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Autore: AngelOfSnow    22/04/2012    3 recensioni
Salve a tutti.
Con questa storia spero tanto di farvi immergere in un mondo non troppo lontano dalla realtà dei giorni nostri.
La protagnista si ritroverà a fare i conti con le "Gocce di memoria" scombussolate dalla presenza di un uomo a cui deve molto dando modo al loro passato di fondersi per divenire un unico futuro.
Dal capitolo:
Della mia vita a Milano ricordo solamente il volto sfigurato dal tempo di un bambino.
Nient’altro, a parte che mi trovavo spesso a casa sua per colpa del lavoro dei miei genitori e che fosse oramai parte integrante di quella vita: una vita che sinceramente amavo da ogni punto di vista perché non avevo la consapevolezza di quello che avrei realmente lasciato dopo.
Adesso, che ho compiuto 16 anni, non posso fare a meno di domandarmi “chi” e “cosa” rappresentasse per me, anche se so per certo che nessuno mi avrebbe detto alcunché. Eppure sono ottimista pesando che il mio passato mi abbia formata a come sono oggi...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scena Quinta: V Atto.

Scena Quinta: V Atto.

Dal giorno in cui, quella sera, ebbi la discussione con Sam passarono due settimane di puro ozio e noia allentate dalla presenza costante di Nicola, i miei genitori, Sam e Lui. Soprattutto Lui sembrava molto disposto nel non farmi perdere lezioni importanti di scuola: se il professore di chimica, per esempio, andava avanti col programma, Lui il pomeriggio veniva a farmi ripetizioni ed a insegnarmi le nozioni nel modo più semplice e disarmante possibile. Accenni di quell’ipotetico bacio: nulla.

 Di questa situazione ne andava ghiotta anche Sam che, essendo un asso solo nelle materie umanistiche e orali, aveva modo di ripetere matematica e tutte le altre pidocchiose materie con cui avevamo a che fare. Accenno a quelle foto:nulla. Chissà perché. Comunque sia, io non andavo pazza della vicinanza a cui i nostri corpi erano sottoposti e non potevo fare a meno di arrendermi all’idea di non ricordare nulla all’infuori di quella strana sensazione stramba nello stomaco. Ah mi ero pesata e subito messa a dieta come una disperata: cinquantasei chili presi dallo spirito santo a cui avrei tanto dato il ben servito.

“A me non sembri cambiata...”

Lo diceva sempre Nicola e non perdeva mai occasione di carezzarmi il viso gentilmente.

“ Tesoro andremo a fare Jogging insieme le mattine estive... “ ripeteva Sam mettendomi ansia.

A parte i miei complessi sul peso, totalmente inutili, una cosa mi piaceva particolarmente e non potevo assolutamente negare il contrario: le attenzioni.

Ero sommersa dalle attenzioni, anche adesso sinceramente, a scuola, a casa e in giro. Ovviamente avevo completamente perso la mia fissa sul vuoto della mia testa e stavo puntando a riempire di ricordi anche i momenti più insignificanti solo che, queste giornate, sarebbero presto finite....

 

<< Elisa... io e papà dovremo parlarti... >>

Non mi chiamavano mai “Elisa”. Mai. Se non per annunciarmi qualcosa che andava ben oltre ai miei voleri.

Comunque sono seduta sul divano con le gambe al petto, posizione graditissima, e li osservo mentre si posizionano davanti al televisore. Afferro il telecomando stoppando il film comico e aspetto che continuino.

<< Ditemi. >>

Biascico insonnacchiata. Purtroppo, ho già trovato il nocciolo della questione senza che spiccicassero parola.

<< Domattina dobbiamo tornare a lavorare e... >>

Inarco un sopracciglio non aspettandomi quell’ - e - alla fine della frase. Tendo le orecchie ed il busto fino all’inverosimile per incitarli a continuare, mio padre sospira, mia madre guarda mio padre ed io li guardo entrambi. Argh! Non ho voglia di giocare in questo modo.

<< Tu da domani andrai a .... >>

Scatto in piedi avendo capito quel sussurro lieve e delicato uscire dalle mascoline e sottili labbra.

<< COSA!? >>

Oh no. No. No. No. No.

Velocemente indosso delle ballerine nere, mi infilo il giubbotto afferrando contemporaneamente chiavi e telefono, per gettarmi di corsa fuori da casa.

<< Elisa! Torna qui! >>

Urla su urla che non ascolto. Forse mio padre scende velocemente le scale per acciuffarmi ma sono troppo veloce... vedo quasi la salvezza attraverso il portone...

abbasso lo sguardo per non sfracellarmi al suolo e...

le braccia di Nicola mi catturano ancora prima che potessi accorgermene. Dannazione!

Stringe forte immergendo il viso tra i capelli.

<< Nana dove pensavi di andare? >>

Mi stupisco del tono lapidario e cerco i suoi occhi che sfuggono ai miei: lui sapeva!

<< Tu. Sapevi. Tutto?! >>

Scandisco bene le parole guardandolo con astio.

<< Si. >>

Dice solo lasciandomi le spalle e guardando altrove facendomi incazzare ancora di più. Con stizza torno indietro non ascoltando nemmeno mio padre o le futili scuse di mia madre, e mi chiudo dentro la cameretta afferrando il telefono troppo sconvolta.

<< Sam! >>

<< Che succede?! Perchè urli?! >>

Mi calmo respirando appena.

<< Io...>>

<< Tu? Avanti continua! >>

<< Da domani... andrò a vivere con Davide! >>

<< COSA?! >>

   
 
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