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Quella
sera, Temperance si ritrovò completamente
spaesata. Ad esempio: quando parti per un viaggio lontano, e non
conosci le
tradizioni del posto in cui ti trovi. Le tradizioni che la donna non
conosceva
erano quelle del cuore. Perché era così difficile
relazionarsi... con un uomo,
con le persone, con tutti.
Probabilmente
neanche lei conosceva una
risposta concreta. Adatta, avrebbe
detto.
Era
tutto così strano. Quei sentimenti
che non riusciva a placare, sensazioni che indirettamente la
travolgevano e non
le permettevano di pensare ad altro.
Per
una volta,
una sola volta nella tua vita, cerca di essere meno razionale.
Ma
la verità spicciola la conosceva bene.
Fuori posto, perfettamente fuori posto. Era così che si
sentiva in situazioni
del genere, non sapeva cosa fare, come comportarsi.
Parcheggiò
la macchina ed arrivò dinnanzi
alla porta dell’appartamento di Booth.
*
* *
Trascorsero
una serata calma, tranquilla…
silenziosa. Abbastanza silenziosa.
Perché
il silenzio non mente. Mai. Ed era
lì, lei, che ascoltava le parole dell’eroe di
guerra ferito ed amareggiato.
E
cosa poteva mai significare ciò? Più
era imbarazzata, più si trovava fuori luogo…
più ci teneva. E a Booth teneva
immensamente.
Avrebbe
fatto di tutto pur di non vederlo
in quelle condizioni. Così triste.
Per
la maggior parte del tempo guardarono
un film vecchio alla TV. Lei semplicemente gli era accanto. E lo
guardava,
interrottamente, senza che lui se ne accorgesse.
Lo
guardava perché in quel viso poteva
scrutare la bellezza, la forza e l’audacia, proprio come un
soldato. Poteva capire
che, nonostante tutto, Seeley riusciva ad andare avanti. Anche a lei
sarebbe
piaciuto farlo… con i suoi genitori.
L’aveva
chiamata per avere della
compagnia, stufo di scendere al solito bar. Ma la verità era
un’altra: Booth
aveva un’infinità di amici e tantissime donne
disposte a tutto pur di essere ai
suoi piedi (anzi, calzini) … ma lui voleva Brennan.
Una
compagnia - seppur silenziosa - così
piacevole.
Perché
con lei riusciva ad essere forte,
di nuovo. Stranamente. Non consapevole del fatto che era tutto il
contrario,
che lui era l’eroe che ispirava ed aiutava le persone.
“E’
tardi, non andare per le strade a
quest’ora, è pericoloso. Ho un letto in
più… non è un problema trovarti un
posto qui, per stasera”.
Tempe
non voleva sentire altro che quelle
parole. Non lo sapeva perché, non lo sapeva assolutamente! E
questa volta non
scherzava: è la cosa
più irrazionale che
abbia mai pensato!
Non
riusciva davvero a capire il perché
di quella voglia incontrollabile… dormire da Booth. Strano,
visto che non si trattava
nemmeno dello stesso letto!
Trovava
quella casa maledettamente
familiare e si sentiva al sicuro, molto più che nel suo
appartamento.
Confermò
le parole dell’uomo,
ringraziando, decisa a voler dormire lì.
Le
mostrò la camera e il letto dove
avrebbe dormito. Entrambi si guardarono dritti negli occhi. Lo sguardo
di Booth
era riconoscente, sollevato.
Quello
di Brennan, invece, indecifrabile.
La
buona notte, com’era consono per la
buona educazione.
Socchiudendo
la porta, uscì, lasciandola
sola nella grande camera. Si guardò intorno. La finestra era
aperta ed un vento
gelido entrava indisturbato. La chiuse.
Si
sedette sul materasso. Comodissimo.
Guardò l’orologio. Si tolse le scarpe. Sciolse i
capelli… e pianse.
D’improvviso, inaspettatamente.
Ancora una volta, nel
silenzio… che –come
sempre – non mente.