sentito te con il secondo Peter... I Bimbi Sperduti cantano in coro, oggi non ci sono nemmeno... Stessa cosa per i pirati... Ok, Matteo, chiamami Stefano, Trilli e Wendy! Poi possiamo anche andare a casa.

- Così conoscerò finalmente questa fantomatica Trilli! - esclamò Eleanor battendo le mani.

- Sai che è perfetta per il ruolo? Secondo me interpreterà la gelosia di Trilli alla perfezione!

Laura fulminò Gabriele prima che altri potessero cogliere la sua frecciatina.

 

*Capitolo scritto da DarkAeris e MedusaNoir*

   
 
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