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Autore: Cimotea    21/04/2012    1 recensioni
Anche il più forte dei eroi greci deve piegarsi alla forza dell'Eros, anche se questo lo porterà alla morte
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dieci minuti. Erano passati dieci minuti da che Patroclo era andato da Polissena.

Voi vi chiedete perchè non ci fossi andato io, e io vi dico che è perché se mi fossi trovato solo con lei sareri morto dall'imbarazzo. Per dieci minuti avevo guardato quello stupido paesaggio della Troade... va bene, chiamarlo stupido non mi sembra corretto: c'era la luna, piena e candidamente luminosa nel cielo denso e scuro come l'oblio e il mare era uno specchio d'argento nella quale giocavano i riflessi splendenti delle stelle, ma io ero nervoso e pensai che tutto fosse semplicemente stupido.
Ero immerso nella contemplezione di una pietra pensando che forse mandare Patroclo da solo in città nemica non era stata esattamente una scelta saggia, quando dei passi mi riportarono alla realtà. Era un servo che mi stava "gentilmente invitando" a seguirlo lungo un passaggio stretto e lungo. Non sapevo che fare quindi mi limitai a eseguire quanto mi chiedeva....
Alla fine del corridoio mi trovai in un giardino che lì per lì reputai davvero stupido. 

Guardai intorno senza avere la più pallida idea di che guaio avessi combinato... solo, in città nemica anch'io, senza armi e senza Patroclo. Più tardi scoprii che non era successo davvero niente di male, e con infinita gioia ritrovai il mio Patroclo seduto ai piedi di un oleandro in fiore, proprio di fronte al principe e la più piccola delle sue sorelle. Avrei dovuto capire che qualcosa non andava dall'espressione tesa del mio migliore amico e se non fosse stato per l'intromissione di Ettore avrei prestato più attenzione a quanto Patroclo cercava di comunicarmi.
Comunque... accadde che il gran condottiero dell'esercito si alzò appena mi vide e mi venne incontro con un gran sorriso e porgendomi la mano "Salve Achille!"
Due parole per accendere l'odio. Si stava beffando di me, tutto lo diceva in lui: il suo sorriso, il tono in cui mi aveva parlato, il suo sguardo... Ma decisi che per amore avrei sopportato questo e altro (povero me!)
Ricambiai il saluto deciso a chiudere la conversazione e per fortuna anche il più grade tra i Troiani sembrava voler mettere fine al più presto a quella situazione, prese Patroclo per il braccio e si allontanò con lui sorridendo. Patroclo era nervoso. Polissena era bellissima. Io ero solo con lei...


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Terzo capitolo scritto durante una lezione di matematica, quindi se fa schifo è tutta colpa del professore che mi distraeva mentre scrivevo u.u
Spero che vi piaccia, baci -Cimote
  
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