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Autore: GWatcher    22/04/2012    3 recensioni
La mia prima fic nella sezione di Bones.
Ambientata dopo la 1x21, questa storia ha l'intento di raccontare una personale continuazione della prima stagione.
Dopo aver visto quest'episodio, ho assimilato senza più dubbi che Bones non è un telefilm qualsiasi, e che rientra senz'altro tra i miei preferiti.
Da qui l'ispirazione mi ha folgorato.
Questa fic parla di Booth, il mio preferito, e del suo burrascoso passato da soldato, che si ritrova nuovamente ad affrontare. Se Tempe fosse stata vicina a lui in questo particolare momento della sua vita? E se questo avvicinamento avesse confermato l'attrazione che entrambi provano l'uno per l'altra?
In tutto ciò, si avverte una certa attrazione anche tra Angela e Hodgins... Buona lettura!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angela Montenegro, Jack Hodgins, Seeley Booth, Temperance Brennan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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4

 

Quella sera, Temperance si ritrovò completamente spaesata. Ad esempio: quando parti per un viaggio lontano, e non conosci le tradizioni del posto in cui ti trovi. Le tradizioni che la donna non conosceva erano quelle del cuore. Perché era così difficile relazionarsi... con un uomo, con le persone, con tutti.

Probabilmente neanche lei conosceva una risposta concreta. Adatta, avrebbe detto.

Era tutto così strano. Quei sentimenti che non riusciva a placare, sensazioni che indirettamente la travolgevano e non le permettevano di pensare ad altro.

Per una volta, una sola volta nella tua vita, cerca di essere meno razionale.

Ma la verità spicciola la conosceva bene. Fuori posto, perfettamente fuori posto. Era così che si sentiva in situazioni del genere, non sapeva cosa fare, come comportarsi.

Parcheggiò la macchina ed arrivò dinnanzi alla porta dell’appartamento di Booth.

 

* * *

 

Trascorsero una serata calma, tranquilla… silenziosa. Abbastanza silenziosa.

Perché il silenzio non mente. Mai. Ed era lì, lei, che ascoltava le parole dell’eroe di guerra ferito ed amareggiato.

E cosa poteva mai significare ciò? Più era imbarazzata, più si trovava fuori luogo… più ci teneva. E a Booth teneva immensamente.

Avrebbe fatto di tutto pur di non vederlo in quelle condizioni. Così triste.

Per la maggior parte del tempo guardarono un film vecchio alla TV. Lei semplicemente gli era accanto. E lo guardava, interrottamente, senza che lui se ne accorgesse.

Lo guardava perché in quel viso poteva scrutare la bellezza, la forza e l’audacia, proprio come un soldato. Poteva capire che, nonostante tutto, Seeley riusciva ad andare avanti. Anche a lei sarebbe piaciuto farlo… con i suoi genitori.

L’aveva chiamata per avere della compagnia, stufo di scendere al solito bar. Ma la verità era un’altra: Booth aveva un’infinità di amici e tantissime donne disposte a tutto pur di essere ai suoi piedi (anzi, calzini) … ma lui voleva Brennan.

Una compagnia - seppur silenziosa - così piacevole.

Perché con lei riusciva ad essere forte, di nuovo. Stranamente. Non consapevole del fatto che era tutto il contrario, che lui era l’eroe che ispirava ed aiutava le persone.

 

“E’ tardi, non andare per le strade a quest’ora, è pericoloso. Ho un letto in più… non è un problema trovarti un posto qui, per stasera”.

Tempe non voleva sentire altro che quelle parole. Non lo sapeva perché, non lo sapeva assolutamente! E questa volta non scherzava: è la cosa più irrazionale che abbia mai pensato!

Non riusciva davvero a capire il perché di quella voglia incontrollabile… dormire da Booth. Strano, visto che non si trattava nemmeno dello stesso letto!

Trovava quella casa maledettamente familiare e si sentiva al sicuro, molto più che nel suo appartamento.

Confermò le parole dell’uomo, ringraziando, decisa a voler dormire lì.

Le mostrò la camera e il letto dove avrebbe dormito. Entrambi si guardarono dritti negli occhi. Lo sguardo di Booth era riconoscente, sollevato.

Quello di Brennan, invece, indecifrabile.

La buona notte, com’era consono per la buona educazione.

Socchiudendo la porta, uscì, lasciandola sola nella grande camera. Si guardò intorno. La finestra era aperta ed un vento gelido entrava indisturbato. La chiuse.

Si sedette sul materasso. Comodissimo. Guardò l’orologio. Si tolse le scarpe. Sciolse i capelli… e pianse. D’improvviso, inaspettatamente.

 Ancora una volta, nel silenzio… che –come sempre – non mente.


  
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