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Autore: Himechan    21/04/2012    4 recensioni
Piccola drabble sui pensieri di un fiore che è rimasto senza la sua luce. Vincitrice del contest "Immagina una drabble..." indetto da Ria-chan
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola premessa: Questa drabble si è classificata prima al contest di Ria-chan "Immagina una drabble..." ed è risultata vincitrice del Premio Emozione e del Premio Giuria. Un ringraziamento speciale quindi alla mitica giudicia per la valutazione esaustiva e per lo splendido lavoro fatto ^_^ Davvero è stata un'emozione stupenda leggere il suo commento e partecipare al contest.
La fic è nata di getto, subito dopo aver visto le parole toccanti che il compagno di Lucio Dalla ha rivolto al suo amore per l’ultima volta http://www.youtube.com/watch?v=QFPZKX86tYI . L’hanno chiamato collaboratore, amico intimo, persona fidata, invece era semplicemente un uomo che amava un altro uomo. E si sa, in un paese come il nostro, l’amore ha ancora i suoi pregiudizi. Con questa drabble ho cercato solamente di ristabilire il concetto che amore non ha sesso, è ovunque e per sempre. L’immagine della rosa è sia riferita ad una canzone stupenda cantata da Lucio che consiglio di ascoltare http://www.youtube.com/watch?v=gxok6VzwRfM&feature=related , e sia perché il giorno dei suoi funerali c’era anche una rosa ad accompagnarlo nel suo ultimo viaggio. A parlare è Marco, la rosa che è rimasta senza la sua luce.
Grazie a chi vorrà lasciare un commentino : )
Un abbraccio
Hime

                


                                                                                           Quando il fiore muore

                                                                                                                                     
                                                                             



Ti vedo ancora, sai? Il cappello calcato e la rosa nel taschino. “L’ho trovata per strada quasi nuda, col vestito sgualcito”, e me l’hai donata dando colore al mio calore. Il suo tocco spinoso mi ha trafitto come il tuo bacio che si confonde giocoso con il mio.
Ora chiudo le palpebre.
La notte mi acceca.
Vorrei non sentire.
Il silenzio è assordante.
Quella nostra rosa ti accarezza nel tuo ultimo viaggio terreno. E’ la mia carezza, perché il fiore senza luce muore.
Per tutti ero solo un tuo amico, il collaboratore.
Ma noi eravamo molto di più.
Irraggiungibili.
E tu, tu lo sai.
Tu mia luce.
Io rosa sgualcita.
   
 
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